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From the Chronology

Happened today, 26 November.

image of Il cardinale Lercaro nominato cittadino onorario di Bologna
November 26, 1966
Il cardinale Lercaro nominato cittadino onorario di Bologna
Il sindaco Guido Fanti (1925-2012) annuncia in una seduta solenne del consiglio comunale il conferimento della cittadinanza onoraria di Bologna al cardinale Giacomo Lercaro (1891-1976). Il 26 novembre il porporato si reca a Palazzo d'Accursio per ricevere dalle mani del sindaco la pergamena con la motivazione della cittadinanza onoraria e la targa del premio “Archiginnasio d'oro”.
image of La biblioteca di Villa Spada intitolata a Oriano Tassinari Clò
November 26, 1998
La biblioteca di Villa Spada intitolata a Oriano Tassinari Clò
La biblioteca del Quartiere Saragozza a Villa Spada è intitolata a Oriano Tassinari Clò (1936-1995), singolare figura di giornalista, educatore e storico, scomparso nel 1995 all'età di 58 anni. Grande ricercatore di memorie e testimonianze storiche dell'Appennino bolognese, ha a lungo insegnato nelle scuole elementari di montagna. Mons. Luciano Gherardi (1919-1999), autore de Le Querce di Monte Sole, lo definì "multarum rerum curiosus", l'erudito degli antichi latini.
image of Bologna assediata dalla neve
November 26, 1977
Bologna assediata dalla neve
Nella notte tra il 26 e il 27 novembre cadono sulla città oltre 40 cm di neve. La tormenta, accompagnata da tuoni e fulmini, dura circa 20 ore e colpisce tutto l'Appennino tosco-emiliano, paralizzando l'Autostrada del Sole e molte linee ferroviarie. Bologna va completamente in tilt: saltano le linee elettriche, è bloccata l'erogazione dell'acqua e la fornitura dei giornali e del pane. Parchi, giardini, strade alberate offrono uno spettacolo drammatico: ovunque alberi sradicati o spezzati, antenne e pali caduti. Il 30% delle piante cittadine sono distrutte. Si calcola un miliardo di danni per il verde pubblico e 400 milioni per gli impianti di illuminazione stradale. Danni eccezionali riportano i parchi di Villa Ghigi, Villa Spada e Casaglia, dove crollano alberi secolari. Secondo gli esperti una calamità di questo tipo può verificarsi al massimo una o due volte in un secolo. L'eccezionale nevicata rimarrà nella memoria collettiva dei cittadini bolognesi come "la malaneve".
image of Festa delle Matricole
November 26, 1899
Festa delle Matricole
Il 26 novembre si svolge la Festa delle Matricole. Celebra la sempre più numerosa presenza di studenti iscritti all'Alma Mater. Al mattino i goliardi si recano alla stazione per ricevere i rappresentanti degli altri atenei, provenienti soprattutto dall'Emilia e dal Veneto. Nell'aula magna dell'Università il Rettore tiene un discorso alle matricole, sottolineando il significato della consegna dei berretti - rito di lontane origini tedesche - come momento di liberazione dal giogo dell'autorità e come augurio per la libertà di pensiero. Concluso l'intervento di Puntoni, gli universitari si avviano in corteo, accompagnati dalla banda, verso la chiesa di Santa Lucia, sede della Società sportiva Virtus, addobbata per l'occasione di bandiere e festoni d'edera. Qui, tra canti, balli e brindisi, si svolge la vera e propria cerimonia di "imberettamento". La festa si conclude a notte fonda con una fiaccolata per le vie del centro. A ricordo della Festa viene stampata una cartolina, illustrata da Augusto Majani (Nasica). Del corteo degli studenti rimane una foto, ripresa davanti a San Petronio, del dilettante Francesco Cecchi.
