Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
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1843La Barriera GregorianaTra il 1840 e il 1843 viene abbattuta l'antica e angusta porta di Santo Stefano e sostituita con una barriera doganale progettata dall'architetto Filippo Antolini (1786-1859) e costituita da due corpi di fabbrica uguali uniti da una cancellata.La porta è chiamata Barriera Gregoriana, "come attestato di fedele sudditanza" al Pontefice regnante, Gregorio XVI.Dopo l'abbattimento nel 1902 delle mura trecentesche, la grande cancellata della nuova porta sarà riutilizzata all'ingresso dei Giardini Margherita e i due fabbricati gemelli conosceranno vari usi (bagni pubblici, sede di partito, stazione dei vigili urbani, ecc.)dettagli
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21 dicembre 1874Approvato il progetto del pubblico passeggioNella seduta consigliare del 21 dicembre, presieduta dall'assessore anziano (poi sindaco) Gaetano Tacconi, viene approvato il progetto per un “pubblico passeggio” - i futuri Giardini Margherita - tra Porta Castiglione e la barriera di Santo Stefano. In una zona ai piedi delle colline, che va popolandosi in questi anni di residenze signorili, il conte Angelo Tattini ha acquistato un'area di 27 ettari Autore del disegno è il giardiniere reale e maestro di cerimonie della corte sabauda conte Ernesto Balbo Bertone di Sambuy (1837-1909), autore del riassetto del Parco del Valentino. I lavori inizieranno nel 1875 sotto la guida dell'ing. Tubertini, ma saranno costantemente seguiti per lettera dal progettista, residente a Torino. Il suo impegno è di compiere l'incarico in cinque anni, con una spesa non superiore a 163.000 lire. Il nuovo giardino pubblico, grande quanto un quarto della città antica, con un laghetto al centro e un impianto all'inglese ricco di essenze esotiche, sarà intitolato alla giovane regina d'Italia Margherita di Savoia. Nella tornata del 18 luglio 1879, poco dopo l'apertura, il consiglio comunale, "pienamente soddisfatto" del lavoro di Sambuy, gli conferirà la cittadinanza onoraria di Bologna.dettagli
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1875Progetto per una Esposizione internazionale di musicaUn gruppo di cittadini, tra i quali il conte Enrico Gommi e il marchese Camillo Pizzardi, progetta una esposizione internazionale “dimostrativa, esecutiva della storia e sviluppo della musica”, da realizzarsi a Bologna nel 1878. Essa si propone di rispondere all'esigenza di ammodernamento della cultura musicale in Italia. Prevede una mostra documentaria di partiture e strumenti e una serie di concerti, che espongano "con ordine cronologico" le musiche italiane e straniere più caratteristiche. L'esperienza dei "concerti storici" è già matura in altri paesi come l'Inghilterra e la Francia. Le speranze deluse di questo progetto verranno riprese in occasione della Grande Esposizione del 1888, durante la quale ai Giardini Margherita sarà allestito il grande Palazzo della Musica. Quella dell'88, con Giuseppe Verdi presidente onorario, ma di fatto diretta da Arrigo Boito, passerà alla storia come la prima mostra dedicata interamente alla musica nell'ambito delle esposizioni internazionali. Per l'importanza delle collezioni esposte e l'impressionante serie di concerti eseguiti, l'Esposizione Internazionale di Musica sarà il vero e proprio fiore all'occhiello della rassegna emiliana, ponendosi come "invidiabile insegna di Bologna".dettagli
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3 gennaio 1875Gaetano Tacconi sindacoAlle elezioni amministrative riacquista il potere lo schieramento moderato. Viene eletto Gaetano Tacconi (1829-1916), primo sindaco borghese della città, sostenuto anche dai liberali progressisti. Esponente di punta della massoneria bolognese, Tacconi ha preso parte nel 1848, ancora giovanissimo, alla difesa di Venezia con la Legione bolognese, poi ha collaborato con il governo Farini e ha organizzato l'insurrezione delle Marche. Nel 1874 è stato eletto deputato per il partito democratico. Dal 20 marzo 1874 è assessore anziano con funzioni di sindaco ed entra effettivamente in carica il 3 gennaio 1875. Governerà per quindici anni, fino al 26 ottobre 1889 e siederà poi in Consiglio comunale fino al 1914. La sua filosofia è che le amministrazioni pubbliche "hanno solo il compito di regolare e secondare le manifestazioni dell'attività privata". Il mandato di Tacconi sarà caratterizzato da buona amministrazione, con il riassetto delle finanze comunali, e da alcune notevoli realizzazioni, tra le quali l'apertura di via Indipendenza, del Museo Civico e dei Giardini Margherita e l'approvazione, nel 1889, del primo piano regolatore in Italia.dettagli
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13 maggio 1876Un sepolcreto etrusco ai Giardini MargheritaDurante i lavori per la realizzazione del parco pubblico dei Giardini Margherita è ritrovato un antico recipiente in bronzo (cista). La notizia attira l'interesse dell'archeologo Antonio Zannoni. Lo scavo da lui condotto porterà alla luce 172 tombe etrusche, accompagnate da grandi stele funerarie riccamente decorate. Altre 22 tombe saranno scavate tra il 1887 e il 1889 da Edoardo Brizio, tra le quali quella a cassone di blocchi di travertino, che rimarrà visibile sul posto. I ritrovamenti continueranno nella seconda metà del '900. In totale, nell'area dei Giardini Margherita, saranno individuate 236 sepolture, risalenti al VI-IV secolo a.C., spesso dotate di straordinari corredi, con vasi di eccelsa qualità. In particolare, la cosiddetta Tomba Grande risulterà tra le più ricche del panorama felsineo.dettagli
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1878Un recinto per i daini ai Giardini MargheritaAi Giardini Margherita viene costruito un grande recinto destinato ad ospitare i daini donati dalla famiglia Talon. Questi animali saranno per decenni - assieme ai leoni rinchiusi dal 1939 in una gabbia vicina - una delle attrazioni dei frequentatori del parco. “Poco oltre la gabbia dei leoni, una staccionata formava un recinto per i daini che venivano a prendere il cibo direttamente dalle mani dei visitatori” (Medici) Nel 1888 i daini verranno temporaneamente sfrattati: il Comune concederà al Comitato esecutivo della Grande Esposizione Emiliana la loro area per collocarvi alcuni motori di macchine a vapore.dettagli
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6 luglio 1879Inaugurazione dei Giardini Margherita“Una folla immensa di popolo” si raduna per l'inaugurazione del parco pubblico, costruito sull’area chiamata Beni Bassi del Conte Tattini, situata tra porta Castiglione e porta Santo Stefano. E’ opera di Emanuele Bertone di Sambuy, nobile piemontese, esperto cultore di architettura di giardini pubblici e già progettista del Parco del Valentino a Torino. Il giardino, che prende modello da quelli parigini - soprattutto il Parc Monceau e il Bois de Boulogne - sarà intitolato nel 1888 "Passeggio Regina Margherita", in onore della giovane consorte del re Umberto I. L'aristocrazia e la buona borghesia bolognese lo frequenteranno per le passeggiate in carrozza e per le feste e i balli nell'elegante chalet. Il popolo, invece, accorrerà soprattutto per le gite in barca sul laghetto, alimentato dal canale di Savena, e per i concerti della banda municipale.dettagli
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14 luglio 1879Il Festival pro inondati del PoUn “gran concorso” di persone partecipa al festival a favore delle vittime delle inondazioni del ferrarese, che si tiene il 14 luglio ai Giardini Margherita, a pochi giorni dall'inaugurazione ufficiale del parco pubblico. Il punto di maggiore assembramento è davanti allo chalet, illuminato con luce elettrica di bell'effetto, benché non “purissima né tranquillissima”, mentre i fuochi dei bengala si accendono sulle belle ville della collina di San Michele in Bosco. Diverse bande suonano in vari punti del giardino, dove i gestori del cafè-restaurant hanno allestito spacci per birra e bibite. Purtoppo la pioggia costringe il pubblico ad andarsene nel pieno della festa. Il Comitato a pro degli inondati si dichiara comunque soddisfatto delle offerte raccolte. Ben 200 lire lire vengono donate dall’Unione ausiliaria del ceto orefici e gioiellieri, “uno dei sodalizi più antichi” di Bologna.dettagli
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1880Importanti rinvenimenti archeologiciTra il 1871 e il 1880, grazie all'opera di grandi studiosi e appassionati, quali Giovanni Gozzadini, Antonio Zannoni e Edoardo Brizio, Bologna è teatro di una serie ininterrotta di rinvenimenti archeologici, che interessano soprattutto la periferia sud-occidentale. Vengono alla luce un gran numero di tombe ricche di reperti, risalenti a diverse epoche antiche, tra la prima età del Ferro e il periodo romano. I sepolcreti, posti in prossimità dell'antico abitato cittadino, prendono il nome dei proprietari dei fondi in cui sono rinvenuti: Benacci, Benacci Caprara, Melenzani, De Lucca (1875); o delle località di scavo: Arsenale Militare (1874), Giardini Margherita (1876). All'Arsenale Gozzadini e Brizio trovano una necropoli con una cinquantina di tombe villanoviane.dettagli
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1881La banda municipale si trasferisce ai Giardini MargheritaCon l'impianto del servizio tramviario e l'ingombro della nuova statua di Galvani, i tradizionali concerti del venerdì della banda municipale si trasferiscono ai giardini Margherita. Le serate bandistiche sono molto popolari a Bologna: è un tipo di musica che "serve poco à buoni gustai, ma molto agli amanti e alle mammine eleganti". In occasione dei "Venerdì dell'Antonelli" - dal nome del maestro che li dirigeva - piazza della Pace, illuminata a giorno assieme al portico dell'Archiginnasio, era occupata da centinaia di sedie, accessibili a modico prezzo, disposte dai caffè della zona e dalla Birreria Hoffmeister. Il cav. Alessandro Antonelli (1828-1895) eseguiva brani tratti dalle opere rappresentate al Teatro Comunale, affrontando anche il difficile repertorio wagneriano. La sua direzione è ricordata in un celebre sonetto di Stecchetti: Quando Antonelli col cheppì alla sgherraE lo spadon sui tacchiCava gli applausi e i bis di sotto terraCoi Goti del.... Panzacchi. La banda musicale fu istituita dal Municipio nel 1856. Cominciò suonando la Marcia di Radetzky di Strauss. Era composta inizialmente da 45 elementi e aveva le stesse divise della Guardia urbana d'onore. Doveva intervenire in tutte le parate e passeggiate militari e durante il trasporto in città della Madonna di San Luca. Dal 1873 è passata sotto l'Ufficio Istruzione e il capo-banda fa parte, da allora, del corpo insegnante del Liceo musicale. Dal 1895, con la morte del maestro Antonelli, la direzione sarà assunta dal maestro Filippo Codivilla, che la terrà fino al 1913.dettagli
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8 giugno 1882La "flotta" dei Giardini MargheritaLa società Rivaldoni & C. inaugura un servizio di barche da passeggio sul laghetto dei Giardini Margherita. Sono una dozzina, “eleganti, svelte e sicure”, e hanno nomi “gentilissimi”. Vi sono canotti da remo, ma anche “barche omnibus” con tutti i comfort: sedili, cuscini e tende. Le imbarcazioni sono tutte ancorate a un padiglione dotato di comoda scala. La gita in barca sul laghetto dei giardini diventerà, quasi subito, una piacevole abitudine per le giovani coppie bolognesi.dettagli
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1887Edoardo Brizio professore di ArcheologiaEdoardo Brizio (1846-1907), archeologo e paletnologo torinese, assume l'incarico di Regio commissario per i Musei e gli scavi dell'Emilia e delle Marche, dopo la morte di Giovanni Gozzadini. E' già professore di Archeologia e Numismatica all'Università e direttore della sezione antica del Museo Civico. Le tre cariche saranno da ora in poi affidate assieme al professore di Archeologia, fino alla costituzione, nel 1924, di una Soprintendenza archeologica autonoma. Brizio è il primo a dare una sistemazione scientifica ai materiali rinvenuti nei numerosi scavi effettuati del bolognese. Dirigerà personalmente quelli del fondo Benacci-Caprara (1887-1888), dei Giardini Margherita (1887-1889), dell'Arsenale Militare (1888-1889), di Claterna (1887-1890) e Marzabotto (1888-1889), fino a quelli del cosiddetto "muro del Reno" (1894-1902) e di Villa Cassarini (1906-1907). Dominerà la scena delle ricerche archeologiche nel bolognese fino all'inizio del '900 e darà la sua impronta al Museo Civico, nuovamente inaugurato nel 1881.dettagli
