Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
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30 novembre 1803Inventario del Gabinetto di Anatomia UmanaViene completato l'inventario degli oggetti esistenti nel Gabinetto di Anatomia Umana dell'Università. Secondo alcuni "non dà contezza che di una piccola parte di essi". Il Gabinetto fu fondato nel 1742 da papa Benedetto XIV con le preparazioni di Ercole Lelli, poi accresciute da quelle di Anna Morandi Manzolini e con la raccolta di parti anatomiche di Antonio Valsalva. Direttore del Gabinetto di Anatomia e dell'Officina Anatomica è il titolare della cattedra di Anatomia Umana e Clinica Chirurgica. Istituita nel 1800, fino a pochi mesi prima è stata tenuta dal Carlo Mondini (1729-1803), professore all'Alma Mater dal 1782. Dal 1815 gli succederà il figlio Francesco (1786-1844). Il Gabinetto verrà più avanti notevolmente arricchito grazie alle preparazioni di Luigi Calori (1807-1896), professore di anatomia pittorica all'Accademia di Belle Arti e poi di Anatomia umana all'Università. Per contenere tutti i modelli e gli oggetti, nel 1827 verranno occupate alcune sale dell'antica Cà Grande Malvezzi. Con le rendite della tenuta Torre di Cocceno, assegnata all'Università da Napoleone nel 1805, verrà anche costruito un nuovo anfiteatro per le pubbliche dissezioni.dettagli
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10 luglio 1823Rinasce la Società Medica ChirurgicaIl 10 luglio, nella Sala Anatomica dell'Istituto clinico dell'Università, situata nella soppressa chiesa di Sant'Ignazio (poi sede dell'Accademia di Belle Arti), si tiene la prima riunione della rinata Società Medico-Chirurgica di Bologna, promossa dal dott. Vincenzo Cavallini con l'assistenza del prof. Francesco Orioli (1785-1856). L'associazione, fondata nel 1802 da due giovani medici bolognesi, Gaetano Gandolfi e Matteo Venturoli, e approvata dal governo napoleonico nel 1805, ha sospeso la propria attività autonoma nel 1811, essendo confluita nell'Istituto Nazionale di Lettere Scienze ed Arti. Costituita per promuovere un confronto sulle conquiste della scienza medica, concentrerà la sua attenzione e la sua attività sulle sempre più precarie condizioni igienico-sanitarie della città. I soci italiani saranno tenuti a versare una quota sociale annuale, mentre i soci stranieri pagheranno la loro iscrizione in pubblicazioni e libri, al fine di promuovere l'aggiornamento scientifico e lo scambio internazionale. Nella seduta del 16 agosto 1824 sarà deciso che tutti i professori della Facoltà di Medicina diventino "censori", cioè garanti del lavoro scientifico della Società. Più avanti essa ammetterà, oltre ai medici, anche i farmacisti, i veterinari e i cultori delle scienze naturali e biologiche. Nel 1827 sarà aperto in via Veterinaria (poi via Acri) un gabinetto di lettura per la consultazione di periodici scientifici. Nel 1828 la Società si assumerà l'onere della vaccinazione contro il vaiolo in occasione di una grave epidemia, distrubuendo anche premi di incoraggiamento in denaro. Destinato a diventare uno degli istituti medici italiani più autorevoli, il sodalizio bolognese vedrà impegnati alcuni dei migliori professori dell'Università: oltre all'Orioli, Giacomo Tommasini, Antonio Alessandrini, Francesco Mondini e Luigi Rodati. Tommasini ed Orioli sono tra i più fervidi propugnatori della Nuova Dottrina Medica Italiana (N.D.M.I.), che contesta i metodi empirici adottati finora e propone un approccio più sperimentale. Il parmense Giacomo Tommasini (1768-1846), medico browniano e professore di clinica medica, è stato uno dei primi soci corrispondenti della Società Medica bolognese. Dal 1815 detiene la cattedra di Clinica Medica all'Università. Le sue lezioni sono particolarmente apprezzate dagli studenti. Pubblicherà soprattutto scritti sulla “flogosi” o infiammazione, esempi di prosa scientifica dotata di notevoli qualità letterarie. Secondo alcune spie del governo è in contatto con una società segreta di studenti, prima massonica poi carbonara, presente all'Università, e ha partecipato nel 1820-21 a un piano di rivolta in Romagna. Francesco Orioli (1785-1856) è uno scienziato dagli interessi multiformi: oltre che alla medicina e alla fisica, si dedica all'archeologia. E' un sostenitore della dottrina di Franz Anton Mesmer sull'esistenza di un fluido vitale, in grado di collegare, in forma non razionale, gli esseri viventi. Di idee liberali, avrà parte attiva nei moti del 1831.dettagli
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11 settembre 1844Luigi Calori professore di anatomiaLuigi Calori (1807-1896) ottiene la cattedra di Anatomia umana all'Università di Bologna. Nato a San Pietro in Casale, ha conseguito la laurea all'Alma Mater nel 1829, rimanendo poi come assistente e dissettore presso il suo maestro, Francesco Mondini. Nel 1835 ha iniziato a insegnare anatomia pittorica all'Accademia di Belle Arti e da allora si è dedicato all'ampliamento del Museo anatomico, di cui sarà direttore dal 1850. Oltre che insegnante di anatomia per cinquant'anni, sarà preside della facoltà di medicina, rettore dell'Università (1876-77), presidente più volte dell'Accademia delle Scienze e della Società Medico-Chirurgica. Alla morte lascerà un centinaio di pubblicazioni su argomenti di anatomia normale e comparata, teratologia, antropologia e una importante raccolta di oltre duemila crani umani, oggi conservati presso il Museo delle Cere Anatomiche "Luigi Cattaneo". Il comune di San Pietro in Casale gli dedicherà, ancora in vita, una piazza del paese (1875) e metterà una lapide sulla sua casa natale.dettagli
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15 settembre 1861Presentato il succo di Terra CattùVincenzo Mondini (1783-1861), farmacista presso la farmacia Mondini e Marchi in via Barberia - poi Farmacia della Pigna in via Collegio di Spagna - partecipa alla Esposizione Nazionale che si tiene a Firenze dal 15 settembre all'8 dicembre con un succo concentrato e secco di Acacia Catechu. E' una pianta comune in India e in Birmania, che contiene la catechina, sostanza dalle proprietà astringenti e antisettiche. Il prodotto sarà ripresentato nel 1873 all'Esposizione di Vienna come Terra Cattù e sarà in genere conosciuto sotto forma di piccoli grani di liquirizia argentata. Per i redattori della Nuova Enciclopedia Italiana le tavolette o pastiglie di cattù prodotte a Bologna godranno di speciale reputazione "sia pel grato sapore, sia perché correggono l'odore del fiato".dettagli