image of L'Acqua di Felsina
1827
L'Acqua di Felsina
Pietro Bortolotti (1787-1860), profumiere “sotto il portico delle Scuole di Bologna” , brevetta l'Acqua di Felsina, una sorta di elisir dotato di varie proprietà curative. I bolognesi impegnati nella tradizionale passeggiata si abituano al profumo dell'essenza, che “esce a onde a onde” sotto il Pavaglione. Approvato dalla Commissione di Sanità, il preparato sarà diffuso in vari paesi europei, raggiungendo un “luogo distinto nell'italiana profumeria”. Secondo il suo inventore, che diverrà fornitore della Real Casa, “un piccolo cucchiaio” di essenza, diluito in acqua, cancella le rughe, toglie le macchie dal viso e rende lucida e morbida la pelle. Serve inoltre come dentifricio, deodorante, dopobarba. Spruzzando qualche goccia di Acqua di Felsina sul ferro rovente della stufa si purifica l'aria infetta. Odorandola spesso durante viaggi in paesi malsani si prevengono "i morbi contagiosi o epidemici". Può essere infine utile per calmare le bruciature e le punture di insetti. In Inghilterra, Francia, Germania è creduta "uno dei preservativi" del colera e viene adoperata "per suffumigi".  La ricetta passerà agli eredi e questo "vero e unico portentoso medicamento" sarà prodotto a Bologna fino al secondo dopoguerra.
image of "Ciò che resiste": ritratti di partigiani sulle porte della città
April 21, 2021
"Ciò che resiste": ritratti di partigiani sulle porte della città
Dal 21 aprile al 2 giugno le porte dell'ultima cerchia muraria ospitano i ritratti di alcuni partigiani e staffette bolognesi. Ad ognuno di essi è affiancato uno dei primi dodici articoli della Costituzione Italiana. Si tratta dell'ideale abbraccio della Resistenza bolognese alla città, voluto dall'ANPI provinciale e dal Comune per il 76° anniversario della Liberazione. I dipinti, già presentati nel 2018 in Sala Borsa, sono opera di Antonella Cinelli (1973- ).
image of Le motociclette Maserati
1953
Le motociclette Maserati
La Fabbrica Candele Accumulatori Maserati S.p.A. - di proprietà della famiglia Orsi, attiva a Modena dal 1947 - acquista l'azienda bolognese Italmoto, ormai sull’orlo del fallimento, e affianca alla produzione di candele, accumulatori e lampadine quella dei motocicli. Fino al 1960 venderà in Italia e all'estero ciclomotori di buona qualità e a prezzi popolari, tra le quali la 160 T4, monocilindrica a quattro tempi e la prestigiosa 250 cc. 4T. Il modello 50 cc in versione sportiva, con il motore a sbalzo ed il parafango anteriore avvolgente, sarà soprannominato “rospo”, nomignolo nato nella bottega di Guido Borri. Concessionario bolognese di Italmoto e Maserati, con sede in Via Mazzini 54, Borri continuerà a vendere rimanenze e curare l'assistenza ai clienti Maserati fino agli anni Settanta, ben oltre la cessazione di attività dell'azienda modenese.
image of L'Ufficio provinciale per l'agricoltura
October 30, 1893
L'Ufficio provinciale per l'agricoltura
Una delibera del Consiglio provinciale istituisce l'Ufficio provinciale per l'agricoltura, sostenuto da un consorzio composto dal Comizio Agrario, dal Comune di Bologna, dal Credito Agricolo e dalla Banca Popolare. Il suo scopo è promuovere il progresso agricolo della provincia, coadiuvando le istituzioni e gli agricoltori nel miglioramento dei sistemi di lavorazione dei terreni, delle pratiche colturali, dell’introduzione di nuove coltivazioni. Ha anche il compito di promuovere l’industria zootecnica e il rimboschimento. Domizio Cavazza, considerato persona in grado di "vincere l'apatia degli agricoltori" con "cognizioni specialmente tecniche e pratiche", è posto a capo del movimento agricolo provinciale. Dopo un periodo di sperimentazione l'Ufficio provinciale di agricoltura inizierà nel 1894 la sua regolare attività. Nel 1909 diventerà Ufficio Agrario provinciale con Cattedra ambulante e nel 1920 Consorzio della Cattedra ambulante di agricoltura di Bologna. L’Ufficio provinciale di agricoltura concorda con i comuni che ne fanno richiesta le conferenze teorico-pratiche della Cattedra Ambulante, attiva fin dal 1894 (sarà soppressa nel 1935 con la legge n. 1220). Esse si tengono nel capoluogo o nei paesi. I comuni possono esprimere preferenze sugli argomenti da trattare. Inoltre l’Ufficio provinciale impianta e dirige campi sperimentali in varie zone, dà consulti gratuiti agli agricoltori, provvede alla pubblicazione di istruzioni pratiche, facilita i rapporti delle aziende con i laboratori agricoli di Bologna, promuove la diffusione di macchinari agricoli.
