Muore a Milano il giornalista Enzo Biagi. Nato nel 1920 a Pianaccio di Lizzano in Belvedere, sull’Appennino bolognese, diventò giornalista professionista a soli 21 anni. Partigiano sui suoi monti, entrò a Bologna con gli Alleati e ne annunciò per radio la liberazione.

Nel dopoguerra fondò il settimanale “Cronache”, prima di essere assunto al “Resto del Carlino” come inviato e critico cinematografico.

Dopo una serie di memorabili reportages sull’alluvione del Polesine, nel 1951 fu cacciato dal giornale bolognese per aver aderito al manifesto di Stoccolma contro la bomba atomica.

Dal 1952 al 1960 diresse a Milano il settimanale "Epoca". Entrato alla RAI nel 1961, fu direttore del Telegiornale e tra i promotori della seconda rete pubblica.

Inviso alle destre fu costretto a dimettersi dalla RAI nel 1963. Divenne in seguito inviato speciale del quotidiano “La Stampa”, collaboratore del “Corriere della Sera” e del settimanale “L’Europeo”. Tra il 1971 e il 1972 fu direttore del “Resto del Carlino”.

Richiamato in RAI nel 1968 da Ettore Bernabei, da allora firmò numerosi programmi di approfondimento. Tra le sue più fortunate trasmissioni: Dicono di lei (1969), Linea Diretta (1983) e soprattutto dal 1995 Il Fatto, breve intervento quotidiano su Rai 1 in prima serata.

Il programma ebbe grande successo, ma fu anche causa di un nuovo clamoroso allontanamento dalla televisione, per l'ostilità dell’allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

Biagi è stato anche scrittore prolifico, con oltre ottanta libri pubblicati e numerosi premi vinti, tra cui il Bancarella. Nel 1997 ha ricevuto la Laurea ad honorem in Scienze della Comunicazione all'Università di Bologna.