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giugno 1882Sciopero a MolinellaIn giugno gli operai agricoli di Molinella scendono in sciopero. Nel paese è da poco sorto il primo Comitato e il primo Circolo democratico-socialista-repubblicano. A Medicina scioperano le mondine e i braccianti per l'orario di lavoro e per salari più alti. Date le "gravi divergenze agrarie e salariali" intervenute nella Bassa bolognese, i massoni della Loggia "Rizzoli" propongono di inviare una commissione al Prefetto della provincia, perchè "con la sua autorità intervenga a comporre tale disgraziata situazione". Promettono inoltre di avviare studi per "migliorare la condizione della classe lavoratrice", appellandosi anche alle altre Officine della Comunione.dettagli
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agosto 1883Scioperi delle mondine e degli scariolanti nella BassaA Mezzolara di Budrio scendono in sciopero 600 mondine e operai delle risaie. Chiedono un miglioramento negli orari di lavoro e nei salari. L'agitazione non avrà successo per l'intransigenza dei padroni e la scarsa solidarietà nella lotta. Nella Bassa padana entrano in agitazione anche gli “scariolanti”, cioè i braccianti impegnati nello scavo dei canali e nelle opere di bonifica delle terre paludose. Sono operai nullatenenti, pagati non a ore, ma per il numero di carriole di terra riempite e trasportate. Sono “veri e propri proletari della terra”, che inseguono opportunità di lavori precari, stagionali nei lavori di arginatura. Costituiscono “una torma di gruppi di nomadi, che, ormai sradicati dai luoghi di provenienza, vagherà per le campagne liberate dalle acque, alla perpetua ricerca di un modo qualunque per ottenere un lavoro” (Bassi). In novembre si avrà la prima importante agitazione agricola a Molinella: circa 300 braccianti di San Martino in Argine sciopereranno per dieci giorni per migliori condizioni salariali. L’8 dicembre i braccianti di San Giovanni in Persiceto entreranno in sciopero per il miglioramento del salario, ottenendo dopo due giorni un risultato positivo. Le agitazioni e gli scioperi agricoli nel Bolognese si intensificheranno negli anni successivi. Tra il 1883 e il 1890, secondo una statistica ministeriale, vi saranno oltre settanta scioperi per un salario migliore, la giornata lavorativa di otto ore e il diritto di collocamento. Negli ultimi anni dell'800 non vi saranno scioperi solo nel 1891 e nel 1896. Non di rado, però, l'offerta di braccia al ribasso scatenerà una vera e propria “guerra fra i poveri” e i proprietari terrieri cercheranno spesso di utilizzare operai “krumiri” provenienti da altri paesi, piuttosto che scendere a patti con gli scioperanti.dettagli
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24 maggio 1886Scioperi nella BassaOttocento mondine di Medicina si astengono dal lavoro in segno di protesta per il basso salario (70 centesimi per 12 ore). Ad esse si uniscono le operaie di Molinella, Baricella, Bentivoglio, Minerbio e San Pietro in Casale. La richiesta è l'aumento della paga, da 0,70 centesimi a una lira al giorno. Scioperano anche gli scariolanti impegnati nell'arginatura del Savena: chiedono di essere pagati a giornata e non a cottimo. Intanto centinaia di braccianti chiedono di lavorare al posto delle donne, preferite dagli agrari per la paga più bassa. Il Prefetto fa intervenire una compagnia di soldati.”La polizia percuote, arresta e fa condannare”. In una tenuta una mondina è picchiata e minacciata col fucile dai figli del proprietario di un fondo. In giugno le astensioni dal lavoro continuano in diversi comuni della campagna bolognese: a Minerbio, a Bentivoglio. Nella tenuta dei Torlonia a Galliera trecento braccianti di Malalbergo intervengono per sostenere la lotta dei lavoratori agricoli. Il 5 luglio a Malalbergo scendono in sciopero oltre cinquecento mondine. A Baricella lo sciopero per l'aumento dei salari dura quattro giorni. Al termine delle agitazioni, che di rado producono risultati concreti, si scatena la repressione, con arresti e condanne esemplari. Le proteste popolari sono il prodotto di una situazione di miseria materiale e morale intollerabile: i contadini, che per larga parte dell'anno sono disoccupati, nei periodi di attività sono brutalmente sfruttati. Con la crisi agraria, soprattutto dal 1886, scioperi, invasioni di municipi, manifestazioni di risaiole e braccianti si susseguono a ritmo incalzante nei comuni della bassa pianura.dettagli
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aprile 1887Mondine caricate alla baionetta a MinerbioUna manifestazione di mondine e braccianti di Minerbio è caricata all’arma bianca da carabinieri a cavallo nei pressi del ponte di Mazzolongo. Per mettersi in salvo, le risaiole sono costrette a gettarsi nel fiume. Cinque donne sono arrestate e processate per direttissima a Bologna, con pesanti condanne. Tra il 7 e il 9 aprile scendono per la prima volta in sciopero i braccianti di Castel Maggiore. Verso metà di maggio l'agitazione dei lavoratori agricoli coinvolge diversi comuni della Bassa bolognese: partendo da Baricella, si estende subito a Malalbergo, Molinella, Medicina, Minerbio. I braccianti si radunano e si spostano in massa da una risaia all'altra. Come l'anno precedente si susseguono interventi della forza pubblica, arresti e processi, mentre gli agrari non fanno concessioni.dettagli
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22 maggio 1889Sciopero delle mondine di MedicinaLe mondine di Medicina scendono in sciopero per un aumento dei salari. Approfittando della crisi economica, i proprietari delle risaie hanno abbassato la paga a 75 centesimi al giorno. Lo sciopero sfocia in manifestazioni di piazza: è invaso il municipio e sono saccheggiati alcuni forni. Mentre gli agrari paiono pronti a cedere alle richieste dei manifestanti, i carabinieri irrompono di notte nelle abitazioni e prelevano sette donne. Gli arresti provocano una indignazione generale nel paese: nonostante la concessione di un aumento salariale di 20 centesimi, le mondine decidono di non riprendere il lavoro fino alla scarcerazione delle compagne. Intanto il Prefetto, nel tentativo di placare gli animi, concede l'inizio di opere di bonifica, che favoriscano l'impiego dei braccianti disoccupati.dettagli
