Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
-
2 luglio 1876La Società di Mutuo Soccorso tra SalsamentariIl giovane Giuseppe Vaccari, salumiere sotto il portico dei Banchi, propone di istituire una Società di Mutuo Soccorso tra Salsamentari, erede dell'antica Compagnia dei Salaroli. La sera del 2 luglio 1876, in una sala concessa dalla Fratellanza Militare in via Marsala, si riuniscono i primi 150 aderenti. Viene eletto un consiglio direttivo formato dai più noti produttori dell'epoca, da Romagnoli a Colombini, da Nanni a Zappoli, e presieduto da Filippo Stiassi. La Mutua si propone di venire in soccorso ai soci in difficoltà economiche o costretti a sospendere l'attività per malattia. Si occupa anche di istituire una cassa pensioni per gli operai del settore e si impegna per la loro alfabetizzazione. Nel 1879 l'assemblea dei soci acclamerà il Re Umberto I, da poco scampato a un attentato anarchico, Presidente Onorario Perpetuo della Società. A Bologna operano 70 fabbriche produttrici di salumi e oltre 200 salumerie, che danno lavoro a circa 1.100 persone. L'arte dei salumi è particolarmente diffusa nel centro della città, in quello che sarà definito il Quadrilatero commerciale. I prodotti bolognesi, una gamma ricca e articolata, derivata da secoli di pratiche consolidate, sono apprezzati in Italia, ma quantità consistenti raggiungono anche i mercati esteri. I pizzicagnoli bolognesi si distinguono, infatti, anche per la grande capacità di pubblicizzare e gestire il confezionamento e la distribuzione dei loro prodotti.dettagli
-
1908La Società Anonima per le Costruzioni Cementizie (SACC) di Attilio MuggiaDalla fusione della Società Muggia, con sede a Porta Mascarella, e della Società Muggia e Poggi di Firenze, nasce la Società Anonima per le Costruzioni Cementizie (SACC). L'ingegnere Attilio Muggia (1861-1936), titolare della cattedra di Architettura Tecnica all'Università, ha acquisito nel 1895 l'esclusiva per l'Italia centrale del brevetto Hennebique (1892) sulle costruzioni in cemento armato. La Società SACC, partendo dalla messa in opera di solai in cemento ignifughi e di facile impianto, svilupperà sistemi costruttivi integrati e prefabbricati per grandi strutture e complessi industriali, godendo di numerose commesse. Nel 1911, all'Esposizione di Torino, otterrà due gran premi. Dal 1913, tra i progettisti della società di Porta Mascarella, ci sarà il giovane Pier Luigi Nervi (1891-1979), laureato con Muggia a Bologna presso la Scuola Reale di Applicazione degli Ingegneri, così come decine di altri futuri professionisti operanti in città, da Giuseppe Vaccaro a Enrico De Angeli, da Umberto Costanzini a Paolo Graziani.dettagli
-
1922Il Caffè San Pietro cenacolo artistico e letterarioFerruccio Scandellari cura il restauro del Caffè San Pietro, già decorato nel 1908 da Giovanni Masotti in stile floreale. Il locale, situato in alcune sale al pianterreno di Palazzo Ottani Grandi, in via Indipendenza, è uno degli storici cenacoli bolognesi, famoso per le sue "colazioni alla forchetta", i lunghi divani rossi, le pareti "piene di ceffi e di puttini", un pomposo specchio e "le scelte melodie di un abile concerto". D'estate i tavolini occupano tutta la strada di fronte e accolgono le signore più belle di Bologna. Nell'800 era considerato un covo di liberali contrari al governo pontificio. All'inizio del '900 è diventato ritrovo di artisti e di letterati bolognesi o di passaggio in città: lo frequentano Alfredo Oriani, Dino Campana, Bruno Binazzi, il marchesino poeta Filippo Tibertelli (De Pisis), Leo Longanesi. Secondo il pittore Ferruccio Giacomelli bastano "pochi centimetri di velluto rosso e un bicchiere d'assenzio" per star bene al San Pietro. Nelle sale decorate coi simboli degli elementi (acqua, terra e fuoco) conversano abitualmente Riccardo Bacchelli, il filosofo Galvano Dalla Volpe, Ettore Petrolini; gli amici Giuseppe Raimondi e Giorgio Morandi ne fanno la meta delle loro quotidiane passeggiate sotto i portici del centro. Negli anni Trenta il locale, chiamato anche il Circolo delle Arti, ospiterà spesso giovani artisti e critici quali Nino Bertocchi, Nino Corazza, Lea Colliva, Alessandro Cervellati e gli architetti razionalisti Enrico De Angeli e Giuseppe Vaccaro. Ma il declino sarà inarrestabile: la chiusura definitiva avverrà nel 1944.dettagli
-
