Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
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1919Il ristorante "Il Pappagallo"Giovanni Zurla, famoso cuoco professionista al servizio dell'aristocrazia bolognese, apre, assieme ai figli, una trattoria in via Pescherie. Vi si mangia “in mod particular”, dalle lasagne verdi al filetto all'olandese, dalle tagliatelle ai “turtlein bein pein e zal” (tortellini ben ripieni e gialli). I clienti fanno la fila per entrare in due stanzette piuttosto anguste, ma secondo l'attore Armando Falconi ne vale la pena: al Pappagallo "si mangia da papa e da cappone si diventa gallo". Nel 1937, poco dopo la morte del fondatore, l'esercizio si trasferirà dai primi angusti locali del Quadrilatero in via Santo Stefano nell'antica Casa Bolognini, a pochi passi dalle Due Torri. Per oltre cinquant'anni lo chef di quello che sarà da molti considerato uno dei migliori ristoranti europei, sarà Bruno Tasselli, cresciuto alla scuola dei Zurla. Al Pappagallo transiteranno attori, politici, personaggi in vista. Rimarrà famosa la visita dei divi di Hollywood Tyrone Power e Douglas Fairbank, che fuori dal locale saranno circondati da una vera folla di ammiratori.dettagli
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1919La torrefazione Filicori ZecchiniPer volontà di Aldo Filicori e Luigi Zecchini, proprietari di un piccolo negozio nel centro cittadino, all'angolo tra via Calzolerie e via Orefici, viene fondata la torrefazione di caffè Filicori Zecchini. La ditta importa caffè dal Brasile “dall’origine direttamente al consumatore”. In breve tempo diviene fornitrice della Real Casa ed esportatrice in oltre 40 paesi nel mondo. Lo spaccio di Felicori sarà il primo a dotarsi di una macchina espresso e il “caffè a macchina” (in dialetto: cafà a reaziàn) sarà una gradita novità per i buongustai bolognesi.dettagli
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1919Le Officine di CasaraltaCarlo Regazzoni e Cesare Donati rilevano la fabbrica di proiettili Sigma, in crisi dopo la guerra, e fondano le Officine di Casaralta, specializzate nella “costruzione e riparazione di carri per ferrovie e tramvie a trazione a vapore o elettrica, di materiale fisso e di costruzione meccaniche e metalliche in genere”. Il bergamasco Regazzoni viene dall'esperienza di direttore della succursale bolognese delle Officine Reggiane. La sua azione instancabile è volta a moltiplicare i rapporti con le Ferrovie e con le aziende di trasporto locale e ad assumere ogni tipo di impegno, secondo il motto: "Cento piccoli ordini valgono più di una grande commessa". Questa flessibilità consentirà alla Casaralta di superare le gravi crisi economiche degli anni Venti-Trenta. Alla vigilia della seconda guerra mondiale la fabbrica conterà più di 500 dipendenti e sarà una delle imprese più conosciute a Bologna. Il lavoro di manutenzione del materiale rotabile necessita soprattutto di operai esperti. La fabbrica si caratterizza per la presenza di numerosi artigiani polivalenti (meccanici, falegnami, elettricisti, ecc.) e di poche macchine, con una potenza elettrica installata di appena 90 cv.dettagli
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1919Locomotive austriache sulla Linea PorrettanaAlcune locomotive austriache, facenti parte del bottino di guerra, entrano in funzione sulla linea ferroviaria Porrettana. Capaci di notevole trazione, vengono utilizzate nei percorsi in forte salita verso il valico Appennino. Al termine del conflitto mondiale oltre 400 locomotive austriache e 200 tedesche e ungheresi saranno riadattate per le linee italiane. Risulteranno preziose anche perché potranno essere alimentate con carbone di qualità poco pregiata.dettagli
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1919L'acquedotto dell'OsservanzaDopo la decisione del Comune di collocare a Villa Aldini la sede degli educatori estivi - dal 1909 vengono ospitati circa 350 bambini all'anno - l’Assessore all'Istruzione Mario Longhena avvia lo studio per un acquedotto, che possa servire anche le aree adiacenti della collina, compreso l’Istituto ortopedico Rizzoli e il Seminario Arcivescovile. Composto da un’officina di sollevamento, un serbatoio pensile e la rete di distribuzione, l'Acquedotto dell'Osservanza è iniziato nel 1916 e inaugurato nel 1919. Verrà in seguito esteso e modificato fino al 1934.dettagli
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1919Corso di chimica industriale presso la Scuola degli IngegneriPresso la Scuola per Ingegneri si apre un corso di chimica industriale. Prelude all'istituzione di una nuova scuola, sostenuta da un consorzio tra Stato, enti locali e privati, che entrerà in funzione nell'anno accademico 1921-22, sotto la direzione del prof. Mario Giacomo Levi (1878-1954).dettagli
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1919Via delle Asse diventa via Tre NovembreLa strada che corre lungo il lato meridionale del palazzo comunale, fino all'incrocio con via Cesare Battisti, assume il nome di via Tre Novembre. La data ricorda l'ingresso, nel 1918, delle truppe italiane a Trieste, epilogo della prima guerra mondiale. Con la riforma toponomastica del 1801, questo lungo tronco stradale era stata chiamato via delle Asse, per la presenza di una cappelletta di legno, che custodiva una immagine della Madonna dipinta sul muro del palazzo comunale. Nel 1942 diventerà via Quattro Novembre 1918, a ricordo della Vittoria. Il lato meridionale del palazzo comunale era caratterizzato nell'800 dalla presenza di un certo numero di botteghe artigiane, alloggiate in precarie costruzioni addossate al muro perimetrale. Altre baracche simili erano presenti su via dei Vetturini (poi via Ugo Bassi) e in piazza Nettuno.dettagli
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1919La popolazione di Bologna e provinciaNel 1919 gli abitanti di Bologna sono 198.551. Nell'intera provincia risiedono 629.558 persone.dettagli
