Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi

Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.

12 giugno 2001

Un monumento alle lavandaie in via della Grada

La scultura della lavandaia senza vesti, collocata in una aiuola all'incrocio tra via San Felice e via della Grada, fa subito discutere: a pochi giorni dalla sua collocazione viene pudicamente rivestita con un bikini di carta da improvvisati “moralizzatori”.

E' opera Saura Sarmenghi, titolare di uno studio di architettura a Bologna e anche autrice di progetti di arte pubblica. Ricorda la presenza storica delle lavandaie, che in questo tratto del canale di Reno sciorinavano i panni delle famiglie bolognesi benestanti.

Vuole però anche fare riferimento “al senso più generale ed ampio dell'atto del lavare e cioè concentrarsi sul tema della purificazione”. Evoca quindi il simbolismo dell'acqua nelle culture religiose: “il fiume sacro, la fontana della giovinezza, la fonte battesimale ...”

La nudità della lavandaia rappresenta la fisicità dell'atto del lavare, ma allude anche a “un gioco di ruoli fra chi guarda e chi è guardato”.

Le polemiche dureranno a lungo. Il Centro di iniziativa culturale Porta Stiera organizzerà addirittura una raccolta di firme “interpretando il disagio di numerosi cittadini”, che considerano la scultura una “mancanza di rispetto verso quelle tante donne che hanno fatto le lavandaie” e che non dovrebbero essere rappresentate come “procaci attricette”.

Un tempo le lavandaie occupavano in più punti le rive del canale di Reno. Usavano tavole di lavaggio dove sbattevano di continuo i panni per renderli più puliti. Lavoravano per privati o per imprenditori, che in precedenza trattavano la biancheria, bollendola con cenere e soda.

Stavano immerse nell'acqua o dentro precarie tinozze, esposte a malattie come le artriti o le affezioni polmonari. Dovevano lavorare con le gonne alzate, in pose sconvenienti e da molti erano male considerate.

I lavatoi più affollati erano in via della Grada, dove l'acqua del canale, appena entrato in città, era considerata più pulita.

Ancora nel 1916 lungo il canale di Reno erano in funzione 55 lavanderie, oltre 300 vasche, serbatoi e ponti lavatoi.

Approfondimenti
  • Tiziano Costa, Canali & Aposa. Foto-percorso nella Bologna scomparsa, Bologna, Costa, 2001, pp. 32-33, 40-41 (foto)
  • Sergio Sabbatani, Fabio Giusberti, Franco Piro, Il colera a Bologna nel XIX secolo. Cenni sulle conoscenze scientifiche dell'epoca, in: "Le infezioni in Medicina", 3 (1997), pp. 189-203
vedi tutto l’anno 2001