7 marzo 1923Umberto Puppini sindacoAl termine del mandato prefettizio di Vittorio Ferrero, che ha gestito il passaggio del Comune all'amministrazione fascista, è eletto sindaco Umberto Puppini (1884-1946), ex combattente e professore di Idraulica alla Scuola d'Ingegneria di Bologna. "Il rispetto di Dio, la devozione alla Patria, l'ossequio all'autorità dello Stato" sono i postulati a cui si ispira l'opera del nuovo sindaco, che non manca, pochi giorni dopo l'insediamento, di criticare aspramente il suo predecessore, il socialista Francesco Zanardi, accusato di aver beneficiato soprattutto "quelli che di beneficenza non hanno bisogno", cioè i residenti delle aree signorili, le cooperative e i partiti "sovversivi". L'obiettivo principale di Puppini è il risanamento del bilancio, ma anche la messa a punto di un piano di interventi urgenti: la sistemazione delle fogne, delle strade, dei fabbricati scolastici. A suo dire Bologna deve essere trasformata da "villaggio agricolo" a moderno centro industriale, anche grazie a sovvenzioni statali. Alle realizzazioni del Comune si affiancheranno, nei mesi seguenti, quelle promosse dal segretario fascista Arpinati: la Casa del Fascio, i Gruppi rionali, i campi sportivi. Ben presto Bologna sarà considerata "esempio unico e inequivocabile" per il fascismo italiano. Puppini ricoprirà la carica sino al 1926, anno in cui i sindaci verranno sostituiti in tutta Italia con podestà di nomina governativa. Sarà in seguito direttore della Scuola d'Ingegneria (1927-32), Sottosegretario alle Finanze (1932-34) e Ministro delle Telecomunicazioni (1934-35). Abbandonerà il fascismo durante la guerra, per ritornare agli studi di idraulica e all'insegnamento. A lui si deve il notevole impulso dato in questi anni all'edilizia universitaria (da citare in particolare lo studio, assieme a Giuseppe Vaccaro, della nuova sede di Ingegneria) e l'interesse per problemi viari quali i collegamenti tra il centro e le nuove periferie. Per i suoi meriti scientifici, sarà insignito del premio dell'Accademia delle Scienze di Parigi.dettagli
-
24 settembre 1923Progetto per il monumento ai caduti a palazzo Re EnzoE' bandito un concorso pubblico per l'edificazione del monumento ai caduti in guerra, da collocarsi nel cortile tra il palazzo del Podestà e palazzo Re Enzo. Vi partecipano 31 artisti. I bozzetti pervenuti entro il 31 marzo 1924 sono esposti presso l'Istituto Aldini Valeriani in via Castiglione. La giuria, presieduta dallo scultore Leonardo Bistolfi e composta da Marcello Piacentini, G.U. Arata e Augusto Sezanne, seleziona sei progetti e propone un concorso di secondo grado. Tra i prescelti i lavori di Silverio Montaguti, Felice Nori, Ercole Drei, Giovanni Michelucci e quello, che risulterà vincitore, del giovane Giuseppe Vaccaro con lo scultore Prini. Alla fine comunque il monumento non sarà realizzato, per il veto del Ministero delle Belle Arti, che farà prevalere, con il sollievo di molti, il criterio della intangibilità dei due palazzi storici, da poco restaurati da Rubbiani.dettagli
-
1925Progetto Muggia per la nuova Scuola di IngegneriaIl prof. Attilio Muggia (1861-1936) propone di realizzare le nuove sedi della Scuola di Ingegneria, di cui è direttore, e della Facoltà di Chimica industriale nell’area del Pirotecnico all’Annunziata, presso Porta San Mamolo. Il progetto è, però, presto abbandonato, per l'impossibilità di trasferire le funzioni militari collocate nell'area. Nel 1926 Muggia svilupperà un'altra ipotesi, tra piazza di Porta Galliera e viale Masini, proponendo un edificio unico per Ingegneria e Chimica industriale. Sarà una struttura in stile eclettico, ma “in linea con le più innovative tecniche costruttive” (Bettazzi) e con una efficace configurazione funzionale. Comparirà qui, per la prima volta, lo schema a pettine utilizzato in seguito da Giuseppe Vaccaro per la sede di Ingegneria in viale Risorgimento.dettagli
-
10 giugno 1926Ampliamento della stazione ferroviariaSono completati i lavori di ampliamento della stazione ferroviaria, in previsione della nuova Direttissima Bologna-Firenze. Il 10 giugno il principe di Piemonte inaugura la saletta reale. Il progetto per il rinnovo della stazione è degli ingegneri Ezio Bianchi (già autore nel 1912 del sottopassaggio fuori porta Lame) e Leonida Barigazzi. Il fascio centrale dei binari è portato da 5 a 16 e vengono finalmente costruiti due sottopassaggi. Al fabbricato edificato da Gaetano Ratti nel 1871 sono aggiunti due nuovi corpi e il Piazzale Ovest, con l'atrio monumentale e il "Transatlantico" (il passaggio coperto che collega l'atrio ai binari). E’ abbattuta la torretta con l’orologio al centro della facciata. L'interno dell'edificio principale è completamente ristrutturato, con l'eliminazione degli arredi di Protche, dei caminetti delle sale d'aspetto e degli stucchi originari. Sono inoltre soppressi la torretta