Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
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1898Il servizio sanitario scolasticoDal 1898 il Comune istituisce la sezione scolastica dell'Ufficio d'Igiene, per il controllo della salubrità delle scuole, la salute e la corretta crescita degli alunni, la individuazione tempestiva delle malattie infettive, tutti compiti prima affidati ai medici condotti. Con interventi tempestivi l'Ufficio riesce, in pochi anni, a far scomparire dalle aule scolastiche malattie come la pediculosi e ad affrontare efficacemente affezioni quali la tracomatosi. In particolare i medici intervengono per il miglioramento della refezione e sulla salubrità degli spazi. Un primo intervento mirato si ha nelle scuole "De Amicis", fornite di grandi finestre e di bagni particolarmente curati e dotari di molti sanitari. Si interviene anche sull'orario scolastico. Gli sforzi dell'Ufficio Igiene non impediscono che la città conosca, tra la fine del secolo e i primi anni del Novecento, diverse malattie epidemiche, quali il colera, il vaiolo, la difterite, il tifo.dettagli
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1898La rosa "Principessa di Napoli" di Massimiliano LodiIl bolognese Gaetano Bonfiglioli è il primo vivaista italiano a mettere in catalogo una varietà di rose ottenuta in proprio, la Principessa di Napoli, dedicata a Elena di Montenegro, futura regina d'Italia. La ditta di Gaetano e Aristide Bonfiglioli, fondata nel 1883, ha sede in via Galliera 56 e si avvale come giardiniere ibridatore di Massimiliano Lodi, fattore di Gaetano Tacconi (1829-1016). Nell'azienda agricola di Villa Anna, residenza del senatore ed ex sindaco di Bologna, Lodi è responsabile della produzione di fiori recisi per i fiorai della città. Negli anni precedenti alla guerra mondiale otterrà per Bonfiglioli sette nuove varietà di rose: tra esse, la Variegata di Bologna apparirà in tutte le pubblicazioni più importanti del settore.dettagli
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1898Le cucine cattolicheSu impulso del cardinale Domenico Svampa (1851-1907), un Comitato Interparrocchiale di Carità ridà vita all'iniziativa delle cucine economiche per i poveri, promosse dalla Società degli Operai nel decennio precedente. Grazie al sostegno delle comunità parrocchiali, esse avranno un buon sviluppo e offriranno pasti abbondanti e variati a numerosi poveri bisognosi e lavoratori. Nei primi anni del '900 saranno situate nel monastero del Sacro Cuore in via Orfeo, nel convento del Buon Pastore di via Lame e presso l'Istituto di Santa Dorotea, in via Mascarella. Proseguiranno la loro attività benefica durante la prima guerra mondiale e saranno chiuse del tutto solo alla fine degli anni Trenta. Il successo di queste cucine sarà dovuto all'organizzazione moderna della produzione e alla preparazione del personale, oltre che alla buona qualità degli alimenti utilizzati. Dipendendo però quasi solo dalle offerte dei privati, avranno sempre vita grama e una presenza episodica, risultando poco efficaci a risolvere i disagi delle classi popolari.dettagli
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gennaio 1898Congresso Nazionale CiclisticoIn gennaio si tiene a Bologna il Congresso Nazionale Ciclistico. Nel corso dell'assise è fondata la Federazione Ciclistica Dilettanti.dettagli
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1898Il liceo classico "Minghetti"Presso Palazzo Tanari, in via Riva Reno, è fondato il liceo classico “Marco Minghetti”. Sarà trasferito nel 1908 nella sede di Palazzo Lambertini, in via Nazario Sauro. Diversamente dal liceo “Luigi Galvani”, che raccoglie i figli dell'alta borghesia, il “Minghetti” ospita soprattutto ragazzi provenienti da famiglie di estrazione operaia e piccolo-borghese.dettagli
