Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi

Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.

1881

L'Istituto per i ciechi

Dove
Via Castiglione, 71, 40124 Bologna BO

Guglielmo Garagnani, esperto di telegrafia, riunisce nel periodo delle vacanze scolastiche un gruppo di ciechi nelle scuole di Piazza San Domenico e impartisce loro qualche nozione, utilizzando dapprima l'alfabeto Morse e quindi il Braille.

Di lì a poco dopo coinvolge nell'impresa il giovane conte Francesco Cavazza (1860-1942) e altri suoi amici, quali il conte Luigi Salina, il marchese Antonio Scarselli, l'avvocato Arrigo Franchi.

Alla Scuola Asilo per fanciulli ciechi poveri, che avrà come primo, improvvisato maestro il giovane cieco Oreste Alvisi, seguirà - grazie alla dotazione del conte Felice Cavazza, padre di Francesco, e di altri benefattori - l'Istituto dei ciechi di Bologna, eretto in Ente Morale nel 1886 e dotato di statuto organico per il suo funzionamento.

Esso accoglierà giovani non vedenti residenti nella provincia di Bologna, impartendo loro una istruzione di base e avviandoli ad alcuni mestieri, come l'impagliatura di sedie, l'accordatura dei pianoforti e la confezione di scope e spazzole.

Avrà tra i suoi allievi i musicisti Carlo Grimaldi, Antonio Belletti, Alberto Mignani e i letterati Giuseppe Fabbri e Giuseppe Tognoli. Il suo "massimo generoso campione" sarà il prof. Augusto Romagnoli (1879-1946), che dedicherà la sua vita "all'elevazione intellettuale e sociale di tutti i ciechi d'Italia".

Dal 1888 la sede dell'Istituto sarà in via Castiglione, in un palazzo la cui facciata è attribuita a Edoardo Collamarini. L'inaugazione del nuovo edificio avverrà l'8 maggio di quell'anno alla presenza dei reali italiani.

Nel 1931 l'Istituto dei ciechi di Bologna verrà intitolato al conte Francesco Cavazza (1860-1942), sodale e sostenitore di Rubbiani nel restauro di edifici medievali, uno degli uomini più ricchi e munifici della città. (A Bologna un tempo si diceva: "Non sono mica Cavazza", per dichiarare la propria modestia economica).

Animatore della vita culturale cittadina, ricoprirà tra l'altro importanti incarichi politici: consigliere comunale a Bologna, sindaco di Minerbio, deputato del III Collegio. Nell'ultima parte della sua vita venderà gran parte del suo patrimonio, dedicandosi a studi e beneficenza.

Approfondimenti
  • Agostino Bignardi, Dizionario biografico dei liberali bolognesi, 1860-1914, Bologna, Bandiera, 1956, pp. 10-11 (F. Cavazza)
  • Gabriele Bonazzi, Bologna nella storia, Bologna, Pendragon, 2011, vol. II, Dall'Unità d'Italia agli anni Duemila, pp. 31-32
  • Luigi Bortolotti, Bologna dentro le mura. Nella storia e nell'arte, Bologna, La grafica emiliana, 1977, p. 110
  • Marco Bortolotti, Le tesi in contrappunto, in: "Saecularia Nona. Università di Bologna 1088-1988", 11 (1993), pp. 22-27
  • La città della carità. Guida alle istituzioni assistenziali di Bologna dal XII al XX secolo, a cura di M. Carboni, M. Fornasari, M. Poli, Bologna, Costa, 1999, p. 69
  • Giuseppe Coccolini, Sviluppo edilizio-urbanistico in Bologna da Napoleone alla Prima Guerra mondiale. Cronologia degli avvenimenti più importanti, in "Strenna storica bolognese", XLV (1995), pp. 161-189
  • Il Consiglio provinciale. La storia attraverso le strade, Bologna, a cura della Presidenza Consiglio della Provincia, 2011, p. 65
  • Tiziano Costa, Grande libro dei personaggi di Bologna. 420 storie, Bologna, Costa, 2019, p. 70 (F. Cavazza)
  • Filippo De Bosdari, Il conte Francesco Cavazza, in: "L'Archiginnasio", 37 (1942), pp. 168-171
  • Renzo Giacomelli, Il cuore di Bologna, Bologna, Tamari, 1968, pp. 45-60
  • Daniele Pascale Guidotti Magnani, Bologna post-unitaria: ridisegnare la città. Coriolano Monti e la "modernizzazione" di via Farini, piazza Cavour, via Saragozza e Canton de Fiori (1860-1866), in: Giornate nazionali ADSI sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica, Bologna, 28 e 29 maggio 2011, a cura dell'ADSI (ecc.), San Felice sul Panaro (MO), Sogari Artigrafiche, stampa 2011, p. 34 (data cit.: 1886)
  • Antonello Lombardi, Bologna. Guida turistica ai luoghi della musica, Bologna, Ut Orpheus, 2006, p. 142
  • Nel nome di Bologna. Consulta tra antiche istituzioni bolognesi, a cura di Guglielmo Franchi Scarselli, Bologna, L'inchiostroblu, 2007, p. 99 sgg.
  • Albano Sorbelli, Il conte Francesco Cavazza, in: "Atti e memorie della Deputazione di Storia Patria per le Province di Romagna", Fuori Serie, 8 (1942-43), pp. 7-17
  • Torri e castelli. Bologna e la sua provincia. Storia, dizionario biografico, opere d'arte, notizie d'oggi, 2. ed. ampliata a cura di Luigi Arbizzani e Pietro Mondini, Bologna, Editrice Galileo, 1966, p. 109 (F. Cavazza)
  • Giampaolo Venturi, Il Cavazza di Bologna. Saggio storico sui primi sessant'anni dell'Istituto in occasione del centenario della fondazione, Bologna, G. Barghigiani, 1984
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