image of Raffaele Mariotti
Raffaele Mariotti
Don Mariotti nacque a Bologna nel 1867. Dal 1887 fu cappellano della chiesa di Santa Maria Maddalena, dove prese ad occuparsi del tempo libero dei giovani operai e artigiani, offrendo loro attività ricreative, sportive e di istruzione dopo il lavoro.
image of Tiro a Segno Nazionale
Tiro a Segno Nazionale
  • @ T.S.N - Bologna
Nel 1928, dopo la costruzione, nell'area del Meloncello, dei nuovi impianti polisportivi del Littoriale, il Tiro a Segno fu trasferito in via Agucchi, su un terreno in pianura vicino al fiume Reno.
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Ondina Valla
Ondina Valla fu una grande protagonista dell'atletica italiana tra le due guerre mondiali. Il suo vero nome era Trebisonda: il padre aveva a Bologna nel vicolo omonimo la sua officina meccanica. Nacque nel 1916, prima femmina dopo quattro fratelli maschi, nel rione operaio di Santa Viola. A undici anni, durante una Coppa Bologna di atletica, fu notata da un tecnico della Virtus e la società, divenuta poi Virtus Bologna Sportiva, l'accolse tra le sue file. Assieme a Claudia Testoni, amica e rivale per tutta la sua carriera, dominò le gare di velocità e i salti.
image of Stadio Renato Dall'Ara (già Littoriale)
Stadio Renato Dall'Ara (già Littoriale)
  • @ Stadio Renato Dall'Ara
Nel 1926 nell’area del Meloncello, fuori porta Saragozza, venne inaugurato l’impianto polisportivo del Littorale, promosso dal presidente della FIGC Arpinati e costruito, su progetto dell’ ingegnere Umberto Costanzini e dell’architetto Giulio Ulisse Arata, a spese del partito fascista bolognese.
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Palazzo Cospi
  • @ Cospi
Costruito dai Sampieri nel XV secolo conserva, d'epoca rinascimentale, le terrecotte in facciata e il bel cortile. Passato poi nel 1614 ai Cospi, venne decorato nella prospettiva del cortile e nelle magnifiche sale al piano nobile con affreschi di A. M. Colonna e G. Alboresi (1670 c.). Altri ambienti recano pitture settecentesche di D. Pedrini e ornati di F. Stagni.
image of Palazzo Ariosti
Palazzo Ariosti
  • @ Ariosti
La pregevole facciata, iniziata nel 1730 da Carlo Francesco Dotti, venne compiuta nel 1775.
image of Ex Chiesa di San Barbaziano
Ex Chiesa di San Barbaziano
  • @ San Barbaziano
L'edificio, di antiche origini medioevali, fu ricostruito su disegno di Pietro Fiorini tra il 1608 e il 1618 dai monaci Girolamini, titolari della chiesa e dell'annesso convento. L'interno presenta il tipico impianto tardo manierista a navata unica con quattro coppie di cappelle laterali, presbiterio e coro. Nel 1797, in base alle leggi napoleoniche, venne soppresso il convento, e poi, nel 1806, la chiesa. In seguito il complesso fu spogliato del suo corredo artistico, tra cui una pala d'altare di Giacomo Francia.
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Opificio della Grada
  • @ della Grada
Costruito nel 1681 a cavallo del canale di Reno, fu destinato a pellacaneria (conceria) con i proventi della quale si contribuì a finanziare la fabbriceria di S. Petronio. Dal 1899 al 1926 fu attiva una centrale idroelettrica capace di alimentare le prime sale a raggi X dell'Istituto Rizzoli.