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1898Le fonti di BarbianelloL'acqua da tavola Barbianello ottiene la medaglia d'oro alla Prima Esposizione campionaria internazionale di Roma del 1898-99. Nel 1900 vincerà la medaglia d'argento all'Esposizione d'igiene di Napoli. Trovata nel 1857 ad appena un chilometro dal centro cittadino la fonte di Barbianello è divenuta nel corso dell'Ottocento una delle mete preferite dei bolognesi per le gite fuori porta. E' particolarmente cara ai fidanzati, che con la scusa di bere qualche bicchiere, hanno occasione di appartarsi in un boschetto lungo la strada. Per i più pigri è messo in servizio un omnibus da piazza Nettuno. Lo chalet-ristorante vicino alla sorgente, “una casetta pretenziosa con una stretta scalinata” (Lucchini), accoglie tutto il giorno gli occasionali "pellegrini". Una pubblicità del 1882 annuncia che "gli accorrenti troveranno anche il modo di fare una colazione con vivande rifredde preparate e somministrate dal conduttore del Ristorante Stelloni", cioè buon vino di collina, fragranti crescentine e panini imbottiti alla mortadella. La fonte è aperta d'estate fino alle dieci di sera. Con due soldi si riceve all'ingresso un cartoncino su cui è stampato: "bibita"; ma la bibita è semplice acqua fresca e limpida, "con un sapore di chiodi arrugginiti" (Cenacchi). L'acqua ferruginosa di Barbianello, particolarmente indicata per le persone inappetenti, è inviata anche alle terme di Montecatini e di Porretta. Secondo la statistica del Regno sulle acque minerali del 1868, se agitata "lascia sfuggire molte bollicine di gas acido carbonico". Oltre che per le "alterazioni delle funzioni digerenti", si usa anche "nelle affezioni vascolari, atonie, affezioni glandulari, linfatiche, epatiche e spleniche".dettagli
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4 febbraio 1898Le cento repliche dei "Pisuneint" di TestoniIl 4 febbraio al teatro Contavalli, sede della Compagnia Comica Bolognese, si celebra la centesima replica dei Pisuneint (Pigionanti) di Alfredo Testoni (1856-1931). Negli intervalli Augusto Galli e Argia Magazzari recitano monologhi in dialetto nei panni di Gaitan e Arabella. Il commediografo riceve in dono un portasigarette d'argento, due corone d'alloro e una allegoria di Augusto Majani (Nàsica). Al termine recita i versi scritti per lui da Olindo Guerrini: A ringrazi e a sper, se la speranza è lecita, che lour sgnouri, che i senten la centesima recita, possan tornare ancora tot feliz e cunteint dopo cent'anni e passa a sentr'i Pisuneint. (Ringrazio e spero, se la speranza è lecita, che lor signori, che assistono alla centesima recita, possano ritornare, felici e contenti, tra cent'anni e oltre, ad assitere ancora ai Pigionanti)dettagli
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1 marzo 1898L'Accademia della Lira e la "bohème" di Palazzo BentivoglioAl Caffè del Pavaglione si tiene la seduta inaugurale dell'Accademia (o Academia) della Lira, promossa da Alfredo Baruffi e Gigi Bonfiglioli, artisti della bohème di palazzo Bentivoglio, conosciuti come Giambardi della Sega. Al primo pranzo completo, composto da una forchettata di tagliatelle, una fetta di mortadella, un pezzetto di cacio, un paio di marroni, un bicchiere di Lambrusco e “un bel fico secco mandorlato”, partecipano “scrittori d'ogni genere: artisti, giornalisti ed altri tipi affini”, che si ritengono falliti abbastanza per essere fondatori. Presidente onorario è nominato il Sgner Pirein di Fiacchi. Sottoscrivono personalità cittadine anche molto in vista, quali Alfredo Testoni e Arturo Gazzoni. La Lira è una scuola senza statuti, cariche e maestri, alla quale si viene affiliati semplicemente partecipando ad una delle magrissime cene, dal prezzo inferiore ad una lira (da cui il nome), che si tengono in una delle tante trattorie bolognesi, in particolare alla birreria Ronzani, in via