Le opere d'arte della basilica di San Domenico ritornano a Bologna
@ Villa AriaIl padre provinciale Domenico Acerbi e il soprintendente ai monumenti Alfredo Barbacci organizzano il ritorno a Bologna del tesoro di San Domenico.
L'operazione, rischiosa per via dei frequenti bombardamenti, è dettata dall'avvicinamento del fronte al rifugio in cui le opere d'arte erano protette dal 1943: i sotterranei della villa Aria di Marzabotto.
Dopo un fortunoso trasloco a cura della ditta Gondrand, le preziose reliquie e opere d'arte sono sottratte ai militari tedeschi. Durante la notte i frati provvedono a nasconderle alla base del campanile della basilica domenicana, murando poi la porta di accesso.
Alcune settimane prima la cassa con le reliquie del santo fondatore è stata messa al sicuro in una cella-rifugio ricavata a cinque metri di profondità sotto l'aula capitolare del convento, protetta da una doppia blindatura di cemento armato.
- Gian Luigi Agnoli, Padre Domenico Acerbi. Missionario domenicano dalla mano di Dio, Bologna, Asterisco, 2000
- Raffaello Barbacci, "Un bolognese di adozione": Alfredo Barbacci, in "Strenna storica bolognese", 40 (1990), pp. 49-60
- Alfredo Barbacci, Memorie. Una vita per l'arte, Bologna, Nuova Abes, 1983, pp. 112-113
- Alfonso D'Amato O.P, I Domenicani a Bologna, Bologna, Studio domenicano, 1988, vol. 2., 1600-1987, p. 1086, 1093
- Andrea Emiliani, Bologna. Cronache dal vivere, Argelato, Minerva, 2013, p. 17

- Marzabotto (BO) - Ingresso

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- Marzabotto (BO) - evidenti i segni del passaggio della guerra

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