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29 dicembre 1887Eccezionale nevicataLa neve cade senza sosta nella notte del 29 dicembre e per tutta la giornata del 30. Sulle strade il manto bianco raggiunge un altezza notevole. Il tentativo di liberare alcune strade crea cumuli di 2 o 3 metri. In piazza Nettuno essi arrivano quasi al primo piano dei palazzi circostanti. Il peso della neve provoca il crollo di alcune strutture, quali la tettoia in ghisa della Cassa di Risparmio, una scuderia in via dé Buttieri, alcuni tetti in San Felice. Vi sono danni alla stazione e all'ufficio postale, oltre che ai cantieri dell'Esposizione regionale in allestimento ai Giardini Margherita. I servizi di trasporto - tram, vaporetti, treni, posta e telegrafo - rimangono bloccati. Il "Resto del Carlino" apre una dura polemica con il Comune, che non ha pubblicato una ingiunzione di sgombero ai proprietari privati. Al contrario: mentre la neve cadeva "fitta, uggiosa, persistente", centinaia di operai aspettavano invano, davanti all'Ufficio della neve, posto nel Palazzo di Giustizia, il permesso "di gettare via la neve che abbondante soverchiava i tetti".dettagli
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5 maggio 1888Reazioni contrastanti alla presenza dei RealiIl re d'Italia Umberto I e la regina Margherita sono a Bologna per l'inaugurazione della "triplice" Esposizione. Il 5 maggio una numerosa folla accoglie l'arrivo in città del corteo reale, accompagnato dal primo ministro Crispi e da numerosi esponenti politici. Si discosta dal clima di grande consenso popolare un episodio di contestazione da parte di un centinaio di studenti di fede repubblicana, che non vorrebbero la presentazione ai sovrani del vessillo universitario e si azzuffano con i monarchici. L'arrivo dei reali coincide, inoltre, con la tradizionale discesa in città della Madonna di San Luca, cosa che non manca di scatenare una polemica a distanza tra giornali di opposte tendenze, quali l' "Unione" clericale e "Il Resto del Carlino" laicista. Per il primo il culto della Madonna è rimasto nel cuore dei bolognesi "in onta a mille peripezie pubbliche"; il secondo descrive la tradizionale processione come una "fiera di villaggio" dall'aria campagnola. L'esponente repubblicano Quirico Filopanti contesta la visita della regina Margherita nella metropolitana di San Pietro, dove è accolta e benedetta dall'Arcivescovo. Altri descrivono invece la giovane sovrana con toni entusiasti: La sua figura pareva una visione - scrive un cronista - ed essa raccolta a pregare con le mani giunte, era l'oggetto di tutti gli sguardi, e pareva lei la Madonna che ognuno adorava. Si guardava a lei che si innalzava su tutti come cosa eterea. Il 6 maggio, dopo aver visitato rapidamente le mostre dell'Agricoltura, dell'Industria e della Musica ai Giardini Margherita, i sovrani e le autorità giungono in carrozza a San Michele in Bosco, dove, ammirano il panorama della città e inaugurano le rassegne d'arte. Gli illustri ospiti partecipano a un sontuoso lunch, imbandito dal pasticcere Majani. Carducci e la regina conversano amabilmente. Il giorno seguente Umberto I risalirà a San Michele per visitare il Tempio del Risorgimento Italiano, allestito nel chiostro dei Carracci.dettagli
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6 maggio 1888La Grande Esposizione EmilianaI Giardini Margherita ospitano dal 6 maggio la prima Grande Esposizione Emiliana, evento di importanza nazionale. Presidente del comitato esecutivo è il deputato imolese Giovanni Codronchi (1841-1907), già sindaco di Imola e leader dell'Associazione costituzionale delle Romagne. All'inaugurazione presenziano il re Umberto I, la consorte Margherita di Savoia e il Presidente del Consiglio Francesco Crispi, arrivati a Bologna “prima del tocco” e accolti da una città “imbandierata e animatissima”. "Nessuno dei viventi ricorda a Bologna una giornata come questa", scrive un cronista; una giornata che riunisce "l'entusiasmo popolare e la pompa ufficiale più solenne". Nel salone in cui si svolge l'incontro inaugurale vi sono 2.500 invitati, tra i quali 340 sindaci e innumerevoli Società della provincia, intervenute con bandiera e fanfara. Nel parterre "la bellezza impera" e "son cento e cento i volti seducenti e gli occhi ammaliatori". L'ingresso principale della manifestazione è a porta Santo Stefano: due eleganti padiglioni sorgono ai lati di una barriera semicircolare. I pilastri del cancello sono sormontati dalle statue dell'Agricoltura e dell'Industria, opere del Golfarelli. Nel grande piazzale di fronte all'ingresso lo scultore Diego Sarti (1859-1914) ha costruito una fontana monumentale: una vasca elissoidale ornata di quattro gruppi di statue, due di animali e due di sirene. L'opera desta qualche scalpore per le inedite nudità femminili, ma sarà comunque apprezzata e conservata anche dopo il termine della manifestazione. Qualche anno più tardi verrà ricollocata in Montagnola. L' Esposizione delle Provincie dell'Emilia in Bologna si articola in tre settori: Musica, Industria e Agricoltura, Belle Arti. Le costruzioni, immerse nel verde, in uno stile ricco di richiami naturalistici ed esotici, costituiscono quasi una città-giardino, piacevole e invitante, più luogo di villeggiatura che di affari. I palazzi dell'Industria e della Musica, “prodotti della stagione dell'eclettismo bolognese”, sono stati realizzati dall’ing. Filippo Buriani (1847-1898), impiegando “rudimentali sistemi di prefabbricazione metallica” (Cresti). Il padiglione principale illustra i nuovi indirizzi agricoli e industriali delle provincie emiliane, orientate verso le colture intensive, l’allevamento e il settore caseario. Sono esposti tra gli altri i macchinari dell’Officina Calzoni. Una "immane, smisurata, simbolica" mortadella di 150 chilogrammi fa bella mostra nel "tempio consacrato al dio maiale" allestito dalla ditta Breventani di Modena, coadiuvata dal “sacro collegio sacerdotale di Bologna” rappresentato da aziende quali Zappoli, Romagnoli, Forni. La Esposizione Nazionale di Belle Arti è ordinata da Enrico Panzacchi (1840-1904) nelle sale della Villa Reale di San Michele in Bosco. Per l'occasione sono stati sospesi i lavori iniziati nel 1886 per lo Stabilimento ortopedico voluto da Francesco Rizzoli. Vi si possono ammirare opere di Giovanni Segantini, Gaetano Previati e di artisti della gilda di Alfonso Rubbiani, quali Achille Casanova e Augusto Sezanne. Il trionfatore sarà il modenese Giovanni Muzzioli (1854-1894) con I funerali di Britannico, opera assai ammirata dalla critica. Nell'antico monastero olivetano è allestita anche una mostra di cimeli risorgimentali e le rassegne speciali di Didattica, Previdenza e Beneficenza, su una superficie espositiva di 6.000 mq, che comprende una grande galleria temporanea costruita sulla facciata dell'edificio. La direzione del progetto del Palazzo della Musica è affidata a Arrigo Boito (1842-1918). La preziosa architettura in stile quasi liberty, dotata di un'ottima acustica, vanta una sala per i concerti sinfonici da 1.500 posti e una più piccola per la musica da camera. Nel palazzo è allestita anche una mostra di strumenti ad arco antichi. Per tutta la durata dell'esposizione saranno eseguiti concerti polifonici e capolavori della musica sinfonica tedesca, diretti da Giuseppe Martucci e Franco Faccio e inoltre Concerti Popolari e di complessi bandistici. Particolarmente ricco è anche il programma del Teatro Comunale, con opere di Bellini, Cimarosa, Wagner, Gluck e Verdi. La Commissione Operaia fa costruire ai Giardini delle cucine popolari, con una mensa a basso costo per i visitatori meno abbienti, mentre nella caserma di via Santa Margherita sono allestiti alloggi per comitive operaie. Queste usufruiscono anche di sconti ferroviari e ingressi gratuiti nei musei cittadini. Grande attrattiva dell'Esposizione, che durerà sei mesi e avrà oltre 500 mila visitatori, sono le ascensioni in aerostato. Ma si contano altri innumerevoli eventi mondani: "il ballo Al Felsineo, le corse al trotto, il tiro al piccione", i discorsi, "lo scoprimento dei monumenti" interessano e qualche volta entusiasmano tutta la città (F. Barbanti Brodano). Durante la manifestazione esce per 42 numeri un Bollettino di grande formato, estremamente ricercato nella grafica e nelle illustrazioni. La scrittrice Matilde Serao (1856-1927), presente in veste di giornalista, pubblicherà in un libro i resoconti delle feste cittadine. Ne parleranno inoltre ben cinque quotidiani bolognesi: "La Gazzetta dell'Emilia", "Il Resto del Carlino", "La Stella d'Italia", "L'Unione" e "La Patria". In questi mesi è ripetuto l'esperimento dell'elettricità: vengono illuminate la piazza Vittorio Emanuele II, le logge del Pavaglione, le vie Santo Stefano, Farini e Indipendenza. I grandi padiglioni di Buriani saranno smontati al termine della rassegna secondo il patto stipulato dal Comune con la contessa Tattini, perchè, a detta del Testoni, disturbano la vista sulle sue proprietà. Spariranno inoltre il bel chiosco della Buton disegnato da Tito Azzolini, la Ferrovia Russa, la birreria Finzi, il "lavoriero" per la pesca delle anguille allestito dal Municipio di Comacchio nel laghetto dei giardini e la capanna del Club Alpino Italiano. La fontana del Sarti sarà invece trasferita alla Montagnola. Nonostante l'alto numero dei visitatori l'Esposizione non sarà un grande successo: se si escludono le prime settimane, la media dei biglietti venduti si manterrà sotto i mille al giorno. Già una settimana prima della chiusura (11 novembre) il periodico "Bononia Ridet" scriverà: "Nessuno da un pezzetto si accorge più che a Bologna vi sia una Esposizione Internazionale".dettagli
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9 giugno 1888Le feste degli studenti per l'VIII CentenarioPiù di mille studenti provenienti da varie città italiane e straniere giungono a Bologna per partecipare alle celebrazioni dell'VIII Centenario dell'Università. Un lungo corteo variopinto si snoda dalla stazione lungo via Indipendenza, poi lungo le vie d'Azeglio, Farini, Santo Stefano e Zamboni. I berretti colorati e i costumi dei goliardi stupiscono il popolo bolognese. Ricevono applausi entusiasti i protagonisti della sfilata: trentadue cavalieri, una grande botte istoriata proveniente da Torino piena di vino Nebiolo, un bue padovano tutto inghirlandato e una grande forma di grana ricoperta di carta d'argento e trainata da una coppia di buoi. Ad accompagnare il vino e il formaggio sono una Cerere opulenta e una procace baccante (in realtà due giovani travestiti), "un Bacco discinto" e "un satiro cornuto e caprino". Rimane memorabile la "cavalcata asinina" o "cavalcata somaresca", che "a forza di buona volontà e specialmente di urti asinini" giunge a Porta D'Azeglio e poi attraversa la piazza Maggiore, percorre via Indipendenza e arriva nel recinto appositamente costruito alla Montagnola. Qui si svolge "un grande torneo asinino con sfide sanguinose e scontri terribili", cioè una parodia ridicola dei duelli degli antichi cavalieri. I giovani europei sono presenti in massa il 12 giugno al banchetto di Casalecchio ornato di bandiere, con bande e luminarie. Indossando fasce di seta con i colori dei loro paesi e coccarde tricolori, gli studenti brindano alla pace e alla fratellanza tra i popoli. Il 13 invece si tiene in Montagnola una grande festa storico-umoristica illuminata dalla elettricità, a cui partecipano ventimila bolognesi. Viene eseguito dagli stessi studenti un fantastico balletto, intitolato Bononia Excelsior. La festa più rinomata è però quella ai Giardini Margherita: nel Salone della Musica dell'Esposizione regionale, il Comitato delle signore e signorine offre a tutti gli studenti doni e lavori femminili. Guido Podrecca scriverà sulla "Strenna Ricordo del Bononia Ridet", foglio goliardico pubblicato per l'occasione: "Oggi da Bologna è ripartita la scintilla goliardica". Podrecca è anche l'inventore, proprio durante le feste studentesche del 1888, del berretto goliardico con i colori delle varie facoltà, che è distribuito a tutti gli studenti. E' lui a proporne l'adozione al Comitato organizzatore, ispirandosi a una tavola dell' Acta Nationis Germanicae (1887) e al tipico copricapo tondeggiante dei popolani bolognesi, l'orsina. Solo più avanti, infatti, il berretto goliardico assumerà la tipica forma allungata.dettagli
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12 giugno 1888Il monumento a Vittorio Emanuele IIA dieci anni dalla sua morte, è inaugurato il monumento equestre a Vittorio Emanuele II, “primo soldato del Risorgimento”, opera di Giulio Monteverde (1837-1917). E' collocato al centro di piazza Maggiore, intitolata al re dal 1859. La piazza lo accoglie abbellita con una nuova pavimentazione. Secondo una testimonianza di Alfredo Testoni, le critiche della cittadinanza al bozzetto della statua hanno costretto lo scultore a rimodellare la coda del cavallo, imprimendole maggiore vitalità. E le critiche non cesseranno dopo la collocazione: secondo Corrado Ricci, la statua "diminuisce prospetticamente la stupenda vastità" della piazza. Gli faranno eco, tra gli altri, Giosue Carducci, Cesare Albicini e Olindo Guerrini. Nel 1944, con l'avvento della Repubblica Sociale, il monumento sarà trasferito, in ostilità ai Savoia, all'ingresso di porta Santo Stefano dei Giardini Margherita.dettagli