Spaderie. Chiunque può essere accademico e può promuovere una riunione, comprando 15-20 biglietti postali da 5 centesimi e indirizzandoli ad amici e conoscenti. E' "la più vacua e futile associazione che la paciosa mente dei più paciosi bolognesi abbia mai saputo inventare" (Cristofori). Tra il 1898 e il 1902 essa produce almanacchi, riviste e fogli d'arte, in cui si esprime il meglio del liberty bolognese. Oltre ai fondatori, vi disegnano Augusto Majani, Ugo Valeri, Marcello Dudovich. Emerge la personalità del bolognese Luigi Bompard (1873-1953), collaboratore di "Italia ride" e di "Novissima". La sua produzione si caratterizza “per l'originalità e finezza interpretativa dei temi locali tradotti in linguaggio internazionale” (Storelli). L'antico palazzo Bentivoglio, in via Belle Arti, "sodo e solenne come un mastino" (Sandri) ospita agli ultimi piani alcuni studi di artisti, vago ricordo della "curiosa corte" del conte Ercole. A Baruffi e Valeri si affiancano altri valenti scapigliati, quali Flavio Bertelli, Ferraguti, Neri. Il luogo diventa nel tempo uno dei maggiori centri di riferimento della vita artistica bolognese. I giovani Giambardi sono influenzati, oltre che dal locale movimento Aemilia Ars, anche da artisti come il faentino Domenico Baccarini (1882-1907) e dai vari stili dell'art nouveau europea.dettagli
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6 marzo 1898Felice Cavallotti commemorato all'UniversitàL'esponente politico radicale Felice Cavallotti (1842-1898) è ucciso in duello dal deputato conservatore Ferruccio Macola, direttore della "Gazzetta di Venezia". Giosuè Carducci lo commemora solennemente all'Università, presentandolo come un eroe rivoluzionario. Ex garibaldino, studioso di storia e scrittore teatrale, Cavallotti era il capo indiscusso della "estrema sinistra" in parlamento, alla testa di numerose lotte per le riforme. Fu contrario al trasformismo di Depretis e combattè l'avventura coloniale italiana. Nel 1885, durante l'epidemia di colera a Napoli, fu tra coloro che accorsero in aiuto alla popolazione, assieme a Andrea Costa e Errico Malatesta. I suoi funerali si trasformano in una grande manifestazione popolare contro il governo conservatore e i partiti moderati.dettagli
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21 marzo 1898Il "Resto del Carlino" va in piazza CalderiniIl direttore-proprietario del "Resto del Carlino" Amilcare Zamorani (1845-1907) promuove il trasferimento del giornale a Palazzo Loup in piazza Calderini n. 6. Nel nuovo edificio è impiantato un moderno reparto fotozincografico. Intanto è modificata la testata, ideata nel 1886 da Corrado Ricci, con l'intervento di Augusto Majani (Nasica), al rientro da un lungo soggiorno a Roma e divenuto collaboratore fisso del giornale. E' lui che introduce i due pali telegrafici con gli isolatori di porcellana ai lati del titolo. L'allestimento della nuova sede è curato da Attilio Muggia (1861-1936). La disposizione dei servizi è razionale, il giudizio è molto positivo: "il nuovo stabilimento non ha rivali in nessuna città di eguale importanza". Il primo giorno di primavera del 1898 il "Carlino" è stampato nella nuova sede dalla prima rotativa azionata in Italia da un motore elettrico, che illumina anche tutto lo stabilimento.dettagli