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21 maggio 1890Eccidio di Conselice e lotte per il lavoro nella BassaA Conselice (RA) i soldati fanno fuoco contro un gruppo di risaiole in sciopero per l'aumento del salario e di braccianti disoccupati che chiedono l'avvio di lavori pubblici. Muoiono la giovane mondina Albina Belletti, la risaiola Annunciata Felicetti e il sarto Francesco Tabanelli. I manifestanti uccisi o feriti risulteranno quasi tutti colpiti alle spalle, mentre fuggivano. Per tutto il mese di maggio le agitazioni divampano nella provincia di Bologna. Il 27 maggio scioperano le risaiole di Molinella. I braccianti di Medicina si oppongono all'arrivo nel comune di molti disoccupati della provincia di Ravenna. Altri scioperi scoppiano ad Altedo, Cà de Fabbri, Minerbio, Bentivoglio e coinvolgono gli avventizi esclusi dai lavori in risaia. La situazione sociale è a tal punto grave che i sindaci la dichiarano fuori controllo. Una testimonianza della fame che perseguita i braccianti della Bassa è offerta dal dottor Ferdinando Morandi al processo per i fatti di Conselice.dettagli
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luglio 1892Scioperi nelle risaieNella Bassa bolognese le mondine entrano in sciopero, poichè gli agrari hanno ridotto le loro paghe. Continuano l’agitazione anche dopo aver recuperato la vecchia tariffa, fino a conquistare un modesto aumento salariale. Ripresi i lavori le donne che hanno guidato la rivolta vengono tutte arrestate. Gli operai più noti vengono malmenati e incarcerati, i capilega costretti alla latitanza nelle valli. Gli agrari provocano la decadenza del consiglio comunale di Molinella, in parte socialista, e impongono il commissario regio. Vengono sciolte la Società democratica e la Lega di Resistenza, chiuse le sedi operaie, vietata ogni riunione o attività politica.dettagli
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1896Le mondine di Altedo in lottaLe mondine di Altedo scendono in lotta per un aumento del salario giornaliero da 12 a 24 centesimi. La risaiola Desolina Roversi è eletta capolega. Nello stesso anno i braccianti hanno uno scontro violento con la cavalleria presso l'azienda Trebbi. Andrea Costa tiene per la prima volta un comizio a Malalbergo.dettagli
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31 maggio 1897Scioperi a Molinella e nella Bassa per i patti agricoliLa Bassa bolognese e ferrarese è infiammata dallo sciopero per i patti agricoli. Le risaiole rivendicano la giornata di 9 ore, la paga in contanti, vino genuino e i sorveglianti nominati dai lavoratori. Giuseppe Massarenti (1867-1950) guida per quaranta giorni l'agitazione bracciantile a Molinella, esplosa il 31 maggio al grido di "Pane e lavoro". Lo scontro tra mondine e agrari, esasperato per l'intervento dell'esercito, si estende nei giorni seguenti a tutte le categorie dei lavoratori agricoli e a vari comuni. Dal 12 giugno entrano in sciopero le roncatrici delle risaie delle casse di colmata dell’Idice contro la riduzione dei loro salari. Intervengono i soldati a tutela dei "crumiri" (intesi come coloro che vengono fatti subentrare agli scioperanti), mentre i padroni si irrigidiscono sulle loro posizioni. Le mondine di Molinella ottengono la solidarietà dei lavoratori di Medicina e Castel Guelfo. Il 17 giugno, a Vedrana di Budrio 43 mondine sono bastonate e arrestate. Il 22 giugno in prefettura a Bologna è firmato un accordo - con la mediazione dell'on. Anselmo Marabini (1865-1948) - che accoglie in parte le richieste operaie, ma due giorni dopo i lavoratori arrestati sono tutti condannati da tre mesi a otto giorni di carcere. Tra essi vi è Adalgisa Lipparini, che nel 1901 sarà eletta nel Consiglio generale della Federazione nazionale dei lavoratori della terra. Il 4 luglio scendono in sciopero i lavoratori di Altedo e Baricella, agitazione estesa poi a Molinella e Minerbio. La mediazione di Andrea Costa favorisce la composizione della vertenza: gli scioperanti ottengono alcuni miglioramenti nelle tariffe, mentre gli agrari si irrigidiscono sulla nomina dei "caporali". Alla lotta seguirà comunque una dura repressione poliziesca, con l'arresto degli agitatori e di un centinaio di mondine, la chiusura dei circoli socialisti e lo scioglimento delle organizzazioni di resistenza nei comuni della Bassa. A Bologna saranno colpiti il circolo "Giordano Bruno", quello dell'appodiato di Galliera e la Sezione elettorale socialista di S. Vitale.dettagli
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26 marzo 1898"Moti della fame" a Molinella e MezzolaraLe operaie di Mezzolara, a cui non viene concesso un misero aumento della paga, si rifiutano di effettuare i lavori di roncatura e zappatura. A Dugliolo invece le mondine sono convinte dal prete, chiamato dal giornale socialista “poliziotto in sottana nera”, a riprendere il lavoro. Un lungo sciopero coinvolge a Molinella i lavoratori addetti alla sarchiatura. Tra le richieste: nuove tariffe, l'abolizione del salario in natura, la giornata di 8 ore, il riconoscimento da parte padronale delle commissioni operaie per la determinazione delle modalità di lavoro. La polizia arresta più di duecento manifestanti - alcuni verranno condannati fino a quattro mesi di detenzione - e chiude la locale cooperativa di consumo, attiva dal 1896. Lega, camera del lavoro e cooperativa vengono sciolte con decreto prefettizio. Il 13 maggio è arrestato Giuseppe Massarenti, accusato di “spingere i partiti sovversivi ed i braccianti di Molinella ad insorgere”. Vengono imprigionati anche diversi esponenti socialisti, che si oppongono ai progetti repressivi di Pelloux. Tra essi Andrea Costa. Alcuni delegati politici dei lavoratori sono confinati sull'isola di Lipari. Il giornale "L'Amico del Povero" non manca di prendere con passione le difese delle mondine della Bassa. Intanto una sottoscrizione promossa dal Partito socialista nella provincia di Bologna raccoglie oltre 12.000 lire, che vengono distribuiti agli scioperanti.dettagli