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12 giugno 1888Celebrazione dell'VIII centenario dell'UniversitàLe celebrazioni per l'VIII centenario dell'Università di Bologna iniziano il 12 giugno con un grande corteo di studenti, professori e associazioni militari e civili: Venivan prima i bidelli, poi gli studenti italiani e stranieri, coi berretti, poi le accademie e gl'istituti stranieri, poi i rappresentanti delle università italiane, quelle delle straniere, tutti in costume, e infine, preceduti dai mazzieri e dal Gonfalone, il Rettore nostro, il Consiglio accademico, e i professori ordinari e straordinari e gli assistenti. Una lunga, infinita caterva. Il momento culminante è l'orazione dal titolo Lo Studio di Bologna di Giosue Carducci nel cortile dell'Archiginnasio, davanti a re Umberto I e alla regina Margherita. Il cortile, cancellato il suo aspetto rinascimentale, assume quello "di un locale di stile indefinibile": appare infatti ricoperto da un velario bianco e rosso e ornato di decine di bandiere e mazzi di fiori. Al centro, di fronte all'ingresso, svetta lo sfarzoso palco reale. Il discorso di Carducci - vero e proprio manifesto politico del mito dell'Alma Mater - è spesso interrotto da acclamazioni entusiastiche. Sarà subito reso pubblico e stampato dalla Libreria Zanichelli. Il giorno prima gli studenti hanno festeggiato a modo loro la gloriosa ricorrenza, con una festa presso il laghetto dei giardini Margherita e una suonata di mandolino in piazza Maggiore dopo mezzanotte. Il 13 giugno alle 9 nel cortile dell'Archiginnasio si tiene la distribuzione delle lauree ad honorem alla presenza dei sovrani. Tutti i laureati ricevono dal rettore Capellini l'abbraccio accademico e il Sigillo dell'Alma Mater. Mentre è ancora in corso la cerimonia, gli studenti si lanciano in una grande "cavalcata asinina" per le strade di Bologna. Alla sera i reali assistono al Teatro Comunale al Tristano e Isotta di Wagner, mentre gli studenti di Bologna offrono un pantagruelico banchetto ai colleghi stranieri al Calzavecchio di Casalecchio, sulle rive del Reno. Il giorno seguente i Sovrani inaugurano il padiglione della Croce Rossa ai Giardini Margherita. Il 14 giugno la comunità degli scienziati conviene all’Archiginnasio per commemorare solennemente il primo centenario della scoperta dell’elettricità animale fatta da Luigi Galvani (1737-1798). Alle celebrazioni dell’VIII Centenario dell’Alma Mater rimangono sdegnosamente estranei i cattolici dell'"Unione": per loro è una manifestazione politica, che solennizza l'emancipazione del pensiero laico dalla religione e dalla fede e l'autonomia dell'Italia dal Papato e dalla Chiesa. Secondo i cattolici, oltre all‘anno convenzionale 1088, anche il giorno della celebrazione non è stato scelto a caso: il 12 giugno, infatti, evoca evidentemente la fine del potere pontificio sul capoluogo emiliano (12 giugno 1859). Dei difficili rapporti tra potere laico e Santa Sede fa fede anche un fatto riguardante la regina Margherita: desiderosa di venerare l'icona della Madonna di San Luca nella cattedrale di San Petronio, è costretta ad entrare di nascosto e a inginocchiarsi per terra (Bignami). La celebrazione del Centenario dell'Università avviene mentre è in corso la grande Esposizione Emiliana. Questa compresenza era stata vista, in un primo tempo, come una grande opportunità. C'era ad esempio l'ipotesi che i padiglioni della Fiera potessero essere costruiti sui terreni dell'Orto Botanico, rimanendo poi a disposizione del nuovo quartiere universitario. Ma in seguito la coesistenza delle due manifestazioni diventerà, a detta del Rettore Capellini, "un confronto irto di ostilità", che assumerà a volte "i toni della sfida" (Tega).dettagli
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19 agosto 1888Le funicolari Ferretti per San Michele in Bosco e San LucaL'ingegnere Alessandro Ferretti, uno dei maggiori esperti in Italia di trasporti via cavo - laureato in ingegneria meccanica presso l'Università di Bologna - realizza una funicolare a doppio binario, che collega i giardini Margherita alla collina di San Michele in Bosco, dove è ospitata l'Esposizione Nazionale di Belle Arti. Una macchina a vapore a 12 cavalli trascina in circa tre minuti, fino alla spianata del colle, due vetture della portata di 30 persone. La Villa Reale è raggiungibile anche con un tram a vapore, un "vaporino ansante e sbuffante", che sale a villa Revedin tramite una via ferrata di circa un chilometro. Sul piazzale superiore di San Michele, "fantasticamente illuminato fino a mezzanotte", si gode "una delle più belle viste del mondo" e si respira "un'aria fresca e salubre". E' possibile fare colazione nel magnifico Chalet della Funicolare, fermarsi ad ascoltare uno dei tanti concerti o uno dei "serali trattenimenti di prestidigitazione" e di "ipnotismo umoristico", che allietano gli ospiti del ristorante, visitare l'Esposizione e la Villa Reale e poi scendere di nuovo col vaporino ai giardini Margherita. Dopo le 6 del pomeriggio il costo del biglietto della funicolare è di soli 15 centesimi a corsa. Il 19 agosto 1888 entra in funzione anche il primo tronco della funicolare per San Luca: dal Meloncello al forte Costantini, all'altezza del dodicesimo mistero. Per l'occasione Alfredo Testoni pubblica su "Ehi! ch'al scusa" una canzonetta dialettale dal titolo Funiculì Funiculà. I risultati del servizio saranno però deludenti e l'impianto sarà smantellato nel luglio del 1889. L’idea verrà ripresa nel 1928 dal podestà Leandro Arpinati e realizzata nel 1931 con la funivia.dettagli
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12 maggio 1901La Società ginnastica Sempre Avanti!Nasce la Società Ginnastica Educativa Sempre Avanti!, sezione della Società Operaia maschile di Bologna. Il gruppo fondatore ha tenuto le riunioni preparatorie nella sala della Società di ballo Boheme in via Barbaziana (poi via C. Battisti n. 24) e in aprile si sono aperte le iscrizioni alla sezione ginnastica per i soci dell'Operaia. Intanto una squadra di ginnasti ha iniziato ad allenarsi, sotto la guida del prof. Remigio Legat, in vista della partecipazione al Concorso ginnastico federale, previsto a Bologna per il 16-19 maggio. La festa di inaugurazione della Sezione Ginnastica si tiene il 12 maggio, condotta da Gaetano Cuppi per la Società Operaia e dal professor Francesco Pullè per l’Università popolare “Giuseppe Garibaldi”. Primo presidente viene eletto Ugo Gregorini-Bingham, personaggio di spicco nella vita politica cittadina. Remigio Legat assume l'incarico di direttore tecnico. La divisa sociale è composta da una maglia bianca e calzoncini blu, con una larga fascia rossa alla cintura, un berretto floscio e una tracolla bianca e rossa. La società promuove l'attività sportiva, ma negli anni iniziali organizza anche manifestazioni di beneficenza e partecipa a campagne politiche. Sarà una delle prime società sportive in Italia a costituire una sezione femminile (1906). Dalle sue file usciranno atleti vincenti nelle più varie discipline: da Oreste Passuti, primatista italiano nel lancio del giavellotto (1913), a Adolfo Tunesi, medaglia d'oro nel penthatlon alle Olimpiadi di Stoccolma (1912). La palestra sociale è dapprima in via Barbaziana n. 8, poi in via Banzole n. 4. Nel 1904 si trasferirà in un camerone denominato “la Viola”, situato accanto a una stalla nel Prato di San Giuseppe, fuori Porta Saragozza. Nei giorni di mercato il locale verrà occupato da cavalli e biroccini. In seguito sarà la volta di locali, sempre precari, in via Malpertuso, in vicolo Otto Colonne, in via del Pratello, fuori Porta Lame. Gli esercizi all'aria aperta saranno svolti in vari luoghi periferici: ai Prati Garagnani (o dell'Eritrea), fuori Porta Galliera, in Piazza VIII Agosto, ai Giardini Margherita, a San Michele in Bosco, nei Prati di Caprara o di Filopanti, in fondo a via Capo di Lucca. Nel 1911 la Società occuperà finalmente una sala in via Maggia (o via San Gervasio), dietro palazzo Lambertini, sede del Liceo Minghetti. Presto sarà da tutti conosciuta come “la palestra della Sempre Avanti!” Vi si terranno soprattutto incontri di pugilato e di lotta greco-romana. Da qui usciranno campioni quali Aleardo Donati, Federico Malossi, Giuseppe Battistoni e, soprattutto, Francesco Cavicchi, il peso massimo idolo degli sportivi bolognesi, sul trono europeo nel 1955. Rimarranno memorabili gli incontri del campionato a squadre di lotta greco romana contro la Faenza Sportiva.dettagli
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25 maggio 1901Congresso internazionale TuristicoTra il 25 e il 27 maggio si tiene a Bologna il 3° Congresso internazionale Turistico, con rappresentanti dei Touring Club italiani e di parecchi paesi europei. Le staffette di 50 città italiane giungono a Bologna il 25 maggio. Dopo aver sfilato alla Montagnola e lungo via Indipendenza, vengono accolte in Sala d'Ercole dal sindaco Dallolio. La parata è aperta da un battaglione di bersaglieri in bicicletta. Il 26 maggio si svolge una grande sfilata di biciclette nel centro della città e la sera in Sala Borsa è offerto un banchetto con oltre 500 coperti. L'ultimo giorno si svolgono ai Giardini Margherita gare di velocipedi e di nuoto. Tra le varie sfide è molto apprezzata quella per il mezzo più pratico e spedito di trasportare un ferito con una o due biciclette. Un tandem-barella sarà effettivamente realizzato a ridosso della Grande Guerra.dettagli
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1902Le serre dei Giardini MargheritaIl Comune acquista un terreno confinante con i Giardini Margherita e adiacente a via Castiglione.Qui verranno costruite delle serre per il ricovero delle piante nel periodo invernale.dettagli
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1902Il Tennis Club BolognaUn gruppo di studenti liceali appassionati di tennis chiedono al Comune la concessione di uno spazio all'interno dei giardini Margherita per la costruzione di alcuni campi da gioco. Nasce così il Lawn Tennis Club Bologna. In Italia esistono già alcuni tennis club: a Genova, Milano, Viareggio, Firenze. Il più antico è il Bordighera Lawn Tennis, attivo fin dal 1878 presso la chiesa inglese di quella cittadina. La costruzione del Tennis Club ai “Margherita” è la prima importante deroga al concordato originario del 1875 tra il Comune e il conte Tattini, secondo il quale il parco avrebbe dovuto essere utilizzato solo come pubblica passeggiata. Notevolmente ampliato nel secondo dopoguerra, con la costruzione di uno stadio tennistico interrato, dotato di gradinate (1953), il Circolo Tennis Bologna (CTB), ospiterà importanti manifestazioni nazionali e internazionali. Nel 1956, ad esempio, vi si giocherà la coppa Davis contro la Danimarca, nel 1966 contro la Russia e nel 1976 la semifinale contro la Yugoslavia. I suoi campioni vinceranno numerosi titoli assoluti individuali e a squadre.dettagli
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1903I "fiu dal Duttour Balanzon"Viene fondata la Società “I fiu dal Duttour Balanzon”, i cui scopi istituzionali sono il divertimento e l'attività benefica. Il nome vuole ricordare la Società del Duttour Balanzon, da poco scomparsa, che per trent'anni, a partire dal 1869, ha animato e organizzato i carnevali bolognesi. Nel Novecento i corsi mascherati si terranno fuori dal centro storico, in Piazza Trento e Trieste e nei viali limitrofi. Avranno finalità benefiche, come nel 1914, quando la "cucagna ed noster pader" sarà volta a finanziare la Cassa di soccorso fra gli Studenti poveri dell'Università. Sospeso durante la prima guerra mondiale, il carnevale sarà poi celebrato fino al 1923 ai Giardini Margherita e riproposto negli anni Sessanta dal cardinale Lercaro come "carnevale dei bambini".dettagli
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luglio 1904Le panche réclameIl Municipio di Bologna concede alla ditta Brambilla & Papere di Torino il diritto di collocare duecento panche réclame, a scopo pubblicitario, in alcuni luoghi pubblici della città. Chiede che siano mantenute in ottima condizione dalla concessionaria e si riserva di togliere, dopo preavviso, quelle "indecenti o sudicie". Ha facoltà, inoltre, di traslocarle in altro luogo per ragioni di sicurezza o di pubblica utilità. Su indicazione dell'Ufficio Tecnico comunale le panche sono collocate nei giardini pubblici e nelle piazze cittadine. Nei Giardini Margherita ne vengono messe quaranta e le vecchie sedute sono sistemate nelle strade e negli spazi verdi della periferia.dettagli