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26 marzo 1898"Moti della fame" a Molinella e MezzolaraLe operaie di Mezzolara, a cui non viene concesso un misero aumento della paga, si rifiutano di effettuare i lavori di roncatura e zappatura. A Dugliolo invece le mondine sono convinte dal prete, chiamato dal giornale socialista “poliziotto in sottana nera”, a riprendere il lavoro. Un lungo sciopero coinvolge a Molinella i lavoratori addetti alla sarchiatura. Tra le richieste: nuove tariffe, l'abolizione del salario in natura, la giornata di 8 ore, il riconoscimento da parte padronale delle commissioni operaie per la determinazione delle modalità di lavoro. La polizia arresta più di duecento manifestanti - alcuni verranno condannati fino a quattro mesi di detenzione - e chiude la locale cooperativa di consumo, attiva dal 1896. Lega, camera del lavoro e cooperativa vengono sciolte con decreto prefettizio. Il 13 maggio è arrestato Giuseppe Massarenti, accusato di “spingere i partiti sovversivi ed i braccianti di Molinella ad insorgere”. Vengono imprigionati anche diversi esponenti socialisti, che si oppongono ai progetti repressivi di Pelloux. Tra essi Andrea Costa. Alcuni delegati politici dei lavoratori sono confinati sull'isola di Lipari. Il giornale "L'Amico del Povero" non manca di prendere con passione le difese delle mondine della Bassa. Intanto una sottoscrizione promossa dal Partito socialista nella provincia di Bologna raccoglie oltre 12.000 lire, che vengono distribuiti agli scioperanti.dettagli
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9 maggio 1898L'Università chiusa per lutto dopo le cannonate di Bava-Beccaris a MilanoDopo i moti popolari di Milano, durante i quali il generale Bava-Beccaris ha ordinato di aprire il fuoco sulla folla con l'artiglieria, lasciando sul terreno oltre cento morti e quattrocento feriti, l'Università bolognese viene chiusa in segno di lutto per ordine del Rettore Vittorio Puntoni. In risposta, la polizia cinge d'assedio l'Ateneo. Contro l'eccidio milanese scioperano anche gli operai delle officine Calzoni e De Morsier e di altri stabilimenti cittadini. Il 9 maggio a Bologna la polizia chiude il Circolo Educativo Socialista. Nei giorni seguenti saranno sciolte numerose altre associazioni della sinistra e sospesi i giornali democratici e socialisti. Per i "tumulti della fame", oltre trecento dirigenti socialisti e democratici della città e della provincia saranno arrestati e accusati di attentato contro il potere statale. Tra essi i responsabili della camera del lavoro bolognese, sciolta d'imperio, compreso il segretario Romeo Mingozzi (1853-1943). In Romagna - a Bagnacavallo e Faenza - la rivolta popolare per il caro pane avrà esiti sanguinosi. La repressione governativa sarà ovunque durissima con circa 600 anni di prigione comminati ai manifestanti.dettagli
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18 maggio 1898Agitazioni anche nei comuni della montagnaIl Prefetto di Bologna segnala che gli scioperi e le manifestazioni spontanee contro il carovita, che da mesi interessano la provincia, hanno raggiunto, per la prima volta, anche i paesi della montagna, tradizionalmente poco inclini alle proteste. All'inizio del mese di maggio vi sono state agitazioni a Pioppe di Salvaro, Marzabotto, Vergato e Riola. Dieci giorni dopo esse si estendono a Pianoro, Monzuno, Loiano e Monghidoro. In quest'anno la disponibilità di grano per abitante tocca il punto più basso nella storia d'Italia: meno di cento chilogrammi a testa. Un chilo di pane costa 40 centesimi, metà della paga giornaliera di un operaio del nord.dettagli
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14 giugno 1898Il teatro Brunetti intitolato a Eleonora DuseIl nuovo proprietario Alarico Lambertini decide di cambiare nome al teatro di via Cartoleria, dedicandolo a Eleonora Duse (1858-1924), protagonista delle scene ancora in vita e in piena attività. La cerimonia di intitolazione doveva tenersi in maggio, durante la breve sosta della “divina” in città, ma il Brunetti era occupato dalla compagnia Callegaris. Era quindi stata festeggiata al teatro del Corso, dove aveva recitato con grande successo La moglie di Claudio di Dumas e La seconda moglie di Pinero. Un mese dopo l'attrice è finalmente al Brunetti, dove, dopo un alato discorso di Enrico Panzacchi, si esibisce nel Sogno di un mattino di primavera di D'Annunzio e nella Locandiera di Goldoni. La Duse aveva già recitato qui nel 1863, all'età di sette anni, sostenendo il ruolo di Cosetta nei Miserabili di Victor Hugo. Tornerà poi spesso a Bologna, ogni volta acclamata da un pubblico festante e - evidentemente lusingata dall'omaggio ricevuto - ci terrà ad esibirsi nel teatro a lei dedicato. Nell'atrio sarà collocato un suo busto, opera dello scultore Diego Sarti e saranno affissi i telegrammi inviati alla direzione, per annunciare i suoi programmi e le probabili soste a Bologna.dettagli
