Uccisione dei conti Isolani
Il conte Gualtiero Isolani Lupari e la sorella Carolina, discendenti di una delle più antiche famiglie nobili bolognesi, vengono uccisi da partigiani della 7a GAP nel loro palazzo di via Santo Stefano 16, assieme ad un fattore e a una dama di compagnia.
L'evento ha grande risonanza in città: Isolani è un noto imprenditore, già presidente dell'Automobile Club e della SIP e padrone dell'azienda bolognese più importante nel settore del trasporto merci. Negli anni Venti, inoltre, è stato a capo dell'Agraria e tra i finanziatori del partito fascista.
Secondo la versione dei partigiani l'uccisione del conte non era prevista. L'obiettivo dell'azione era la soppressione di una spia, che aveva denunciato un partigiano in cambio di un quantitativo di sale.
Attratto da rumori insoliti sulle scale del palazzo, Isolani si è affacciato e ha intimato ai gappisti di andarsene, minacciando di chiamare i carabinieri. A questo punto è stato colpito e ucciso.
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- Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese, 1919-1945, Bologna, Comune-ISREBO, vol. I, Nazario Sauro Onofri, Bologna dall'antifascismo alla Resistenza, 2005, p. 385
- Bologna 1937-1987. Cinquant'anni di vita economica, a cura di Fabio Gobbo, Bologna, Cassa Di Risparmio in Bologna, 1987, p. 135
- Carlo Degli Esposti, Dal ricordo alla storia. Vite da telefonici bolognesi, p. 15, parte seconda pubbl. in: "La Torre della Magione", 1 (2014)
- Giacomo e Giuseppe Savini, Cinni di guerra. Memorie e fantasie dei bimbi che videro passare il fronte, Argelato, Minerva, 2020, pp. 133-134