Arpinati contestato all'assemblea del Fascio
Il 30 maggio si tiene al Teatro Contavalli l’assemblea del Fascio bolognese. All’ordine del giorno vi sono le dichiarazioni di Mussolini sul fascismo repubblicano e la conduzione del partito a Bologna.
Sulla natura repubblicana del movimento sono favorevoli Grandi e Baroncini, mentre è nettamente contrario Aldo Oviglio (1873-1942), che difende l’utilità della monarchia.
La gestione del partito di Leandro Arpinati (1892-1945) è messa pesantemente sotto accusa. E’ criticata la violenza rivoluzionaria ad ogni costo, che Baroncini giustifica solo come difesa degli interessi degli agrari.
Dino Grandi vuole trasformare il fascismo in un vero e proprio partito ed è favorevole alla creazione di sindacati fascisti.
Il Fascio bolognese viene di fatto commissariato dall’ala sindacalista. Arpinati è confermato segretario cittadino, ma gli viene affiancato Umberto Baccolini, ex tenente dei carabinieri e fedelissimo di Baroncini.
- Gabriele Bonazzi, Bologna nella storia, Bologna, Pendragon, 2011, vol. II, Dall'Unità d'Italia agli anni Duemila, p. 116
- Nazario Sauro Onofri, I giornali bolognesi nel ventennio fascista, Bologna, Moderna, stampa 1972, p. 147 sgg.
- Le origini del fascismo in Emilia-Romagna. 1919-1922, a cura di Andrea Baravelli, Bologna, Pendragon, 2022, p. 185
- Ivan Spada, Il fascismo a Bologna. Storia delle camicie nere all'ombra delle due torri (1919-1945), Roma, Red Star Press, 2021, pp. 62-63