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15 luglio 1898Fiasco della "Rosa azzurra" di Annie Vivanti all'Arena del SoleIl 15 luglio all'Arena del Sole si tiene la prima del dramma La rosa azzurra di Annie Vivanti (1866-1942). Dopo un'esperienza come artista di teatro, la scrittrice anglo-italiana ha esordito nel mondo letterario con la raccolta poetica Lirica, edita a Milano da Treves. Nell'occasione ha conosciuto Giosue Carducci, al quale ha chiesto la prefazione al libro, ed è nato tra loro un intenso sentimento affettuoso, che durerà fino alla morte del poeta. Per preparare la commedia, con Irma Gramatica (1867-1962) nella parte della protagonista, Annie è a Bologna dall'inizio di luglio. Spesso durante le prove è affiancata in platea da Carducci. Il giorno del debutto l'anfiteatro dell'Arena è pieno all'inverosimile, tanta è stata la pubblicità e tanta è la curiosità di vedere insieme i due amanti. Tra il pubblico ci sono amici, ma anche critici teatrali e giornalisti. La bohème dannunziana è in piedi in platea, mentre in gradinata siedono i repubblicani di Romagna. Dopo un primo atto abbastanza tranquillo, le cose peggiorano: si sentono battute e risate e al quarto atto scoppia un uragano di fischi. Carducci, seduto col suo seguito tra i banchi dell'orchestra si alza in mezzo al baccano assordante, urlando "Vigliacchi, Vigliacchi!". Pochi giorni esterna a Matilde Serao il suo disappunto: "Quanto mi dispiace che l'Annie abbia tentato quella via immonda che è il teatro!". Quello della Rosa azzurra sarà comunque l'unico insuccesso della lunga e fortunata carriera della Vivanti, autrice di numerosi romanzi popolari pubblicati nella prima metà del '900.dettagli
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16 luglio 1898"Guerra ai salumai americani!"La Società dei Salsamentari bolognesi vota all'unanimità un ordine del giorno in cui dichiara guerra ai salumai americani e chiede la tutela del governo italiano contro il depauperamento della fiorente industria locale. Cosa succederebbe - si chiedono i "salaroli" - se decadesse l'industria salumiera, "quale altra industria rimarrebbe alla nostra città?". Da molto tempo i salumai d'Oltreoceano fanno concorrenza sleale, cercando di imitare mortadelle, salami e altri prodotti tipici bolognesi. Ogni insaccato di maiale, in America, è chiamato semplicemente Bologna o Boloney.dettagli
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8 agosto 1898Il Cinquantenario dell'Otto Agosto '48Si svolge in via Indipendenza la manifestazione solenne a ricordo della sollevazione popolare, che l'8 agosto 1848 cacciò guarnigione austriaca da Bologna. Il corteo accompagnato dalle bande musicali dei comuni della provincia sosta alla Montagnola, dove è posata la prima pietra del monumento commemorativo della "gloriosa giornata". Nella sfilata delle associazioni operaie spicca il vessillo della Società degli Ammaratori della canapa. Viene poi raggiunta Casa Rizzoli, dove si conservano le lapidi dei caduti. Nel pomeriggio si tiene una conferenza al Teatro Duse e alla sera banchetti patriottici accompagnati dalla musica nei pubblici edifici illuminati a giorno.dettagli