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1919La fabbrica di macchine utensili MingantiIn uno stanzone in via della Fontanina, nei pressi del canale di Reno, Giuseppe Minganti (1889-1947), figlio di un abile operaio meccanico, inizia la sua attività di costruttore di macchine utensili. Trasferita pochi anni dopo in via Ferrarese, la Minganti diviene concorrente ed erede delle grandi aziende meccaniche bolognesi, quali la Calzoni e la Barbieri. Le macchine utensili (trapani, torni, fresatrici, ecc.), prodotte soprattutto per la Fiat e la Riv, costituiscono gli strumenti di base delle officine e delle imprese meccaniche. Negli anni Venti il tornio idraulico Minganti, presentato all'Esposizione industriale di Parigi, acquisterà notorietà internazionale. Praticamente distrutte dal bombardamento aereo del 25 settembre 1943, le officine sfolleranno a Palazzolo sull'Oglio (BS). Dal 1947 la ditta verrà guidata da Gilberta Minganti, che la erediterà dal marito prematuramente scomparso, inaugurando l'esperienza imprenditoriale femminile nell'area bolognese. Le macchine Minganti saranno protagoniste anche nell'avventura spaziale: produrranno infatti un pezzo dell'astronave russa, che nel 1957 porterà la cagnetta Laika in orbita attorno alla terra. Il nuovo stabilimento, situato ancora in via Ferrarese, sarà progettato nel 1957 dall'arch. Francesco Santini e costruito tra il 1960 e il 1963. Le Officine Minganti, "fabbrica d'incanti", saranno dismesse alla fine del '900 e nel 2006 diventeranno un centro commerciale.dettagli
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15 gennaio 1919Il Consorzio Cooperativo ItalianoIl sindaco Zanardi propone al Governo di produrre alimentari a basso costo da distribuire a cooperative e enti senza fini di lucro. Individua a questo scopo il grande stabilimento di Casaralta, dove durante la guerra si confezionavano carni conservate per l'Esercito. Nel corso del conflitto era stato avviato un proficuo rapporto tra l'Ente Autonomo dei Consumi e l'autorità militare: il primo, infatti, aveva ricevuto e distribuito in appositi spacci i cascami e le frattaglie di carne provenienti dalle macellerie di Casaralta. Il sindaco pensa ora a un Consorzio Cooperativo, che consenta anche di salvaguardare l'occupazione delle oltre 10.000 donne che hanno sostituito gli uomini al fronte nelle fabbriche cittadine e che ora, dopo la smobilitazione, si ritrovano senza lavoro. Per Zanardi Bologna “nella quale sempre fiorirono le industrie degli alimenti è la sede naturale per la vagheggiata grande organizzazione dei consumatori italiani”. Ma l'amministrazione cittadina sarà presto commissariata e il progetto del Consorzio Cooperativo Italiano non sarà mai realizzato.dettagli
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24 gennaio 1919La Cooperativa dei macellaiSedici macellai bolognesi fondano la Società Anonima Cooperativa per conduttori di macellerie. Ogni socio possiede inizialmente cinque azioni da 100 lire, per un capitale totale di 8.000 lire. La società, che ha sede in via Altabella n. 1/3, si propone assumere ed eseguire lavori di salatura e vendita del pellame prodotto dai soci, colatura di grassi e fabbricazione del ghiaccio per la conservazione delle carni.dettagli
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febbraio 1919Progetto del Velo Sport Reno per un campo sportivo con velodromoLa società ciclistica Velo Sport Reno presenta il progetto di un impianto polisportivo, da realizzarsi nel predio del Meloncello su una proprietà dei fratelli Micheli. E' prevista una pista ciclabile in cemento lunga 400 metri, una pista di corsa e un campo per partite di football e esercitazioni ginnastiche. Dovrebbero inoltre essere erette gradinate e tribune per 4.000 spettatori. La convinzione dei soci del Velo Sport è che "dopo l'immane flagello che ha funestato il mondo, sia necessario di concedere degli svaghi alla gioventù e nel contempo sia doveroso di ritemprare i corpi stremati dai lunghi disagi e dalle più deleterie privazioni". Il progetto non sarà per il momento realizzato, ma nell'autunno un gruppo di soci del Velo Sport, in forma privata, inizieranno i lavori per la costruzione di un campo sportivo e velodromo in un terreno fuori porta Saffi. Nell'area del Meloncello sorgerà invece nel 1926 il Littoriale, voluto da Leandro Arpinati.dettagli
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18 febbraio 1919Onoranze ai reduci della Brigata BolognaI soldati della Brigata Bologna, reduci dalle battaglie del Montello e di Feltre, vengono festeggiati con un rinfresco presso la Cucina del Soldato. La sala che li accoglie, posta nell’edificio della stazione centrale, è allestita con bandiere italiane e alleate, corone di alloro e una copia del Bollettino della Vittoria. Durante la guerra il 39. e 40. Reggimento inalberava una bandiera con gli emblemi araldici di Bologna e il motto “Si venies invenies”, cioè la risposta data dal Libero Comune all'imperatore Federico II quando minacciò di assediare la città, colpevole di tenere prigioniero suo figlio Re Enzo.dettagli
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marzo 1919Abbattimento delle torri Artenisi, Guidozagni e RiccadonnaL'allargamento del Mercato di Mezzo e la costruzione di nuovi lotti di edifici, comporta l'abbattimento di antichi edifici e torri. Tra esse le tre torri Artenisi, Guidozagni e Riccadonna, situate nei pressi del Palazzo della Mercanzia. L'operazione, giustificata per motivi di sicurezza e viabilità, è oggetto di lunghe discussioni e polemiche tra "conservatori" e "demolitori", dopo l'isolamento nel 1916 delle parti restanti, a seguito del parere del Consiglio Superiore di Belle Arti. Per la conservazione si schierano il Comitato per Bologna storico-artistica, la Commissione per la conservazione dei monumenti dell'Emilia e la Società Francesco Francia. Il professore di filosofia Giorgio Del Vecchio lancia una petizione popolare, con l'appoggio dell'amico D'Annunzio. Un piano viario alternativo, proposto da Rubbiani e Pontoni nel 1909, con l'intento di salvaguardare le torri e gli edifici di via Orefici e del Mercato di Mezzo, viene respinto dall'Amministrazione comunale. La prima torre ad essere demolita, nell'aprile del 1917, è la Guidozagni, in cattive condizioni. Entro il marzo 1919, anche la Riccadonna e l'Artenisi seguiranno la stessa sorte.dettagli
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23 marzo 1919Tafferugli dopo una manifestazione pro-DalmaziaAl teatro Duse, dove si svolge una manifestazione Pro Dalmazia, un gruppo di giovani socialisti disturba gli oratori con fischi e canti. Ne nascono tafferugli tra opposte fazioni, che si prolungano e si estendono all'esterno, presso il bar Portorico e il bar Centrale, all'angolo tra via Ugo Bassi e via Indipendenza.dettagli