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5 luglio 1904Rubbiani disegna la strada verso i Giardini MargheritaIniziano i lavori di costruzione della “via direttissima” che dai Tribunali conduce ai giardini Margherita attraverso un'area occupata ancora in gran parte da orti. E' l'unico tra i progetti urbanistici di Alfonso Rubbiani che andrà in porto. Sua intenzione è di "conquistare a Bologna un pò di quella bellezza sana e allegra che di verso i colli la natura sembra offrirle". La strada rappresenta l'applicazione di una nuova estetica urbana "fondata sul movimento, sull'assimmetria e sugli effetti di contrasto visivo" (Penzo), proposta dal movimento internazionale dell'Arte Urbana di Camillo Sitte (1843-1903). La sistemazione del viale, dall'andamento sinuoso e fiancheggiato da fabbricati in stile liberty ed eclettico, verrà approvata definitivamente dal Comune nel 1907, ma non sarà completata che negli anni Venti inoltrati. La strada sarà inaugurata nel 1909 - 50° anniversario del definitivo abbandono di Bologna da parte delle truppe austriache - e intitolata al XII giugno (12 giugno) 1859.dettagli
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18 ottobre 1907Le Corbusier a BolognaCharles Edouard Jeanneret (1887-1965) - che sarà conosciuto come Le Corbusier, grande architetto e urbanista - giunge il 18 ottobre a Bologna. Dall‘inizio di settembre sta compiendo un viaggio di studio in Italia, che ha toccato Firenze, Pisa e Siena. E’ una sorta di spedizione nelle città - viste romanticamente come organismi “brutali” - fatta “per imparare, per vivere, per cercare il punto in cui agganciare le energie avide di produrre”, condotta con pochi soldi e “senza nessun appoggio, tranne se stesso”. Quella a Bologna dovrebbe essere una breve tappa prima di Venezia. Diviene invece una sosta di quasi una settimana. E‘ un soggiorno “pieno di curiose dimenticanze”: i portici, le torri, i palazzi barocchi non attirano il giovane in modo particolare. Il primo giorno in San Petronio assiste all'ingresso del raggio del sole nel foro della meridiana di Cassini, spettacolo per lui completamente insolito. Nei giorni seguenti visita chiese e musei. Lo schema vario e articolato di Santo Stefano avrà influenza sulla sua concezione architettonica. . Con l'amico e compagno di viaggio Léon Perrin va al museo archeologico, dove ammira i reperti etruschi appena rinvenuti nella campagna di scavo dei giardini Margherita. La sosta bolognese termina con una gita in treno verso Porretta, forse per visitare l'area archeologica di Marzabotto.dettagli
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25 dicembre 1907Nuovo ingresso ai Giardini MargheritaTerminano i lavori di ampliamento dell'ingresso ai Giardini Margherita a porta Castiglione. Iniziati nel 1903, hanno comportato la risistemazione dell'area antistante l'antica chiesa della Misericordia, con la soppressione del grande lavatoio (usato dai ragazzi come piscina) in funzione dal 1872. La nuova porta si compone di tre parti: due laterali per i pedoni e una centrale più larga per le carrozze. La cancellata d'ingresso proviene dalla Barriera Gregoriana, che chiudeva tra i due casseri la porta Santo Stefano. Non era più utilizzata dopo l'allargamento della cinta daziaria nel 1901.dettagli
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1909I viali di circonvallazione prendono nomi patrotticiI viali di circonvallazione e altre strade periferiche prendono il nome di patrioti bolognesi protagonisti del Risorgimento: Giovanni Vicini, Pietro Pietramellara, Angelo Masini, Carlo Pepoli, Carlo Berti Pichat, Quirico Filopanti, Antonio Aldini. Inoltre la piazza sotto il Pincio è dedicata al XX settembre 1870, giorno della liberazione di Roma, mentre il viale ai Giardini Margherita è intitolato al XII giugno 1859, data che ricorda la caduta del governo pontificio e la partenza della guarnigione austriaca da Bologna.dettagli
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12 giugno 1910La palazzina liberty ai Giardini MargheritaNei giardini Margherita è inaugurato il nuovo chalet restaurant in sostituzione di quello in legno, realizzato all'epoca dell'apertura del parco pubblico e distrutto nel 1893 da un incendio.L'elegante palazzina in stile liberty è opera dell'architetto Edoardo Collamarini (1863-1928). E' contornata da scogliere in selenite, simili a quelle del laghetto poco distante.dettagli
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30 giugno 1910La "vasca natatoria" di via MilazzoIn via Milazzo è aperta dal 30 giugno una vasca natatoria. Questa prima piscina artificiale, trasformazione di un lavatoio comunale (1904), è erede del bagno della Grada, situato dal 1889 su un tratto del canale di Reno. Si intende in questo modo ovviare agli "scandali, peccati e altri inconvenienti" provocati dalla consuetudine popolare di bagnarsi senza indumenti nei canali cittadini durante la stagione estiva. Il nuovo impianto, per la sua ampiezza e la sua modernità, è secondo in Italia solo a quello di Porta Garibaldi a Milano. Il progetto di un'altra vasca ai Giardini Margherita non avrà invece seguito. La piscina di via Milazzo sarà utilizzata "a comodo dei Cittadini" fino agli anni Venti, quando sarà costruito il nuovo centro polisportivo del Littoriale. In seguito andrà a vuoto il progetto di trasformarla in palestra e il 19 novembre 1941 il Comune venderà l'area ai privati per la costruzione di "civili abitazioni", con l'impegno del compratore a demolire le strutture presenti.dettagli
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9 aprile 1913Una "vaccheria" e un chiosco ai Giardini MargheritaIl signor Enrico Cappelli, proprietario dell'Albergo Cappello, si impegna a costruire all'interno dei giardini Margherita, al costo di 10.000 lire, una “vaccheria” con sei vacche nei pressi della chiesa della Misericordia e un chiosco per la vendita di birre e patate.dettagli
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12 giugno 1913L'Associazione contro la diffusione della tubercolosiE' fondata l'Associazione contro la diffusione della tubercolosi. Opera, sulla base di sovvenzioni comunali e private, per arginare e combattere questa malattia, di cui si calcola siano affette, nella tipologia polmonare, circa 1.500 persone in città. Il 2 marzo 1914 l'Associazione aprirà un dispensario nei pressi della chiesa di San Domenico, con una sezione adulti e una per l'infanzia. La struttura, che sarà trasferita nel 1930 in via Venturoli, ha lo scopo di evidenziare la malattia e avviare i soggetti colpiti alla cura. Per i bambini dai 5 ai 12 anni è inaugurato inoltre un asilo campestre in una villa della frazione Cinquanta del Comune di San Giorgio di Piano. Altre strutture pubbliche, atte a fronteggiare la tubercolosi infantile, saranno le colonie marine e montane e le scuole all'aperto: la prima comincerà a funzionare ai Giardini Margherita nel 1917.dettagli
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1914Notti Lapponi ai Giardini MargheritaDurante alcune sere invernali, tra le 20 e le 23, si tengono sul laghetto dei Giardini Margherita le Notti Lapponi, insolite feste sul ghiaccio alla luce delle lampade di acetilene e delle “pietre di luna” (blocchi di selenite cavati dalle vicine colline) che circondano e adornano lo specchio d'acqua. Lo Skating Club bolognese ha da tempo ottenuto il permesso di usare il laghetto ghiacciato e la polizia si impegna a tenere lontano coloro che importunano i soci pattinatori. Il pattinaggio invernale ai Giardini sarà consuetudine almeno fino agli anni Quaranta: sulle sponde verrà montata persino una tribuna di legno per gli spettatori.dettagli
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7 giugno 1914La "Festa del Villaggio" ai giardini MargheritaIl 7 giugno il Comitato Patronesse per Operaie anemiche e il Patronato per la Protezione della Giovane organizzano ai giardini R. Margherita una festa di beneficenza, denominata "Festa del Villaggio". Sono in programma varie competizioni sportive. Gare di nuoto si svolgono nel laghetto, “che non è certo un campo ideale, essendo povero di acque e per giunta col fondo in cui abbondano le alghe”. Tra le associazioni partecipanti vi sono la Fortitudo e l’Istituto Sordomuti “Forza e Parola”. La Società ginnastica Virtus invia una squadra con bandiera. Per concessione dei comitati promotori assistono alle gare anche gli alunni del riformatorio “P. Siciliani”, la cui squadra di ginnastica svolge un buon programma, “tra grandi applausi del numeroso ed elegante pubblico intervenuto”.dettagli
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1917La Felsina FilmNei primi mesi dell'anno nasce la casa di produzione cinematografica Felsina Film. Il regista Alfredo Masi, un colonnello dell'Esercito in pensione, che si firma con lo pseudonimo di Mario Isma e si fa chiamare cavaliere, apre, presso il Teatro Rappini in via dell'Oro, una scuola d'arte cinematografica, in cui il pittore Severo Pozzati (Sepo) insegna scenografia e costumi e Sebastiano Sani "l'arte del porgere e la mimica" (Cervellati). La frequentano "sartine, meccanici, arrotini, cestai, venditori di carditi e arsenaline" della vicina fabbrica militare dell'Annunziata. Il teatro di posa - in pratica un padiglione di vetro, che permette di utilizzare al meglio la luce naturale - si trova in via Rialto, nei pressi del "pallaio” della Castellata, un rinomato campo di gioco a bocce. Per gli esterni si gira a Casalecchio di Reno e ai Giardini Margherita. I titoli sono: Come conclude amore (1917), Rebus e Bianco e nero (1918). Quest'ultima pellicola sarà colpita dalla censura "per scene indecenti e immorali". I film vengono proiettati al cinema Fulgor, ma non hanno nessun successo e i finanziatori dell'impresa si ritrovano con un pesante passivo. Perciò la Felsina Film sarà costretta a chiudere in fretta.dettagli
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22 luglio 1917Scuola all'aperto ai Giardini MargheritaAi Giardini Margherita è inaugurata una scuola all'aperto per i bambini di debole costituzione. Proposta da Mario Longhena, assessore della Giunta Zanardi, è stata costruita a tempo di record, scegliendo un semplice modello a cottage. E' aperta per otto ore ogni giorno. I bambini vengono dotati di banchi portatili, zoccoli, mantelli impermeabili e coperte: devono studiare, leggere e scrivere il più possibile all'aria aperta e seguire norme igieniche precise. I miglioramenti nella salute dei piccoli appaiono subito notevoli: si rileva un generale aumento di peso, non vi sono malattie e poche sono le assenze. La scuola è intitolata a Fernando Fortuzzi, ex facchino e consigliere comunale socialista, morto nel 1916 all'ospedale di Udine dopo essere stato richiamato in guerra.dettagli
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8 giugno 1918Visita ufficiale del reTra il 6 e il 7 giugno il re Vittorio Emanuele III percorre alcuni centri della provincia di Bologna. Ad Altedo visita il magazzino della locale cooperativa di consumo, costituita nel 1911. Nei cantieri della Bonifica Renana sale sui vagoncini della ferrovia a scartamento ridotto che l'attraversa. A Medicina è guidato dal direttore socialista della locale cooperativa agricola alle risaie gestite con contratti di affittanza collettiva. A Molinella riceve accoglienze calorose dai braccianti. L'8 giugno si trattiene per poche ore anche a Bologna. A fare gli onori di casa è li sindaco Zanardi. L'incontro tra il corteo reale e la giunta comunale avviene ai Giardini Margherita, dove, in tre piccoli padiglioni, è stato da poco allestito un asilo infantile. L'auto del sovrano passa "tra le acclamazioni giulive" dei bambini, che cantano e offrono fiori. In seguito il Re si reca al forno comunale ed elogia pubblicamente l'azione di provvidenza dell'Amministrazione socialista. Visita poi l'Istituto dei Figli del Popolo in via Galliera, il Laboratorio Indumenti Militari in via Falegnami, gestito dal Comitato di Azione Civile, e la Casa del Soldato in via San Vitale. Dopo aver incontrato l'Arcivescovo Gusmini presso l'Istituto di rieducazione dei mutilati, conclude il suo giro visitando il Pirotecnico, l'Istituto Rizzoli e l'Ufficio Notizie. L'atteggiamento cordiale tenuto da Zanardi e dai socialisti bolognesi nei confronti del sovrano è giudicato con apprensione da Nicola Bombacci e dalla segreteria nazionale dell'USI.dettagli
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16 luglio 1919La rivista futurista "Laghebia"E' pubblicato il primo numero di “Laghebia” quindicinale dei futuristi bolognesi. Nel sottotitolo si propone come “Deflagratore Futurista della maschilità artistica”. Fa il verso alla nota rivista fiorentina “Lacerba” di Papini e Soffici e riceve subito l'appoggio di F.T. Marinetti. Redattori sono Alessandro Cervellati (1892-1974) - sotto lo pseudonimo di Sandrino Ciurvelia - e Ferruccio Giacomelli (1897-1987). I due animano un gruppo di giovani scapestrati di idee anarcoidi, che, sotto il nome di Ghebia (gabbia in dialetto bolognese), si riunisce abitualmente ai Giardini Margherita a leggere Stirner e Nietzsche: tra essi Nino Della Casa, Giovanni Marescalchi, Natale Pirazzoli, Mario Brasa, Francesco Bonafede e Pietro Aterol. La rivista chiuderà dopo solo due numeri, a testimonianza della scarsa adesione alle idee marinettiane da parte degli intellettuali locali.dettagli
