Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi

Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.

18 ottobre 1944

Evacuazione dei civili dalle zone del fronte

A partire dal 15 ottobre i tedeschi faranno sfollare i civili dalla zona di Panico, in riva al Reno, e dal 15 novembre li cacciano da Marzabotto, spingendoli verso Bologna.

Sempre il 15 ottobre gli abitanti della zona dell’Abetone ricevono l’ordine di allontanarsi immediatamente dalle loro case. La gente è cacciata armi in pugno dalle truppe di occupazione. Una parte degli sfollati riuscirà a passare il fronte attraverso sentieri montani. La maggior parte si dirigerà verso Fiumalbo e Pievepelago.

Il 18 ottobre gli abitanti di Cereglio, Rodiano e del territorio a sud di Tolè ricevono dal comando tedesco l'ordine di sfollare entro un'ora. Sono costretti ad abbandonare nella fretta quasi tutto il bestiame e le masserizie. I profughi si concentrano a Tolè, provenienti anche da Vergato e Liserna.

A partire dal 4 novembre anche nel territorio della Valle di Setta i soldati della 24a Brigata Guardie inglese e i carabinieri italiani costringono oltre duemila persone a liberare la fascia di territorio a ridosso del fronte.

Per un chilometro la presenza dei civili è completamente interdetta, mentre per un ulteriore chilometro è ammessa una persona per famiglia per il governo degli animali.

Centinaia di persone vengono caricate a forza su camion e trasferite a Firenze nella “lugubre” caserma di via della Scala, vicina alla stazione.

Qui sono raccolte in vasti stanzoni e dormono sul pavimento, su giacigli fatti con due coperte militari di lana piene di pidocchi (D. Zanini). Tutti vengono nutriti ogni giorno con una specie di farinata di piselli e ceci.

Per alcuni, dopo mesi di sofferenze e privazioni nei rifugi scavati nella “terra di nessuno” continuamente bombardata, il centro profughi di via della Scala è un luogo sicuro e accogliente: “Siamo stati trattati bene, si mangiava all'americana. C'erano i formaggini in scatola che erano una bontà”.

Molti profughi proseguiranno il loro viaggio verso la provincia senese e alcuni arriveranno fino a Roma-Cinecittà.

Il 21 novembre anche gli abitanti di Montese ricevono dai tedeschi l’ordine di sfollamento immediato: “tutto deve essere lasciato sul posto all’infuori di 5 kg di indumenti e viveri a persona”.

Il 13 dicembre il podestà di Zocca informa che “i comuni di Vergato, Gaggio Montano e Castel d’Aiano sono stati sfollati forzatamente e quegli abitanti si riversano in questo comune sprovvisti di tutto” e “in uno stato veramente pietoso”.

L'evacuazione delle zone operative ha lo scopo di eliminare spie e "ribelli", ma anche di mettere gli edifici a disposizione delle truppe.

Lo sfollamento è attuato dagli opposti eserciti, “in seguito ad inderogabili esigenze belliche”, fino a una distanza di circa dieci chilometri dal fronte, chiamata "fascia di sicurezza".

Approfondimenti
  • Ermanno Gorrieri, La Repubblica di Montefiorino. Per una storia della Resistenza in Emilia, 3. ed., Modena, a cura della Associazione liberi partigiani italiani, 1975, pp. 327-328
  • Giampietro Lippi, La Stella rossa a Monte Sole. Uomini, fatti, cronache, storie della brigata partigiana Stella rossa Lupo Leone, Bologna, Ponte nuovo, 1989, pp. 256-257
  • Giacomo e Giuseppe Savini, Cinni di guerra. Memorie e fantasie dei bimbi che videro passare il fronte, Argelato, Minerva, 2020, pp. 84-85

  • Ezio Trota, Carlo Mondani, Vittorio Lenzi, Gli anni di guerra fra Reno e Panaro, (1943-1945), Modena, Il fiorino, 2003, pp. 52, 63-64
  • Dario Zanini, Marzabotto e dintorni, 1944, Bologna, Ponte nuovo, 1996, pp. 564-565
vedi tutto l’anno 1944