Congresso dei socialisti emiliani e romagnoli
Organizzato dalla Federazione Bolognese si tiene, nel locale della Società Operaia, il congresso dei nuclei socialisti, anarchici e operai dell'Emilia e delle Romagne.
All'ordine del giorno sono previsti tre punti principali: la celebrazione del primo maggio, il futuro congresso socialista nazionale, l'organizzazione del partito.
Durante l'assise si manifestano subito profonde divisioni tra possibilisti e anarchici: i primi ritengono inutile e prematura l'azione violenta, i secondi reclamano il diritto di libertà e autonomia dei comitati locali e la necessità di ricorrere a mezzi rivoluzionari.
L'aspra controversia si conclude con il ritiro dei gruppi anarchici. La relazione conclusiva dell'avv. Barbanti Brodano esprime la speranza che in un futuro prossimo le forze operaie e socialiste possano fondersi in un solo fascio.
La definitiva separazione tra socialisti e anarchici si consumerà al congresso di Genova del 1892, con la nascita del Partito dei Lavoratori italiani.
- Clero e partiti a Bologna dopo l'Unità, con prefazione di Umberto Marcelli, Bologna, Sezione arti grafiche Istituto Aldini-Valeriani, 1968, pp. 174-176
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Marco Veglia, La vita vera. Carducci a Bologna, Bologna, Bononia University press, 2007, p. 273