Inaugurazione del Littoriale
Viene solennemente inaugurato l'impianto polisportivo del Littoriale, definito “primo anfiteatro della rivoluzione fascista” e “monumento della nuova epoca”.
Il discorso di apertura è tenuto da Mussolini, entrato allo stadio a cavallo, seguito da un corteo di gerarchi e vestito con l'alta uniforme di generale della Milizia.
Lo stadio, uno dei più grandi e moderni d'Europa, è stato edificato a spese del partito fascista bolognese. La federazione di palazzo Fava, guidata da Leandro Arpinati, ha promosso una colletta tra le aziende cittadine, comprese le residue cooperative socialiste, chiamate a un obolo "spontaneo".
Lo stile della struttura è stato ispirato ad Arpinati, presidente in carica della Federazione Italiana Gioco Calcio (FIGC), da una visita alle antiche Terme di Caracalla a Roma.
Progettata dall'ingegnere Umberto Costanzini (1897-1968) e dall'architetto Giulio Ulisse Arata (1881-1962), l'opera utilizza il calcestruzzo armato con audacia e costituisce il paradigma del nuovo rinascimento urbano voluto dal ras bolognese.
Oltre allo stadio, dotato di pista per l'atletica, l'impianto ospita campi di tennis e due piscine, di cui una al coperto per la prima volta in Italia, con posti per il pubblico e una lunghezza (33 metri) “sufficiente per l’omologazione di qualunque record nazionale ed internazionale”.
Secondo Marcello Gallian il Littoriale vale il Colosseo ed è "il primo vero monumento della nuova epoca". In occasione della sua inaugurazione anche il poeta Giuseppe Ungaretti compone un'ode:
Or dunque che è?
Mutata tu sei civiltà?
Questa palestra novella
è la sede più bella
di te, Verità?
La cerimonia di inaugurazione del Littoriale si tiene a lavori non ancora ultimati. Le foto ufficiali non mostrano le parti incomplete.
Arpinati è particolarmente legato al nuovo stadio, che considera, più che un luogo per grandi spettacoli da giorni festivi, "un centro di vitalità, una scuola, una palestra", da cui dovrà scaturire una falange di atleti destinati ai trionfi olimpici, ma anche di "forti soldati temprati a tutte le battaglie della vita nazionale".
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