image of Caffè della Fenice - Bottega del fumista
Caffè della Fenice - Bottega del fumista
  • @ via Santo Stefano, 15. Bologna
Via Santo Stefano n. 15: un androne sotto il portico del palazzo antico, un cortile acciottolato dove entrano traballando carretti colmi di vecchie stufe, tubi, ottone tra cui sgusciano, corrono, saltellano i topi. In fondo, in un vasto e lungo corridoio, vi è la esposizione delle stufe; stufe di tutti i tipi ed epoche: l'americana, la parigina, l'economica ... (A. Montanari Baldini, La bottega del fumista, in: F.I.L.D.I.S., Cenacoli a Bologna, Bologna, Parma, 1988, p. 151)
image of Antonietta Ferroni
Antonietta Ferroni
“A noi viene affidata la prima educazione dei figliuoli; da noi ricevono essi le prime idee del bene e del male; le buone e le ree inclinazioni: e le prime impressioni difficilmente, o non mai si cancellano. Se le donne sono schiave, i figli non potranno nutrire che sentimenti da schiavi”. Nasce nel 1780 a Parma, seconda di cinque figli, in una famiglia “civile, educatissima, ma non ricca”.  Ancora fanciulla rimane orfana di padre e deve aiutare la madre nell'allevamento dei fratellini: “piccola massaia, a pena potè, fu la direttrice de la casa; le cure domestiche innanzi tutto, poi a tempo avanzato, quasi come una distrazione, lo studio, occupavano le sue liete giornate”. Nel 1798 sposa il medico Giacomo Tommasini e lo segue a Bologna, dove, dal 1815, è professore di Clinica medica all'Alma Mater. Assieme alla figlia Adelaide Tommasini Maestri accoglie nella propria casa di via San Vitale intellettuali e letterati, quali Pietro Giordani, la scrittrice Caterina Franceschi e Giacomo Leopardi, con il quale stringe una duratura amicizia, restando con lui in contatto epistolare e sostenendolo nei momenti di sconforto e difficoltà. Scriverà un giorno il poeta: “Io non ho bisogno di stima, nè di gloria, nè d'altre cose simili; ma ho bisogno d'amore: potete immaginare quanto conto ne faccia, e in quanto gran pregio io lo tenga, trovandolo così vivo e sincero in voi, e nella vostra famiglia”. Per tutta la vita Antonietta si dedica con passione agli studi classici, filosofici e soprattutto pedagogici. Di grande intelligenza e autonomia di pensiero, manifesta sentimenti patriottici e idee avanzate in ambito educativo. Nel 1829 dà alle stampe i Pensieri di argomento morale e letterario, una collezione di aforismi su vari argomenti, soprattutto temi di pubblica utilità, in cui emerge una cultura nutrita di valori liberali e di influenze illuministiche. Si occupa qui spesso del ruolo delle donne nella società, sostenendo la loro funzione positiva in uno stato moderno. Esse devono essere alla pari degli uomini, pur con funzioni diverse. In altre pagine discute, in uno stile colloquiale, ma mai frivolo, di filosofia e politica, difende il popolo italiano dall'accusa di indolenza, denuncia le condizioni disumane degli operai, che lavorano nelle cave di gesso sulle colline di Bologna, si rammarica dei divertimenti crudeli ai quali si abituano i ragazzi nella mezza quaresima: “spettacoli che le riescono sommamente incresciosi poichè ella sente che la vecchiezza, in quelli derisa, deve avere a gli occhi dei giovani qualche cosa di sacro”. Nel 1829 Antonietta ritorna nella natia Parma assieme al marito, che, insoddisfatto del clima ostile contro di lui da parte delle autorità papaline, ha accettato l'incarico di protomedico presso la corte ducale. Nel 1835 escono le sue Considerazioni intorno all'educazione domestica, ispirate al pensiero di Locke, recensite positivamente da Michele Colombo. Dopo aver a lungo sofferto per una grave malattia, muore il 29 gennaio 1939. La sua epigrafe funeraria è dettata da Giordani: Dio riceva nella sua Paceil lungo patire e la continua beneficenzadi Antonietta Tommasini Pietosissima agli altrui doloripazientissima dé suoi Le fu massimo piacere e primaria virtùla Beneficenza Restò amabileanche allora che parve degna di invidia Non vanità ma util comunecercò negli studi Nel 1891, per Regio Decreto, le viene intitolata la Scuola Normale Superiore Femminile di Parma.