con l'orologio e la balaustra in ferro. La riorganizzazione della piazza antistante porta all'abbattimento della cancellata, che la cingeva e la delimitava, e dei due padiglioni situati di fronte all'ingresso. È costruito infine il cavalcavia per la strada di Galliera (poi via Matteotti), che consente il collegamento diretto del popoloso quartiere della Bolognina con il centro cittadino. Il progetto del ponte è curato in un primo tempo dal giovane architetto Giuseppe Vaccaro, ma alla fine sarà realizzato il disegno di Angiolo Mazzoni (1884-1979). L'architetto futurista, dal 1921 dipendente del Compartimento ferroviario di Bologna, è impegnato anche nel rifacimento degli interni della stazione e nella costruzione di case per ferrovieri nel vicino quartiere della Bolognina.dettagli
-
24 giugno 1927Inaugurazione del monumento ai caduti a San Giovanni in PersicetoIl 24 giugno è inaugurato a San Giovanni in Persiceto, al centro di piazza Garibaldi, il monumento ai caduti della grande guerra voluto da un comitato cittadino e realizzato con fondi pubblici e privati. La prima pietra è stata posta il 17 giugno 1926 dal principe ereditario Umberto di Savoia.La stele in cemento armato è una realizzazione dell'arch. Giuseppe Vaccaro (1896-1970), che qui anticipa alcune soluzioni decorative utilizzate per la sede bolognese della Cooperativa mutilati e invalidi. La struttura è ornata di rilievi con la Vittoria Alata e diverse figure di soldati.Il monumento è sormontato da una scultura in bronzo di Giovanni Prini (1877-1958). Raffigura una donna che tiene in grembo il figlio soldato morto, sull'esempio della Pietà di Michelangelo. L'opera sarà rimossa nel 1941 durante la campagna per il metallo alla partia e sostituita con una lampada votiva.dettagli
-
25 settembre 1928Muore Edoardo CollamariniL'architetto Collamarini era “un ometto grassottello, dal volto roseo”. Lo chiamavano non senza ironia “al Bamben Gesò” (il Bambin Gesù). Ma era considerato il maggiore architetto emiliano del Novecento. Nato nel 1863, si era diplomato nel 1884 all'Istituto di Belle Arti, dove aveva riportato alte valutazioni e vinto medaglie. All'inizio della sua attività fu molto vicino ad Alfonso Rubbiani, che ne condizionò notevolmente la personalità artistica. Il "costruttore di illusioni" ne apprezzava le grandi qualità di disegnatore, come nel caso dell'atlante pubblicato per i restauri della basilica di San Francesco. Nel 1887 partecipò al discusso concorso per la facciata di San Petronio e l'anno seguente a quello bandito dal Comune per la sistemazione del piazzale di Porta Galliera, per il quale ottenne un premio di incoraggiamento. In questi progetti si rivelano le sue tendenze costruttive: "il restauro stilistico e la progettazione eclettica", conseguenze "di una preparazione accademica rigida più che rigorosa, unilaterale più che conformista". Fu insegnante a Roma e a Parma e dal 1908 professore di architettura all'Istituto di Belle Arti di Bologna, di cui divenne direttore nel 1917 e presidente nel 1924. Tra i suoi studenti vanno annoverati alcuni giovani progettisti, che parteciperanno al movimento moderno: da Giuseppe Vaccaro a Antonio Sant'Elia, da Gian Luigi Giordani a Alberto Legnani, a Enrico De Angeli. Da un punto di vista stilistico Collamarini rimase legato a un linguaggio eclettico e all'uso di materiali tradizionali. Nel 1897 cominciò la costruzione dell'Istituto Salesiano, presso il quale sorse più tardi quella che è considerata la sua opera maggiore: la chiesa del Sacro Cuore, con la sua "bestiale cupola" (Longhi), ben visibile dai viaggiatori che transitano in stazione. Nel frattempo eseguì opere in San Francesco e San Martino ed eresse cappelle nel cimitero della Certosa. Il suo primo vero restauro di un edificio medievale fu quello di S. Maria degli Angeli, dove, secondo Zucchini, "la parte d'imitazione superò quella indicata dalle tracce". Il lavoro fu completato da Rubbiani dopo la sua partenza per Parma. Zucchini non considerava Collamarini un buon restauratore: riteneva che la sua mano si lasciasse troppo guidare dalla fantasia. Ciò fu evidente nel lungo restauro condotto nel complesso di Santo Stefano tra il 1911 e il 1925, dove operò "pesanti manomissioni e fantasiose integrazioni" (Miano) e nei cui chiostri collocò il lapidario dei caduti della grande guerra. Oltre a interventi in varie città italiane, Collamarini lasciò a Bologna numerose altre opere: dall'Istituto dei ciechi in via Castiglione a vari complessi universitari (chimica, botanica, veterinaria), dallo Châlet dei Giardini Margherita al Palazzo del Credito Romagnolo in via Rizzoli.dettagli
