Napoleone dichiara decaduto il governo pontificio

20 giugno 1796, 00:09

Napoleone fa convocare il Legato cardinale Ippolito Vincenzi. Dopo averlo rimproverato per la morte di Giovanni Battista De Rolandis, impiccato pochi mesi prima "per tentata ribellione", gli comunica che il suo governo è decaduto e gli intima di lasciare la città entro tre ore. L'Arcivescovo è incaricato di avvertire i preti a non immischiarsi nelle faccende secolari.

In mattinata si fa ricevere dal Senato nella Sala Farnese del Palazzo Pubblico e ad esso consegna il governo della nuova repubblica di Bologna, aumentata del territorio di Castelbolognese. Fa costituire un Direttorio Esecutivo.

Bonaparte fa leva sull'orgoglio municipale, sulla tradizione autonomistica dell'aristocrazia bolognese. Dichiara di voler ripristinare le prerogative comunali, lese in passato dai vari pontefici, a patto che il Senato giuri fedeltà alla repubblica francese.

La notizia del riconoscimento degli antichi privilegi di Bologna corre “come una freccia” e suscita entusiasmo tra i senatori stupiti e lusingati.

Ma Napoleone aggiunge anche che "essendo la città conquistata", deve attendersi varie requisizioni. I suoi commissari devono avere dal Senato "il comodo di osservare e raccogliere gli oggetti delle Belle arti".

In giornata vengono "levate le armi pontificie", soppresso il tribunale dell'Inquisizione tenuto dai Padri Domenicani, licenziati i funzionari e le guardie svizzere. Il presidio militare, comandato dal conte Camillo Malvezzi, è fatto prigioniero.

I soldati pontifici di guardia a Forte Urbano (Castelfranco Emilia - MO) vengono condotti in città come prigionieri di guerra e rinchiusi nel monastero di S. Martino.

I Francesi occupano con sollecitudine i posti di guardia e le carceri, si impadroniscono dell'armeria comunale custodita nel Palazzo pubblico - costituita di "trenta pezzi di cannone, molte palle e altri attrezzi da guerra" - mentre le quattro bandiere del presidio papale sono condotte nell'alloggio del generale.

Sul portone del palazzo è fissata a destra l'arma della Repubblica Francese, a sinistra quella della Repubblica di Bologna.

Grande protagonista di questa delicata fase di transizione è il conte Carlo Montecuccoli Caprara (1755-1816), che presiede le adunanze del Senato e per esso media con Napoleone e con l'Arcivescovo.

Uomo intraprendente e ambizioso, ha già ricoperto più volte la carica di Gonfaloniere. E' tra coloro che accolgono con più entusiasmo l'arrivo dei Francesi e i cambiamenti da essi apportati. Durante il periodo napoleonico ricoprirà varie cariche e riceverà titoli e onorificenze quali la Corona di Ferro e la Legion d'Onore.

Approfondimenti
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  • Aldo Berselli, Da Napoleone alla Grande Guerra, in: Storia di Bologna, direttore Renato Zangheri, vol. 4., tomo 1., Bologna, Bononia University Press, 2010, p. 9
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