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aprile 1919I Sempre pronti per la Patria e per il ReCostituita nella primavera del 1919, quella dei Sempre pronti per la Patria e per il Re è la prima organizzazione paramilitare della destra politica bolognese in funzione antisocialista. Il gruppo, formato soprattutto da studenti, è reclutato e addestrato da Dino Zanetti (1897-1956), tenente degli Arditi e mutilato di guerra, già fondatore della Lega latina della gioventù. Tra i giovani che sfilano con la camicia azzurra, un nastro tricolore e il pugnale tra i denti c'è anche il ginnasiale Leo Longanesi. Le squadre "sempre pronte" sono, in pratica, il braccio armato dei nazionalisti. Dopo varie azioni e attacchi alle sedi sindacali, si scioglieranno in autunno con la partenza di Zanetti per Fiume, per ricostituirsi come milizia paramilitare il 7 marzo 1920. Nel febbraio-marzo di quell'anno, gli Azzurri sostituiranno i netturbini in sciopero nella raccolta della spazzatura e i portalettere nella distribuzione della posta. I fascisti guarderanno sempre con diffidenza ai Sempre Pronti, considerati dei "damerini" di buona famiglia. Nel maggio 1923 Zanetti aderirà al fascismo e coinfluirà ufficialmente nel PNF. Distaccatosi da Mussolini dopo il 25 luglio 1943, sarà condannato dal Tribunale speciale di Ferrara della RSI.dettagli
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9 aprile 1919Costituzione del primo Fascio di combattimentoUn centinaio di ex combattenti, in prevalenza repubblicani, anarco-sindacalisti e nazionalisti, si riuniscono il 9 aprile in via Barberia n. 4, nella sede della Lega latina della Gioventù, organizzazione paramilitare di destra fondata alla fine della guerra dal ten. Dino Zanetti per educare i giovani alla disciplina e all'uso delle armi. Viene costituito il Fascio di combattimento bolognese. Tra i fondatori vi sono Pietro Nenni, Cesare Tumidei, Leandro Arpinati e i fratelli Guido e Mario Bergamo. A rappresentare la direzione centrale del movimento, interviene l'ex capitano degli Arditi Ferruccio Vecchi, che pochi giorni dopo a Milano guiderà la spedizione punitiva contro "L'Avanti" socialista. Il programma politico è piuttosto generico - "Né coi bolscevichi, né coi monarchici, ma per la rivoluzione e la Costituente" - frutto di una faticosa mediazione tra anime molto diverse. In pratica il Fascio bolognese ha soprattutto il compito di organizzare squadre armate per proteggere gli oratori e le sedi dei partiti avversari dei socialisti. Pochi giorni dopo l'incontro inaugurale si avrà già una prima defezione: i combattenti nazionalisti, guidati da DIno Zanetti, lasceranno il gruppo per fondare la Lega antibolscevica e aderiranno al Fascio di Mussolini.dettagli
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14 aprile 1919Il teatro gratuitoSu imitazione dell'istituzione russa del “teatro per il popolo”, il Comune propone alcuni spettacoli lirici gratuiti: vengono rappresentati il Mefistofele e la Francesca da Rimini del maestro Arrigo Boito, da poco scomparso. L'evento, come recita il periodico "La Vita cittadina", è dedicato al "popolo proletario bolognese, sensibile, vibrante ed entusiasta per ogni manifestazione d'arte in genere e musicale in ispecie". I biglietti d'ingresso al Comunale sono rilasciati, in quantità fissa, alle leghe e alle varie organizzazioni operaie. Gli scanni della platea sono sostituiti da sedie per aumentare la capienza. La platea e il loggione sono riservati agli uomini e i palchi alle donne. Anche gli ingressi sono separati. La sera del 14 aprile oltre duemila lavoratori gremiscono "la dorata sala del Bibiena". Sotto la cimasa del palcoscenico spicca un cartello luminoso con la dicitura: "W l'Internazionale dei Lavoratori". Prima dello spettacolo il sindaco Zanardi tiene un applaudito discorso, che ha come culmine l'affermazione che l'arte e la scienza sono un patrimonio collettivo e non un "monopolio di pochi".dettagli
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17 aprile 1919Sciopero unitarioPer protestare contro la distruzione della sede dell' “Avanti!” a Milano da parte di attivisti del Fascio dei combattenti, il 17 aprile è proclamato a Bologna uno sciopero unitario. Il leader dei sindacalisti rivoluzionari Armando Borghi (1882-1968), rientrato a Bologna in febbraio, propone un fronte unico retto da un Comitato d'azione autonomo dai partiti.dettagli
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19 aprile 1919La Lega antibolscevicaIl capitano Angelo Tumidei e i tenenti Andruzzi e Zanetti, separatisi dal Fascio, fondano la Lega antibolscevica, che aderisce all'Associazione nazionale combattenti, con un programma di opposizione violenta al bolscevismo. La Lega conosce un rapido sviluppo, con l'adesione di numerosi ex combattenti e di alcune personalità della destra bolognese, come il senatore Tanari e il prof. Alessandro Chigi. Tra gli scopi dell'associazione, composta soprattutto da studenti e ufficiali nazionalisti di estrazione borghese, c'è la sostituzione degli operai durante gli scioperi nei servizi pubblici essenziali. I volontari della Lega antibolscevica saranno i precursori dello squadrismo urbano, impegnato nei mesi successivi in numerosi attacchi contro le sedi e le manifestazioni socialiste.dettagli
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24 aprile 1919Lavori di bonifica a sinistra del RenoE' concessa al Consorzio Cavamento Palata l'esecuzione della bonifica del territorio paludoso a sinistra del fiume Reno, nei comuni di Crevalcore, S. Giovanni in Persiceto e S. Agata Bolognese. Un altro consorzio di bonifica è stato istituito nel 1907 per il circondario di Dosolo, compreso tra il torrente Samoggia e il Reno. Il collettore Dosolo, munito di chiavica a portoni, fa confluire nel Reno la maggior parte delle acque di scolo dell'area. I lavori di bonificazione della bassa bolognese saranno ultimati nel 1929, con lo scolo di oltre 43.000 ettari di terreno tra il fiume Panaro e il Reno. Separate le acque alte da quelle basse, queste ultime saranno condotte nei pressi di Bondeno e sollevate da un'idrovora posta sull'argine del Panaro.dettagli