-
13 ottobre 1930Gli edifici della "Pro Domo Miserorum"Sono inaugurati gli edifici costruiti fuori porta Lame dalla “Pro Domo Miserorum“, nome dell'Istituzione benefica promossa da Alessandro e Clodoveo Cassarini e Virginia Pallotti. Si tratta di un nucleo di sette fabbricati a tre piani - il complesso sarà poi chiamato “gli Umili” -, sorti su una strada parallela a Via Beverara (ora via Marco Polo). Secondo lo statuto dell'Ente, le abitazioni costituiscono un alloggio d'emergenza, per un massimo di sei mesi, destinato a famiglie bisognose residenti a Bologna. La maggior parte degli inquilini rimarrà, però, fino alla demolizione degli edifici, negli anni '80. Primi inquilini delle nuove costruzioni sono gli abitanti del rione San Giacomo, "sventrato" per il riassetto del quartiere universitario. Essi vengono sorvegliati da un custode, scelto tra i fascisti fidati della zona. Oltre all'alloggio hanno anche diritto a una minestra al giorno. L'Opera pia è sorta poco dopo la morte di Alessandro Cassarini (1847-1929), uno tra i più importanti fotografi della montagna, vincitore di varie medaglie d'oro alle Esposizioni nazionali. Ha preso parte, assieme a Corrado Ricci, a una vasta rilevazione fotografica di monumenti, poi utilizzata a lungo dalle soprintendenze di tutela. Il fratello Clodoveo Cassarini era invece un industriale farmaceutico, con laboratorio in via Portanova, angolo San Salvatore. Era anche proprietario di una farmacia in via Augusto Righi e presidente dello Sport Club di Bologna. In via del Parco, fuori Porta San Vitale, ha fatto fabbricare un bizzarro castello falso antico, utilizzato nel Ventennio da un gruppo rionale fascista e poi distrutto durante la seconda guerra mondiale. Tra le proprietà cedute al Comune dagli amministratori della Pro Domo Miserorum vi è la bella villa Cassarini con parco a Porta Saragozza. Il parco sarà trasformato in giardino pubblico e la villa abbattuta per far posto alla nuova facoltà di Ingegneria, disegnata da Giuseppe Vaccaro (1934).dettagli
-
1931Edifici di Giuseppe Vaccaro per la Cooperativa fra Invalidi e Mutilati di guerraTra il 1929 e il 1931 l'architetto Giuseppe Vaccaro (1896-1970) progetta vari edifici per la Cooperativa Mussolini fra Invalidi e Mutilati di guerra: in viale Gozzadini, in via Vascelli, a porta S. Isaia, in via Tanari. Ristruttura inoltre il complesso di San Colombano, sede dell'Associazione Mutilati in via Parigi. Risalente all'XI secolo, contiene preziose opere d'arte: dagli affreschi di Pietro Pancotto attorno al portale d'ingresso, raffiguranti l'Inferno e il Giudizio Universale, alla sala con dipinti di Antonio e Paolo Carracci, Lionello Spada e Lucio Massari, mentre l'oratorio conserva una "gloriosa gara" ad affresco degli allievi dei Carracci. Ex allievo e assistente di Attilio Muggia (1861-1936), in questi anni Vaccaro è impegnato in alcuni prestigiosi progetti: il Palazzo delle Poste e Telegrafi di Napoli (1928-36), con Gino Franzi (1884-1958), la Facoltà di Ingegneria di Bologna (1931-35), la Torre dell'acquedotto di Rovigo (1932-36), la grande colonia AGIP a Cesenatico (1937-38).dettagli
-
22 novembre 1931La Casa del MutilatoIn via Parigi è inaugurata la Casa del Mutilato, collocata nell'antico complesso ecclesiastico di San Colombano, divenuto proprietà di privati ai primi dell’800. Acquistato nel 1927 dall'Associazione Nazionale Mutilati di Guerra (ANMIG), tra il 1929 e il 1931 è stato restaurato e trasformato parzialmente in stile moderno dall'architetto Giuseppe Vaccaro (1896-1970). Sopra il balconcino nella facciata il pittore bolognese Arnaldo Gentili (1890-1988) ha dipinto ad affresco un San Giorgio a cavallo, protettore dei mutilati di guerra.dettagli
-
28 ottobre 1934La sede della Facoltà di IngegneriaLa Facoltà di Ingegneria dell'Università si trasferisce nell'area dell'ex proprietà Cassarini in viale Risorgimento, vicino a porta Saragozza. Progettata dall'arch. Giuseppe Vaccaro (1896-1970), con la collaborazione di Enrico De Angeli (1900-1979), la nuova sede della Scuola degli Ingegneri è inaugurata il 28 ottobre, anniversario della Marcia su Roma. Simbolo di una rinnovata cultura edilizia e formazione professionale, il vasto complesso è ispirato ai migliori modelli del razionalismo italiano, quali ad esempio l'Istituto di Fisica romano dell'arch. Giuseppe Pagano. Da un punto di vista planimetrico riprende la disposizione a pettine già proposta da Muggia nel 1926. E' dotato di un'alta torre, incombente sull'ingresso, un vero “prodigio tecnologico e funzionale” unico in Italia (Bettazzi), che funge da deposito librario per la biblioteca di Facoltà. Il corpo principale ospita l'aula magna, la presidenza e gli uffici dei docenti ed è caratterizzato da ampie aperture verticali, mentre il lato settentrionale è occupato da grandi aule da disegno con lunghe finestre a nastro. Nell'atrio rivestito in marmo campeggia la lapide con il Bollettino della Vittoria, mentre uno dei cortili interni ospita il memoriale degli studenti caduti nella Grande Guerra.dettagli
