Eden Kursaal

via Indipendenza, 69

Ma il teatro dove la loro presenza più si faceva sentire, era l'Eden. A regolare le varie emissioni di voce che accompagnavano le movenze d'una danzatrice flessuosa e procace ci sarebbe voluto l'intonarumori di Russolo. E solo quando Donnarumma o Pasquariello modulavano le note patetiche di "Marechiaro" o "Surriento", o Peppino Villani cantava, alla brava, i suoi stornelli giulivi, si faceva silenzio e si viveva in un'atmosfera di estatico raccoglimento. Musica lieve zampillante dall'anima popolare: e i goliardi, battaglieri e pugnaci, cedevan le armi.

(F. Ravagli)

Nel 1899, all'interno del nuovo palazzo Maccaferri, progettato da Attilio Muggia all'inizio di via Indipendenza, fu inaugurato l'Eden Kursaal, sala dedicata al caffè concerto (o café chantant). Si affermò subito come il tempio dei viveurs e dei "biassanot" (masticanotte, tiratardi) bolognesi e diventò il locale più in voga della città, ospitando vedettes internazionali del varietà, quali Clèo de Merode, la Belle Otèro e Maria Campi, colei che inventò la "mossa".

All'esterno il palazzo appariva in stile neo-rinascimentale, mentre nelle decorazioni interne accoglieva le novità stilistiche del liberty.

La vasta sala rettangolare venne decorata da Sante Mingazzi e per la parte figurativa dal professor Trebbi. Una grande ringhiera girava per tre lati intorno alla sala e nel fondo il palcoscenico ne costituiva, con il suo elegante sipario, il sapiente centro decorativo. (A. Cervellati)

Gli apparati illuminotecnici in ferro battuto furono progettati dallo stesso Muggia. Nell'ampia sala, "una miriade" di sedie, disposte in file e attorno a tavolini, creava "una calda e festosa accoglienza", mentre al piano superiore era aperto un enorme ristorante con terrazze affacciate sulla Montagnola e funzionavano a pieno ritmo sale da gioco e da biliardo.

Espressione di tecniche costruttive moderne, l'Eden era il primo edificio a Bologna in cemento armato ed era dotato di un innovativo sistema di riscaldamento: il vapore era infatti diffuso dai primi termosifoni apparsi in città. Completamente elettrificato dalla ditta tedesca Ganz, era collegato a una piccola rete, alimentata da un'officina al Molino del Pallone.

Nell'aprile del 1901, in occasione della tappa bolognese del primo giro automobilistico d'Italia, l'Eden ospitò un banchetto offerto ai piloti in gara dal Circolo felsineo, accompagnato da un "alato" discorso del poeta-sportivo Olindo Guerrini. Tra il gennaio e il maggio del 1902 si tenne nelle sue sale la Prima Esposizione Campionaria bolognese.

All'Eden capitava Dino Campana, assieme agli amici goliardi. Di solito - a smentire la sua fama di poeta scapigliato e "maledetto" - egli era un tipo riservato e tranquillo:

Gli atti eccentrici e bizzarri non erano frequenti in Campana - ha testimoniato Federico Ravagli - tutt'altro. Ché la sua vita ordinaria era fatta di discrezione e di riservatezza ... egli aveva , pur nella figura selvatica, qualcosa di nobile e di casto, di mansueto e di compunto.

Eppure anche lui, ogni tanto, si adattava al costume goliardico. Una volta, ad esempio, tornando dall'Eden lungo via Indipendenza, rubò una sedia al caffè dell'Arena e andò ad issarla sul Nettuno.

Approfondimenti
  • Anna Brini, Palazzo Maccaferri, in: Il torrente sconosciuto. Il percorso completo dell'Aposa e delle sue pertinenze dalle sorgenti sino al ventre della città e oltre, fotografie di Massimo Brunelli, testi di Angelo Zanotti e Anna Brini, San Giovanni in Persiceto, Maglio, 2012, pp. 28-35
  • L'Emilia Romagna com'era. Alberghi, caffè, locande, osterie, ristoranti, trattorie. Sulle tracce di un passato recente alla riscoperta dei segni mutati o cambiati di una secolare tradizione d'ospitalità, a cura di Alessandro Molinari Pradelli, Roma, Newton Compton, 1987, p. 48
  • Gino Ghedini, Giuseppina Congedo, L'Eden Kursaal ieri e oggi, in: Via Indipendenza. Sviluppo urbano e trasformazioni edilizie dall'Unità d'Italia alla Seconda guerra mondiale, Bologna, Paolo Emilio Persiani, 2017, pp.103-127
  • Federico Ravagli, Dino Campana e i goliardi del suo tempo, 1911-1914. Autografi e documenti, confessioni e memorie, Bologna, CLUEB, 2002, p. 39, 59
  • Le strade di Bologna. Una guida alfabetica alla storia, ai segreti, all'arte, al folclore (ecc.), a cura di Fabio e Filippo Raffaelli e Athos Vianelli, Roma, Newton periodici, 1988-1989, vol. 2., pp. 398-400