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12 marzo 1920La Società degli AcheiIl dottor Ezzelino Magli, già medico di bordo su grandi navi di linea, fonda, fra reduci di guerra e in una mensa militare, il sodalizio goliardico degli Achei. Il sodalizio non ha altro scopo che quello di "stare allegri alla maniera dei buoni petroniani antichi", attorno a una tavola imbandita. Raccoglie molti personaggi del bel mondo e dell'intellighenzia bolognese: tra questi Ermete Zacconi, Alfredo Testoni, Dino Grandi, Augusto Majani, Albano Sorbelli. In breve i soci si moltiplicano e, come millesimo, è registrato nientemeno che Dante Alighieri. Tra le bislacche iniziative degli Achei vi sono la Proclamazione di Bologna città di mare, con gita in barca al laghetto dei Giardini Margherita e l' "invinamento" con il lambrusco dell'acqua del Nettuno. La Federazione Acheonica Universale stampa alcuni almanacchi su carta rosa come il lambrusco e dal 12 marzo 1922 anche il giornale "Il Gigante acheo", con direzione e redazione presso la Libreria Veronese di via Foscherari. Ne escono solo otto numeri fino al 24 aprile. Dopo i disastri della grande guerra gli Achei rappresentano un desiderio di felicità, tolleranza e disimpegno. Nell'agosto 1921 i primi mille Achei offrono a Magli una pergamena (con testo di Sorbelli e disegno del pittore Montevecchi) in cui si legge: "solo fratellanza e amore potranno ridare all'umanità turbata il fiore della gioia e della pace". Pittore futurista ufficiale degli Achei è il giovane Guglielmo Sansoni, detto Tato.dettagli
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1922Il carro fascista per il CarnevaleAl carnevale del 1922 ai Giardini Margherita partecipa il carro fascista. E' sormontato da una “ramazza” (lunga scopa di saggina) con fascio littorio, in procinto di spazzar via i socialisti. Ai piedi della scopa sta un bottiglione di olio di ricino, usato dagli squadristi per punire gli avversari politici.dettagli
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6 maggio 1923Raduni dei Fasci di combattimento e dei BalillaIl 6 maggio al Teatro Duse di tiene il Raduno regionale emiliano-romagnolo dei Fasci di combattimento Avanguardia giovanile. Il 20 maggio ai Giardini Margherita è convocata l'Adunata provinciale della Legione “Balilla” di Bologna Centuria Mussolini.dettagli
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23 settembre 1924Materiale in dotazione ai PompieriIl 23 settembre ai Giardini Margherita il Corpo dei Pompieri espone il materiale in sua dotazione. Si tratta di una chiara manifestazione di potenza ed efficienza. Fanno bella mostra quattro autopompe, quattro motopompe, tre pompe a vapore, due scale aeree, quattro autolettighe, una lettiga a cavallo, una lettiga a braccia, un sidecar, un autocarro attrezzi, un autocarrobus, una vettura ufficiali e tre camion.dettagli
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19 giugno 1927Il Gran Premio Bologna di automobilismoIl Gran Premio Bologna di automobilismo (o Circuito di Bologna), organizzato dal locale Automobile Club, si svolge il 19 giugno su un percorso cittadino di 4.800 metri, che include il passaggio attraverso i Giardini Margherita, il rettilineo dei viali Gozzadini e Panzacchi fino a porta D'Azeglio e la salita della via Panoramica. Il traguardo e le tribune sono posti nei pressi dello chalet dei Giardini e il monte premi è di 130.000 lire. Il 1° premio assoluto di 50.000 lire è vinto dal pilota Emilio Materassi (1894-1928) su Bugatti, alla media di 82 kmh. Nella classe 1.500 cc si distinguono due Tipo 26 Maserati guidate da Testi e Ernesto Maserati.dettagli
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28 gennaio 1928Il "manocipede" di Aroldo FerriAroldo Ferri, studente di fisica originario di Crespellano, esperimenta ai Giardini Margherita il “manocipede” (o monocipede), annunciato dal quotidiano “Il Littoriale” come una rivoluzione in campo ciclistico. Si tratta infatti di un nuova bicicletta, sulla quale, oltre che a pedalare, si effettua un movimento delle braccia alzando e abbassando il manubrio collegato alla trasmissione. La geniale macchina consente una velocità più elevata e insieme una ginnastica più completa. Dopo le prime prove positive, il progetto di Ferri è incoraggiato dallo stesso Mussolini. In seguito il principio del manocipede sarà applicato a un veicolo per il volo muscolare, denominato "Icaro". Dopo quello a motore e quello a vela, il volo muscolare appare come l'ultima frontiera dell'aeronautica. L'Icaro sarà collaudato da Ferri nel 1932 sulle colline di Pragatto, ma al primo tentativo precipiterà distruggendosi.dettagli
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25 settembre 1928Muore Edoardo CollamariniL'architetto Collamarini era “un ometto grassottello, dal volto roseo”. Lo chiamavano non senza ironia “al Bamben Gesò” (il Bambin Gesù). Ma era considerato il maggiore architetto emiliano del Novecento. Nato nel 1863, si era diplomato nel 1884 all'Istituto di Belle Arti, dove aveva riportato alte valutazioni e vinto medaglie. All'inizio della sua attività fu molto vicino ad Alfonso Rubbiani, che ne condizionò notevolmente la personalità artistica. Il "costruttore di illusioni" ne apprezzava le grandi qualità di disegnatore, come nel caso dell'atlante pubblicato per i restauri della basilica di San Francesco. Nel 1887 partecipò al discusso concorso per la facciata di San Petronio e l'anno seguente a quello bandito dal Comune per la sistemazione del piazzale di Porta Galliera, per il quale ottenne un premio di incoraggiamento. In questi progetti si rivelano le sue tendenze costruttive: "il restauro stilistico e la progettazione eclettica", conseguenze "di una preparazione accademica rigida più che rigorosa, unilaterale più che conformista". Fu insegnante a Roma e a Parma e dal 1908 professore di architettura all'Istituto di Belle Arti di Bologna, di cui divenne direttore nel 1917 e presidente nel 1924. Tra i suoi studenti vanno annoverati alcuni giovani progettisti, che parteciperanno al movimento moderno: da Giuseppe Vaccaro a Antonio Sant'Elia, da Gian Luigi Giordani a Alberto Legnani, a Enrico De Angeli. Da un punto di vista stilistico Collamarini rimase legato a un linguaggio eclettico e all'uso di materiali tradizionali. Nel 1897 cominciò la costruzione dell'Istituto Salesiano, presso il quale sorse più tardi quella che è considerata la sua opera maggiore: la chiesa del Sacro Cuore, con la sua "bestiale cupola" (Longhi), ben visibile dai viaggiatori che transitano in stazione. Nel frattempo eseguì opere in San Francesco e San Martino ed eresse cappelle nel cimitero della Certosa. Il suo primo vero restauro di un edificio medievale fu quello di S. Maria degli Angeli, dove, secondo Zucchini, "la parte d'imitazione superò quella indicata dalle tracce". Il lavoro fu completato da Rubbiani dopo la sua partenza per Parma. Zucchini non considerava Collamarini un buon restauratore: riteneva che la sua mano si lasciasse troppo guidare dalla fantasia. Ciò fu evidente nel lungo restauro condotto nel complesso di Santo Stefano tra il 1911 e il 1925, dove operò "pesanti manomissioni e fantasiose integrazioni" (Miano) e nei cui chiostri collocò il lapidario dei caduti della grande guerra. Oltre a interventi in varie città italiane, Collamarini lasciò a Bologna numerose altre opere: dall'Istituto dei ciechi in via Castiglione a vari complessi universitari (chimica, botanica, veterinaria), dallo Châlet dei Giardini Margherita al Palazzo del Credito Romagnolo in via Rizzoli.dettagli
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5 giugno 1932L'ippodromo dell'ArcoveggioIn via Corticella all'Arcoveggio è inaugurato il nuovo ippodromo progettato da Umberto Costanzini (1897-1968) con Ulisse Bandiera. L'impianto, per i tempi innovativo, è stato voluto fortemente dall'ex podestà Arpinati. Primo Castelvetro, esperto di trotto, lo definisce “splendido, elegante, completo”. La tribuna “super sottile” è una delle prime in Italia e la più ampia tra quelle completamente a sbalzo, senza pilastri di sostegno. I calcoli della struttura sono opera dell'ing. Armando Villa (1897-1958). Nell'ampio parcheggio, circondato da alberi di alto fusto, possono essere accolte le vetture di tutti gli spettatori. Le scuderie hanno box completamente in muratura. Specializzato per il trotto, l'ippodromo dell'Arcoveggio conoscerà ogni anno due periodi di riunioni equestri, con una sospensione estiva, durante la quale le corse si sposteranno sulla riviera adriatica, utilizzando l'ippodromo Savio di Cesena. Nel dopoguerra alcuni cavalli, come Tornese e Crevalcore, sapranno dividere i gusti del pubblico e il tifo, come i campioni del ciclismo o della boxe. Nel 1932 è allestito a Bologna anche un campo ostacoli, che nel 1948 diverrà ippodromo militare. Si trova ai Giardini Margherita ed è gestito dalla Società del Cavallo da Sella.dettagli
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16 luglio 1933Gran Premio motociclistico ai Giardini MargheritaSi svolge nei viali interni dei giardini Margherita il Gran Premio motociclistico abbinato alla Lotteria Bologna. Grande protagonista è il campione bolognese Guglielmo Sandri (1906-1961), che vince con una Guzzi 250, battendo in volata Dorino Serafini su MM175. Sandri è uno dei centauri bolognesi più conosciuti e apprezzati anche in campo internazionale, noto per la sua temerarietà, ma anche per la sua bravura nella preparazione tecnica delle moto. All'inizio della carriera ha corso con la GD; in seguito ha portato al successo molte altre marche come la Dall'Oglio, la CM e la MM. Con la Guzzi 250 nel 1939 batterà sei record mondiali sull'autostrada Bergamo-Brescia. Assiduo frequentatore dei caffé-concerto e appassionato di canto, sarà spesso chiamato ad esibirsi sul palco. Durante la Resistenza collaborerà con la sanità partigiana, trasportando i feriti con le macchine tedesche custodite nella sua officina. Il Circuito motociclistico di Bologna avrà diverse edizioni di grande successo negli anni Trenta.dettagli
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1 maggio 1934La Primavera BologneseCon una serie di manifestazioni primaverili, Bologna tenta di fare concorrenza, nelle intenzioni del podestà Manaresi, al Maggio fiorentino e al Giugno genovese. Il programma della primavera 1934 prevede, oltre alla Fiera al Littoriale, chiamata non senza retorica il “mercato centrale d'Italia”, la Mostra Nazionale Alpina ai Giardini Margherita e l’esposizione celebrativa della nuova linea ferroviaria Direttissima alla Montagnola. Nel rinnovato Salone del Podestà è allestita, a cura della contessa Camilla Isolani Lupari, la Mostra interprovinciale della Tavola Imbandita, in cui figurano suppellettili antiche appartenute alle famiglie nobili bolognesi. La signora Manaresi presenta L'Angolo del focolare della cucina alpina, mentre la contessa Isolani Lupari offre la tavola Pic Nick e la contessa Tacconi mostra quella del cardinale Lambertini. Altre signore allestiscono varie tavole "di lusso per il pranzo". Uno dei fulcri della mostra è la tavola di sessanta coperti di Casa Montpensier, "ammiratissima , per la distinzione della sua apparecchiatura e la non comune bellezza dei suoi vasellami". Guido Zucchini ordina per l’occasione una mostra del Comitato per la Bologna Storica e Artistica, mentre la contessa Lina Bianconcini Cavazza organizza nel cortile dell’Archiginnasio una mostra floreale. Tra le varie iniziative va registrata anche una riunione di lotta greco-romana al Teatro Duse, nella quale gli atleti della Bologna Sportiva - tra essi l'ex campione della Sempre Avanti! Federico Malossi - si confrontano con una rappresentativa finlandese. Per il 1935 il programma sarà, se possibile, ancora più ambizioso: il centenario carducciano sarà affiancato dalla Mostra sul Settecento bolognese e dalla Mostra nazionale di Agricoltura ai Giardini Margherita.dettagli
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12 maggio 1935La Mostra nazionale dell'Agricoltura ai giardini MargheritaAi giardini Margherita si tiene dal 12 maggio al 30 giugno la Mostra nazionale dell'Agricoltura, la prima ordinata per corporazioni. Il coordinamento è dell'architetto bolognese Melchiorre Bega (1898-1976) e i padiglioni sono tutti realizzati da architetti modernisti. Bega è anche autore anche degli ingressi e del bar-ristorante “Acquario” sulle rive del lago. In occasione della Mostra, infatti, l'isolotto sul laghetto viene ampliato e lo chalet rifatto in stile moderno. Florestano Di Fausto (1890-1965) cura il progetto di massima dell'allestimento, Gianluigi Giordani (1909-1979) è responsabile del padiglione della Bonifica integrale, cui collaborano lo scultore Luciano Minguzzi e diversi altri artisti. Marcello Nizzoli (1887-1969), con la partecipazione di Marcello Dudovich e altri, progetta il padiglione centrale. Aldo Pini è autore del padiglione della corporazione dello zucchero e delle bietole. In un edificio, che richiama il funzionalismo tedesco, viene ospitata una mostra di bassorilievi sulla costruzione della ferrovia Direttissima. A giugno viene riproposta, nel corso della Mostra, un'antica tradizione bolognese: il corso dei fiori. Una sfilata di carri riccamente decorati transita tra due ali di spettatori paganti. L'esposizione è visitata il 25 maggio dal re Vittorio Emanuele III.dettagli