image of Vittoria Guerrini
Vittoria Guerrini
Dell'anima ben poco sappiamo. Berrà forse dai bacini delle concave notti senza passi, poserà sotto aeree piantagioni germinate di sassi Vittoria Guerrini, conosciuta con il nome d'arte di Cristina Campo, nasce a Bologna nel 1923. Il padre, Guido Guerrini, è insegnante di musica e compositore; la madre, Emilia Putti, viene da una famiglia illustre: è nipote di Enrico Panzacchi, cugina di Ottorino Respighi e sorella del prof. Vittorio Putti, direttore dell'Istituto Rizzoli e ortopedico di fama mondiale. Vive nella villa dello zio, presso il Rizzoli, fino al 1925, quando si trasferisce con la famiglia a Parma e dal 1928 a Firenze, dove il padre è chiamato a dirigere il Conservatorio "Cherubini". L'ambiente culturale fiorentino è determinante per la sua formazione: qui conosce il germanista Leone Traverso (Bul), con il quale ha una travagliata relazione sentimentale, Mario Luzi, Gabriella Bemporad, Margherita Pieracci Harwell, che curerà le sue opere dopo la morte. Dal 1955 risiede a Roma, città con la quale avrà sempre un rapporto controverso. Del 1958 è l'incontro, per lei fondamentale, con Elémire Zolla, filosofo e storico delle religioni, studioso di mistica e esperto di esoterismo. Negli ultimi anni ha un intenso rapporto epistolare con il filosofo Andrea Emo. È una conversatrice brillante, ma di natura molto riservata. Non ha simpatia per i salotti mondani e i premi letterari. Fa della ricerca della perfezione il suo ideale di vita, nel segno di un cristianesimo ortodosso, ostile alle riforme liturgiche del Concilio Vaticano II. Uno solo, comunque, è l'affar suo, la sua lode e il suo salmo: l'ardua e meravigliosa perfezione, questa divina ingiuria da venerare nella natura, da toccare nell'arte, da inventare gloriosamente nel quotidiano contegno. Ha contatti con molti protagonisti della vita culturale: Danilo Dolci, Corrado Alvaro, Ezra Pound, Maria Luisa Spaziani, Roberto Calasso, Guido Ceronetti, Pietro Citati, Anna Banti, Maria Zambrano. Saggista e poetessa, traduce opere di Virginia Woolf, Emily Dickinson, Katherine Mansfield, Juan De la Cruz e John Donne. Tra i suoi autori preferiti vi sono Hugo von Hofmannsthal e Simone Weil. Pubblica in vita solo tre opere: la raccolta di poesie Passo d'addio e i saggi Fiaba e mistero e Il flauto e il tappeto. Su di sé commenta: "Ha scritto poco e le piacerebbe aver scritto meno". La sua vita è condizionata da una malattia cardiaca congenita, che le provoca grandi sofferenze e la costringe a lunghi periodi di riposo forzato. Deve stare a lungo sola, non può frequentare la scuola e riceve un'istruzione da autodidatta. Alla sua morte, nel 1977, è quasi sconosciuta. Una qualche notorietà le arriderà solo a partire dagli anni novanta.
image of Casa - Via dell'Osservanza
Casa - Via dell'Osservanza
  • @ via dell'Osservanza, 4
L'abitazione non era molto distante dall'inizio della salita del Colle dell'Osservanza. Era situata al secondo piano (di dietro, a causa della pendenza stradale, c'era un piano in più, il terzo). A sinistra dell'ingresso, si aprivano due studioli, uno dei quali serviva per la poesia e l'altro era destinato a ricevere gli studenti, che sarebbero stati sempre molto numerosi. Su un corridoio piccolo che conduceva su una terrazza, si affacciavano le altre stanze. (G.L. Ruggio)
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Antiche vie dell’Emilia
Noi bambini l’avevamo denominata “la strada dei cavalieri”, sentendo vagamente che, semmai fossero comparsi da qualche parte, proprio lungo quella strada avremmo forse un giorno potuto vedere avanzare Lancillotto e i suoi eguali in groppa ai loro grandi destrieri. I grandi alle volte la chiamavano “la strada dei pellegrini". (A. Faeti in: Esplorazioni sulla via Emilia. Vedute nel paesaggio, Milano 1986, p. 63)
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Le rose antiche di Bologna
Le corse dei cavalli all'ippodromo Zappoli, gli esperimenti di aviazione ai Prati di Caprara, le passeggiate al Pincio, con le sue belle scale di marmo bianco e i lampioni a gaz, i music hall e i café chantant della via "direttissima" alla stazione, "gli" automobili rombanti nei circuiti fangosi, la passione per Wagner e Verdi ...
