In occasione del centenario del ripristino della chiusa di Casalecchio, si replica sulle rive del Reno la storica “bandiga”, il tradizionale pranzo offerto dal committente agli operai al termine dei lavori.

Il 1° ottobre 1893 una disastrosa piena del Reno portò allo sfondamento della Chiusa di Casalecchio e al crollo del Pontelungo.

Il canale di Reno rimase in secca per diverse settimane, con grave danno alle manifatture e ai molini che traevano forza motrice da esso. La via Emilia fu interrotta a Santa Viola per un mese.

In 34 giorni di lavoro una squadra di 660 operai riportò il Reno nel suo alveo, con l'aiuto delle "burghe" o gabbioni di filo di ferro riempiti di ciottoli di fiume, brevettati dalla ditta Maccaferri.

La ricostruzione della chiusa del Reno e delle opere connesse, su progetto dell'ing. Luigi Buriani, avvenne non senza dissidi tra i braccianti di Casalecchio e gli avventizi esterni.

Anche per tentare di calmare gli animi, fu imbandita con anticipo sul termine dei lavori (il 25 febbraio 1894), la tradizionale "bandiga", cucinata dal ristoratore Pedretti nei pressi dell'attuale Lido.

I circa 750 commensali consumarono 334 kg di maccheroni e 280 kg di carne di manzo e furono bevuti oltre 400 litri di vino.

La replica di quel colossale pranzo è anche l'occasione di un sopralluogo che constata la buona tenuta, a cento anni di distanza, di alcune delle "burghe" di Maccaferri. Il ricavato del pranzo è questa volta devoluto in opere benefiche.