Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
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9 febbraio 1860Progetto di Museo CivicoLuigi Frati (1815-1902), segretario della Deputazione di Storia Patria, propone la creazione di un museo, che unisca le raccolte archeologiche donate da Pelagio Palagi (1775-1860) e quelle dell'Università. Il progetto sarà pubblicato nel "Bollettino della Deputazione" del 1862. La sede più idonea appare il palazzo Galvani, ex Ospedale della Morte, che viene acquistato dal Municipio e restaurato a cura dell'ingegnere capo Coriolano Monti (1815-1880). Nel corso del 1861 è costruito l'arco di collegamento con l'Archiginnasio sopra via Foscherari, sul quale è posta questa memoria in marmo: Quest'arco su la viaa congiungereBiblioteca e Archiviofabbricato nel 1861ricorda ai Nepoticon gli antichi nomi dei due EdificiiArchiginnasio e Ospedale della morteinsegnamento di Civile grandezzadatoci dagli Aviquando posero ad abitarevicino alla sapienza la carità. Del museo si parlerà per qualche anno invano: ancora nel 1867 le collezioni Palagi saranno contenute in casse e in gran parte senza inventario.dettagli
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2 ottobre 1871Il Museo Civico nel Palazzo della MorteIn occasione del V Congresso internazionale di Antropologia e Archeologia Preistoriche, il sindaco Camillo Casarini inaugura solennemente il nuovo Museo Civico, ricavato in cinque sale del Palazzo della Morte (ex Ospedale della Morte o Palazzo Galvani), direttamente collegate all'Archiginnasio. Nell’Aula XI di quest’ultimo viene posta la seguente iscrizione: Il Municipio di Bologna decretòrestasse a perpetua memoriache in questa aulaaddi II ottobre MDCCCLXXIil sindaco Camillo Casariniassieme ai primari magistratiaccoglieva e salutava benvenutii membri del V congresso d'archeologia e antropologia preistoricheQui tratti d'ogni paese dalla famadi questa sede d'antiche dottrinee dall'amore delle scienze nuoveinaugurando alla stessa ora il vicino Civico Museoauspici e plaudenti gli ospiti illustriII ottobre MDCCCLXXI Allestito dal prof. Ariodante Fabretti, direttore del museo egizio di Torino ed eroe del Risorgimento, l'istituto comunale ospita la parte antica della collezione Palagi e alcune tombe etrusche scavate da Antonio Zannoni alla Certosa. La sistemazione museale e l'opera di Zannoni suscitano generale ammirazione e meraviglia tra gli studiosi. Il catalogo è affidato al giovane Edoardo Brizio (1846-1907), allievo di Fabretti. Nel 1873 Luigi Frati e Francesco Rocchi prepareranno una nuova disposizione del museo, prevedendo la demolizione dei muri dell'oratorio al piano terra. Nel 1878 una convenzione sancirà il passaggio al Comune delle raccolte artistiche universitarie. In previsione di un nuovo grande museo, il palazzo Galvani sarà allargato dallo stesso ing. Zannoni con due bracci su via Foscherari e via Marchesana.dettagli
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22 ottobre 1874L'Archivio di Stato in palazzo GalvaniIl Regio Decreto 22 ottobre 1874 istituisce l'Archivio di Stato di Bologna. La sua creazione è stata vivamente voluta dalla Deputazione di Storia Patria per le Romagne e da Giosue Carducci. Il primo nucleo è il vasto Archivio degli Atti civili e criminali contenuto nel palazzo detto dei Bastardini. Ad esso si aggiungeranno: nel 1877 l'Archivio Demaniale custodito nel palazzo dei Celestini; nel 1879 gli Atti dei governi comunale e pontificio presenti nel Palazzo del Podestà e l'Archivio del Reggimento tenuto in Palazzo comunale. Raccoglierà inoltre molti altri archivi minori da vari luoghi della città. Nel 1878 il direttore Carlo Malagola preparerà un piano di ordinamento generale dei fondi in quattro sezioni, corrispondenti ai principali periodi della storia bolognese. Nel 1882 l‘Archivio di Stato di Bologna risulterà, per copia di materiale - oltre 120.000 pezzi, “fra volumi e mazzi” - tra i più vasti in Italia. Fino alla Seconda Guerra Mondiale la sede della parte antica sarà in palazzo Galvani, ex Ospedale della Morte, per poi passare nell’antico convento dei Celestini.dettagli
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19 febbraio 1876Una Cuccagna di beneficenza invece del corso mascheratoNel 1876 per Carnevale non viene effettuato il corso mascherato, sostituito da altri spettacoli e divertimenti. In Piazza Maggiore si tiene una grande festa con fuochi d'artificio, concerto della banda municipale e infine il volo di una mongolfiera “di forma meravigliosa”. I teatri ospitano i veglioni riservati a un pubblico distinto, aristocratico o borghese, mentre nelle piazze si svolgono balli popolari molto frequentati. La vera novità dell'anno è la Cuccagna di Beneficenza che viene organizzata in Palazzo Galvani, un tempo Ospedale della Morte e ora sede del Liceo Galvani. Il locale è riccamente decorato e dotato di una “brillantissima” illuminazione. Vengono elargiti gratuitamente cibi e vini. In bella mostra nel cortile vi sono oltre 30.000 premi, tra cui “una distesa di mortadelle, prosciutti ed ogni altro ben di Dio, esposti ai cupidi sguardi di chi ha appetito”. Nei giorni della Cuccagna Palazzo Galvani diventa così il luogo di ritrovo preferito della borghesia. A partire dal 19 febbraio, la gente accorre molto numerosa, tanto che per muoversi nella calca – riferisce il cronista del giornale “L'Ancora”, occorrono “gomiti di ferro”.dettagli