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I giorni della Linea Gotica
La Linea Gotica fu l'ultimo grande sistema difensivo tedesco in Italia. Utilizzando la dorsale degli Appennini, andava da Pesaro sul mare Adriatico a Massa Carrara sul Tirreno. Oltre 50 mila operai italiani e quasi 20 mila genieri tedeschi, alle dipendenze della organizzazione TODT, fortificarono i 270 km della linea con postazioni per cannoni e mitragliatrici, trincee, fossi anticarro, filo spinato e mine. All'assalto della Linea Gotica, cominciato in Romagna e al Passo del Giogo nel settembre del 1944, parteciparono due armate alleate, con gruppi di combattimento italiani e formazioni partigiane. Altissimo fu tributo di sangue da entrambe le parti, testimoniato dai cimiteri di guerra diffusi nella regione.
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Le terre dipinte
Piatti, bicchieri, zuppiere, presentatoi, vasi da farmacia, caffettiere, versatoi, lava mani, tazze da brodo, alzate, marescialle, crespine, rinfrescatoi per bottiglia e bicchiere, sottobicchieri, calamai, orinali da donna ... [ma anche] posate, sputacchiere, pomoli da zanetta, lucerne, spergoli da acqua santa, candelieri ... (Le più belle maioliche ... a cura di L. Foschini, Torino 2011, p. 22)
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Filippo Scòzzari
Filippo Scòzzari nasce a Bologna nel 1946. Esordisce a metà degli anni Settanta su “Re Nudo”. Nel 1976 è uno degli iniziatori, in un appartamento occupato di via Clavature, della Traum Fabrik (Fabbrica dei Sogni), una sorta di factory artistica alla Andy Warhol, assieme ad Andrea Pazienza e ai componenti del gruppo musicale Gaznevada. Dopo aver collaborato al “Mago” (firmandosi Winslow Leech), ad “Alter Alter” e al “Male”, è stato tra i fondatori delle riviste underground “Cannibale” e di “Frigidaire”. Ricordiamo le storie del Dottor Jack (iniziate sulle pagine di “Cannibale” e concluse su quelle di “Frigidaire”), il romanzo grafico La dalia azzurra, da una sceneggiatura cinematografica di Raymond Chandler, e Il mar delle blatte, fumetto tratto da un racconto di Tommaso Landolfi. Dalla seconda metà degli anni Ottanta alterna ai fumetti illustrazioni per la pubblicità, manifesti cinematografici e copertine di dischi. Ultimamente si è dedicato con successo alla narrativa, assieme al nipote Pietro. A vent’anni dalla prima edizione, nel 2017 Fandango Libri ha ripubblicato l’interessante volume Prima Pagare Poi Ricordare, arricchito da un ulteriore memoriale al cianuro, dal titolo Memorie dell’Arte Bimba, della fondamentale stagione fumettistica del Settantasette, vissuta assieme a ragazzi geniali, quali Freak Antoni, Andrea Pazienza, Massimo Mattioli, Tanino Liberatore e Stefano Tamburini. Nel 2019 ha pubblicato per la Coconino Press il volume Lassù No, una raccolta delle storie da lui pubblicate dagli anni Settanta ai Duemila su “Frigidaire”. Nel 2024 per la Coconino Press riprende il volume La dalia Blu di Raymond Chandler dove tutte le tavole sono state scansionate e poi restaurate, emendate, riscritte e ridisegnate, riportando il duello Scòzzari contro Chandler esattamente dove era iniziato. Memorie dell’Arte Bimba
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Francesco Matteuzzi
