La città a fumetti

Archiginnasio

piazza Galvani, 1, Bologna

Con bolla del 1561, papa Pio IV ordinò al cardinal legato Carlo Borromeo di costruire il palazzo dell'Archiginnasio, completato nel 1563 su disegno di Antonio Morandi, detto il Terribilia. L'edificio, destinato ad ospitare lo Studio bolognese fino al 1803, si alza di un piano sul portico del Pavaglione. Nell'ottocento fu usato dal Comune per le Scuole Pie e dal 1838 è sede della biblioteca pubblica. Oltrepassato il portone decorato con gli stemmi di Pio IV, del Borromeo e del vice-legato Cesi, si accede al cortile quadrato con doppio loggiato completamente ornato degli stemmi degli studenti eletti tra il XVI e il XVIII a cariche universitarie.


> Corrado Ricci e Guido Zucchini, Guida di Bologna, con aggiornamenti di Andrea Emiliani e Marco Poli, nuova ed. illustrata, San Giorgio di Piano, Minerva edizioni, 2002, pp. 37-38


 

e ancora ...

La Biblioteca comunale dell'Archiginnasio è la maggiore biblioteca civica italiana con un patrimonio di oltre 600.000 volumi, 2.500 incunaboli, 12.000 manoscritti, 15.000 cinquecentine e un cospicuo archivio di disegni e stampe. Fu fondata nel 1801 presso il convento di San Domenico per raccogliere i patrimoni librari degli ordini religiosi soppressi. Nel 1838 fu trasferita nella sede attuale e ordinata da Luigi Frati, direttore fino al 1902. Al Frati successe Albano Sorbelli, in carica tra il 1903 e il 1943. Tra gli ultimi importanti lasciti all'Archiginnasio vi è la biblioteca personale di Luciano Anceschi, insigne docente dell'Alma Mater.


> Athos e Mario Vianelli, Bologna. Nuova guida artistica, storica e aneddotica, Bologna, Libreria Rizzoli, 1994, p. 47


 

curiosità storiche ...

Stemmi, stemmi ovunque di ogni forma, colore, affrescati o a rilievo, scolpiti in pietra o formati in gesso o in terracotta, distesi sulle pareti, raggruppati intorno a lapidi onorarie, lungo le fasce decorative delle sale. Papi, cardinali, arcivescovi, lettori, priori o rettori delle nazioni studentesche, maestri e scolari, rivivono nei loro stemmi di famiglia o di nazione. E' una popolazione silenziosa che si è addensata, man mano che i corsi accademici si svolgevano, stringendosi in buon ordine, alle volte sovrapponendosi, continuando ad assistere lo Studio nella sua vita.


> Umberto Beseghi, Palazzi di Bologna, 2. ed., Bologna, Tamari, 1957, p. 88


 

Il 29 gennaio 1944 uno dei bombardamenti più pesanti della guerra colpì numerosi monumenti cittadini. Le bombe, sganciate in tre successive ondate, tra le 11,30 e le 12,50, da 80 fortezze volanti americane, caddero quasi tutte nel centro storico. Oltre al teatro del Corso, alla chiesa di San Giovanni in Monte, all'oratorio di San Filippo Neri, furono completamente distrutte la Sala Anatomica e la Cappella dei Bulgari all'Archiginnasio. Nei giorni seguenti il bombardamento il personale della biblioteca si impegnò a recuperare migliaia di manoscritti e libri spesso smembrati e lacerati. La parte più pregevole del patrimonio fu ricoverato a Casaglia con i cataloghi e gli inventari. I servizi di lettura e prestito furono garantiti in via provvisoria presso le scuole Bombicci in Saragozza.


> Gastone Mazzanti, Obiettivo Bologna "Open the doors: bombs away!". Dagli archivi segreti angloamericani i bombardamenti della 2. guerra mondiale, Bologna, Costa, 2001, p. 104 sgg.

> Valeria Roncuzzi Roversi Monaco, Il bombardamento sull'Archiginnasio: vicissitudini dell'edificio storico e del patrimonio librario, in Delenda bononia. Immagini dei bombardamenti 1943-1945, Bologna, Patron, 1995, pp. 120-144