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5 febbraio 1939I reduci della Decima Legio regalano alla città due leonciniReduci dalla spedizione coloniale in Etiopia, alcuni militi della Decima Legio - tra essi Giacomino Delbosg, bagnino della piscina del Littoriale, regalano due cuccioli di leone alla città. Il Federale di Bologna fa costruire ai giardini Margherita, accanto al recinto dei daini, una gabbia dotata di un locale riscaldato per i mesi invernali. I leoni dei giardini saranno per anni una grande attrazione dei bambini bolognesi. Dopo la morte dei primi, Reno (1955) e Sascha, altri felini si avvicenderanno fino agli anni Settanta. Nel 1979, oramai smantellato il piccolo zoo bolognese, la gabbia dei leoni sarà affrescata con temi africani dai bambini del campo solare.dettagli
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1 agosto 1941Gli orti di guerraIl Podestà di Bologna dispone in agosto la semina di tutte le aree comunali. Nascono gli orti di guerra. Tra i più estesi quelli dei Giardini Margherita e di Villa Putti, ma sono impegnate anche le aiuole del centro cittadino. Nei terrazzi privati vasi, cassette, a volte vasche da bagno, si riempiono di terra e vengono coltivati. Volonterosi cittadini piantano patate e cipolle nei cortili condominiali. Nei campi delle orfanelle di San Luca si coltivano ortaggi e piante di ricino, da cui si ricava l'olio medicinale e un lubrificante per i cingoli dei carri armati. Le bambine hanno composto una canzone che celebra il loro orto di guerra: "Anch'io combatto, anch'io fo la mia guerra, con fede, con amore e disciplina, desidero che frutti la mia terra e curo l'orticello ogni mattina". Nell'estate del 1942 si trebbierà solennemente in piazza Maggiore, con l'intervento del Duce: i covoni saranno raccolti attorno al monumento a Vittorio Emanuele, ricoperti di bandiere tricolori e vessilli fascisti e saranno benedetti dal cardinale Nasalli Rocca dalla scalinata di San Petronio.dettagli
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9 settembre 1943I tedeschi occupano la cittàDalla sera dell'8 settembre un contingente tedesco acquartierato a Villa Boschi, in località Due Madonne, comincia a mettere sotto controllo le caserme, a disarmare i militari italiani e sequestrare loro le armi. Nella notte tra l'8 e il 9 “poco più di settanta soldati germanici”, al comando del tenente carrista Theo Kenda, un viennese, “fanatico mussoliniano”, che “parla speditamente l'italiano con accento veneto” (Coppola), prendono possesso della città. A mezzogiorno del 9 settembre la città è tutta nelle mani dei militari tedeschi. I reparti militari, rimasti senza ordini, in genere si arrendono senza combattere, tranne “alcuni elementi carristi”. Un breve scontro si ha nei pressi della stazione, con qualche morto. Tra la costernazione della popolazione viene sospesa la corrispondenza privata, impedito l'uso del telefono, impartite diverse “misure disciplinari”. Nei giorni successivi vengono requisiti vari edifici per i comandi e i servizi logistici. La sede di rappresentanza è fissata all'hotel Baglioni. I comandi militari della Militarkommandantur MK 1012 (con competenza per Bologna e Modena) e della Stadtkommandantur si insediano presso la Facoltà di Ingegneria in via Risorgimento. Il comandante di piazza è inizialmente il col. Helmuth Dannehl, sostituito in seguito il 1° aprile 1944 dal gen. Paul Steinbach. Il comando del cap. Saalfrank, preposto al funzionamento degli uffici civili e amministrativi, è collocato in via delle Rose 12-14. Il settore lavoro addetto alle deportazioni, guidato dal col. Friedman, si stabilisce alle Caserme rosse, una vasta area recintata a nord della Bolognina. In via S.Chiara n. 6/2, accanto ai giardini Margherita, è posta la sede delle SS (comandanti il magg. Muller e il ten. Weismann), strettamente vigilata da reparti armati. Qui, nella famigerata "stanza n. 1", si praticherà la tortura. La Gestapo invece è in viale Aldini 132. La Feldgendarmerie si sistema in piazza di porta Saragozza n. 4 e le SS italiane in via Saragozza 81. La polizia di sicurezza germanica (SD) si installa in via Albergati n. 6. Altri comandi e uffici militari occupano stabili e caserme situati nella parte meridionale della città, soprattutto nella zona collinare meno esposta ai bombardamenti alleati.dettagli
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19 marzo 1944Trasferimento della statua di Vittorio Emanuele IILa statua equestre di Vittorio Emanuele II - opera del 1884 dello scultore Giulio Monteverde (1837-1917) - viene rimossa da Piazza Maggiore in seguito al “tradimento” di Casa Savoia e collocata all'entrata dei giardini Margherita presso porta Santo Stefano. Da allora la scultura sarà conosciuta come "il monumento all'erba". Nel dopoguerra apparirà ricoperto da un grande mucchio di letame, ricordo dell'ultimo periodo di occupazione.dettagli
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1 settembre 1944Le orfanelle di San Luca sfollano in cittàCon l'approssimarsi del fronte anche la collina di San Luca diventa insicura. Le “orfanelle” ricoverate nell'istituto a metà della salita verso il Santuario della Madonna, da poco rientrate dallo sfollamento in provincia, subiscono una razzia da parte dei tedeschi. Le suore e le bambine si mettono allora in marcia verso la città, trainando mobili e animali. Al Meloncello i mobili sono caricati su un carretto a portati alla caserma "Cialdini", in zona San Mamolo. Le duecento bambine dell'orfanotrofio sono accolte in varie strutture: 60 tra le più piccole nel convento di San Domenico, dove il priore padre Acerbi ha allestito un ospedale; altre presso la caserma "Cialdini" e presso la contessa Rossi in Strada Maggiore, altre ancora a Monteveglio. Alla "Cialdini", già piena di sinistrati, sono portate anche le mucche salvate dalla requisizione. Lo stallatico servirà come concime per i giardini Margherita. Intanto il comando tedesco decide di minare la strada nei pressi del collegio delle "orfanelle", per impedire l'accesso degli Alleati. Le mine saranno fatte brillare, senza alcuna utilità pratica, nella notte tra il 20 e il 21 aprile del 1945, alla vigilia della liberazione. L'esplosione distruggerà la curva "delle orfanelle" e una parte del portico e danneggerà il tetto dell'istituto, che rimarrà inagibile per diversi mesi dopo la fine del conflitto.dettagli
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16 giugno 1945La CamstAll'indomani della Liberazione, tra le rovine della stazione ferroviaria bombardata, sorge la Cooperativa Albergo Mensa Spettacolo e Turismo (Camst). I primi servizi sono effettuati, su un vagone abbandonato, per l'unico binario in funzione. Al posto dei bicchieri sono usate bottigliette tagliate e smerigliate. Si distribuiscono cestini con pasti caldi per 35 lire. Nel 1947, all'inaugurazione del nuovo buffet in stazione, il cui esercizio appare strategico per lo sviluppo dell'azienda, Camst avrà già aperto diversi punti di ristorazione in luoghi frequentati di Bologna: dalla mensa collettiva comunale, al bar del teatro comunale e dei Giardini Margherita. Più avanti creerà il primo ristorante self-service italiano in via Ugo Bassi, il popolare Bass'Otto. Dagli anni Sessanta l'attività si estenderà nell'ambito della ristorazione collettiva, con la fornitura di pasti confezionati ad aziende e comunità.dettagli
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8 settembre 1945Attivate pattuglie cittadine per la tutela dell'ordine pubblicoCon decreto dell'8 settembre il prefetto Borghese autorizza la ricomposizione del Benemerito Corpo delle Pattuglie Cittadine a tutela dell'ordine pubblico. Questo gruppo di volontari armati, costituito per contrastare la criminalità dilagante ed esistente fin dal lontano 1820, era stato sciolto nel 1935 “senza alcun giustificato motivo” dalle autorità fasciste. Al comando di Gaetano Rabitti vengono formate 126 pattuglie di 8 uomini per la città e alcuni distaccamenti per i paesi limitrofi. In seguito il numero degli effettivi verrà ridotto a 600 unità, con un maggiore controllo dei requisiti necessari all'iscrizione. Il Comando delle Pattuglie sarà autorizzato dalla Polizia Polacca a segnalare i casi di cattivo comportamento dei soldati in libera uscita. Centinaia di persone saranno fermate durante il servizio notturno, perché “sospette e prive di documenti di identità” o per porto d'arma abusivo. Verranno sventati furti, arrestati malviventi, sequestrata numerosa merce rubata. Negli anni seguenti il Corpo svolgerà servizi di ordine pubblico in occasione di elezioni politiche e di manifestazioni sportive come la Mille Miglia e servizi di vigilanza durante le feste natalizie o al Campo Solare dei Giardini Margherita.dettagli
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1946I Giardini Margherita usati come parcheggio di mezzi militariI Giardini Margherita, già usati dai Tedeschi occupanti come deposito militare, diventano, con l'arrivo degli Americani, un grande parcheggio per camion e carri armati.dettagli
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21 settembre 1946La Festa dell'Unità ai Giardini MargheritaUn grande cartello sulla fontana del Nettuno annuncia per il 21 e 22 agosto una grandiosa Festa dell’Unità ai Giardini Margherita. Vi intervengono migliaia di persone. Per via del razionamento ancora in atto non ci sono stand gastronomici. Ogni famiglia si porta da casa il suo "cartoccio" di viveri. Oltre ai balli, alle esibizioni dei cantanti e alle gare sportive - gara delle automobili per bambini, corsa dei somari, tiro alla fune e così via - vengono introdotti due concorsi, quello per il miglior giornale murale e un concorso di bellezza: le ragazze si contendono una pelliccia del valore di quindicimila lire.dettagli
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31 maggio 1947Festa popolare dopo la rottura dell' "unità nazionale"Il 30 maggio viene varato il gabinetto presieduto dal leader democristiano Alcide De Gasperi (1881-1954) e che registra l'esclusione dal governo dei partiti di sinistra: comunista e socialista. E' la rottura, sollecitata dagli Stati Uniti, della “unità nazionale”. A Bologna il partito comunista risponde con una grande festa popolare ai Giardini Margherita, che festeggia il primo anniversario della Repubblica, con la partecipazione di oltre 150.000 persone. Prende la parola l'ex ministro delle Finanze Mauro Scoccimarro (1895-1972), che parla di tradimento della Democrazia Cristiana. Ma per molti comunisti l'uscita dal governo non è vissuta negativamente: può invece consentire alla sinistra di procedere più speditamente alle mete fissate.dettagli
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1 gennaio 1950Primo Festival de l'UnitàI Giardini Margherita ospitano per l'ultima volta la Festa dell'Unità, che in questa occasione diventa un Festival e dura nove giorni. All'interno del parco è allestita una grande arena con diecimila posti a sedere. La sera dell’inaugurazione, il coro e l'orchestra del sindacato bolognese si esibiscono in un concerto di musiche verdiane. Tra i numerosi appuntamenti vi sono una sfilata di moda e una importante riunione di boxe, nella quale si sfidano le squadre di Italia e Inghilterra. Il match clou vede contrapposti Duilio Loy e Johnny Hazel.dettagli
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28 febbraio 1950Il Teatro di MassaMarcello Sartarelli porta a Bologna l'esperienza del Teatro di Massa, una nuova forma di spettacolo popolare, che vede la partecipazione di centinaia di giovani donne e uomini, impegnati a rappresentare in modo diretto episodi della storia recente. Si tratta di mondine, operai, braccianti, ex partigiani reclutati attraverso la locale Federazione del PCI. Le prove del primo spettacolo, intitolato Sulla via della libertà, si svolgono nella piscina comunale. La prima va in scena al Teatro comunale il 28 febbario 1950. Oltre 600 operai della Ducati, della Weber e della Casaralta animano l'ambiente ricostruito della fabbrica. E' rievocata, con l'uso innovativo di proiezioni e dello speaker, la dittatura fascista, mentre nella seconda parte è narrato il sacrificio di Maria Margotti, giovane bracciante uccisa durante una manifestazione contadina. Ad una delle repliche dello spettacolo sarà presente anche il segretario generale del PCI Palmiro Togliatti. Il gruppo bolognese del Teatro di Massa sarà il più duraturo: continuerà, anche dopo la partenza di Sartarelli, guidato dal suo assistente Luciano Leonesi. Nuovi spettacoli saranno proposti negli anni successivi all'arena dei Giardini Margherita, nei saloni delle Case del Popolo, al Teatro Comunale. L'ultimo spettacolo del gruppo bolognese sarà Terra d'Emilia, in scena alla Festa dell'Unità del settembre 1952.dettagli
