Scrittori e scrittrici

Teresa Carniani Malvezzi

1785-1859

Nasce a Firenze nel 1785. A soli sedici anni va in sposa a Bologna del conte Francesco Malvezzi dé Medici. Qui studia lingue classiche e moderne, sotto la guida di Giuseppe Mezzofanti, di Paolo Costa e di Giuseppe Biamonti.

Nel palazzo "Dal Portico Negro" di via San Donato, famoso anche per la sua vasta biblioteca, avvia un salotto letterario frequentato la sera del martedì da numerosi intellettuali e scienziati, quali Clotilde Tambroni, Angelo Bertoloni, Carlo Pepoli, Dionigi Strocchi.

Giulio Perticari la chiama "Minerva bolognese", la ammirano Ippolito Pindemonte e Angelo Mai. Vincenzo Monti, che la onora della sua amicizia, l'incoraggia nello studio e le dedica un bel ritratto poetico.

Nel 1822 Teresa traduce, pubblicandolo anonimo presso Annesio Nobili, il Rape of the Lock (Il Ricciolo rapito), poema eroicomico scritto nel 1712 da Alexander Pope.

Nel 1827 pubblica a Firenze i primi tre canti del poemetto La cacciata del tiranno Gualtieri, al quale nel 1832 saranno aggiunti sei canti.

Sempre nel 1827 viene data alle stampe la sua traduzione in volgare dei Frammenti della Repubblica di Cicerone, ritrovati da Angelo Mai, giudicata da Valéry superiore a quella coeva del conte Odescalchi e lodata, per chiarezza, eleganza e brevità da Costa e Mezzofanti.

In questo periodo lavora ad un poema epico sulla espulsione da Firenze del Duca d'Atene e già i primi canti vengono ammirati per la ricchezza delle descrizioni, l'alta filosofia e l'erudizione storica.

E' aggregata a diverse Accademie italiane, tra le quali quella bolognese dei Felsinei, con il nome di Ipsinoe Cidonia.

Giacomo Leopardi la conosce a Bologna nella primavera del 1825,  tramite il marchese Raimondo Mosca o forse grazie al conte Pepoli. La relazione che si instaura con questa non più giovane donna fiorentina è tale da riempire da subito gran parte della sua vita. Il poeta confessa:

Nei primi giorni che la conobbi, vissi una specie di delirio e di febbre. Non abbiamo mai parlato di amore, se non per ischerzo, ma viviamo insieme in un'amicizia tenera e sensibile, con un interesse scambievole, e un abbandono, che è come un amore senza inquietudine.

Si rende conto di frequentare una persona che lo ammira profondamente, che si intende di lettere e filosofia, con la quale gli argomenti non mancano mai, tanto che le conversazioni durano fino a tardi, suscitando gli imbarazzi del marito.

"La mia cara metà si adombra di tutte le visite che mi vengono fatte frequenti e lunghe", gli confessa Teresa. Dopodichè cerca di diradare le visite del poeta fino a raffreddare completamente il rapporto.

Nell'ottobre del 1826 Leopardi constata che negli ultimi incontri: "la mia conversazione da solo a sola vi annoiava ... non mi lasciaste luogo a nessun pretesto per ardire di continuarvi la frequenza delle mie visite". Durante il successivo soggiorno bolognese del poeta, nel 1827, i due non si incontrano più. "Relazione durata alcuni mesi e troncata per volere di lei", scrive Giacomo  al fratello.

Nell'ultima parte della vita, dopo aver contratto una grave malattia, Teresa conduce vita ritirata, intenta unicamente ad opere di misericordia, fino alla morte, avvenuta nel 1859.

  • Serena Bersani, 101 donne che hanno fatto grande Bologna, Roma, Newton Compton, 2012, pp.152-154
  • Serena Bersani, Forse non tutti sanno che a Bologna... Curiosità, storie inedite, misteri, aneddoti storici e luoghi sconusciuti della città delle due torri, Roma, Newton Compton, 2016, pp. 236-239
  • Bologna visitata in bicicletta, a cura del del Monte Sole Bike Group, Ozzano Emilia, Arti Grafiche Reggiani, 1999, p. 135
  • Alberto Caprioli, Leopardi e Bologna. Nuovi documenti, in: Giacomo Leopardi e Bologna: libri, immagini e documenti, a cura di Cristina Bersani e Valeria Roncuzzi Roversi-Monaco, Bologna, Pàtron, 2001, pp. 87-88
  • Giacomo Leopardi, Lettere da Bologna, a cura di Pantaleo Palmieri, Paolo Rota, Bologna, Bononia University Press, 2008, pp. 260-261
  • Maria Gabriella Mantovani, Il salotto della contessa Carniani Malvezzi, in: F.I.L.D.I.S., Cenacoli a Bologna, Bologna, L. Parma, 1988, pp. 33-36
  • Anna Maria Scardovi Bonora, Teresa Carniani Malvezzi, in: Giacomo Leopardi e Bologna, cit., pp. 306-321
Luoghi
  • Palazzo Malvezzi de’ Medici via Zamboni, 13
  • Tipografia Nobili Via de' Toschi, 11
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