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8 ottobre 1898Le scuole "De Amicis" in via GallieraIn via Galliera è inaugurato il nuovo edificio delle scuole elementari, in seguito intitolate allo scrittore Edmondo De Amicis (1846-1908). Si tratta della prima scuola di proprietà comunale costruita secondo criteri moderni. Nell'area vi erano prima "giardini e vecchie casucce", che sono state espropriate e abbattute. L'ingresso per i maschi è su via Dogali, quello per le femmine su via Galliera. Il progetto dell'ing. Filippo Buriani, approvato nel 1890, prevede la definizione complessiva del piazzale antistante la stazione centrale e comprende un giardino pubblico e l'antica porta cittadina. La difficoltà di sistemazione dell'area di forma irregolare, trapezoidale, è risolta da Buriani ponendo l'edificio scolastico sul lato più lungo e collocando nell'antipiazzale dell'Indipendenza l'altrettanto nuovo edificio del bagno pubblico, affacciato alla scalea della Montagnola. Il giardino - con aiuole e piccole macchie di alberi - collega le varie costruzioni, maschera l'irregolarità della piazza e crea "un insieme armonico e simpatico".dettagli
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23 novembre 1898Il "Crepuscolo degli Dei" al Teatro ComunaleL'opera wagneriana Crepuscolo degli Dei viene eseguita per la prima volta in italiano il 23 novembre al Teatro Comunale. Sotto la direzione del maestro Edoardo Vitale cantano Francesca Paganini (Brunilde), Raffaele Grani (Sigfrido) e Giuseppe La Puma (Gunther). Lo spettacolo ottiene un sincero successo e sarà replicato dodici volte.dettagli
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3 dicembre 1898Aemilia ArsUn gruppo di nobili, raccolti intorno ad Alfonso Rubbiani e al conte Francesco Cavazza, fondano la Aemilia Ars, Società per azioni “protettrice di arti e industrie decorative nella regione emiliana”, con un capitale iniziale di 10.500 lire. Il sodalizio si ispira all'esperienza inglese delle Arts and Crafts di William Morris.Ne fanno parte gli artisti della “gilda” di Rubbiani, impegnati in questi anni nel cantiere di San Francesco: Achille e Giulio Casanova, Giuseppe Romagnoli, Augusto Sezanne, Alfredo Tartarini e altri.L'intento è quello di creare un centro di promozione stilistica collegato ai migliori artigiani della regione, coinvolti attraverso concorsi annuali. Il 31 gennaio 1899 esce il primo bando di 24 concorsi a premio.In particolare la società mira a procurare buoni modelli artigianali e disegni, anche attraverso ricerche filologiche e storiche, avendo alla base l'attenta osservazione e lo studio dell'arte medievale, come della natura, dalla quale si attingono “eleganti figurazioni zoomorfe” di derivazione liberty (Riguzzi).Offre il proprio patronato e un magazzino per l'esposizione permanente e la commercializzazione a produzioni che vengono giudicate conformi agli scopi associativi.Il successo dell'iniziativa sarà notevole, per quanto effimero: già nel 1900 la società aprirà un centro di vendita in via Ugo Bassi. Il cartello Aemilia Ars merletti e ricami annuncerà la produzione e vendita di “Dentelles et broderies, laces, Stickercien und Spitzen”.Nel 1901 la contessa Lina Bianconcini Cavazza (1861-1942), moglie di Francesco, assieme alla contessa Carmelita Zucchini Solimei e a Maria Chautré Bedot, avvia la sezione merletti e ricami, con lo scopo di insegnare un mestiere a ragazze senza istruzione e insieme educarle al gusto artistico. Viene usato il “punto antico” o “reticello”, tipico dei pizzi bolognesi ad ago del Rinascimento.Le lavoranti fanno capo a una sede centrale, che fornisce i disegni e distribuisce i lavori, allestisce mostre e organizza la partecipazione alle esposizioni del settore. E' l'unica parte di Aemilia Ars che avrà una attuazione duratura.dettagli