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19 settembre 1951La Festa Nazionale dell'Unità alla MontagnolaIl Partito Comunista assegna a Bologna la prima Festa Nazionale dell'Unità. Il Prefetto nega il tradizionale ritrovo dei Giardini Margherita e concede invece la Montagnola, che ha da poco ospitato la Fiera campionaria. Per il maltempo l'inugurazione, prevista per il 18 settembre, è spostata il giorno successivo. Uno dei temi centrali della Festa è quello della pace: in una sfilata di carri gli operai della Calzoni e della Sabiem-Parenti presentano allegorie contro la guerra e le fabbriche di armamenti. Gli operai della Casaralta portano invece il plastico della loro fabbrica, mentre le mondine di Medicina trasformano l'arena del Festival in una risaia. Nel corso della kermesse vengono vendute quasi 200.000 coccarde da 12-13 lire. Il culmine della manifestazione è il comizio di Palmiro Togliatti. Il sergetario politico del PCI parla per due ore a una folla strabocchevole, che riempie la Montagnola e le strade vicine fino a porta Zamboni e a piazza Maggiore.dettagli
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1 maggio 1952Il Primo Maggio ai Giardini MargheritaSi svolge ai Giardini Margherita una colorita manifestazione per il Primo Maggio. Alla parata che giunge da porta Castiglione partecipano le rappresentanze delle fabbriche bolognesi. I metalmeccanici sono preceduti da un grande cartello con la ruota dentata simbolo della FIOM, mentre le tabacchine seguono un pacchetto gigante di sigarette “Aurora”, sul quale sono scritti i costi di produzione e di vendita. In prima fila le lavoratrici portano cartelli con altri modelli di sigarette. Le operaie della Hatù sfilano assieme a quelle della Farmac e della Federazione dei Chimici, sfoggiando al collo dei biberon in plastica.dettagli
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1 gennaio 1953Il biciclo di Antonio Pezzoli donato al museo Davia BargelliniLa famiglia Pezzoli dona al Museo Civico d'Arte industriale Davia Bargellini il biciclo con cui Antonio Pezzoli, campione sportivo, pioniere del cicloturismo e dilettante di fotografia, vinse le prime gare alla fine dell'Ottocento. Le corse dei velocipedi si svolgevano all'inizio ai Giardini Margherita, alla Montagnola e in una pista ellittica del Veloce Club, appositamente battuta fuori porta Mascarella. Fino al 1928 funzionò, inoltre, la pista sociale della Società Libertas nell'ippodromo Zappoli a Porta San Felice. Anche la Società ginnastica Virtus aprì una sezione ciclistica di cui Pezzoli fece parte. Per favorire il cicloturismo era sorta a Bologna nel 1896 una sezione del Touring Club (TCCI). Antonio Pezzoli fu tra i primi soci e in seguito, per lungo tempo, animatore di famosi raid ed escursioni, come la gita patriottica del 1902 sui luoghi delle battaglie per l'Indipendenza italiana.dettagli
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16 giugno 1954La biblioteca dei ragazzi ai Giardini MargheritaNella palazzina in stile liberty dei giardini Margherita è inaugurata la biblioteca comunale dei ragazzi. L'idea, partita dalla Soprintendenza bibliografica, è stata prontamente accolta dall'Amministrazione comunale, che ha messo a disposizione i locali, e dalla Direzione Generale delle Accademie e Biblioteche, che ha offerto le scaffalature metalliche. La dotazione iniziale è di circa 2.800 volumi, parte dei quali donati dall'associazione femminile Soroptimist Club e parte dall'Ufficio Assistenza scolastica del Comune. Inserita nel cuore dei giardini pubblici, la biblioteca è affiancata da un centro ricreativo, dotato di giochi da tavolo e televisione. Nel 1960 sarà installata sul tetto una specola del Gruppo Astrofili del Centro Giovanile Giardini Margherita. La biblioteca dei ragazzi sarà chiusa nel 1977, per riaprire alcuni anni più tardi presso la Villa Aldrovandi Mazzacorati in via Toscana. La palazzina dei Giardini ospiterà, da allora una scuola materna.dettagli
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27 novembre 1955Ultima corsa per la tramvia Bologna-Pieve di CentoIl tram che percorre la linea da Bologna a Pieve di Cento, conosciuto come “al Vapuren dla Piv” (il vaporino della Pieve), compie solennemente l'ultima corsa. Dopo 65 anni di onorato servizio, la vecchia vaporiera, chiamata “Gioconda”, è accompagnata nel viaggio di addio, attraverso campagne e villaggi, da tanti cittadini festanti. La concessione per la costruzione di una tramvia a vapore tra Bologna e Pieve di Cento risaliva al 1888. Fu incaricata una società presieduta dall'ingegnere Ludovico Maglietta. La linea venne inaugurata l'anno successivo. Nel 1891 dalla stazione intermedia di Dozza fu avviata una diramazione per Malalbergo, ridotta ad Altedo nel 1955. Fra tutte le tramvie extraurbane della Provincia di Bologna, le linee per Pieve e Malalbergo furono quelle con maggior traffico merci: attraverso un apposito allacciamento, tra i 200 e i 400.000 quintali di barbabietole l'anno erano condotte dai luoghi di produzione nella Bassa bolognese allo zuccherificio del capoluogo emiliano. Altri luoghi raccordati alla tramvia erano gli stabilimenti militari di Casaralta, la Società carbonifera, il deposito Zucca. Nel 1935 le vecchie locomotive a vapore furono sostituite con più moderne "littorine" a nafta. Nel secondo dopoguerra i concessionari acquistarono una locomotiva dalle tramvie pisane. Dopo l'abolizione della linea tramviaria, l'APT provvederà alla sua sostituzione con autolinee. Nel 1969 un vecchio vagone di II classe della linea Bologna-Pieve sarà trasportato per qualche tempo ai giardini Margherita, dove servirà da grande gioco per i bambini. Un vagone simile sarà collocato nel Centro Ricreativo comunale del Quartiere Barca.dettagli
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10 dicembre 1957Nuovo impianto di illuminazione ai Giardini MargheritaE' inaugurato un impianto di illuminazione sui viali dei Giardini Margherita. Si tratta di 216 globi di vetro, innestati su paletti d'acciaio. I nuovi lampioni contribuiscono a mitigare la proverbiale oscurità del principale parco pubblico cittadino.dettagli
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1 gennaio 1959I centri ricreativiSono istituiti in varie zone della città i Centri ricreativi come luoghi di aggregazione giovanile. La loro costituzione è promossa dal nuovo Assessorato alla Gioventù e Sport, previsto nel programma delle elezioni comunali del 1956. In luglio apre il Centro dei Giardini Margherita.dettagli
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1960Beppe Merlo vince gli assoluti al Circolo del TennisBeppe Merlo (1927-2019) batte per 6-3, 6-1, 6-1 Sergio Tacchini (1938 - ) nella finale degli assoluti di tennis sul campo centrale dei Giardini Margherita e conquista il suo terzo titolo di singolo, dopo quelli del 1956 e 1957. Originario di Merano, Merlo è venuto a Bologna a tredici anni per giocare nella Virtus Tennis, avendo come maestro Giorgio Neri. Sua caratteristica di gioco è il rovescio a due mani (la “spazzolata”) e un insidioso servizio, “debole e ingannatore”. Il suo fisico non eccelso è compensato da una classe innata. Vincerà quattro titoli italiani - l'ultimo nel 1963 a Torino, ancora una volta in finale contro Tacchini - e figurerà tra i protagonisti in molti tornei internazionali e nella squadra italiana di Coppa Davis, concludendo la carriera professionistica a oltre quarant'anni.dettagli
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3 ottobre 1962Nuovi scavi archeologici ai Giardini MargheritaSono ripresi ai Giardini Margherita gli scavi della necropoli etrusca iniziati dal Brizio nell'800. La campagna è condotta da Giorgio Gualandi del Museo Civico Archeologico, che fin dai primi momenti trova nuovi resti di tombe. Alcune di esse sono già state manomesse e depredate in epoca gallica e romana. Le operazioni di scavo, a 2-3 metri sotto il livello del suolo, sono rallentate dalla presenza del centro ippico e da filari di alberi secolari. Le tombe rinvenute sono in maggioranza a cremazione, a fossa o a dolio e appaiono denunciate all'esterno da cumuli di arenaria.dettagli
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30 luglio 1966Cassette sanitarie per il VietnamIl 30 luglio la Federazione Comunista lancia la parola d'ordine per la raccolta in ogni quartiere e in ogni comune della provincia di una cassetta sanitaria per il Vietnam. Sottoscrizioni vengono aperte in numerosi paesi e presso gruppi e associazioni di ogni tipo, dalla CAMST, all'AMNU, dai dipendenti comunali e provinciali ai circoli “Pavese” e “Spartaco”. Le prime 103 cassette verranno consegnate il 31 agosto al rappresentante del Comitato nazionale per l'assistenza al Vietnam, durante una manifestazione popolare ai Giardini Margherita.dettagli
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22 maggio 1982Il Playground dei Giardini MargheritaSi disputa la prima edizione ufficiale del Playground dei Giardini Margherita. Si tratta di un torneo di pallacanestro aperto a squadre di dilettanti, destinato a diventare il torneo estivo più importante in Italia. Giocano sedici squadre e in campo vanno cinque giocatori. La linea dei tre punti è a 7,25 m, come nell'NBA americana. Nel tempo Il torneo dei Giardini ospiterà giovani promettenti e giocatori professionisti - di serie A, della Nazionale e persino alcuni campioni d'Oltreoceano, come il “mitico” Sugar Ray Richardson - fungendo da notevole strumento promozionale per il basket bolognese. Bologna è “Basket City” non solo per la Virtus e la Fortitudo, ma anche per la larga base di giovani praticanti nei tanti campi delle parrocchie e delle associazioni sportive di periferia.dettagli
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1 dicembre 1983Si ferma l'ultimo mulino del canale di SavenaCessa di funzionare il mulino Parisio, l’ultimo ancora attivo dei cinque mulini storici mossi dal canale di Savena. Derivate alla chiusa di San Ruffillo dal XII secolo, le acque del canale erano usate in passato per gli orti, i maceri e alcuni opifici di periferia. Il Savena entrava in città in diversi punti e la sua portata era modesta. Poco prima del Parisio, si trovava il mulino Foscherari, che dava forza motrice a una cartiera attiva fino al 1960. In seguito, sulla sua area, sorgerà un supermercato. Nei pressi dei giardini Margherita, il canale faceva girare le pale del mulino di Frino, che ha cessato la sua attività il 1° agosto 1967. Ormai vicino alle mura cittadine era il mulino Castiglione o della Misericordia, dismesso nel 1950, mentre nel tratto in uscita dalla città, nella località di San Niccolò di Villola, ha funzionato fino al 1979 il mulino del Gomito.dettagli
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6 giugno 1985La Dieci ColliIl 6 giugno prende il via da piazza Maggiore la Dieci Colli, una gran fondo di ciclismo organizzata dal Circolo Dozza Atc, con un percorso impegnativo sulle alture attorno a Bologna. Alla prima edizione sono iscritti solo poche decine di appassionati, dei quali 303 giungono regolarmente al traguardo entro il tempo massimo. Nonostante le premesse cicloturistiche, la gara è subito competitiva e la prima vittoria, per distacco, è del tramviere Walter Diegoli, abituato a corse logoranti di questo tipo, mentre il Trofeo “Dieci Colli”, spettante alla società più numerosa, va al Pedale Bolognese. Con il tempo la Dieci Colli bolognese diventerà una kermesse di grande richiamo, con migliaia di partecipanti provenienti da tutta l'Italia e dall'estero. Tra i partecipanti famosi il sindaco Renzo Imbeni, l'allenatore del Bologna FC Francesco Guidolin, il campione di motociclismo Troy Bayliss. Accanto alla Dieci sarà varata anche la Cinque Colli, con percorso più adatto ai ciclisti "della domenica".La partenza e l'arrivo saranno fissati ai Giardini Margherita e normalmente si correrà per la festa del 1° Maggio.dettagli
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7 giugno 1988Visita del Papa a BolognaSeconda visita di papa Giovanni Paolo II a Bologna, in occasione dei festeggiamenti per il IX Centenario dell'Alma Mater. Il pontefice atterra in elicottero ai Giardini Margherita. Nell'Aula magna di Santa Lucia consegna al rettore dell'Università il nuovo codice di diritto canonico. Segue una visita in Rettorato e quindi l'incontro con gli studenti, che gremiscono piazza Maggiore. A loro il pontefice parla della necessità di una nuova inculturazione cristiana. Dopo un breve ristoro a villa Revedin, in compagnia dei Vescovi dell'Emilia-Romagna, e prima di ripartire per Roma, il Papa va a salutare le suore infermiere polacche, che operano all'Ospedale Rizzoli.dettagli