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13 agosto 1900Fallisce il lungo sciopero nelle risaie di MolinellaMigliaia di mondine e garzoni scendono in sciopero, nella terza decade di giugno, nelle risaie della zona di Molinella. Dopo due giorni di lotta ottengono un aumento parziale della paga. Dal 13 agosto incrociano le braccia i mietitori di riso, che chiedono il rispetto delle tariffe concordate nel 1897 - annullate durante la grande repressione del 1898 - e il riconoscimento delle commissioni designate dai lavoratori. Nel timore di perdere il prodotto, gli agrari si rivolgono al governo, affinchè mandi soldati a sostituire gli scioperanti. Trecento militari dotati di falcetti e grandi cappelli di paglia provvedono alla mietitura. Lo sciopero si estende fino a coinvolgere alcune migliaia di lavoratori di Molinella, compresi gli addetti ai lavori di arginatura del fiume Reno. I padroni delle risaie continuano però a pagare i soldati (il governo ne invia altri duemila) e quindi centinaia di crumiri provenienti dai territori limitrofi. Dopo trenta giorni di sciopero, i braccianti molinellesi sono costretti a rinunciare alla lotta, non avendo ottenuto alcuna concessione dai proprietari e dal governo. La battaglia sindacale comporta, tuttavia, un grande risveglio politico, che permette ai socialisti di conquistare nel 1900 per la prima volta il comune di Molinella. L'avv. Luigi Ploner viene eletto sindaco e Giuseppe Massarenti diventa consigliere comunale. Secondo i giornali borghesi “se l’Emilia è la terra classica dello sciopero rispetto ad altre regioni, Molinella è il centro e il focolare del classicismo”.dettagli
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4 novembre 1900I socialisti trionfano a MolinellaNelle elezioni municipali del 4 novembre i socialisti trionfano a Molinella. La lista guidata dall’avvocato Luigi Ploner (1871-1926) raccoglie 478 voti su 755 e si aggiudica 22 seggi su 30. Nei giorni successivi le strade della cittadina sono percorsi da cortei popolari. Si festeggia con brindisi nelle osterie fino a tarda ora, bandiere rosse e canti delle mondine. Il 12 novembre si insedia il nuovo consiglio e Ploner viene eletto sindaco.dettagli
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24 novembre 1901Primo Congresso nazionale dei Lavoratori della TerraIl 24 e 25 novembre si svolge a palazzo dei Notai il primo Congresso dei Lavoratori della Terra. Il giornale cattolico “L'Avvenire” lo chiama con sarcasmo il congresso dei “socialisti campagnoli”.Partecipano oltre 700 leghe da tutta l'Italia, sotto la presidenza di Andrea Costa e della mondina di Molinella Adalgisa Lipparini. Nasce la Federterra. Ne fanno parte le leghe dei braccianti e salariati agricoli, quelle dei mezzadri, dei fittavoli e dei piccoli proprietari, che coltivano direttamente la terra.Queste organizzazioni si propongono di svolgere azioni di solidarietà, resistenza e cooperazione, con carattere di classe. La Federterra si batte da subito per migliorare le misere condizioni dei lavoratori dei campi, puntando all'elevazione del salario (0,60 lire al giorno per le donne) e alla diminuzione dell'orario di lavoro (circa 14 ore).Fra gli obiettivi a lungo termine è votata anche la collettivizzazione della terra, cosa che provoca l'abbandono del congresso da parte dei repubblicani, che vi avevano aderito.Segretario della Federazione è eletta Argentina Altobelli (1866-1942), che ne rimarrà alla guida per diversi anni. Tra gli organizzatori del congresso c'è anche Francesco Zanardi, futuro sindaco di Bologna, delegato dei braccianti di Molinella.dettagli
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25 agosto 1902Scioperi nella bassa pianura bologneseIl 25 agosto inizia lo sciopero di circa 3.500 operai e mondine occupati nelle risaie della Bassa. Fra agosto e settembre vi sono scioperi di braccianti in sei comuni della provincia di Bologna.dettagli
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2 aprile 1905Lo sviluppo delle affittanze collettive e delle cooperative agricoleDa un'idea di Giuseppe Massarenti (1867-1950), in esilio a Lugano, sorge a Molinella la Cooperativa agricola. Vi aderiscono inizialmente 57 soci. Vengono prese in affitto la tenuta Borra-Gavasini a Marmorta e la tenuta Boscosa a Selva Malvezzi, prima diretta dall'Istituto di Credito per la Cooperativa di Milano, per un totale di circa 422 ettari. I braccianti vi lavorano in parte gratuitamente e in parte a metà salario, rendendo i terreni fertili. Si tratta della prima affittanza collettiva della provincia di Bologna e una delle prime in Italia. Massarenti, che considera la cooperazione "la via maestra al socialismo", ne diverrà presidente dal 1910. Le cooperative agricole avranno un forte sviluppo negli anni successivi. Tra il 1906 e il 1907 si formeranno ad Altedo, Pegola-Ponticelli, San Pietro in Casale, San Venanzio di Galliera, Saletto di Bentivoglio, Baricella, Boschi di Baricella, Malalbergo e Medicina. Occuperanno soprattutto braccianti e mondine su terreni a risaia. Nel 1910 sarà avviata ad Anzola una nuova esperienza: una cooperativa unitaria di braccianti, mezzadri e fittavoli. Il modello sarà replicato in altre località. Dopo il 1914 affittanze collettive sorgeranno a Sant’Agata, Maddalena di Cazzano, San Giorgio di Piano, Calcara e Minerbio sui terreni dell'Amministrazione provinciale e delle Opere pie. Nel 1921 in tutta la provincia vi saranno 21 cooperative in attività, con 3.849 ettari di terreno in conduzione.dettagli
