Scrittori e scrittrici

Casa della GIL

piazza XX settembre, 6
Oltre i soliti impegni che mi riempiono orrendamente la giornata, ne ho altri; al GUF, come al solito; e, adesso, anche alla GIL quale "consulente della commissione giovanile per l'arte"; poco buffa?

(P.P. Pasolini, Lettera a F. Farolfi, 1942)

Il 28 ottobre 1939 in piazza XX settembre, nei pressi del ponte ferroviario di porta Galliera, fu inaugurata la nuova Caserma della Gioventù italiana del Littorio (GIL), detta anche la Casa del Balilla, costruita su progetto dell'ing. Luciano Petrucci.

La costruzione appariva squadrata, "sobria ed austera". Ospitava i comandi delle organizzazioni giovanili fasciste, un centro ginnico con palestra e piscina e, dal 1941, la Biblioteca Popolare e la Biblioteca della Casa del Fascio, sistemate in precedenza nell'antico palazzo Ghisilardi-Fava.

Erede dell'Opera Nazionale Balilla (ONB), la GIL aveva il compito di formare e organizzare la gioventù sotto l'egida del Partito Nazionale Fascista.

Nelle riviste della GIL bolognese vi sono alcune tra le primissime cose pubblicate da Pier Paolo Pasolini. Nell'aprile 1942 uscì un suo articolo a favore della poesia moderna sul "Bollettino" del Comando Federale della GIL di Bologna.

Fu quindi tra i fondatori e tra i principali redattori della rivista "Il Setaccio", continuazione del "Bollettino", uscita dal novembre 1942 sotto la direzione di Giovanni Falzone, responsabile dell'Ufficio Propaganda della GIL.

L'impegno di Pasolini per questo periodico, che aveva intenti politici, ma anche culturali, fu notevole. Per esso scrisse saggi di letteratura, critica d'arte, poesie e disegni. "In grembo alla GIL" egli sperava di cominciare la sua "carriera vera e propria" di operatore impegnato in vari ambiti della cultura e delle arti.

Tra i collaboratori da lui coinvolti vi fu Giovanna Bemporad, poetessa ebrea giovanissima e anticonformista, conosciuta sui banchi del liceo "Galvani", che per il "Setaccio" firmò poesie e brani tradotti di Goethe con lo pseudonimo di Giovanna Bembo, mentre l'amico e compagno di studi Luciano Serra collaborò con poesie e traduzioni inviate dalla caserma in cui era coscritto.

Approfondimenti
  • Patrick Mc Carthy, Pasolini e "Il Setaccio": alla ricerca di parole politiche, in:  Pasolini e Bologna, a cura di Davide Ferrari e Gianni Scalia, Bologna, Pendragon, 1998, pp. 75-86