-
1936Progetto per una caserma di artiglieriaAlla mostra di architettura, che si tiene nel 1936 nel palazzo comunale di Bologna, i giovani Luigi Vignali, Giuseppe Mazzanti e Italo Bianco presentano il progetto - con plastico - di una caserma di artiglieria divisionale. Esso denuncia, nello stile modernista, una chiara ascendenza dagli edifici proposti in questo periodo da Giuseppe Vaccaro, maestro riconosciuto della generazione dei giovani progettisti bolognesi. La maggior parte di essi frequentano la Facoltà di Ingegneria o il biennio di Architettura, di recente istituito, dell'Accademia di Belle Arti e partecipano alle animate discussioni che si tengono di sera al caffè San Pietro, frequentato ritrovo di artisti e intellettuali. Alcuni, come Alfredo Leorati, presentano i loro lavori ai Littoriali, seguendo i consigli e le correzioni di Renzo Bianchi, anche lui studente, ma “più anziano e preparato” di loro (Vignali). Il progetto della caserma è già stato presentato nel 1935 al concorso di architettura dei Littoriali della Cultura e dell'Arte di Roma.dettagli
-
7 gennaio 1938Progetto per il Piano Regolatore GeneraleAl concorso per il progetto di nuovo Piano Regolatore della città, a sostituzione di quello del 1889, sono ammessi architetti e ingegneri iscritti ai rispettivi albi e sindacati. Fanno parte della Commissione giudicatrice Cesare Colliva, podestà di Bologna, e professionisti nominati dai diversi sindacati nazionali fascisti, dall'INU e dall'Ufficio tecnico comunale, tra i quali Marcello Piacentini e Giuseppe Vaccaro. Cinque progetti sono dichiarati vincitori: al primo posto il gruppo rappresentato da Degli Innocenti, Filippone e Marconi. Nei piani presentati sono contenute idee di grande interesse: ad esempio lo spostamento a sud, verso le colline, dello sviluppo residenziale, in una zona più salubre e gradevole, l'edificazione di città satelliti, per contrastare l'espansione a macchia d'olio della città, la creazione di un anello viario tangenziale, lo spostamento a nord del nodo ferroviario. Il progetto degli architetti Bottoni, Giordani, Legnani e Pucci (Porta Stiera 6, classificato quarto) prevede, accanto al quartiere residenziale nell'area del Pirotecnico, la presenza di un grande "teatro di masse". Il concorso non approderà praticamente a nulla. Nel 1939 i gruppi vincitori e l'Ufficio tecnico comunale riceveranno dal nuovo podestà Enzo Farné l'incarico di eleborare un piano definitivo, coordinati da Plinio Marconi (1893-1974). Verrà però approntato solo il Piano particolareggiato di alcune zone del centro cittadino, anch'esso sospeso nel 1941 dal Ministero dei Lavori pubblici a causa della guerra in corso.dettagli
-
luglio 1938La colonia dell'Agip "Sandro Mussolini" a CesenaticoPer volere del presidente dell'AGIP Umberto Puppini è costruita a Cesenatico una grande colonia marina per i figli dei dipendenti dell'azienda. E' intitolata a Sandro Mussolini (1910-1930), nipote del Duce, morto prematuramente di leucemia. E' progettata in cemento armato dall'architetto bolognese Giuseppe Vaccaro (1896-1970) e costruita dall'agosto 1937. Nel luglio 1938 accoglie il primo turno di 300 bambini. L'edificio principale della colonia contiene, su cinque piani, i dormitori. E' tutto sollevato su pilastri e parallelo alla costa. La soluzione della facciata libera, indipendente dai sostegni verticali, è di grande efficacia. Alle estremità del portico continuo sono collocati due edifici più bassi, destinati ai servizi generali, al refettorio e alla cucina. In questo progetto, forse il suo più ardito e innovativo, Vaccaro intende "dare risposta alle esigenze del bambino attraverso la modernità e la qualità del linguaggio architettonico" (Mucelli). E' evidente l'intento di adattare la struttura al paesaggio costiero ancora incontaminato, dominato dalle linee orizzontali della spiaggia e del mare. Per l'architetto "Sole, aria, debbono essere giustamente dosati per trarre i massimi benefici; e le stesse visioni panoramiche del mare e della campagna (la dolce terra di Romagna) debbono equilibrarsi con giusta misura per l'allietamento dello spirito". Durante la seconda guerra mondiale la colonia verrà utilizzata come ospedale militare. Sarà occupata prima dalle truppe tedesche, poi da quelle Alleate. Nel dopoguerra tornerà ad ospitare i bambini, ma sarà utile anche in occasione di emergenze umanitarie, quali l'alluvione del Polesine e la catastrofe nucleare di Chernobyl.dettagli
