Commissariamento della Federazione fascista bolognese
Dopo la caduta in disgrazia di Leandro Arpinati (1892-1945) il fascismo bolognese viene epurato dall'ispettore del fascio Zelindo Ciro Martignoni (1897-1973), segretario federale dal 1° luglio 1933 al 24 dicembre 1934.
Nato in provincia di Mantova, combattente nella grande guerra, tra il 1921 e il ‘22 ha partecipato alle azioni squadristiche e ha poi ricoperto varie cariche nel Fascio del capoluogo. Dal dicembre del 1932 fa parte del Direttorio nazionale del PNF.
Gli “arpinatiani”, in primis il federale Mario Ghinelli (1903-1946), vengono privati della tessera e sottoposti a provvedimenti disciplinari. E’ nominata una commissione federale di disciplina, presieduta da Piero Monzoni (1896-?), futuro segretario (dal 21 agosto 1940).
Anche il “Resto del Carlino” passa sotto il controllo di Dino Grandi (1895-1988), tramite il nuovo direttore Giorgio Maria Sangiorgi.
Nel gennaio 1934, con un atto di imperio, Mussolini obbligherà il Comune a cedere gratuitamente la Casa del Fascio al PNF di Bologna. Insieme verranno liquidate le società per la Casa del Fascio e per il Littoriale, prima controllate da Arpinati.
Il 2 agosto 1934 il segretario del PNF Starace espellerà una ventina di tesserati bolognesi dal partito - tra essi Giuseppe Ambrosi, Arconovaldo Bonaccorsi, Walter Boninsegni - con questa motivazione:
“dava la propria solidarietà, ostentando atteggiamenti in netto contrasto con lo spirito tradizionalemente fascista, ad un tesserato eliminato dai ranghi perché postosi notoriamente contro le direttive del P.N.F.”.
Ghinelli si trasferirà a Napoli e nell’agosto 1934 sarà espulso dal PNF. Andrà quindi in Spagna a combattere con il caudillo Francisco Franco, partecipando alla presa di Malaga. Nel ‘39 verrà riammesso nel partito, ma dopo l’armistizio non aderirà alla RSI.
Dopo l’incarico a Bologna Martignoni verrà eletto deputato nella XXIX legislatura del Regno. Negli anni Trenta sarà dirigente AGIP a Mantova e membro della deputazione zootecnica. In seguito si ritirerà dalla vita politica.
- Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel Bolognese, 1919-1945, Bologna, Comune – ISREBO, vol. I, Nazario Sauro Onofri, Bologna dall'antifascismo alla Resistenza, 2005, p. 125
- Luciano Bergonzini, Lo schiaffo a Toscanini. Fascismo e cultura a Bologna all'inizio degli anni Trenta, Bologna, Il mulino, 1991
- Franco Cristofori, Bologna: gente e vita dal 1914 al 1945, realizzazione grafica di Pier Achille Cuniberti, Bologna, Alfa, 1980, p. 133
- Brunella Dalla Casa, Leandro Arpinati. Un fascista anomalo, Bologna, Il mulino, 2013, pp. 255-256
- Diario di Agosto 1934-XII, in: “Annali del Fascismo”, 8 (1934), p. III
- Nazario Sauro Onofri, Gli anni della dittatura (1920-1943), in: Storia di Bologna, a cura di Renato Zangheri, Bologna, Bononia University Press, 2013, vol. 4., tomo 2., Bologna in età contemporanea 1915-2000, a cura di Angelo Varni, p. 422
- Ivan Spada, Il fascismo a Bologna. Storia delle camicie nere all'ombra delle due torri (1919-1945), Roma, Red Star Press, 2021, pp. 163-165, 169-174, 239-240 (M. Ghinelli), 243-244 (C.Z. Martignoni), 245 (P. Monzoni)