Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi

Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.

17 ottobre 1944

Il "Corpo di spedizione" modenese per Bologna

L’11 ottobre il CUMER viene informato che Mario Ricci (Armando), incalzato dalle truppe tedesche, ha portato il grosso delle formazioni modenesi aldilà del fronte.

Il comando della Divisione partigiana modenese incarica il commissario di brigata Torquato Bignami (Guido) di raccogliere le forze sbandate nella Valle del Panaro. 

Qui sono i resti di due brigate: la “Roveda”, guidata da Iris Malagoli (Mario il Modenese) e la “Gramsci”, comandata da Otello Cavalieri (Fulmine).

Esse vengono riunite sotto il comando di Renato Giorgi (Angelo) con il nome di “Gruppo Brigate est Giardini” e costituiscono un Corpo di spedizione, che ha il compito di partecipare alla liberazione di Bologna e poi ritornare verso Castelfranco Emilia.

Il gruppo dispone di 650 uomini, con armi automatiche e munizioni per due giorni di fuoco. A metà mese attraversa la via Giardini e si dirige nella Valle del Panaro. Ben presto, però, il piano predisposto risulta inattuabile. Il 20 ottobre Angelo scrive:

“Avevo in un primo tempo stabilito di portarmi nelle vicinanze di Bologna possando oltre il Panaro per la linea di Montese, Villa d’Aiano, Monte Monasco, Savigno, Monte San Pietro, periferia di Bologna, ma arrivato sul Panaro, sia per quanto personalmente ho constatato, sia per le informazioni avute da diversi informatori, ho acquisito la certezza che fosse impossibile per il nostro Corpo di spedizione raggiungere l’obiettivo prestabilito senza essere distrutti dai tedeschi”.

Durante il mese di ottobre prosegue l’avanzata delle armate alleate. Il 24 la V Armata americana è a monte Belmonte, a pochi chilometri da Bologna, il 26 l’VIII Armata è a Forlimpopoli, dopo aver liberato Cesena e buona parte della riviera adriatica.

Ma verso la fine del mese l’iniziativa degli Alleati perde slancio e il fronte si arresta. La prospettiva della liberazione di Bologna prima dell’inverno si allontana definitivamente. 

Nei primi giorni di novembre il grosso delle Brigate Est-Giardini si trova nella zona di Benedello, nei pressi di Pavullo, dove viene impegnato in un durissimo combattimento.

Dalla battaglia si sgancia un migliaio di partigiani "quasi senza munizioni, con moltissimi malati e feriti ed in una situazione disperata"

Dopo avere atteso invano un lancio di armi da parte degli Alleati, al Gruppo Brigate Est, ormai circondato dai tedeschi nella zona di Monte Specchio (o Montespecchio), non resta che il passaggio del fronte.

Il 10 novembre, dopo lo sconfinamento, prenderà contatto a Lizzano in Belvedere con le forze di Armando.

Approfondimenti
  • Luciano Bergonzini, La svastica a Bologna. Settembre 1943-aprile 1945, Bologna, Il mulino, 1998, p. 189, 199
  • Giuseppe Filippetta, L'estate che imparammo a sparare. Storia partigiana della Costituzione, Milano, Feltrinelli, 2018
  • Ermanno Gorrieri, La Repubblica di Montefiorino. Per una storia della Resistenza in Emilia, 3. ed., Modena, a cura della Associazione liberi partigiani italiani, 1975, pp. 478-482, 486-487, 499-509
  • Montese: fascismo, guerra, ricostruzione, s.l., Golinelli, stampa 1990
  • Per il 40. della Resistenza. Saggi e contributo bibliografico, a cura di Alessandro Roveri, Bologna, Clueb, stampa 1984, p. 92
  • Sara Prati, Giorgio Rinaldi, Quando eravamo i ribelli..." (La valle del Panaro nella Resistenza), Modena, A.N.P.I., 1978, p. 106
  • La Resistenza in Emilia-Romagna. Rassegna di saggi storico critici, a cura di Luciano Bergonzini, Bologna, Il mulino, 1976, p. 178, 231
  • Claudio Silingardi, Una provincia partigiana. Guerra e Resistenza a Modena, 1940-1945, Milano, Angeli, 1998, pp. 359-369
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