-
21 aprile 1945Pellegrinaggio al muro di piazza NettunoNel giorno della Liberazione i parenti dei partigiani, vittime delle rappresaglie nazifasciste, cominciano ad appendere le immagini dei loro cari sul muro del palazzo comunale in piazza Nettuno, abitualmente utilizzato per le fucilazioni e chiamato dagli stessi fascisti “il posto di ristoro dei partigiani”. Qui i cadaveri dei giustiziati erano lasciati a lungo esposti come monito alla popolazione. Come testimoniato dall'animatore dei Gap Secondo Negrini "I tedeschi e i fascisti avevano abolito tutte le leggi, anche quelle del più duro regime militare, e governavano con i plotoni d'esecuzione e con le torture. Erano belve senza pietà. I nostri venivano attaccati agli uncini di piazza Nettuno con il collo e poi li lasciavano appesi anche molto dopo la morte. I fascisti chiamavano quel luogo “il posto di ristoro” dei partigiani". Alla fine degli anni '40 si avrà una prima sistemazione dell'Altare del popolo (o Ara dei Martiri), con la creazione di un lungo tabellone coperto da un vetro. Il progetto definitivo sarà portato a termine nel 1955, in occasione del decennale della Liberazione, ad opera dell'architetto Giuseppe Vaccaro, e inaugurato il 25 aprile di quell'anno dall'on. Giuseppe Saragat. Nel Sacrario saranno menzionati - e quasi tutti effigiati - 2.052 dei 2.064 partigiani caduti nei venti mesi dell'occupazione nazista. Nell'area centrale saranno ospitate le Medaglie d'oro al V.M. In basso, in sedici formelle più grandi, saranno collocate fotografie scattate tra il luglio 1943 e l'aprile 1945.dettagli
-
29 luglio 1946Piani di ricostruzone di Giuseppe Vaccaro e Bruno Parolini nel Ravennate e nel FerrareseAlfonsine e Cotignola, paesi del Ravennate rimasti sulla linea del fronte del Senio nell'inverno 1944-45, risultano quasi completamente distrutti al termine del conflitto mondiale. La loro ricostruzione è affidata, per conto del CEU Centro Emiliano di Urbanistica, agli architetti Giuseppe Vaccaro (1896-1976), professionista di fama nazionale, e Bruno Parolini (1889-1982), grande interprete del restauro, collaboratore del soprintendente Alfredo Barbacci nei cantieri bolognesi del dopoguerra (Corpus Domini, San Francesco, Mercanzia, ecc.). Il piano di ricostruzione di Alfonsine è approvato il 29 luglio 1946. Verranno edificati la piazza principale e il nuovo municipio, la piazza delle scuole e del mercato coperto. Il piano di Cotignola, redatto da Parolini, è approvato il 12 novembre 1946. La ricostruzione della piazza principale avverrà per gradi, nel corso di dieci anni, a partire dalla Collegiata di Santo Stefano. Il progetto del nuovo municipio, che sarà completato nei primi anni '50, è firmato da Vaccaro e Parolini. Il linguaggio architettonico prescelto è molto semplice e razionale. Il portico rivestito di lastre in marmo richiama l'edificio realizzato ad Alfonsine. La torre civica non verrà ricostruita, ma nel punto in cui si trovava, a sinistra della facciata, sarà collocato un orologio a due quadranti. In provincia di Ferrara Vaccaro e Parolini curano i piani di ricostruzione di Argenta e Portomaggiore, località anch'esse in prossimità del fronte invernale della Linea Gotica e usciti pesantemente mutilati dal conflitto mondiale. Argenta era un caposaldo del sistema difensivo tedesco. La strettoia tra le Valli di Comacchio e quelle di Campotto era l'ultimo baluardo contro l'avanzata degli Alleati verso il Po. L'attacco contro la cittadina si scatenò nella notte tra il 12 e il 13 aprile 1945 e in un attimo tutto il paese divenne un rogo, un immenso cumulo di rovine e di macerie. Il piano di ricostruzione dell'abitato, redatto da Parolini, sarà approvato il 23 gennaio 1947. Anche la vicina Portomaggiore ha subito danni rilevanti dall'attacco del 13 aprile. E' stato colpito soprattutto il centro urbano e pochi edifici storici si sono salvati. Con il Dm del 30 novembre 1946 è approvato il piano di ricostruzione firmato da Vaccaro.dettagli
-
