Scrittori e scrittrici

Eremo di Ronzano

Dove
via di Gaibola, 18

Non lunge a la città del picciol Reno,
questo, che miri monticel virente
de l'acque a spoglio, ed Eremo si appella,
già fu di anacoreti un abitacolo.
Ed or mi è stanza graziosa. Vieni;
qui ti sofferma, o viator gentile!

(C. Pepoli, L'Eremo, 1827)

In località Ronzano, sui colli bolognesi, dove dal 1140 esisteva un romitorio e una cappella dedicata alla SS. Trinità, Loderingo d'Andalò de' Carbonesi fondò nel 1267, assieme a cinque confratelli, il sodalizio dei Frati Gaudenti o della Milizia della B.V. Gloriosa, un Ordine Cavalleresco maschile, che a Bologna si distinse per l'opera pacificatrice nelle lotte tra opposte fazioni.

Loderingo costruì lì il suo luogo di eremitaggio e una piccola chiesa dedicata alla Beata Vergine Gaudiosa. Nel 1475 fra Lodovico Barbieri vendette Ronzano ai Domenicani, che demolirono il modesto rifugio esistente, "parvum tugurium ad tegendum magis bestias quam homines", e costruirono la chiesa e il convento attuali.

Negli anni di peste, ad esempio nel 1527 e nel 1630, i Domenicani di Bologna trovarono a Ronzano un rifugio sicuro. L'eremo non venne più abbandonato, anche dopo la soppressione dei piccoli conventi decretata nel 1652 da papa Innocenzo X.

La presenza dei Domenicani a Ronzano terminò nel 1798, in periodo napoleonico, quando l'eremo fu ridotto a proprietà privata. Il nuovo padrone, marchese De Lucca, avviò una profonda ristrutturazione degli edifici, per adattarli a residenza civile: venne demolito il chiostro corinzio del convento e la chiesa fu suddivisa in varie stanze.

Il cenacolo dei conti Gozzadini

Dopo il 1806 la proprietà passò al Collegio di Spagna e nel 1848 fu acquisita dal conte Giovanni Gozzadini, insigne erudito ed archeologo, scopritore della civiltà villanoviana, che restaurò il complesso con il fine di riportarlo all'aspetto originario.

L'eremo divenne sede del circolo politico e letterario di Gozzadini e della moglie, la contessa Maria Teresa Serego degli Alighieri, fervida cultrice "di ogni cosa bella", "nelle cui vene scorreva il sangue di Dante".

Nella seconda metà dell'800 ebbe ospiti illustri, da Marco Minghetti a Carlo Pepoli, da Giosue Carducci a Enrico Panzacchi.

Nei primi anni del suo soggiorno bolognese, Carducci frequentò spesso la casa dei Gozzadini in via Santo Stefano e "l'amena solitudine di Ronzano":

Nei silenzi di un grande aspetto di terra e di cielo ... (dove gli) intelletti curiosi cercano l'ideale e trovano forse il riposo.

In un'epoca di difficoltà e contrasti politici, il conte Giovanni, presidente perpetuo della Deputazione di Storia Patria, aveva modo di sottrarlo alle attenzioni della polizia inviandolo "per ricerche storiche in altre città".

Il poeta amava quel luogo solitario ed alto, grave di ricordi antichi e danteschi; e ammirava nella padrona di casa la gentildonna colta e operosa, nei cui angoli frontali gli pareva di ravvisare i tratti del volto di Dante. (Lipparini)

La tradizione di ospitalità continuò anche sotto i successori dei Gozzadini, i conti Da Schio, proprietari fino al 1922. Nei primi anni del nuovo secolo vennero all'eremo personaggi come Guglielmo Marconi, Ottorino Respighi e il futuro papa Benedetto XV.

Sui colli di Ronzano, intorno al 1912, un giovanissimo De Pisis - allora non ancora pittore, ma poeta ed esperto botanico - cercava, guidato dalla madre o forse da un precettore gesuita, campioni di piante per il suo erbario. La raccolta fu in seguito donata al Museo botanico di Padova.

Approfondimenti
  • Albo carducciano. Iconografia della vita e delle opere di Giosue Carducci, Bologna, Zanichelli, 1980, pp. 74-75
  • Umberto Beseghi, Introduzione alle chiese di Bologna, 2. ed., Bologna, Tamari, 1955, pp. 323-330
  • Bologna. Parole e immagini attraverso i secoli, a cura di Valeria Roncuzzi e Mauro Roversi Monaco, Argelato, Minerva, 2010, p. 154
  • Tiziano Costa, Le grandi famiglie di Bologna. Palazzi, personaggi e storie, Bologna, Costa, 2007, pp. 124, 128-129;
  • Giosue Carducci e i carducciani nella Certosa di Bologna, Bologna, Comune, 2007, p. 23
  • Fiamma Lenzi, Archeologia e amor di patria: protagonisti, fatti e politica prima e dopo l'unificazione del paese, in: ... E finalmente potremo dirci italiani. Bologna e le estinte Legazioni tra cultura e politica nazionale 1859-1911, a cura di Claudia Collina, Fiorenza Tarozzi, Bologna, Editrice Compositori - Istituto per i Beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna, 2011, pp. 293-296 (foto, ill.)
  • Giuseppe Lipparini, L'innamorato di Bologna e altre pagine bolognesi, Bologna, Boni, 2001, pp. 110-111
  • Paola Roncarati, Rossella Marcucci, Filippo de Pisis botanico flaneur. Un giovane tra erbe, ville, poesia. Ricostruita la collezione giovanile di erbe secche, Firenze, Olschki, 2012
  • Ronzano e i Frati Gaudenti, contributi storici di Giancarlo Roversi, Renato Santi e Giuseppe Rivani sui Frati gaudenti e sull'eremo di Ronzano, in occasione del VII centenario della nascita di Dante, Bologna, Tip. SAB, 1965
  • Renato Santi, I Gozzadini all'Eremo di Ronzano nella luce del Risorgimento, in: "Strenna storica", 1973, pp. 279-318; 1974, pp. 277-305
  • Marco Veglia, La vita vera. Carducci a Bologna, Bologna, Bononia University Press, 2007, p. 97