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8 dicembre 1898la rivista umoristica "Bologna che dorme"Esce il primo numero del giornaletto umoristico “Bologna che dorme”, fondato da Carlo Gaspare Sarti. Nascosti sotto i più strani pseudonimi, partecipano tutti i più noti scrittori bolognesi: Corrado Ricci, Alfredo Oriani, Luigi Federzoni (Giulio de Frenzi), Giuseppe Lipparini, Giulio Marcovigi, Alberto Massone, Carlo Gaspare Sarti, Oreste Trebbi, Oreste Cenacchi. La direzione artistica è di Augusto Majani (Nasica), che nelle copertine offre un “primo esempio continuativo di grafica liberty” (Storelli). Da Roma, dove è funzionario alle poste, Antonio Fiacchi manda le "divacazioni" filosofiche del sgner Pirein, tra le sue cose migliori. Olindo Guerrini (Stecchetti) collabora intensamente, rilasciando ogni settimana una sua poesia: si dice lo faccia "per bontà d'animo" (Trebbi), perchè impietosito dal cattivo stato finanziario del giornale.dettagli
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25 dicembre 1898"Il Natale della Lira"Per il Natale del 1898 l'Accademia degli “scapigliati” bolognesi, che fa capo ad Alfredo Baruffi (1873-1948) e agli artisti di Palazzo Bentivoglio (I Giambardi della Sega), dà alle stampe un volumetto di cento pagine - con altrettante illustrazioni in bianco e nero e in stile art nouveau - intitolato Il Natale della Lira. Ispirandosi al catalogo della I Mostra della Secessione viennese (maggio 1898), di cui riprende il formato e l'impaginazione, la pubblicazione bolognese ospita, oltre ai contributi dei Giambardi, anche scritti di personaggi “ufficiali”, come Carducci, Panzacchi, Rubbiani, Stecchetti, Federzoni e disegni di affermati pittori come Majani, Casanova, Faccioli, Scorzoni. Lo stile d'insieme è dato dalla grafica innovativa di Baruffi, Bompard, De Col e altri giovani, che dimostrano il loro desiderio di rompere con la tradizione accademica e di cercare i loro modelli soprattutto fuori dall'Italia.dettagli
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31 dicembre 1898L'Eden KursaalAlla presenza delle autorità cittadine viene inaugurato l'Eden Kursaal, “ristorante, caffè, teatro, birreria” con sala dedicata al caffè concerto (o café chantant). Presto si affermerà come il tempio dei viveur e dei biassanot (masticanotte, “tiratardi”) bolognesi e diventerà il locale più in voga della città, il più lussuoso. Ospiterà le vedettes internazionali del varietà. Il locale è allestito in palazzo Maccaferri, all'inizio di via Indipendenza, progettato nel 1896 dall'ing. Attilio Muggia (1861-1936), autore della coeva sistemazione del Pincio della Montagnola. All'esterno l'edificio appare neo-rinascimentale, mentre nelle decorazioni interne accoglie le novità stilistiche del liberty. La struttura è espressione di tecniche costruttive moderne: è il primo palazzo a Bologna in cemento armato, è stato completamente elettrificato dalla ditta tedesca Ganz ed è dotato di un innovativo sistema di riscaldamento. Gli apparati illuminotecnici in ferro battuto all'interno del palazzo, progettati dallo stesso Muggia, sono realizzati da Sante Mingazzi (1867-1922), un artigiano della cerchia di Alfonso Rubbiani. Nell'ampia sala, adibita a teatro e ristorante, "una miriade" di sedie, disposte in file e attorno a tavolini, creano "una calda e festosa accoglienza" e i grandi specchi sulle pareti consentono di godersi lo spettacolo, senza per forza voltarsi. Sul palcoscenico dell'Eden si esibiranno i grandi protagonisti del varietà del '900, da Petrolini alla Belle Otero. Al piano superiore è aperto un enorme ristorante con terrazze affacciate sulla Montagnola e funzionano a pieno ritmo sale da gioco e da biliardo. Nei locali del cafè concert è allestita anche la prima pista di skating a Bologna. Il nuovo sport del pattinaggio a rotelle è ritenuto meno pericoloso e più vario di quello su ghiaccio. Consente “evoluzioni retrograde” e ghirigori particolari. Non ultimo vantaggio, permette alla donna di volteggiare “senza nemmeno bisogno di appoggio maschile”.dettagli