Massarenti rimane in manicomio
I dirigenti socialisti Fernando Baroncini e Paolo Fabbri vanno a Roma per chiedere al capo della polizia la scarcerazione di tutti i prigionieri politici detenuti a San Giovanni in Monte.
Nel corso di questa missione, si recano nella casa di cura per malati mentali di S. Maria della Pietà, dove i fascisti hanno da tempo internato Giuseppe Massarenti (1867-1950).
Il vecchio leader del socialismo emiliano rifiuta di uscire senza aver ottenuto una dichiarazione esplicita di sanità mentale da parte del direttore del manicomio e prolunga volontariamente la sua detenzione.
Anche dopo la Liberazione continuerà a richiedere la revoca della diagnosi che giustificava l’internamento e rinvierà il ritorno a Molinella. La sua richiesta rimarrà comunque inevasa.
- Molinella e Massarenti nel quadro delle lotte sociali in Italia. Alle radici del socialismo e della democrazia. Una rivoluzione concreta partito-sindacato-cooperative-comune, a cura di Natale Guido Frabboni, Bologna, AGCI, Federazione di Bologna, 1980, p. 71
- Nazario Sauro Onofri, I socialisti bolognesi nella Resistenza, Bologna, Edizioni La Squilla, stampa 1965, p. 16