Scrittori e scrittrici

Bar Zanarini

Biblioteca dell’Archiginnasio, Piazza Galvani 1, Bologna

E' bello avere ancora la mamma,
con la salute che va proprio bene,
sapere che ama ballare al centro anziani
e andare a bere il tè da Zanarini

(F. Carpani)

Nel 1929 Enrico Zanarini ottenne in affitto tre botteghe liberate dalla ditta Guizzardi in Piazza Galvani 1, in angolo con via Farini, per il suo esercizio di Caffè bar. I locali furono effettivamente disponibili l'anno seguente, dopo notevoli lavori di consolidamento dell'immobile. Vennero apposte lastre di marmo pubblicitarie all'esterno e collocati tavolini negli intercolonni antistanti il bar. Nel 1932 fu occupato anche il vicino negozio Buini & Grandi.

Il Caffé bar Pavaglione fu l'ultimo dei numerosi negozi dell'"impero Zanarini", una grande catena di bar pasticcerie estesa in tutta Bologna e in Romagna. Il primo fu ereditato nel 1906 da Rovinazzi in via D'Azeglio 34.

Il locale di piazza Galvani divenne negli anni Trenta il fiore all'occhiello. Il Pavaglione, sotto il quale erano presenti negozi eleganti e di alto livello, era allora più che mai il luogo della passeggiata sotto i portici. La "vasca" sotto il Pavaglione era, soprattutto nei giorni festivi, una lenta camminata a guardare le vetrine e a farsi vedere. Al termine dello "struscio", era possibile fermarsi da Zanarini: nei tavolini disposti all'aperto in piazza Galvani, oppure d'inverno nella sala da tè al primo piano, dotata persino di una piccola pista da ballo.

Dopo la morte di Enrico, nel 1948, l'attività fu proseguita dal figlio Giorgio. Egli si dedicò soprattutto al locale di piazza Galvani, attrezzando il sotterraneo a laboratorio di pasticceria. Famosi divennero i dolci natalizi e pasquali e quelli siciliani in marzapane.

Nel secondo dopoguerra il Caffè Zanarini fu per un certo periodo un ritrovo di artisti e di intellettuali di sinistra. Il segretario comunista Palmiro Togliatti vi tenne alcuni comizi. Lo frequentavano gli attori Renato Rascel e Walter Chiari, i pittori Sergio Romiti e Giorgio Morandi. Aldo Borgonzoni vi accompagnava la giovane Nella Nobili, assidua nel suo studio in via Saragozza. Qui essa conobbe il giovane Enrico Berlinguer, futuro segretario del PCI e il giornalista Giuseppe Galassi, che con un articolo sul "Giornale della sera", la fece conoscere come la "poetessa-operaia".

Negli anni del boom economico Zanarini divenne il locale più famoso di Bologna, il bar pasticceria per antonomasia, come il Diana lo era per i ristoranti e Pino per le gelaterie. Era un ritrovo di professionisti e signore eleganti. Negli anni Settanta-Ottanta fuori dal bar si ritrovavano e stazionavano gruppi di giovani "fighetti", con le moto e le auto ultimo tipo in divieto di sosta. Questa effimera fama di luogo elitario ed esclusivo si è notevolmente mitigata nel tempo.

Milioni di caffè, milioni di tazze di tè e di cioccolata, milioni di paste: quei banconi hanno visto passare milioni di persone. Pochi altri locali possono vantare un curriculum di questo genere. (M. Poli)

Approfondimenti

Daniela Bellotti, Biografia di Nella Nobili, s.n.t. (in fotocopia)


Marco Poli, La Bologna dei caffè, Bologna, Costa, 2005, pp. 22-44


Franco Sangiovanni, Andavamo da Zanarini. Amici e dintorni, Bologna, Pendragon, 2016