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6 maggio 1919Mario Missiroli direttore del "Resto del Carlino"A soli 33 anni Mario Missiroli (1886-1974) diviene direttore del “Resto del Carlino”. E' l'enfant prodige del giornalismo bolognese: a soli quindici anni, ancora studente liceale, dirigeva due riviste politico letterarie, “Il Nuovo Don Chisciotte” e “Rinascenza” e discettava con Carducci. Era allievo di Alfredo Oriani e seguace di Sorel. Arricchirà il giornale di firme prestigiose - da Croce a Gentile, da Papini a Prezzolini - e terrà una linea moderata, in polemica con la politica agraria del fascismo, con qualche apertura ai socialisti. Dopo la strage di palazzo d'Accursio del novembre 1920 sarà chiamato dai fascisti "il ruffiano di Cagoia", cioè di Nitti. Il 5 aprile 1921 dovrà dimettersi dalla direzione del giornale e sarà bandito da Bologna. Andrà a Milano a dirigere "Il Secolo". Assieme a lui gli industriali saccariferi emiliani e genovesi, proprietari del "Carlino", sacrificheranno l'amministratore, comm. Achille Gherardi, alto esponente della massoneria bolognese, manganellato il 4 aprile 1921 da otto fascisti armati nei pressi della sua abitazione. La direzione sarà affidata a Nello Quilici, uomo di Balbo, sotto la supervisione di Ugo Lenzi, Venerabile della Loggia "VIII Agosto". All'epoca del delitto Matteotti, Missiroli entrerà in diretto conflitto con Mussolini. Da allora, nonostante la riconciliazione con il potente ras Leandro Arpinati, rimarrà ai margini per tutto il Ventennio, riprendendo nel dopoguerra le direzioni del "Messaggero" e del "Corriere della Sera".dettagli
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10 maggio 1919Il Fascio liberaleNel palazzo Pepoli Campogrande, in via Castiglione, si costituisce il Fascio liberale. Secondo il senatore Giuseppe Tanari (1852-1933) deve contribuire ad impedire la guerra civile, definita “la più infame delle guerre”.dettagli
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19 maggio 1919Massarenti guida le lotte agrarie a MolinellaDal 19 maggio al 10 giugno si svolge presso il Tribunale di Bologna il processo, voluto dalla Prefettura e dagli agrari contro Giuseppe Massarenti (1867-1950), animatore delle lotte contadine nella bassa bolognese. Durante il dibattimento le accuse si dissolvono e l'imputato viene assolto. Tornato a Molinella in trionfo, guiderà durante l'estate un potente sciopero. Verrà chiesto agli agrari un risarcimento di mezzo milione per il danno subito dai lavoratori durante la vertenza del 1914, terminata con l'eccidio di Guarda e l'esilio forzato di numerosi sindacalisti. I proprietari terrieri verseranno 270 mila lire e i sindacati verseranno la somma al comune di Molinella per la costruzione della scuola di Alberino.dettagli
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24 maggio 1919Muore Giuseppe Ragni, re dei venditori della PiazzolaGiuseppe Ragni (1867-1919), venditore ambulante e re degli imbonitori della Piazzola, scompare tragicamente. Tornando dal mercato sul suo calesse, è investito da un camion militare in viale Pietramellara e muore poco dopo per emorragia all'Ospedale Maggiore. Ragni smerciava di tutto, anche le gabbiette per le pulci. Vestiva in modo eccentrico per meglio attirare l'attenzione. Accanito lettore di libri, era anche cantastorie, famoso per le sue zirudelle argute, che a volte gli procuravano guai giudiziari. La tradizione delle zirudelle, filastrocche in dialetto improvvisate, sarà continuata da Oreste Biavati (1890-1971) e Marino Piazza (1909-1993).dettagli
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28 maggio 1919Restauri in Santo StefanoProfondi restauri - compresi in un periodo che va dal 1911 al 1925 - interessano il complesso delle Sette chiese di Santo Stefano. Fanno seguito a quelli, altrettanto radicali, dell’Ottocento condotti soprattutto dall’ing. Faccioli. Gli interventi appaiono ispirati “da un malinteso senso archeologico”, che ha come obiettivo quello di “disseppellire, con scavi e demolizioni, le mitiche tracce paleocristiane” (Fanti) del complesso. Gli interventi nelle chiese della S.S. Trinità e in quella del Crocifisso sono promossi da mons. Giulio Belvederi e condotti dall’ing. Edoardo Collamarini, allievo e seguace di Rubbiani. Il progetto è definito dal Soprintendente alle Belle Arti Corsini “geniale” dal punto di vista ricostruttivo, ma “dannoso” dal punto di vista dell’archeologia e della storia, per la soppressione di molte vestigia, databili tra il XIV e il XVIII secolo. La commissione ministeriale, incaricata di autorizzare la prosecuzione dei lavori, sarà comunque messa di fronte al fatto compiuto delle ricostruzioni. I restauri del complesso si concluderanno nel 1925, con l’apposizione nel chiostro romanico di 64 lapidi ai caduti della grande guerra, realizzate con il contributo della Casa Reale e di vari enti pubblici e privati.dettagli
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29 maggio 1919L’ultima lezione di Giuseppe RuggiNella lectio magistralis, che segna il suo congedo dall’insegnamento attivo, Giuseppe Ruggi (1844-1925), già primario dell’Ospedale Maggiore e valente clinico, afferma con forza che la pratica chirurgica deve avere una solida base medica. Egli stesso è stato promotore di una straordinaria evoluzione della disciplina, apportando riforme come la “medicazione antisettica” (1871), introducendo il camice a maniche lunghe, la mascherina e il berretto nelle sale operatorie (1880), i guanti di gomma (1894), la sterilizzazione al calore e la disinfezione con tintura di jodio (1908). Ma è soprattutto nella tecnica operatoria che egli ha compiuto una vera rivoluzione, contrassegnando il passaggio alla moderna professione e ponendosi tra i maestri della scuola medica bolognese. Egli infatti ideò nuovi metodi di intervento, quali la simpaticectomia al collo e all’addome, varie resezioni articolari e laparotomie. Laureato a Bologna nel 1868, per lunghi anni insegnò clinica chirurgica all’Alma Mater.dettagli
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30 maggio 1919Dodici strade cambiano nome tra le protesteIl Consiglio comunale, a maggioranza socialista, delibera tra vivaci proteste la sostituzione del nome di dodici vie della città vecchia. Il discorso contrario del consigliere nazionalista Alessandro Ghigi è più volte interrotto dal pubblico, al grido di "Viva Lenin, viva la rivoluzione!". Gli altri consiglieri di minoranza, che appoggiano Ghigi, sono duramente contestati: per protesta abbandonano l'aula e rassegnano le dimissioni (che saranno poi respinte). Dal 30 maggio le vie Imperiale e Barbaziana diventano via Cesare Battisti, le vie Battisasso e Pietrafitta sono unificate sotto il nome di via Monte Grappa, via Sant’Isaia diventa Andrea Costa, via Cavaliera cambia il suo nome in via Guglielmo Oberdan. Alcune intitolazioni, ad esempio via Jaures o via Spartaco - nome dato a via San Vitale in onore di Karl Liebkecht - saranno di nuovo cambiate, per ovvi motivi politici, nel periodo fascista.dettagli
