Il sacrificio di don Elio Monari
“... Per soccorrere un morente presso le linee nemiche e (come aveva a dire ai compagni prima di uscire dai ripari) per dare la vita allo scopo di salvare un’anima, veniva catturato dai tedeschi, spogliato delle vesti sacerdotali, brutalmente percosso ed avviato a lungo martirio nelle carceri di Firenze. Fra le atroci sevizie, sopportate con la fermezza dei forti, sempre incoraggiava e confortava i compagni sofferenti e li benediceva prima di avviarsi all’estremo sacrificio”
(Motivazione della Medaglia d’Oro al V.M.)
Il 5 luglio, nel corso dell'attacco contro la zona libera di Montefiorino, i tedeschi attaccano nuovamente Piandelagotti, frazione di Frassinoro, mettendo a fuoco “diverse capanne, fienili, stalle e qualche casa”.
Un contrattacco partigiano riesce a cacciarli dal paese e la battaglia infuria intorno ad esso per diverse ore, risolvedosi “in un vero disastro per gli attaccanti”. Nello scontro dà prova delle sue capacità il battaglione russo d’assalto comandato da Vladimir Pereladov.
Sette militari tedeschi perdono la vita, tra essi un tenente della Gestapo. Tra i difensori, il capitano Enzo Feliciani e don Elio Monari (1913-1944), accorso in suo aiuto, vengono fatti prigionieri.
Professore al seminario di Modena , attivamente impegnato nella Resistenza, fin dall'8 settembre 1943 don Elio si è dedicato a soccorrere militari sbandati, ex prigionieri alleati, ebrei, antifascisti e da alcune settimane è diventato cappellano delle formazioni partigiane modenesi e reggiane.
Portato a Firenze, viene consegnato alla banda Carità, un reparto di polizia speciale della RSI, che a “Villa Triste”, sulla via Bolognese, usa sistematicamente la tortura.
Il prete condivide per giorni, con altri prigionieri, le sevizie dei suoi aguzzini. Viene bastonato a sangue, costretto a reggersi contro un muro in punta di piedi, fatto rotolare sul pavimento legato a un legno, esposto nudo su un terrazzo “al solleone dall'alba al tramonto”.
Il 16 luglio è trascinato in piazza Washington alle Cascine e qui fucilato. La sua fine resterà per lunghi anni “nel più profondo e doloroso mistero”. Il corpo verrà ritrovato solo nel 1956.

- Fonte: Fondazione Gariwo (it.gariwo.net)
- Maria Pia Balboni, Bisognava farlo. Il salvataggio degli ebrei internati a Finale Emilia, Firenze, Giuntina, 2012, p. 75, 112
- Luciano Bergonzoni, Clero e Resistenza, Bologna, Cantelli, 1964, p. 58
- Cattolici, Chiesa, Resistenza. I testimoni, a cura di Walter E. Crivellin, Bologna, Il mulino, 2000, p. 328, 341
- La Chiesa fiorentina e il soccorso agli ebrei. Luoghi, istituzioni, percorsi (1943-1944), a cura di Francesca Cavarocchi e Elena Mazzini, Roma, Viella, 2018
- Enrico Ferri, Il sorriso dei ribelli. Don Elio Monari e la rete modenese di soccorso agli ebrei e ai soldati alleati, Firenze, Giuntina, 2013
- Mauro Galleni, Ciao, russi. Partigiani sovietici in Italia, 1943-1945, a cura di Carlo Isoppi, Venezia, Marsilio, 2001, pp. 108-111
- Ermanno Gorrieri, La repubblica di Montefiorino. Per una storia della Resistenza in Emilia, Bologna, Il mulino, 1966, pp. 396-398
- Luigi Paganelli, Don Elio Monari. Chiesa e società a Modena tra guerra e Resistenza, 1940-1945, Modena, Mucchi, 1990