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29 luglio 1908Boicottaggio nella tenuta Benni a MezzolaraTra il 1907 e il 1908 una vasta azione di boicottaggio coinvolge la tenuta Benni a Mezzolara di Budrio. Si tratta di una forma di lotta estrema, conosciuta fin dal 1897 nella zona risicola di Molinella, messa in atto contro i proprietari terrieri che non rispettano gli accordi pattuiti con le leghe di miglioramento. I braccianti rifiutano di lavorare nei loro fondi e occupano i campi per impedire l'ingresso di manodopera forestiera. Assieme a quella di Portonovo, nel comune di Medicina, la tenuta degli eredi Bonaparte gestita da Alfredo Benni a Mezzolara di Budrio, è la più grande della provincia di Bologna (circa 2.000 ettari). L'azienda, a conduzione capitalistica, è dotata di macchine e impianti moderni per il trattamento del riso, fa largo uso di concimi chimici, ha una ferrovia decauville interna di quattordici chilometri per il trasporto delle barbabietole da zucchero. In pochi anni, grazie soprattutto alle capacità dell'agronomo Annibale Certani, è divenuta un modello per molti agricoltori e imprenditori. Nel pieno della stagione agricola quasi tutti gli abitanti di Mezzolara lavorano nel fondo Benni, ma il proprietario si rifiuta ostinatamente di accettare i turni stabiliti dalla lega. In un articolo del 29 luglio “L'Avanti!” socialista lo accusa di ricorrere a lavoratori crumiri armati e scortati dalla polizia. I braccianti reagiscono disertando la tenuta, mentre gli operai degli zuccherifici, sostenuti dalla Federterra, dichiarano di non voler trattare le barbabietole di Benni. Le mondine di Mezzolara sono costrette ad andare fino in Piemonte pur di lavorare, mentre l'agrario impiega 400 donne di Argenta. La vertenza dura due anni e diventa un caso nazionale: per la prima volta la lotta contadina trascende la singola azienda e coinvolge un vasto movimento e una intera comunità. Negli anni seguenti il boicottaggio sarà utilizzato in vari comuni del bolognese: solo nel 1910 saranno segnalati 71 episodi.dettagli
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15 luglio 1931Sciopero delle mondinePer tre giorni, a partire dal 15 luglio, circa 2.000 mondine e braccianti di Medicina scioperano contro la riduzione del loro salario. Lasciano assieme i campi e si radunano nella piazza del paese. Nonostante le minacce e le scorribande dei fascisti locali, lo sciopero, che non ha valenze politiche, ha successo e gli agrari sono costretti ad aumentare la paga giornaliera, portandola da 12,65 a 18 lire. Alcuni mesi più tardi le mondine che hanno condotto lo sciopero saranno arrestate. Le agitazioni “contro l'infame salario” per il lavoro della monda si ripeteranno comunque anche gli anni seguenti in varie località della campagna bolognese.dettagli
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1 gennaio 1932Scioperi nelle campagne e al Calzificio PassigliCirca 3.000 mondine del medicinese e del basso imolese scioperano per tre giorni e manifestano nelle piazze, nonostante l'intevento della forza pubblica. Al termine dell'agitazione riescono ad ottenere un aumento del salario. In questo anno scendono in sciopero anche le operaie del calzificio aperto da pochi mesi a Bologna da Armando Passigli, un imprenditore di origine ebraica, che sarà costretto a cedere sottocosto la sua azienda dopo le leggi razziali.dettagli
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1 luglio 1933Sciopero delle mondine a Molinella e ImolaCirca 3.000 mondine scendono in sciopero in estate tra Imola e Molinella. La categoria sta attraversando un periodo di acuto disagio.dettagli
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1 gennaio 1937Un sanatorio a Villa Aldrovandi MazzacoratiLa settecentesca Villa Mazzacorati in via Toscana, divenuta proprietà dell'Istituto Nazionale Fascista della Previdenza Sociale, è adibita a convalescenziario antitubercolare (sanatorio dell'Opera Balilla) e centro di chirurgia pneumo-toracica. L'ampliamento dell'ala est ne altera l'originaria simmetria. L'intervento della Soprintendenza all'Arte scongiura però la demolizione del delizioso teatrino. All'interno dell'edificio principale è ricavato un vasto salone adibito a refettorio, mentre la serra “cedraia” è trasformata in rimessa per le auto. Nel maggio 1941 passerà alla Croce Rossa Italiana e il 3 luglio 1943 alla sanità militare, che ne farà la sede di un grande ospedale per feriti in luogo dell'Abbadia bombardata. Il 14 febbraio 1945 un bombardamento aereo danneggerà gravemente la villa. Fortunatamente i ricoverati saranno evacuati in tempo, grazie a una soffiata. Dopo la guerra la struttura, restaurata dall'I.N.P.S., sarà intitolata al celebre anatomico medievale Mondino dé Liuzzi e diverrà, fino al 1970, la sede della Scuola di Specializzazione in Tisiologia. Nel 1981 una parte dell'edificio sarà adibito a Centro civico del Quartiere San Ruffillo.dettagli
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1 settembre 1941Mondine e braccianti rinchiusi nel carcere di San Giovanni in MonteLe mondine e i portantini di Malalbergo entrano in agitazione contro i cottimi troppo esosi imposti dagli agrari, in accordo con i sindacati fascisti. A fine settembre sei mondine e quattro braccianti, occupati nell'azienda del podestà Cantelli, vengono arrestati e rinchiusi per 25 giorni a Bologna nel carcere di San Giovanni in Monte. La lotta ottiene comunque il risultato, con un aumento del cottimo del 33%. Gli scioperi dei risaioli per il salario si ripeteranno a Malalbergo e in altri comuni della Bassa anche l'anno seguente.dettagli
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1 marzo 1943Scioperi nelle campagne e nelle fabbricheIn marzo e aprile si scatenano grandi scioperi nelle fabbriche del Nord Italia. A Bologna la lotta si sviluppa nelle campagne e in alcuni complessi industriali, come l’ACMA, il polverificio di Marano, il Pirotecnico, dove si hanno manifestazioni di protesta con temporanee sospensioni del lavoro. Nella parte orientale della città gli operai di alcune fabbriche si radunano per il loro primo sciopero politico davanti al Calzaturificio Montanari, dove è occupata soprattutto manodopera femminile. Si forma un corteo fino a porta Maggiore, dove un oratore improvvisato tiene un breve comizio. Nella Bassa entrano in agitazione le mondine di Medicina, Baricella e Bentivoglio, ma anche le operaie della ditta Comi, una fabbrica di maglie, manopole e passamontagna per l’esercito, dove è prospettata una diminuzione del cottimo. A Baricella il locale dirigente fascista è schiaffeggiato dalle operaie in sciopero. La portata delle agitazioni è ancora limitata. Le radici del movimento di protesta non sono ancora molto estese. E' appena avviata la congiunzione tra lotte per migliori condizioni di lavoro e "consapevolezza antifascista" (Preti).dettagli