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14 giugno 1919Congresso nazionale del Partito popolareSi tiene dal 14 al 16 giugno a Bologna il primo congresso del Partito popolare, fondato il 19 gennaio e presieduto da Alcide De Gasperi (1881-1954). La linea aconfessionale sostenuta da don Luigi Sturzo (1871-1959) prevale sulla mozione di don Agostino Gemelli (1878-1959), direttore di “Vita e Pensiero”, per il quale il partito, pur autonomo dalla gerarchia ecclesiastica, deve dichiarare l'impostazione cristiana del suo programma. Il PPI otterrà subito ottimi risultati alle elezioni del 16 novembre 1919, con il 20% dei suffragi e l'invio di cento deputati in Parlamento. Un effetto della fondazione del Partito Popolare sarà la decisione di papa Benedetto XV di far decadere il divieto di partecipazione dei cattolici alla vita politica (non expedit).dettagli
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15 giugno 1919I contadini chiedono le terre incolte. Scontri con i nazionalistiAl termine del V Congresso nazionale della Federterra, un imponente corteo formato da oltre 50.000 “cuntadein”, convenuti in città dalle campagne circostanti, percorre via Indipendenza. Nel comizio in piazza San Francesco è chiesta con forza l'assegnazione ai braccianti delle terre incolte. Mentre l' “impressionante corteo anachico con 500 e più bandiere rosse e nere” percorre via Ugo Bassi, avvengono tafferugli tra "vili pedoni", nazionalisti e forze dell'ordine. Per i colpi di pistola esplosi da un ufficiale, "offeso dal comportamento dei dimostranti", rimane gravemente ferita una giovane bracciante di Castenaso, Geltrude Grassi, che morirà alcuni giorni dopo all'ospedale. Nel pomeriggio un gruppo di Arditi, di attivisti della Lega antibolscevica e di nazionalisti aderenti ai Sempre pronti per la Patria e per il Re, guidati da Dino Zanetti, invade i locali dell'Amministrazione provinciale in palazzo d'Accursio, sventola il tricolore e inneggia al Re e all'Italia. Poi assale e devasta il Caffè Re Enzo, quindi si porta davanti alla Camera del Lavoro di via Cavaliera e inizia una violenta sparatoria con gli occupanti socialisti. Solo l'intervento dei carabinieri evita tragiche conseguenze. Dopo gli scontri vengono arrestati cinque nazionalisti. Tra essi figura l'avvocato Mario Jacchia (1896-1944), irredentista e pluridecorato della grande guerra, figlio di un noto esponente della Massoneria bolognese, .dettagli
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17 giugno 1919L'Istituto Nazionale delle Cooperative di produzione e distribuzioneE' costituito a Bologna l'Istituto Nazionale delle Cooperative di produzione e distribuzione con lo scopo di produrre e acquistare generi di largo consumo e venderli direttamente ai consumatori senza fini speculativi. L'Istituto ottiene dallo Stato l'uso gratuito dello stabilimento militare di Casaralta, che comprende un grande reparto per la produzione di carne in scatola, un mulino, un panificio e un grande frigorifero.dettagli
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luglio 1919L'Ufficio di notizie per le famiglie dei militariTermina l'attività dell'Ufficio per le notizie alle famiglie dei militari al fronte. E' una iniziativa benemerita, originata in Francia e promossa per la prima volta in Italia da alcune donne bolognesi, tra le quali la contessa Lina Bianconcini Cavazza, che ha messo a disposizione il primo piano del suo palazzo in via Farini. Il servizio ha ottenuto il riconoscimento del Ministero della Guerra e della Prefettura e il sostegno del Comune, della Camera di Commercio e della Cassa di Risparmio. Ha avuto il compito di "rendere meno ingombranti i rapporti epistolari fra le famiglie e i richiamati, di trasmettere le notizie tanto desiderate ai partenti e a quelli che restano, e a dare tutte le altre indicazioni, che possono servire a rendere meno assillante lo stato d'animo dei famigliari in confronto ai combattenti lontani". Nel corso del conflitto mondiale ha compilato, servendosi dell'opera di 350 volontari, un enorme archivio con milioni di voci, comprendente circa 14.000 schede relative ai caduti e ai dispersi provenienti dai comuni della provincia di Bologna (2.310 sono i caduti e 203 i dispersi dalla città). Il materiale raccolto sarà poi pubblicato nel 1927. Durante la guerra Bologna ha ospitato anche l'Ufficio di concentrazione militare, dipendente dal Comando supremo, che attuava la censura sulla corrispondenza e smistava i pacchi per i soldati al fronte.dettagli
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2 luglio 1919Scioperi e disordini contro il carovitaIn molte città italiane vi sono accese dimostrazioni contro il carovita. All'inizio di luglio gravi tumulti coinvolgono anche Bologna e la Romagna. Il 30 giugno a Forlì, per protesta “contro l'esorbitanza dei prezzi”, vengono assaltate diverse botteghe. Da un negozio di scarpe sottoposto a saccheggio il proprietario spara sui dimostranti ferendone alcuni. In poco tempo in città si scatena un caos generale: le fabbriche si svuotano degli operai e molti negozi di alimentari e di vestiario sono presi di mira. Le merci sottratte vengono consegnate a istituti di beneficenza e alla camera del lavoro. Il giorno dopo “tutti i negozi, le trattorie, gli alberghi” rimangono chiusi. A Ravenna la popolazione impone “la vendita delle verdure, del pesce, della frutta, delle uova e del formaggio a metà prezzo” e obbliga i commercianti che hanno chiuso i negozi a riaprirli. In una drogheria i dimostranti asportano “vini di lusso, liquori e generi coloniali”. L'intervento della forza pubblica impedisce l'estendersi degli espropri. Il 2 luglio a Imola al mercato delle erbe le ortolane abbandonano i loro prodotti all'arrivo dei manifestanti, mentre in una drogheria sulla via Emilia è effettuato "un grandioso saccheggio". Molti commercianti accettano di vendere a prezzi ribassati del 50 percento. Il pomeriggio seguente sul prato delle scuole Carducci-Alberghetti si tiene un affollato comizio socialista, al termine del quale l'oratore Silvio Alvisi invita la gente alla calma e annuncia la fine dello sciopero. Ma poco dopo “elementi indisciplinati” scatenano tafferugli lungo le strade cittadine, ai quali seguono cariche della cavalleria: al termine si contano cinque morti e una decina di feriti. Il 3 luglio lo sciopero è esteso a Faenza, a Cesena e a tutta la Romagna, ma anche a Bologna, Firenze, Ancona, Pesaro. In molte zone i militari prendono parte al movimento, mentre lo stato appare del tutto incapace a contenerlo. Le proteste contro il carovita sono però in generale prive di direzione politica e si esauriscono in pochi giorni. Il partito socialista e il sindacato sono colti di sorpresa dalle agitazioni e mantengono un atteggiamento prudente.dettagli
