Con Glauco Gresleri (1930-2016) scompare uno dei protagonisti dell'architettura moderna a Bologna nel dopoguerra, in particolare dell'architettura sacra.

Nel 1956, appena laureato a Firenze con Adalberto Libera, fu con Giorgio Trebbi animatore del Centro di Studio e Informazione per l’Architettura Sacra di Bologna voluto dal cardinale Lercaro.

Questo impegno lo portò ad avere fecondi rapporti personali con alcuni dei grandi architetti moderni - Le Corbusier, Alvar Aalto, Kenzo Tange, Giovanni Michelucci - dei quali curò opere e progetti per Bologna.

Fu tra i promotori del piano di Lercaro per la creazione delle prime chiese provvisorie e delle nuove parrocchie nella periferia bolognese. Divulgò il rinnovamento dell'architettura sacra in Italia attraverso la rivista “Chiesa e quartiere”, fondata nel 1957.

Costante e instancabile fu il suo contributo teorico e critico su riviste specialistiche di architettura, quali “Inarcos” (1967), “Parametro” (1970) e “Frames” (1984).

Tra i numerosi progetti realizzati a Bologna e dintorni sono da ricordare la chiesa e il complesso parrocchiale della Beata Vergine Immacolata alla Certosa (1956-1961), abitazioni e negozi nel quartiere CEP di via della Barca (gruppo coordinato da G. Vaccaro, 1957-1960), il Seminario regionale “Benedetto XV” sui colli di Barbiano (1960-1964), il complesso industriale e commerciale OM alla Cicogna di San Lazzaro di Savena (1962-1965).