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15 maggio 1944Scioperi nelle campagneIn maggio e in giugno scoppiano numerosi scioperi nei paesi della bassa bolognese. Il 15 maggio a Medicina circa 300 mondine in sciopero ottengono modesti aumenti di salario e di razioni alimentari, oltre a seicento pneumatici di bicicletta. Il 16 maggio circa 600 operai sospendono il lavoro in tre fornaci. Nei giorni successivi scoppiano altre agitazioni a Molinella, Galliera, Malalbergo, San Pietro in Casale. Tra il 10 e il 21 giugno gli scioperi coinvolgono nove comuni della Bassa e oltre 5.000 mondine. Tra gli organizzatori vi sono: Luciano Romagnoli (1924-1966), futuro segretario nazionale della Federbraccianti, Spero Ghedini (Valdo, 1911-1997) di Bondeno, già segretario comunista nel Polesine e Angelo Brini, bracciante di Budrio, che ha già conosciuto, giovanissimo, le lotte degli anni '20 e la condanna del Tribunale Speciale. Protagoniste delle agitazioni sono però soprattutto le donne. Secondo un rapporto del prefetto, i carabinieri dei servizi d'ordine solidarizzano con le mondine in agitazione a Molinella e a Medicina. Il questore propone il loro arresto, mentre il capo della Provincia Fantozzi dichiara che “è necessario provvedere con prontezza ed energia a stroncare sul nascere simili dimostrazioni”.dettagli
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12 giugno 1944Sciopero generale delle mondine nella BassaDal 12 al 21 giugno si svolge lo sciopero generale nelle risaie, al quale prendono parte 6-7000 mondine della Bassa bolognese, del ferrarese e della Romagna. L'agitazione è stata accuratamente preparata dai “comitati di squadra e di gruppo” comunali, costituiti nel mese di aprile. L'11 a Baricella si è svolta la riunione del Comitato di agitazione provinciale. Le scioperanti, pur stremate dalle privazioni portate dalla guerra, partecipano con convinzione allo sciopero, supportate dai Gruppi di Difesa della Donna. Le rivendicazioni sono pubblicate sul foglio clandestino "La Mondariso" e comprendono: la riduzione da 8 a 7 ore dell'orario di lavoro, un aumento della paga, la colazione sul lavoro con 250 gr di pane e 50 di salame, due copertoni per bicicletta, una veste e un fazzoletto da lavoro, la sospensione della raccolta durante gli allarmi aerei. La forma di lotta viene concordata con i partigiani delle Gap e Sap di pianura. L'azione ha durata variabile a seconda dei comuni, ma in genere ha successo. L'accompagnano manifestazioni di piazza a Molinella, Galliera, Baricella. A Malalbergo intervengono più volte i carabinieri, che sparano in aria, inducendo le donne a riprendere il lavoro. A Bentivoglio i fascisti intervengono a minacciare le scioperanti, promettendo la deportazione in Germania. I padroni tentano, armi alla mano, di far lavorare i crumiri. A Baricella il 12 giugno giunge un camion di fascisti capeggiato da Augusto Regazzi, squadrista tristemente famoso nella zona. Le camicie nere vanno casa per casa e costringono con le armi in pugno le mondine ad andare in risaia. Ma la lotta così interrotta riprenderà nei giorni seguenti. A Galliera un'imponente manifestazione di donne induce il commissario prefettizio a lasciare il paese. Lo stesso avviene a Granarolo. In un rapporto al governo il prefetto Fantozzi scrive che a Molinella sono state arrestate 11 donne e che i carabinieri di Molinella e Medicina “parteggiano con gli scioperanti”. Il questore ne propone l'arresto. Alla Ducati di Bazzano e Crespellano e alla Maccaferri di Zola Predosa gli operai scioperano per solidarietà con le mondine.dettagli
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13 giugno 1944Scioperi alla DucatiGli operai della Ducati di Borgo Panigale scendono in sciopero. Il 14 e il 15 sospendono il lavoro i 1.300 dipendenti Ducati di Bazzano e Crespellano, in appoggio alle mondine che nella Bassa effettuano uno sciopero generale, ma anche per proprie rivendicazioni: anticipi salariali, indennità di guerra. Vi sono rivendicazioni anche alle Officine Maccaferri di Zola Predosa. In varie località della provincia si tengono manifestazioni contro le deportazioni in Germania.dettagli
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22 maggio 1948Braccianti e mondine in scioperoDal 22 maggio al 9 giugno si intensificano gli scioperi dei braccianti e delle mondine contro gli agrari per il rinnovo dei contratti di lavoro. La Confida ricorre al crumiraggio e nascono numerosi incidenti. Al termine della vertenza la Federbraccianti strapperà un accordo soddisfacente, comprendente la tredicesima, l'esclusione del cottimo e la giornata lavorativa di sette ore. Inoltre gli agrari si impegneranno a reinvestire una parte della rendita in lavori di miglioria e trasformazione fondiaria.dettagli
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22 luglio 1948La Corsa al Mare femminileDal 22 al 25 luglio si svolge, organizzata dall'UISP e con il patrocinio del giornale “Il Progresso d'Italia”, la prima Corsa al Mare femminile in bicicletta. 75 ragazze, tra i 18 e i 26 anni, si misurano in quattro tappe, da Bologna a Rimini. Sono contadine e operaie da tutta l'Emilia-Romagna, mondine della Bassa, abituate ad usare la bici per recarsi al lavoro. Tra i premi in palio vi sono bottiglie di liquori pregiati, flaconi di profumo, barattoli di talco, scatolette di crema. Vincitrice sarà l'atleta reggiana Iella Menozzi.dettagli
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17 maggio 1949Uccisione di Maria Margotti a MarmortaNei mesi di maggio e giugno si svolge il primo sciopero generale dei lavoratori della terra (braccianti, mezzadri, salariati e contadini), che coinvolge oltre due milioni di persone in Italia. L'agitazione dura 37 giorni in un clima di grave tensione. Il 16 maggio circa 6.000 braccianti e mondine provenienti dalle province di Bologna, Ferrara e Ravenna si concentrano nella zona di Molinella, dove la Camera del Lavoro locale, a maggioranza socialdemocratica e democristiana, non aderisce allo sciopero. Vi sono scontri, pestaggi e una repressione particolarmente dura della polizia. Il giorno successivo è organizzata una manifestazione di protesta. La polizia interviene in forze e inizia violente cariche e sparatorie. Negli scontri rimane uccisa, al Ponte dello Stoppino, una giovane operaia della fornace di Filo d'Argenta, Maria Margotti, vedova e madre di due bambine. Altre trenta persone rimangono ferite. Per la morte della Margotti un carabiniere subirà nel 1953 una modesta condanna a sei mesi di reclusione.dettagli