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4 luglio 1919Muore Augusto GrossiMuore a 84 anni Augusto Grossi, abilissimo disegnatore, caricaturista e sceneggiatore di storie complesse in una sola vignetta. Fu dapprima disegnatore del giornale umoristico "La Rana" e poi autore de "Il Papagallo", pubblicato senza interruzioni dal 1873 al 1915. Dopo il successo dell’edizione italiana, giunta nel 1878 a 24.000 copie, "Il Papagallo" ebbe diverse edizioni straniere, con tirature notevoli. Privilegiava nettamente l’immagine rispetto al testo, con una grande litografia a colori nelle pagine centrali, vera novità per l'Europa. Col tempo inoltre si era orientato esclusivamente verso l'attualità internazionale, abbandonando le notizie locali. Per il suo 75° compleanno, Grossi ha regalato l’edizione completa del suo periodico alla biblioteca comunale dell’Archiginnasio.dettagli
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16 luglio 1919La rivista futurista "Laghebia"E' pubblicato il primo numero di “Laghebia” quindicinale dei futuristi bolognesi. Nel sottotitolo si propone come “Deflagratore Futurista della maschilità artistica”. Fa il verso alla nota rivista fiorentina “Lacerba” di Papini e Soffici e riceve subito l'appoggio di F.T. Marinetti. Redattori sono Alessandro Cervellati (1892-1974) - sotto lo pseudonimo di Sandrino Ciurvelia - e Ferruccio Giacomelli (1897-1987). I due animano un gruppo di giovani scapestrati di idee anarcoidi, che, sotto il nome di Ghebia (gabbia in dialetto bolognese), si riunisce abitualmente ai Giardini Margherita a leggere Stirner e Nietzsche: tra essi Nino Della Casa, Giovanni Marescalchi, Natale Pirazzoli, Mario Brasa, Francesco Bonafede e Pietro Aterol. La rivista chiuderà dopo solo due numeri, a testimonianza della scarsa adesione alle idee marinettiane da parte degli intellettuali locali.dettagli
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20 luglio 1919Lo "scioperissimo" a favore della rivoluzione russaSi svolge il 20 e 21 luglio uno sciopero internazionale di solidarietà con la rivoluzione russa e contro il trattato di Versailles. E' proclamato dal sindacato e dal Partito socialista e viene visto come grande prova rivoluzionaria. Gli anarchici e i socialisti rivoluzionari provano a dare al movimento caratteristiche preinsurrezionali. A Bologna la situazione è molto tesa, anche per l'improvvisa agitazione dei ferrovieri. Prima dello "scioperissimo" vengono arrestati per precauzione il leader anarchico Armando Borghi (1882-1968) e l'intero Comitato Centrale dell'USI. Il Prefetto vieta la circolazione di automobili e mezzi simili per evitare disordini. Sono fatte affluire nel capoluogo diverse unità dell'esercito. Intanto le associazioni combattentistiche raccolgono l'appello di Benito Mussolini per un "antisciopero". I partiti di sinistra e i sindacati dimostrano con i loro contrasti che un piano rivoluzionario non è attuabile. All'interno dell'Unione Socialista bolognese i riformisti di Zanardi si oppongono ai massimalisti capeggiati da Nicola Bombacci (1879-1945). Dopo un dibattito molto acceso è votato un documento in cui si approva lo sciopero, ma si invita i lavoratori alla calma e alla disciplina. Si dichiara che la rivoluzione è per il momento rinviata. Secondo Pietro Nenni, mentre gli ordini del giorno del PS e del sindacato, “il linguaggio della stampa, l’allarme dell’opinione pubblica” sembrano “preludere ad avvenimenti decisivi”, in definitiva le manifestazioni si svolgono in un clima più di festa che di rivolta. L‘ordine pubblico non è sostanzialmente turbato e la borghesia, in preda a “un’emozione senza precedenti”, può trarre un sospiro di sollievo.dettagli
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7 agosto 1919Ristorante popolare nella Sala BorsaApre al pubblico il ristorante popolare istituito dall'Ente Autonomo dei Consumi nei locali della Sala Borsa in via Ugo Bassi. Deve servire da calmiere per i prezzi degli altri esercizi. E' impiantato sotto l'ampia tettoia cui si accede da via Ugo Bassi o dal cortile di Palazzo d'Accursio. Lo spazio riservato al ristorante è recintato da piante ornamentali. L'esercizio è dotato di moderne macchine da cucina e apparecchi refrigeranti. Un pasto costa lire 3,50 (prezzo fisso) ed è costituito da: una minestra asciutta o in brodo, un secondo di carne o pesce, una porzione di frutta o formaggio e pane. Il Ristorante Popolare sarà chiuso dal Questore dopo i tragici fatti di Palazzo d'Accursio del 21 novembre 1920.dettagli
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9 agosto 1919Scioperi per l'aumento dei salariNel corso del 1919 si sviluppano imponenti lotte sindacali contro il carovita provocato dalla guerra. Al termine del conflitto molti generi di consumo popolare sono saliti anche del 240 percento. Agitazioni e scioperi rivendicano l'adeguamento dei salari e prendono di mira i “pescicani” e gli speculatori, che si sono illecitamente arricchiti alle spalle del popolo. Scioperano i dipendenti delle Poste e della Manifattura Tabacchi, i lavoratori edili, gli operai delle cartiere e della filatura di Casalecchio, gli addetti ai mulini, i calzolai. Dal 9 agosto al 3 ottobre scendono in sciopero oltre tremila operai metallurgici. Nella maggior parte dei casi i lavoratori ottengono soluzioni salariali favorevoli.dettagli
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12 settembre 1919Volontari bolognesi con D'Annunzio a FiumeGabriele D'Annunzio, alla testa di oltre mille uomini - ex combattenti, esponenti nazionalisti, mazziniani, futuristi, sindacalisti rivoluzionari e anche alcuni reparti dell'Esercito - occupa la città croata di Fiume (Rijeka), con l'intento di proclamarne l'annessione allo stivale. Essa diverrà per sedici mesi “Reggenza italiana del Carnaro”, un piccolo stato indipendente non riconosciuto dal governo italiano. L'impresa, vissuta da molti come una prosecuzione dell'ideale irredentista o come una riedizione delle “radiose giornate di maggio” , vede la partecipazione di numerosi volontari bolognesi. Tra essi Giancarlo Nannini, ex combattente, ferito e decorato in guerra, considerato “fiore e speranza dell'ateneo bolognese”, che morirà il 20 ottobre 1920 durante la preparazione della marcia su Roma e sarà celebrato come uno dei martiri della rivoluzione fascista. Volontario a Fiume è Luigi Jacchia, figlio di Eugenio, massimo esponente della massoneria bolognese. Nel 1920 avrà l'incarico di aprire a Bologna l'Ufficio di rappresentanza del movimento dannunziano. Aderente al Fascio di combattimento di Arpinati, ne uscirà pochi mesi dopo per passare all'antifascismo. Tra i legionari vi è anche il giornalista Giovanni Leone Castelli, detto Nanni, originario di Foggia, che nel 1920, durante il servizio militare a Bologna, fonderà il giornale “L'Assalto”, organo del fascismo locale. In seguito emigrerà in America e nel 1921 pubblicherà a Montreal il periodico “Le Fiamme d'Italia”.dettagli
