I contadini chiedono le terre incolte. Scontri con i nazionalisti
Al termine del V Congresso nazionale della Federterra, un imponente corteo formato da oltre 50.000 “cuntadein”, convenuti in città dalle campagne circostanti, percorre via Indipendenza.
Nel comizio in piazza San Francesco è chiesta con forza l'assegnazione ai braccianti delle terre incolte. Mentre l' “impressionante corteo anachico con 500 e più bandiere rosse e nere” percorre via Ugo Bassi, avvengono tafferugli tra "vili pedoni", nazionalisti e forze dell'ordine.
Per i colpi di pistola esplosi da un ufficiale, "offeso dal comportamento dei dimostranti", rimane gravemente ferita una giovane bracciante di Castenaso, Geltrude Grassi, che morirà alcuni giorni dopo all'ospedale.
Nel pomeriggio un gruppo di Arditi, di attivisti della Lega antibolscevica e di nazionalisti aderenti ai “Sempre pronti per la Patria e per il Re”, guidati dall’ufficiale ex combattente Dino Zanetti (1897-1956), invade i locali dell'Amministrazione provinciale in palazzo d'Accursio, sventola il tricolore e inneggia al Re e all'Italia.
Poi assale e devasta il Caffè Re Enzo, quindi si porta davanti alla Camera del Lavoro di via Cavaliera e inizia una violenta sparatoria con gli occupanti socialisti. Solo l'intervento dei carabinieri evita tragiche conseguenze.
Dopo gli scontri vengono arrestati cinque nazionalisti. Tra essi figura l'avvocato Mario Jacchia (1896-1944), irredentista e pluridecorato della grande guerra, figlio di un noto esponente della massoneria bolognese. Quella del 15 giugno è la prima azione squadristica contro il movimento socialista bolognese.

- Fonte: “Bologna. Documenti del Comune“, ottobre 1974

Fonte: “Bologna. Documenti del Comune“, ottobre 1974
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