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28 febbraio 1950Il Teatro di MassaMarcello Sartarelli porta a Bologna l'esperienza del Teatro di Massa, una nuova forma di spettacolo popolare, che vede la partecipazione di centinaia di giovani donne e uomini, impegnati a rappresentare in modo diretto episodi della storia recente. Si tratta di mondine, operai, braccianti, ex partigiani reclutati attraverso la locale Federazione del PCI. Le prove del primo spettacolo, intitolato Sulla via della libertà, si svolgono nella piscina comunale. La prima va in scena al Teatro comunale il 28 febbario 1950. Oltre 600 operai della Ducati, della Weber e della Casaralta animano l'ambiente ricostruito della fabbrica. E' rievocata, con l'uso innovativo di proiezioni e dello speaker, la dittatura fascista, mentre nella seconda parte è narrato il sacrificio di Maria Margotti, giovane bracciante uccisa durante una manifestazione contadina. Ad una delle repliche dello spettacolo sarà presente anche il segretario generale del PCI Palmiro Togliatti. Il gruppo bolognese del Teatro di Massa sarà il più duraturo: continuerà, anche dopo la partenza di Sartarelli, guidato dal suo assistente Luciano Leonesi. Nuovi spettacoli saranno proposti negli anni successivi all'arena dei Giardini Margherita, nei saloni delle Case del Popolo, al Teatro Comunale. L'ultimo spettacolo del gruppo bolognese sarà Terra d'Emilia, in scena alla Festa dell'Unità del settembre 1952.dettagli
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24 novembre 1950Occupazione degli argini dell'IdiceCentinaia di braccianti, mondine e operai occupano di argini del fiume Idice, responsabile di ripetuti straripamenti alluvionali, per reclamare la sua immissione nel Reno. I lavori di inalveamento dell'Idice rientrano nel Piano di Lavoro promosso dai sindacati per la provincia bolognese.dettagli
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19 settembre 1951La Festa Nazionale dell'Unità alla MontagnolaIl Partito Comunista assegna a Bologna la prima Festa Nazionale dell'Unità. Il Prefetto nega il tradizionale ritrovo dei Giardini Margherita e concede invece la Montagnola, che ha da poco ospitato la Fiera campionaria. Per il maltempo l'inugurazione, prevista per il 18 settembre, è spostata il giorno successivo. Uno dei temi centrali della Festa è quello della pace: in una sfilata di carri gli operai della Calzoni e della Sabiem-Parenti presentano allegorie contro la guerra e le fabbriche di armamenti. Gli operai della Casaralta portano invece il plastico della loro fabbrica, mentre le mondine di Medicina trasformano l'arena del Festival in una risaia. Nel corso della kermesse vengono vendute quasi 200.000 coccarde da 12-13 lire. Il culmine della manifestazione è il comizio di Palmiro Togliatti. Il sergetario politico del PCI parla per due ore a una folla strabocchevole, che riempie la Montagnola e le strade vicine fino a porta Zamboni e a piazza Maggiore.dettagli
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1 luglio 1953Scioperi per il contratto agricolo provincialeNell'azienda Buda di Medicina (proprietà Lenzi), durante lo sciopero per il contratto agricolo provinciale, i braccianti vanno incontro ai “crumiri” reclutati dagli agrari e li convincono a tornare ai paesi d'origine. Nel corso della lotta nelle campagne alcune mondine vengono arrestate e condotte in carcere a Medicina.dettagli
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12 luglio 1967La tangenzialeDopo tre anni di intenso lavoro viene inaugurata il 12 luglio la tangenziale complanare, promossa dal Comune e dalla Società Autostrade e progettata dagli ingegneri Francesco Fantoni e Giorgio Mondini. Si tratta di un semianello autostradale, che unifica il percorso a pedaggio intorno alla città degli automezzi provenienti da Firenze, Milano, Padova e Rimini con il percorso gratuito a servizio del traffico locale. Consente così di decongestionare il centro storico cittadino dal traffico di attraversamento. Permette inoltre realizzare un'altra grande operazione di urbanizzazione: la zona industriale delle Roveri, a nord est della città, che sarà dotata in questo modo del collegamento diretto alla infrastruttura autostradale. In questo periodo è completato anche il cosiddetto “Asse Sud-Ovest”, un'arteria stradale che mette in comunicazione diretta le zone occidentali della città con la tangenziale.dettagli
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1 gennaio 1968Nuovo contratto per le mondarisoIl contratto interprovinciale di monda del riso comporta alcune migliorie per le mondine forestiere. Nella campagna del 1968 esse possono dormire su materassi di resina invece che sulla paglia, hanno diritto ogni giorno a 500 gr di pane, 60 gr di fagioli, 1/4 di litro di latte e una porzione di 300 gr di riso o pasta. Una volta alla settimana ottengono un taglio di formaggio da 400 gr e altrettanto di carne. Negli anni trenta le mondine erano circa 400.000 in Italia, impiegate soprattutto in Piemonte e Lombardia. Negli anni Cinquanta si assiste a un fenomeno di migrazione interregionale di proporzioni bibliche. La grande maggioranza delle donne che lasciano le loro famiglie e le loro case per andare a lavorare nelle risaie di Pavia, Novara e Vercelli provengono dai paesi dell'Emilia Romagna. Nella provincia di Bologna sono interessati tutti i paesi della Bassa padana, da Malalbergo a Medicina. La monda del riso dalle malerbe sarà fatta a mano fino alla fine degli anni Sessanta, poi la chimica verrà in soccorso dei risicoltori, mettendo a disposizione prodotti, che eliminano le infestanti senza danneggiare le erbe coltivate.dettagli