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7 luglio 1878Il Museo Universitario passa in palazzo GalvaniPochi mesi prima il Consiglio comunale ha deliberato la costituzione di un grande Museo Civico, anche a seguito delle numerose scoperte archeologiche avvenute in questo periodo nel territorio cittadino. Il 7 luglio è approvata una convenzione in base alla quale il Museo Universitario confluisce in palazzo Galvani (ex Ospedale della Morte). La direzione della Sezione archeologica è affidata a Edoardo Brizio (1846-1907), quella della Sezione medievale e moderna a Luigi Frati (1815-1902). Giovanni Gozzadini (1810-1887) è nominato Direttore Generale.dettagli
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1890La Scuola di PaleografiaCarlo Malagola (1855-1910), docente dell'Università di Bologna e direttore dell'Archivio di Stato dal 1885 al 1898, fonda la Scuola di Paleografia annessa a questo istituto. A lui si devono anche la ripartizione e la messa in ordine dei numerosi documenti dell‘Archivio conservati in Palazzo Galvani.dettagli
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12 giugno 1893La Mostra dei cimeli diventa Museo del RisorgimentoAl pian terreno di Palazzo Galvani, che già ospita il Museo Archeologico, è inaugurato il Museo del Risorgimento. Il primo impulso alla sua costituzione era venuto nel 1884 da varie Società di Reduci e dalla Lega per l'istruzione del Popolo. Dopo la mostra di cimeli nel Tempio del Risorgimento italiano durante l'Esposizione Emiliana del 1888, ospitata nelle sale e nel chiostro ottagonale del convento di San Michele in Bosco, una commissione formata dal sindaco Dallolio e da diversi esperti (tra i quali Giosue Carducci e l'arch. Tito Azzolini) si è messa d'impegno per rendere la raccolta permanente. Gran parte del lavoro preparatorio è opera del prof. Raffaele Belluzzi (1839-1903), ispettore scolastico comunale, che diviene il primo direttore del nuovo museo. Lo scopo del Museo del Risorgimento è diverso da quello degli altri musei. Non è una semplice raccolta storica, ma ha soprattutto una funzione didattica: esso “tende a educare le generazioni venture ai sentimenti di patria, di amore e di sacificio”.dettagli
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1990Il Museo del Risorgimento si trasferisce a Casa CarducciIl Museo Civico del Primo e Secondo Risorgimento si trasferisce a Casa Carducci. Con l’appartamento del poeta, il giardino e il mausoleo carducciano costituisce un unico complesso museale. Il museo del Risorgimento venne istituito a Bologna nel 1893 e collocato al pianterreno di Palazzo Galvani. L'esposizione dei cimeli era accompagnata dagli stemmi delle città emiliane e dai busti dei protagonisti dell'800 italiano. Chiuso al pubblico durante la seconda guerra mondiale, fu riaperto solo nel 1954. Negli anni successivi venne nuovamente chiuso a più riprese. L'esposizione del Museo civico del Risorgimento, articolata in cinque aree tematico-cronologiche, ripercorre - non solo da un punto di vista politico-militare, ma anche sociale, culturale ed economico - le vicende storiche bolognesi dalla Rivoluzione Francese alla Grande Guerra.dettagli
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31 gennaio 2024I segni e i caratteri di Maurizio OstiNell'ambito di Art City e in occasione di Arte Fiera, dal 31 gennaio al 29 febbraio è allestita, presso l'Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna, la mostra Maurizio Osti. L'ordine del segno 1964-1978. Curata da Sandro Malossini, presenta una serie di opere risalenti agli anni Sessanta e Settanta di Maurizio Osti (1944- ) artista bolognese conosciuto a livello internazionale e già insegnante di Tecniche grafiche speciali e Progettazione Grafica presso l’Accademia di Belle Arti. Nel periodo illustrato dall'esposizione, la sua ricerca si svolge tra gli ambiti dell'arte verbo-visiva e dell'arte concettuale. E' caratterizzata dalla riflessione sui segni grafici e linguistici attraverso un gran numero di tecniche e materiali. A partire dalla personale Polymorphis del 1973 alla Galleria di Palazzo Galvani di Bologna, , accompagnata da un testo di Giorgio Celli, Osti ha presentato la sua opera complessa e rigorosa in una lunga serie di esposizioni personali e collettive. E' stato anche autore di libri d'artista, ha disegnato caratteri, ha curato mostre e progetti editoriali. Nel 2009 ha ricevuto il Premio Marconi per l’Arte Multimediale.dettagli