La Fabbrica di Profumi C. Casamorati
Il 17 aprile il proprietario Livio Casamorati presenta la domanda di trascrizione del marchio di fabbrica della ditta Casamorati C. Al centro del distintivo, adoperato “per contraddistinguere l’Acqua di Felsina di sua fabbricazione”, vi è una sigla formata da due C intrecciate tra loro.
La Fabbrica di Profumi intitolata a Claudio Casamorati, padre di Livio, avrà subito grande successo: i suoi saponi e le sue essenze verranno apprezzati anche dalla regina Margherita di Savoia. Nel 1888 otterrà una medaglia d’oro alla Grande Esposizione Emiliana.
In una pubblicità del 1892, sono elencate le specialità della ditta, che ha sede in via Galliera 18, mentre la profumeria è sotto le logge del Pavaglione al n. 2/D: l'Essenza al Mughetto, l'Essenza all'Iris di Firenze, l'Essenza all'Elitropio Bianco venduta per lire 2 con la bottiglia in elegante astuccio. Sono citate inoltre le Veloutine Casamorati a lire 1 la scatola.
Una reclame dell’anno seguente sul periodico “La madre cattolica” magnifica invece L’Acqua di China Casamorati, che “supera tutte le altre per la pulizia della testa e la conservazione dei cappelli”.
Il 20 febbraio 1940 sarà depositato il marchio di fabbrica della Soc. An. Casamorati, per "profumi, ciprie, lozioni, creme, essenze, dentifrici, saponi profumati, brillantine, belletti" e per tutti i prodotti di cosmesi e di toletta.
A metà del Novecento, dopo una crisi finanziaria, la fabbrica sarà costretta a chiudere. L‘azienda verrà rilanciata alcuni anni più tardi per opera di Sergio Momo, fondatore di Xerjoff.
- “Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia”, 175 (1888), p. 4192
- “La madre cattolica”, 12 (1893), p. 192 (Pubblicità)
- Quintessentially Perfume, a cura di Nathalie Grainger, London, Quintessentially Publishing, 2010, p. 144