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1 gennaio 1995Nicola Zamboni e Sara Bolzani scultori socialiTra il 1990 e il 1995 lo scultore Nicola Zamboni esegue una grande opera formata da 120 personaggi in terracotta a grandezza naturale, da collocare davanti all'ingresso del Centro commerciale Conad di via Larga. Dopo anni di abbandono il gruppo plastico sarà spostato nel 2002 presso il giardino dell'Opera pia Galuppi di Pieve di Cento. Nel corso dell'infausto trasloco una cinquantina di figure verranno danneggiate. Negli anni successivi Zamboni eseguirà numerose opere pubbliche a Bologna e in vari comuni della provincia, utilizzando quasi sempre il rame come materiale. Tra esse: le Mondine a Bentivoglio (2003) e a San Pietro in Casale (2007), il Monumento agli Artigiani nel quartiere industriale delle Roveri a Bologna (2004), i Cavalieri in battaglia e San Giorgio e il Drago a San Giorgio di Piano (2006), la grande scultura dedicata a Guglielmo Marconi nella rotonda di Sasso Marconi (2008). Per molte opere Zamboni si gioverà della collaborazione con Sara Bolzani, artista conosciuta nel 1997 all'Accademia di Belle Arti di Bologna.dettagli
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11 maggio 2013Teresa Noce sepolta nel sacrario dei partigiani alla CertosaLe spoglie di Teresa Noce (1900-1980) vengono traslate nel Sacrario dei Partigiani alla Certosa. L'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia (ANPI) ha riconosciuto il suo diritto ad essere ricordata al'interno del monumento, per il suo passato di antifascista e resistente. Nata a Torino nel 1900 da famiglia povera, Teresa Noce è stata nel 1921 tra le fondatrici del Partito comunista. Con l'avvento del fascismo espatriò all'estero - in Russia, Francia e Svizzera - assieme al marito Luigi Longo. Nel 1934 venne più volte in Emilia per dirigere l'attività antifascista clandestina e per organizzare gli scioperi delle mondine. Con Xenia Silberberg fondò il giornale "Noi donne". Nel 1936 si recò in Spagna con i volontari garibaldini e combatté con il nome di battaglia "Estella". In seguito partecipò alla Resistenza francese e diresse l'organizzazione comunista della “Mano d'Opera Immigrata” (MOI). Nel 1943 fu arrestata e deportata in Germania, a Ravensbrück e a Flossenbürg, poi a Holleischen, in Cecoslovacchia. Alla fine della guerra tornò in Italia e il 2 giugno 1946 venne eletta all'Assemblea costituente. Fu una delle cinque donne a far parte della Commissione dei 75, incaricata di elaborare e proporre il progetto della Costituzione italiana. Eletta deputata nel 1948, fu tra le proponenti della legge per la Tutela fisica ed economica delle lavoratrici madri (860/1950), base della successiva legislazione sul lavoro femminile. Negli anni Cinquanta ricoprì incarichi politici e sindacali ad alto livello. In seguito, dopo il divorzio da Longo, si ritirò dalla politica. E' morta a Bologna nel 1980.dettagli
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17 gennaio 2023Muore lo scultore Nicola ZamboniDopo un lungo ricovero nel reparto di terapia intensiva dell'Ospedale Maggiore muore a 79 anni lo scultore Nicola Zamboni (1943-2023). Lascia moltissime opere pubbliche a Bologna e provincia, dalle mondine di Bentivoglio alle statue bianche del Parco Pasolini al Pilastro. Ha composto soprattutto opere corali, con figure umane e animali in forme realistiche e a grandezza naturale, modellate con l'uso di varie tecniche e in diversi materiali, dalla ceramica al legno, dal cemento al rame. Le sue sculture sono apprezzate anche molto lontano da Bologna, come il busto di Guglielmo Marconi conservato a Rio de Janeiro nel santuario del Cristo Redentore sul Monte Corcovado. Nel 1968, lasciata l'Accademia a Bologna, in contrasto con l'ambiente e i docenti, si recò in Inghilterra per conoscere Henry Moore (1898-1986), di cui fu ospite per circa un mese. Nel 1975, però, tornò in via Belle Arti come assistente di Quinto Ghermandi (1916-1994). Dal 1997 al 2004 tenne la cattedra di scultura all'Accademia di Brera, dove conobbe l'artista e compagna di vita Sara Bolzani. Insieme aprirono, in una cascina di Sala Bolognese, una dimora-atelier con un piccolo parco ravvivato dalle loro sculture. Qualcuno l'ha definita "una scuola-officina che ricalca la bottega rinascimentale". Il sindaco di Ferrara rimanda alla recente, complessa installazione nel cortile del Castello Estense, in cui Zamboni “ha saputo, in maniera mirabile, dare forma alla materia, ricreando suggestioni, scene, ambientazioni, ispirazioni ‘ariostesche”. Quello di Bologna ricorda che l'opera di Zamboni è stata sovente “poesia che si fa scultura”, capace di “commuovere e muovere un moto di giustizia e amore”. Si dice certo che "molti ricorderanno ora di avere visto una sua opera".dettagli
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25 dicembre 2023La scomparsa di Eugenio RiccominiScompare Eugenio Riccomini (1936-2023), importante storico e divulgatore dell'arte. Tra il 1970 e il 1995 è stato consigliere comunale a Bologna, ricoprendo anche, per alcuni periodi, gli incarichi di assessore alla cultura e vice-sindaco. Nel 2011 ha ricevuto l‘Archiginnasio d‘oro. Allievo di Carlo Volpe, ha scritto importanti saggi e pubblicato libri - sulla pittura a Ferrara nel 600 e nel 700, sulla conservazione delle sculture all'aperto, sull'arte di Correggio, sulla scultura emiliana barocca - tratti anche dalla sua attività di soprintendente e direttore di musei. Ha svolto attività di critico, recensendo artisti quali Pirro Cuniberti, Luciano De Vita, Aldo Mondino. Si è occupato di arti minori come le ceramiche Aldrovandi e Minghetti. E' stato un insegnante amato dagli allievi e un “cicerone” di grande livello, seguito da un elevato numero di appassionati. Con le sue conferenze ha riempito piazze e teatri. Si può dire che abbia avviato una intera città, Bologna, all'amore per l'arte e i beni culturali. E’ stato consulente e ha curato - in collaborazione con altri studiosi e critici - mostre e convegni che hanno contribuito alla conoscenza dell'arte classica emiliana, nel solco della tradizione storico-critica avviata da Longhi e continuata da Arcangeli, Gnudi, Emiliani. Tra le tante spiccano la grande esposizione in tre sedi sull‘arte del Settecento emiliano del 1979, il restauro della cupola del duomo di Parma - con visite pubbliche sui ponteggi - nel 1980, la mostra su Donato Creti del 1989 e l'ultima grande occasione su Annibale Carracci nel 2006.dettagli