Piero Jahier - Dal mio diario di guerra

Leggo questa descrizione di D'Annunzio in visita a una messa al campo:

"La mia automobile grigia, snella, vibrante, come una piccola torpediniera, sente i battaglioni che si aprono. Movimento insolito dappertutto. Si sente che qualcosa è nell'aria, che qualcosa di grande si preparava. Si fiuta già l'odor del sangue, come il fumo del mosto alla vigilia della vendemmia ...".

È forse impossibile, volendo, scrivere qualcosa di più sinistramente falso. Noi che camminavamo tra il polverone di quell'automobile snella possiamo attestare che i battaglioni si aprivano, ma per mandare una maledizione al bellimbusto che vi giaceva, la cui devozione non l'aveva neanche fatto capace di andare a piedi allo spettacolo della messa al campo, lui senza zaino; che consumava alla Patria povera 100 lire di benzina e di gomme per il suo piacere. Quanto a questo "fiutare l'odor del sangue come il fumo del mosto", sono sensazioni sadiche di un degenerato che ha fatto il passo estremo dalla sensualità alla crudeltà; nessun fante italiano le ha mai provate. Altrimenti avremmo perduto la guerra.

(P. Jahier, 1920)