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5 ottobre 1919XVI Congresso Nazionale del Partito SocialistaDal 5 all'8 ottobre si tiene nel Teatro Comunale di Bologna il XVI Congresso Nazionale del Partito Socialista, che vede prevalere l'ala massimalista di Giacinto Menotti Serrati con 47.966 voti, contro i 14.935 dei riformisti di Costantino Lazzari e i 3.350 dei comunisti di Amedeo Bordiga. La direzione del partito risulta interamente composta da massimalisti: il romagnolo Nicola Bombacci (1879-1945) è eletto segretario. Ripudiata la tradizione del gradualismo riformista, viene lanciata la parola d'ordine "Fare come Lenin in Russia" e proposta l'adesione del PSI alla Terza Internazionale filosovietica. E' inoltre adottato lo stesso simbolo del partito bolscevico: falce e martello circondati da spighe di grano. La violenza è accettata come mezzo di lotta politica: si deve "spingere il Proletariato alla conquista violenta del potere politico ed economico", che dovrà essere affidato interamente ai Consigli degli operai e dei contadini. In una lettera da Mosca, Lenin si congratula per la "brillante vittoria del comunismo". La linea politica intransigente uscita dal congresso sarà criticata in sede storiografica per la sua inconcludenza. Nel breve periodo aiuterà le lotte contadine, ma porterà anche all’isolamento del partito socialista. Nicola Bombacci, ex seminarista ed ex maestro elementare di Civitella di Romagna, diventerà comunista dopo la scissione del 1921. Sarà espulso dal PC nel 1927 e aderirà al fascismo nel 1933. Convinto della capacità del Regime di assicurare il trionfo della giustizia sociale, suo "sogno ardente" della giovinezza, seguirà l'amico Mussolini fino all'ultimo e con lui verrà fucilato a Dongo il 28 aprile 1945.dettagli
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10 ottobre 1919Incidente d'auto per Mussolini e ArpinatiIl 10 ottobre a Firenze, al termine della Prima Adunata dei Fasci di combattimento, Benito Mussolini sfugge a un agguato di “anarcoidi teppisti” in piazza Santa Maria Novella. Nel timore di altri attentati, “che avrebbero potuto ripetersi in ferrovia per il ritorno”, il capo del fascismo è accompagnato a Bologna in automobile. Nei pressi del capoluogo emiliano la macchina, guidata dal fascista Guido Pancani, pilota di idrovolanti, urta contro le sbarre di un passaggio a livello e i passeggeri vengono sbalzati fuori. Mussolini esce incolume dall'incidente, mentre rimangono feriti Gastone Galvani e Leandro Arpinati che lo accompagnano.dettagli
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23 ottobre 1919Il settimanale nazionalista "La Battaglia"Esce il settimanale “La Battaglia”, organo del Gruppo nazionalista bolognese. Tra i collaboratori più attivi vi è Cesare Tumedei (1894-1980), avvocato di successo, che più avanti aderirà al Fascismo e sarà anche Sottosegretario alla Giustizia. Nel primo numero del periodico è contenuto un appello agli operai: Là dove è il diritto della Nazione, là è il diritto di tutti i suoi figli; là dove è la grandezza della Nazione, là è la grandezza di tutti gli italiani.dettagli
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31 ottobre 1919L'istituto del pane gratuitoEntra in funzione l'Istituto del pane gratuito, un servizio di assistenza voluto dall'amministrazione socialista di Zanardi “per venire in soccorso alle persone più bisognose e combattere l'accattonaggio”. Le vedove di guerra, i vecchi senza pensione, gli orfani e gli inabili hanno diritto a un piccolo quantitativo di pane e grassi gratuiti ogni mese. Essi devono chiedere l'apposita tessera, che attesta il diritto e indica il negozio in cui rifornirsi. Le domande saranno oltre 2.000. Il benefico istituto verrà soppresso dal commissario straordinario designato dopo l'eccidio di palazzo d'Accursio.dettagli
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4 novembre 1919Lascito del marchese Carlo Alberto Pizzardi per la costruzione di un sanatorioIl marchese Carlo Alberto Pizzardi (1850-1922) cede, con atto pubblico di donazione, le sue tenute a Bentivoglio, San Giorgio di Piano e San Pietro in Casale all'Amministrazione degli Ospedali di Bologna, per la costruzione di un grande ospedale, con oltre 800 posti letto, per malati acuti e tubercolotici. Figlio dell'ex sindaco Luigi Pizzardi, Carlo Alberto ha trascorso gli ultimi anni della sua vita a risanare il patrimonio di famiglia. Ha bonificato le risaie di Bentivoglio, ha restaurato il castello e costruito come sua residenza Palazzo Rosso, bell'esempio di edificio in stile liberty sulla sponda opposta del Canale Navile. Per il paese ha finanziato l'ospedale. Nel castello ha allestito un asilo e una scuola. La scelta del luogo per il nosocomio bolognese cadrà sull'altipiano di Bellaria, a circa cinque chilometri dalla città verso San Lazzaro, ritenuto per la sua posizione, sulle prime colline, luogo salubre e particolarmente idoneo per un sanatorio. L'Amministrazione sarà in grado di acquistare subito l'area, grazie a una seconda donazione del marchese Pizzardi, effettuata il 19 maggio 1920, poco dopo la sua nomina a cittadino benemerito di Bologna.dettagli
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13 novembre 1919Arpinati e Bonaccorsi arrestati a LodiIl 13 novembre arditi, fascisti e futuristi organizzano un comizio elettorale a Lodi al teatro Gaffurio. Tre giorni prima, nello stesso teatro, i socialisti avevano impedito al candidato fascista di parlare. Un gruppo di “sovversivi” si mette a fischiare e lancia oggetti e suppellettili contro il palco. Gli squadristi rispondono sparando e uccidendo tre persone: Vittorio Cattaneo, Felice Sorino e Michele Terenzi. La polizia - in seguito criticata per il mancato intervento preventivo - ferma numerosi fascisti e sequestra molte armi. Tra gli arrestati, imputati di omicidio plurimo, vi sono i bolognesi Leandro Arpinati (1892-1945) e Arconovaldo Bonaccorsi (o Bonacorsi, 1898-1962), che diverranno “stelle di prima grandezza nel firmamento squadristico” (Franzinelli). La lunga detenzione dei fascisti sarà allietata dalla “potente voce di Bonacorsi, lo stornellatore”, che spesso si alzerà “a far udire le sue ultime composizioni”. Simili a questa, cantata dai reduci di Lodi per le vie di Milano: Pussisti di MilanoAttenti, che diluvioRitornano da LodiI fascisti del Gaffuriodettagli