Nasce a Firenze il 12 settembre 1978. Fa il suo esordio nel mondo dei fumetti nel 2005 firmando, insieme a Giuseppe  di Bernardo, la sceneggiatura del primo episodio della serie L’Insonne, intitolato “Crimini dimenticati”. Nel 2007 crea la serie Maisha e scrive diverse storie brevi per antologie o riviste. Negli anni seguenti inizia a sceneggiare volumi a fumetti per il mercato librario, come Anna Politkovskaja, 2010 BeccoGiallo, disegni di Elisabetta Benfatto, Philip K. Dick, 2012 BeccoGiallo, disegni di Pierluigi Ongarato. Nel 2016 inizia la sua collaborazione con l’Editoriale Aurea, per cui scrive diversi “liberi” per le riviste Lanciostory e Skorpio, crea la serie “Graham McCormack” e sceneggia alcuni episodi di Dago. Nel 2017, insieme a Luca Mazzocco, crea la serie vengoanchio, pubblicata da Dada Editore. Più o meno nello stesso periodo inizia a collaborare con la Sergio Bonelli Editore, per la quale scrive storie di Dampyr, Zagor e Martin Mystère. Nel 2020 escono Hokusai. À la découverte du Japon uscito in Francia per Seuil e poi pubblicato in Italia da Mondadori Electa con il titolo Hokusai. Discovering Japan, disegni di Giuseppe Latanza e Mark Rothko. Il miracolo della pittura (Centauria, disegni di Giovanni Scarduelli). Del 2022 è il volume Il suo nome è Banksy (Centauria, disegni di Marco Maraggi), mentre nel 2023 esce negli Stati Uniti la biografia a strisce di Charles Schulz Funny Things, realizzata con Luca Debus pubblicata da Top Shelf, uscita pochi mesi dopo anche in italiano per BeccoGiallo. Il suo ultimo libro è Henri de Toulouse-Lautrec (disegni di Valerio Pastore), uscito in Francia per Eyrolles all’inizio del 2024. Alla fine del 2024 Mangiami (disegni di Gregorio Di Angilla), pubblicato da Tunué, e di I disconosciuti (scritto con Francesco Della Puppa, Alessandro Lise e Giulia Storato, disegni di Francesco Saresin), edito da BeccoGiallo.
image of Via Indipendenza
Via Indipendenza
  • @ via Indipendenza, 7, Bologna
Via Indipendenza fu realizzata negli anni immediatamente precedenti al Piano Regolatore del 1889. Sulla base di un progetto di Coriolano Monti del 1861, fu tracciata a partire dal 1885, unificando quattro tronchi stradali preesistenti: il Canton dei Fiori, la piazza antistante la cattedrale di San Pietro, la via Malcontenti e la via della Maddalena. In alcuni tratti si fecero sventramenti per ottenere il rettifilo. Nonostante i suoi ampi porticati e i locali di svago, via Indipendenza non fu mai una strada di passeggio pubblico, ma soprattutto una arteria di collegamento tra il centro e la stazione ferroviaria e tra il nucleo storico e i nuovi quartieri popolari a nord della città. Il tracciato è caratterizzato da un perfetto allineamento di edifici in stile eclettico, progettati da alcuni dei protagonisti dell'edilizia bolognese di fine '800, quali Filippo Buriani (palazzi con decorazioni in terracotta della Società Treves e Cavalieri), Antonio Zannoni (palazzo Zappoli), Augusto Barigazzi, Giuseppe Ceri. > Athos Vianelli, Le strade e i portici di Bologna, Roma, Newton Compton, 2006, p. 84
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Omar Martini
Nasce il 5 ottobre 1967 a Treviso, vive a Bologna dal 1994. Fin dall'adolescenza mostra il suo interesse verso il fumetto fondando una serie di fanzine, pubblicazioni amatoriali e autoprodotte di fumetti. Negli anni Novanta traduce e revisiona i testi per le pubblicazioni giapponesi della Play Press e per la Marvel Italia. Nel 1997 fonda a Bologna insieme a Luca Bernardi la casa editrice di fumetti Black Velvet, per la quale cura vari libri e l'antologia Frontiera insieme a Otto gabos e Massimo Semerano. Dal 1999 entra a far parte del gruppo LexLutor, con cui collabora alla realizzazione delle varie attività. Dal 2003 lavora anche come redattore-capo e responsabile produzione per la casa editrice Coconino Press. Nel 2018 insieme all'autore Claudio Calia fonda la rivista autoprodotta Oblò che rivolge uno sguardo sulle  produzioni indipendenti sia italiane che straniere. Ricordiamo l’intensa attività di traduttore per graphic novel dedicati ai più piccoli.