giugno 1949Il piano INA Casa. Nuovi quartieri popolari nella periferiaNel giugno l'INA Casa stanzia 300 milioni per la città di Bologna, da destinare alla costruzione di case per lavoratori in base al piano casa Fanfani, approvato con la legge 43 del 28 febbraio precedente. Il piano sarà in funzione fino al 1963. A Bologna alcune importanti realizzazioni, veri e propri quartieri abitativi, si hanno alle Due Madonne, al Cavedone in San Donato, a Borgo Panigale e in altri settori dell'estrema periferia. Secondo le indicazioni fornite dall'ente ai progettisti, i nuclei INA Casa avrebbero dovuto essere composizioni varie e articolate, con bella vegetazione e edifici autonomi e dotati di fisionomie distinte. I villaggi più esterni saranno, di fatto, per lunghi anni borghi autosufficienti, isolati in aperta campagna, spesso mal collegati al resto della città. Tra gli architetti impegnati nei cantieri dell'INA Casa vi sono alcuni dei migliori esponenti del modernismo, quali Giuseppe Vaccaro, Alberto Legnani, Gian Luigi Giordani, Gildo Scagliarini, Alfredo Leorati, Francesco Santini.dettagli
-
1952Villa Musiani in via delle RoseL'architetto Italo Bianco (1915-1982) è autore del progetto di Villa Musiani in via delle Rose, elegante edificio, che risente evidentemente della lezione modernista e dell'esempio di autori quali Enrico De Angeli e Giuseppe Vaccaro. Di origine veneta, Bianco ha frequentato a Bologna il Biennio Speciale di Architettura dell'Accademia di Belle Arti, assieme ad altri giovani promettenti, “attratti dall'arte di Vitruvio”, quali Gildo Scagliarini, Giuseppe Mazzanti, Luigi Vignali. Villa Musiani è la sua prima importante realizzazione. In questo periodo è anche impegnato, come insegnante e come progettista, sui cantieri del Villaggio INA Casa di Borgo Panigale, dei quali scrive ripetutamente sulla rivista "Aedilis" dell'Istituto Professionale dei Lavoratori Edili. Oltre che autore di numerosi edifici - via Siepelunga, via Masi, piazza dell'Unità, via Fioravanti, ecc. - Bianco parteciperà ad altri importanti progetti a livello urbanistico, quali la sistemazione del lato orientale di via Marconi, la stazione Termini a Roma, il Villaggio CEP alla Barca.dettagli
-
1954Fa discutere la Casa del Rotary in Piazza RavegnanaL'architetto Melchiorre Bega (1898-1976) progetta la Casa del Rotary in Piazza Ravegnana, accanto alle Due Torri, sostituendo la palazzina seicentesca, che ospitò il negozio del famoso armaiolo Giacinto Zanotti e che per un periodo fu sede del Bologna Football Club. L'opera suscita notevoli polemiche per l'estraneità al contesto storico. Vi si oppone soprattutto la Soprintendenza ai Monumenti, nella persona di Alfredo Barbacci (1896-1989). Bega sostiene di non poter fare altro che inserire un edificio del suo tempo, essendo le imitazioni insincere. E' sostenuto nella sua scelta da illustri colleghi, quali Giò Ponti, Giuseppe Vaccaro e Enrico De Angeli. Secondo Giuliano Gresleri, invece, la loggia a piano terra, arretrata rispetto a quella precedente, "non raggiunge tensioni spaziali". A seguito delle tante critiche ricevute, Bega deciderà di lasciare la città.dettagli
-
1955La chiesa del Cuore Immacolato di Maria a Borgo PanigaleTra il 1955 e il 1960 gli architetti Giuseppe Vaccaro (1896-1970), Adalberto Libera (1903-1963) e Pier Luigi Nervi (1891-1979) progettano la chiesa del Cuore Immacolato di Maria, all'interno del quartiere INA Casa di Borgo Panigale. La pianta centrale della chiesa prefigura gli effetti, sul piano dell'architettura ecclesiale, delle innovazioni liturgiche promosse dal cardinale Lercaro e attuate con il documento conciliare De Sacra Liturgia del 1964. Notevole risulta la riforma del presbiterio, con l'altare libero su ogni lato. A Nervi, architetto di fama internazionale, autore del palazzo dello sport di Roma e dell'Auditorium del Vaticano, si deve la particolare copertura piana, con le nervature che richiamono "le tante volte stellate tardogotiche" presenti in Europa (Matteucci). Originario di Sondrio, Nervi si è laureato in ingegneria civile a Bologna nel 1913. Ha perfezionato lo studio e la progettazione delle strutture in cemento armato lavorando, tra il 1913 e il 1923, presso la Società per le Costruzioni Cementizie a Bologna e a Firenze.dettagli
-