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16 novembre 1919Elezioni politiche. La prima volta del Partito PopolareLe elezioni politiche si svolgono per la prima volta a suffragio universale maschile e col sistema proporzionale. A Bologna partecipa alla votazione il 63,5% degli aventi diritto (mentre la media è del 50% nelle altre provincie). Nella provincia il Partito socialista ottiene oltre 80.000 voti, il 70% del totale. E' al massimo della sua espansione politica. Conquista 7 seggi su 8, lasciando l'ultimo al candidato del nuovo Partito Popolare cattolico, l'avv. Fulvio Milani (1885-1945). Tra gli eletti socialisti vi sono Francesco Zanardi, Genuzio Bentini e Nicola Bombacci. A Molinella il PSI ottiene il 93,6 percento dei suffragi. Gli ex combattenti, che si sono presentati sotto il simbolo dell'alabarda di Trieste, assieme a rappresentanti nazionalisti e fascisti, ottengono a Bologna un risultato molto deludente: solo 5.556 voti. A spoglio finito, le strade della città sono invase da migliaia di manifestanti, che inscenano i funerali della borghesia, portando in corteo casse da morto con i nomi dei notabili locali. Di fronte al "dilagare dell'anarchia" vi è chi, come il deputato fascista bolognese Giuseppe Aldo Oviglio, propugna l'uso di "altre armi" oltre a quelle della democrazia e del voto. Intanto, però, il movimento fascista, fondato il 23 marzo a Milano da Benito Mussolini, esce sconfitto dalle urne.dettagli
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3 dicembre 1919Disordini dopo un comizio socialista. Muore Amleto VellaniLa sera del 3 dicembre si tiene all'Arena del Pallone in via Irnerio una manifestazione di protesta contro l'aggressione avvenuta il giorno prima a Roma ai danni di due deputati socialisti. Questi avevano abbandonato la Camera dei Deputati all'ingresso del Re, gridando “Viva il Socialismo, viva la Repubblica!”. In seguito erano stati affrontati da studenti e militanti del Partito Nazionalista. Al termine del comizio bolognese è improvvisato “un corteo comunista”. In piazza Vittorio Emanuele vi sono tafferugli, durante i quali rimane ucciso il segretario del fascio social-comunista Amleto Vellani. Secondo alcuni testimoni, l'attivista è stato colpito a bruciapelo da un agente di polizia in borghese, secondo altri dal nazionalista Dino Zanetti. Ferimenti e aggressioni continuano nei giorni seguenti in città e in provincia. Il 4 ottobre a Bazzano è proclamata la repubblica dei Soviet, ma poco dopo, con l'arrivo delle truppe di rinforzo, il paese rientra “a far parte del regno”. I soldati intervengono anche a Musiano, dove i manifestanti hanno tagliato le linee telefoniche. A Bologna oltre 20 mila socialisti, con bandiere rosse e nere, accompagnano il trasporto funebre di uno dei caduti del 3 ottobre. Il giorno gli allievi delle scuole medie scioperano in segno di lutto per la morte dello studente Del Piano.dettagli
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10 dicembre 1919Il Seminario Regionale in via dei MilleE' inaugurato il Seminario Interdiocesano della Regione Flaminia, in seguito denominato Seminario Regionale. Il palazzo presenta uno splendido porticato, “autentico capolavoro di arte muraria”, con belle cupole e mattoni a vista (Bianconi). E' stato costruito negli anni 1911-14 in via dei Mille, su disegno di Francesco Gualandi e ospita gli studenti di filosofia e di teologia. Durante la grande guerra l'edificio, ancora in costruzione, è stato adibito ad ospedale militare, poi a caserma, infine a ricovero per i senza tetto. Nel 1928 il Regionale occuperà anche i locali del vicino Seminario Arcivescovile (o diocesano), che troverà nuova sede a Villa Revedin. Lo stabile subirà notevoli danni nel corso della seconda guerra mondiale. Durante il devastante bombardamento del 25 settembre 1943 vi perderanno la vita il direttore spirituale mons. Luigi Balestrazzi e una suora addetta ala cucina. Dopo l'incursione i seminaristi saranno mandati a casa e tra le rovine troveranno precario rifugio circa 1.500 profughi provenienti dai paesi dell'Appennino. Nel 1965 il seminario sarà demolito e sulla sua area sorgeranno i grandi magazzini OMNIA. A ricordarlo rimarrà solo un'edicola sacra e una targa in via del Porto.dettagli
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21 dicembre 1919Al Torneo "Primi Calci" nasce il nuovo Bologna FCIl Bologna FC si impone nel Torneo “Primi Calci” con una formazione di giovanissimi: tra essi Giuseppe Della Valle, centravanti “dotato di eccezionali doti di sfondatore”, Pietro Genovesi, detto Pirein, “splendido laterale destro, ricco di classe e insieme di agonismo” e primo bolognese a indossare la maglia della nazionale, Gastone Baldi, centromediano di gran classe. Questi ragazzi saranno l'asse portante dello squadrone, guidato dall'austriaco Hermann Felsner, che arriverà, nel 1925, al primo scudetto tricolore. Anima e trascinatore del gruppo è Angiolino Badini (1894-1921), centromediano italo-argentino e primo vero campione rossoblù, destinato a una morte precoce e improvvisa per setticemia. A lui sarà dedicato il campo sportivo dello Sterlino, per tanti anni il più importante in città. Il fratello minore Emilio (1897-1956) sarà il primo giocatore del Bologna a vestire la maglia azzurra, alle Olimpiadi di Anversa del 1920, dove segnerà anche un goal alla Norvegia.dettagli
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26 dicembre 1919Giorgio Morandi e "Valori plastici"Giorgio Morandi stringe l'unico contratto commerciale della sua carriera, legandosi all'organizzazione di mostre e vendite di Mario Broglio (1891-1948). Le sue opere saranno esposte negli anni successivi in Italia e Germania, assieme a quelle dei protagonisti della stagione Metafisica (De Chirico, Savinio, Carrà, De Pisis). A Broglio fa capo la rivista “Valori plastici”, in edicola dal 1918 al 1922, con un vasto programma di recupero della cultura figurativa del passato, ma anche con una significativa apertura alle avanguardie internazionali. Il periodico ospiterà a più riprese riproduzioni delle opere di Morandi.dettagli