Obiezione fiscale alle spese militari
Nell'ottobre del 1981 il Movimento internazionale della riconciliazione (Mir), assieme al Movimento nonviolento (Mn) e alla Lega per il disarmo unilaterale (Ldu) lanciano la “Campagna nazionale di obiezione alle spese militari”.
Viene inviato al Presidente della Repubblica un documento in cui tra l'altro si dichiara: “Non vogliamo più finanziare la costruzione degli armamenti; praticheremo l'obiezione fiscale per quella parte di tasse destinate alle spese militari. Vogliamo che i nostri soldi vengano utilizzati per scopi di pace, per riempire i granai e non gli arsenali”.
L'11 dicembre 1982 si tiene a Bologna un convegno degli obiettori fiscali, in cui si decide di destinare la somma ottenuta dalla campagna (circa 17 milioni di lire) a vari progetti di pace: per l'acquisto di un terreno vicino alla base degli euromissili a Comiso, per Amnesty Internatonal, per le madri dei desaparecidos sudamericani, ecc.
Nel marzo 1986 si terrà, sempre a Bologna, il convegno avente per tema "L'obiezione fiscale tra imperativo morale e iniziativa politica", con relazioni di Enzo Enriques Agnoletti, Antonino Drago, mons Giovanni Catti. In quell'anno gli obiettori fiscali saranno 3.629 e la somma obiettata di oltre 230 milioni di lire.
Rossella Ropa, La possibile utopia. Per una storia dei movimenti pacifisti a Bologna nel secondo Novecento, San Giovanni in Persiceto, Aspasia, 2013, pp. 89-90
Obiezione di coscienza alle spese militari - Wikipedia