1957Edificazione del quartiere BarcaInizia, con il coordinamento dell'architetto Giuseppe Vaccaro (1896-1970), la realizzazione del nuovo quartiere Barca, nella periferia ovest vicino a un’ansa del fiume Reno. Progettato alcuni anni prima nell'ambito del CEP (il Coordinamento di Edilizia Popolare che riunisce vari istituti come l'INA Casa e l'Istituto Case Popolari), la sua realizzazione è stata condizionata dalla presenza nella zona di un elettrodotto delle ferrovie. E' il più importante intervento urbanistico del dopoguerra nella periferia di Bologna: si stima l'insediamento di circa 40.000 abitanti. Nel progetto dei vari settori e complessi edilizi sono coinvolti Annibale Vitellozzi (1902-1990), Francesco Santini (1904-1976), Alberto Legnani (1894-1958) e altri. L'emergenza architettonica più caratteristica è un lunghissimo edificio a due piani, leggermente ricurvo, destinato ad abitazioni e negozi, che sarà chiamato "il Treno". L'edificio della scuola elementare, progetto degli arch. Alfredo Leorati, Italo Bianco, Luigi Vignali e altri, vincerà il Premio IN-ARCH 1959. Nel 1961 il card. Lercaro decreterà l'edificazione di una parrocchia al centro del popoloso quartiere. All'inizio l'edificio sacro sarà solo una cappella volante, poi un prefabbricato. La costruzione definitiva (1985) - chiesa parrocchiale di Sant'Andrea Apostolo - sarà opera dell'arch. Vittorio Gandolfi. Il piano urbanistico originario del quartiere Barca sarà attuato solo in parte. L'inaugurazione avverrà nel 1962.dettagli
-
1959La scuola di avviamento professionale "Zanotti"Tra il 1955 e il 1959 l’architetto Giuseppe Vaccaro (1896-1970) progetta e realizza, in una zona del centro storico totalmente distrutta dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, l’edificio della scuola di avviamento professionale “Zanotti”. Si tratta di una realizzazione di grande prestigio - tanto da meritare il premio INARCO - sia dal punto di vista estetico che funzionale. La scuola è dotata di aule spaziose, due aule magne, due palestre. Molto suggestivi sono la pensilina aggettante sull’ingresso e le scale di accesso in via Calori, oltre che il vasto atrio in via Graziano. Sul fianco dell‘edificio sarà collocata una scultura in bronzo di Quinto Ghermandi (1916-1994) dal titolo Teodoro Jonico (ma volgarmente chiamata Il Grillo Parlante) realizzata grazie alla legge del due percento per l’arte.dettagli
-
12 aprile 1969Le chiesa di San Giovanni BoscoNella periferia orientale viene consacrata la chiesa salesiana dedicata a San Giovanni Bosco. E' una delle ultime architetture di Giuseppe Vaccaro (1896-1970) e anche una delle sue opere più monumentali e moderne, realizzata “con coraggio e alta coerenza” (Matteucci). Il campanile, che allude alle tante torri bolognesi, si pone come riferimento visivo per il quartiere popolare circostante. Gli arredi interni sono opera di Padre Costantino Ruggeri (1925-2007), pittore d'arte sacra, scultore e vetratista, definito da Mario Sironi "soldato di due milizie: quella della fede e quella dell'arte". Dal 1992 la chiesa ospiterà l’organo colossale - il terzo più grande d’Italia, con più di 12mila canne - donato da papa Giovanni Paolo II alla diocesi bolognese. E’ stato progettato dall’organista Fernando Germani, allievo di Bossi e Respighi, e costruito nel 1951 dalla ditta Tamburini.dettagli
-
1972L'impianto polisportivo CONI dello SterlinoNell'area dello Sterlino, fuori porta Santo Stefano, sul terreno che ospita il campo di allenamento del Bologna FC, viene edificato a cura del CONI un centro sportivo polifunzionale dotato di piscine e palestre. Il complesso, progettato dagli architetti Giuseppe Vaccaro (1896-1970) e Annibale Vitellozzi (1902-1990), è intitolato a Emilio Baumann (1843-1917), pioniere della ginnastica.dettagli
-
19 dicembre 2020La scomparsa di Giuliano GresleriMuore l'architetto Giuliano Gresleri (1938-2020), protagonista della cultura bolognese del secondo Novecento. Dopo la laurea a Firenze fu per lui determinante l'incontro in Francia con Le Corbusier, di cui divenne assiduo studioso e seguace. Collaborò con alcuni dei maggiori architetti del tempo, quali Ludovico Quaroni, Giuseppe Vaccaro, Giovanni Klaus Koenig. Con il fratello Glauco (1930-2016) partecipò attivamente al vasto programma del cardinale Lercaro per la costruzione di nuove chiese nella periferia bolognese. In questo contesto nacquero il progetto – poi non realizzato - di “trasferimento” a Bologna della chiesa di Le Corbusier prevista a Ferminy (Francia) e la collaborazione con Alvar Aalto per la chiesa di Riola. Insegnò Storia dell'Architettura a Pescara, Firenze, Bologna e Cesena, conducendo importanti ricerche sull'opera di Le Corbusier, culminate con la pubblicazione nel 1984 presso Marsilio di Viaggio in Oriente. Gli inediti di Charles Edouard Jeanneret fotografo scrittore. Nel 1970 fu tra i fondatori di “Parametro”, importante rivista di architettura, di cui fu per dieci anni caporedattore. Assieme a José Oubrerie curò la ricostruzione a Bologna – davanti al quartiere fieristico – del Pavillon de L'Esprit Nouveau, realizzato da Le Corbusier per l'Expo parigina del 1925. Nell'estate del 2020 la Fondazione Lercaro ha organizzato, a cura di Paolo Capponcelli, una mostra sulla sua opera grafica e la sua pittura.dettagli