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1 gennaio 1989Capanna villanoviana ricostruita ai Giardini MargheritaAi Giardini Margherita, già luogo di importanti scavi archeologici, viene ricostruita fedelmente una capanna villanoviana, risalente cioè alla fase più antica della civiltà etrusca (IX sec. a.C.). A pianta circolare, ha i muri di mattoni crudi, fatti di argilla impastata a paglia e sterco e il tetto di legno e canne di palude. La costruzione della capanna si inserisce nell'attività didattica e divulgativa del Museo Civico Archeologico.dettagli
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17 settembre 1989Omar Camporese trionfa negli Assoluti di tennis ai Giardini MargheritaIl bolognese Omar Camporese (1968 - ) vince i Campionati italiani Assoluti, che si tengono dall'11 al 17 settembre al Circolo del Tennis dei Giardini Margherita. In finale supera un altro beniamino di casa, Paolo Canè (1963 - ), ritiratosi nel terzo set, dopo aver perso di misura i primi due (7-6 7-5 1-0). "Virtussino di nascita", Camporese è considerato un "talento sopra la media", anche se forse non troppo dotato nel gioco di gambe. Passato professionista nel 1987, nel 1991 vincerà il suo primo torneo internazionale a Rotterdam, battendo in finale Ivan Lendl. L'anno seguente raggiungerà il numero 18 delle classifiche mondiali e sarà titolare in Coppa Davis.dettagli
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23 settembre 1995Storico tris di Davide Cassani al giro dell’EmiliaIl romagnolo Davide Cassani vince per la terza volta il Giro dell’Emilia di ciclismo. Per celebrare il centenario marconiano, la corsa ha preso il via dal Mausoleo di Pontecchio. Pur convocato per i Mondiali in Colombia, l'alfiere della "MG" ha ottenuto, dal Commissario Tecnico della Nazionale, il permesso di ritardare la partenza per partecipare a questa gara, che predilige. E non delude le attese di chi lo considera il favorito, staccando sull’ultima discesa il compagno di fuga Donati e presentandosi al traguardo dei Giardini Margherita a braccia levate. In passato, soltanto Fausto Coppi e Gianni Motta hanno ottenuto, come Cassani, la vittoria per tre volte nella classica emiliana.dettagli
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1 gennaio 1997Street Rave Parade AntiproibizionistaIl centro sociale Livello 57 importa a Bologna il modello della parata rave di Berlino. Nasce lo Street Rave Parade Antiproibizionista. A questa prima edizione partecipano altri centri come il Link, il Covo, Sottotetto, Radio K Centrale e TPO con propri camion e i loro resident dj. Nel cortile del Livello 57, sotto il ponte di via Stalingrado, il ritmo della musica techno e della trance continua fino al mattino. Negli anni successivi i partecipanti al rave annuale aumentano fino a 100.000 unità e vengono concessi dal comune nuovi spazi come i giardini Margherita, la Montagnola, villa Angeletti.dettagli
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26 settembre 2001Un Aerostato Osservatorio nei Giardini MargheritaNel pratone dei Giardini Margherita viene installato il più grande pallone frenato del mondo: l'Aérophile 5000. Ha un diametro di 22 m e misura 35 m dalla base della navicella alla sommità. Può trasportare fino a 30 persone in una gondola circolare, che consente la vista dall'alto a 360°, e vola fino a un'altezza di 150 m. L'involucro del pallone, di produzione tedesca, è composto di 46 spicchi incollati tra loro ed è realizzato completamente a mano, con un tessuto speciale, molto leggero e resistente. L'aerostato viene gonfiato il 26 settembre con oltre 5.000 mc di elio e frenato con 500 sacchi di sabbia. Il vice-sindaco Salizzoni lo presenta come "un dono alla città". La concessione comunale alla società privata Aerophile Italia è prevista fino al 2003. Nel settembre 2002 i visitatori saranno già oltre 20.000.dettagli
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8 agosto 2008Palazzo Albergati in fiammeUn incendio scoppiato durante lavori di ristrutturazione distrugge i piani superiori dello storico palazzo Albergati in via Saragozza. L’edificio, probabilmente disegnato da Baldassarre Peruzzi a partire dal 1519, custodisce all’interno sale affrescate del '6-'700. Numerose squadre di pompieri lottano fino a tarda sera contro le fiamme alimentate dal forte vento. Viene utilizzato anche un elicottero, che attinge acqua dal laghetto dei Giardini Margherita. Nel palazzo si trovano abitazioni e uffici di alcuni noti professionisti bolognesi.dettagli
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13 settembre 2013Maxi rissa tra ragazzini ai Giardini MargheritaAi Giardini Margherita, poco lontano dal Circolo del Tennis, si scatena nel tardo pomeriggio del 13 settembre una grande rissa tra ragazzini di età tra i 14 e i 18 anni.La scazzottata tra i due gruppi di “Bolobene”, formato da liceali italiani di buona famiglia, e “Bolofeccia”, composto di giovani degli istituti tecnici, parecchi dei quali stranieri di seconda generazione, è stata in parte preparata sul social network Ask, sotto accusa in vari paesi come regno del cyberbullismo.Si teme che l'episodio, definito "demenziale e molto triste" dai tutori dell'ordine, possa scatenare una trafila di episodi violenti, con alla base differenze di censo e motivazioni razziste.dettagli
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30 maggio 2016Le nuove Serre dei GiardiniLo spazio occupato dalle serre e dai magazzini, che un tempo erano utilizzati per la manutenzione dei giardini Margherita, è coinvolto in un progetto coordinato dal Comune di Bologna, con il contributo di Regione Emilia-Romagna, Fondazione Golinelli, ASTER, Coop Adriatica, e gestito da Kilowatt, dal 2015 operante nella palazzina di via Castiglione 134. Oltre che luogo ricreativo e di ristorazione, le nuove Serre dei Giardini diventano hub metropolitano, area di promozione imprenditoriale, piattaforma per start up creative e innovative. Mantenendo molte delle strutture originali ora ospitano esposizioni, eventi culturali e musicali, uffici e servizi di co-working. I vecchi semenzai sono trasformati in tavoli e panche, l'artista Simone Bellotti realizza un bar con legno abbandonato, i locali dei giardinieri diventano aule di gioco e spazio di lavoro, la grande serra a botte un bistrot, la vecchia gabbia dei leoni una struttura polivalente.dettagli
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3 marzo 2017Quattro sculture di Salvador DaliIn occasione della mostra Dalì Experience, che si svolge dal 25 novembre 2016 al 7 maggio 2017 a Palazzo Belloni, in città vengono collocate quattro grandi sculture dell'artista spagnolo Salvador Dalì (1904-1989). Ai Giardini Margherita è posto il Cavallo con orologio molle, sul tema del Tempo cavaliere, che domina i percorsi umani; al Memoriale della Shoah in via Matteotti campeggia Profilo del Tempo, che riprende il tema del famoso dipinto di Dalì Persistenza della Memoria. La fluidità del tempo, rappresentata dall'orologio molle, è ripresa anche nell'opera Danza del Tempo II, all'aeroporto Marconi, mentre nella piazza del nuovo municipio è visibile Omaggio a Tersicore, che rappresenta in doppio la musa della danza.dettagli
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22 giugno 2019Paura e feriti per la grandineIl 22 giugno la città e la provincia sono colpiti da una tempesta improvvisa, con vento forte, pioggia insistente e soprattutto una grandinata molto intensa, con chicchi enormi. Decine di persone riportano ferite e traumi. 25 di esse sono medicate all'ospedale Sant'Orsola, tra le quali alcuni partecipanti al Gay Pride radunati ai Giardini Margherita, una delle zone più devastate. Attimi di paura si hanno al mercato della Piazzola, dove il vento strappa i tendoni e rovescia i banchi e vicino alla Montagnola si forma un fiume d'acqua. Si conteranno danni per parecchi milioni. La grandine rompe i cristalli di centinaia di auto, ma anche tapparelle, finestre, lucernai. Si segnalano la caduta di alberi e allagamenti di strade e cantine. I Vigili del Fuoco sono impegnati in oltre 200 interventi. Nella zona Savena, tra le più colpite, vengono chiuse scuole e asili. Anche alcune linee ferroviarie rimangono interrotte per alcune ore.dettagli
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12 marzo 2020Bologna città fantasmaCon il nuovo Decreto del Presidente del Consiglio (Dpcm), emanato l’11 marzo per il contenimento dell’epidemia di Covid-19, sono sospese su tutto il territorio nazionale le attività commerciali, tranne la vendita di generi alimentari e di prima necessità. La popolazione italiana è invitata a restare a casa, a evitare i contatti e gli assembramenti di ogni tipo, mentre i contagi si diffondono in tutte le regioni e diventano molto frequenti in alcune provincie della Lombardia, del Veneto e dell’Emilia-Romagna, mettendo in grossa difficoltà il sistema sanitario. L’epidemia di Coronavirus, definita ormai dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) una pandemia che coinvolge tutti i paesi del mondo, ha svuotato le città italiane. Il 12 marzo a Bologna Piazza Maggiore è deserta e solo pochi mezzi pubblici percorrono le strade centrali. In giro si vedono solo vigili urbani e forze dell’ordine, che controllano il rispetto delle nuove norme, molto restrittive. Le serrande sono abbassate, i dehor di via Orefici, via Clavature e via del Pratello, centri della movida giovanile e del turismo, sono completamente vuoti, i ristoranti chiusi. Gli studenti universitari non animano più via Zamboni e Piazza Verdi. Dappertutto c’è un silenzio irreale, anche in pieno giorno. Rimane qualche coda, a volte lunga, ma disciplinata, solo davanti ai supermercati, dove il personale fa entrare i clienti in numero limitato, lasciando gli altri all’esterno. Le poche persone che circolano per motivi di lavoro o per fare la spesa si muovono come fantasmi frettolosi, mantenendo le distanze. Molti si coprono il viso con mascherine e sciarpe. Il sindaco dispone dal 13 marzo anche la chiusura, fino ad aprile, di 32 parchi pubblici, compresi i Giardini Margherita e vieta ovunque l’uso delle attrezzature con giochi e gli impianti sportivi. Sospese anche le visite cimiteriali. Il Bellaria a San Lazzaro di Savena è definito come ospedale Covid per l’area metropolitana e per l’imolese. In provincia sono in funzione tre punti triage, due nel capoluogo, davanti agli ospedali Sant’Orsola e Maggiore, e uno a Imola. Per il momento a Bologna il numero dei malati in terapia intensiva rimane lontano dalla capacità complessiva.dettagli
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11 settembre 2020La sculture di Guy Lydster in spazi pubbliciIn occasione della rassegna “Giardini & Terrazzi” ai Giardini Margherita viene presentata la scultura Madre (2018) dell'artista Guy Lydster, di origine neozelandese, ma da tempo residente a Bologna. Posta direttamente sull'erba, sulla riva del laghetto, è una grande opera in pietra serena, lavorata finemente. Rappresenta “una sorte di fonte di vita naturale”. Lydster ha già lasciato esempi della sua arte in diversi spazi pubblici di Bologna. Una scultura dal titolo Big Wide Eye (2017) si trova in via IV Novembre, accanto al Palazzo comunale. Un'altra, Il Bacio (2015), è in via Filippo Re, presso la biblioteca biomedica centrale l'Università. Artista riservato e amante di antri nascosti, nel 2019 ha esposto, assieme a Andrea Abati e Paolo Quartapelle, nell'ex rifugio antiaereo presente a Villa Revedin, nei pressi del Seminario Arcivescovile.dettagli
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26 ottobre 2020La pandemia impone drastiche limitazioniIl Dpcm in vigore dal 26 ottobre al 24 novembre, emesso in conseguenza del vertiginoso aumento dei contagi da covid-19 in Italia, limita fortemente le attività di ristorazione, le attività culturali e sportive. L'obiettivo generale del governo e delle amministrazioni locali è quello di ridurre gli spostamenti e i contatti tra le persone, in modo da poter frenare il diffondersi del virus ed evitare il collasso del sistema sanitario. A Bologna da alcuni giorni il Sindaco ha chiuso le piazze più interessate dalla "movida" giovanile, quali Piazza San Francesco, Piazza Verdi e Piazza Aldrovandi. Inoltre dal 2 ottobre nel centro storico durante i weekend è obbligatorio indossare la mascherina anche all'aperto. Dal 26 ottobre cinque giardini cittadini vengono chiusi dalle 22 alle 6: i Giardini Margherita, il Parco 11 Settembre (ex Manifattura Tabacchi), i Giardini di Villa Cassarini, il Parco del Cavaticcio e il Giardino John Klemen. Le attività di ristorazione (bar, ristoranti, gelaterie) restano aperte solo dalle 5 alle 18, mentre vengono chiusi completamente i teatri e le sale cinematografiche. Sono sospese le attività sportive nelle palestre e nelle piscine, così come vengono interrotte le attività dei centri culturali, dei centri sociali e di quelli ricreativi. Sono vietate le fiere e le sagre di ogni tipo. Nei giorni seguenti vi saranno anche a Bologna, come in numerose città italiane, manifestazioni di protesta contro chiusure che ai più appaiono non giustificate dai dati concreti.dettagli