Pochi indizi di pubblica letizia dopo la presa di Porta Pia
La conquista di Roma da parte delle truppe italiane, attraverso la breccia di Porta Pia, non provoca a Bologna manifestazioni di “pubblica letizia”.
Il sindaco fa pubblicare un manifesto che annuncia l'avvenimento, concludendo con un “Viva l'Italia” e senza menzionare il nome del Re.
La città è in parte imbandierata, ma alla sera poca gente percorre le vie cittadine. Solo la piazza della Pace (poi piazza Galvani) e i circostanti portici dell'Archiginnasio sono riccamente illuminati a gas a cura del Municipio.
Qui la banda comunale è invitata a suonare ripetutamente l'Inno di Garibaldi, mentre l'Inno Reale è accompagnato da fischi e urla.
“Come se l'ordine di occupare Roma - sottolineano i cronisti di parte monarchica - non fosse partito dal Governo del Re, ma fosse invece opera di Garibaldi!”.
Tra i bolognesi presenti a Porta Pia, il maggiore Leopoldo Serra (1829-1912) è entrato a Roma tra i primi “alla testa dei suoi bersaglieri”, rimanendo anche leggermente ferito.
- Alla scoperta del Risorgimento a Bologna e provincia, a cura di Giuseppe Maria Mioni e Marco Poli, con introduzione di Pierluigi Visci, nuova ed., Bologna, Congregazione felsinaria, 2011, p. 48 (L. Serra)
- Luigi Arbizzani, Giornali repubblicani bolognesi tra il 1867 e il 1874, Bologna, Atesa, 1977, p. 10
- Agostino Bignardi, Un bolognese a Porta Pia. Leopoldo Serra, in: "Strenna storica bolognese", 20 (1970), pp. 19-29
- Enrico Bottrigari, Cronaca di Bologna, a cura di Aldo Berselli, Bologna, Zanichelli, 1960-1962, vol. 3., p. 341, 446; vol. 4., p. 155
-
Giovanni Spadolini, L'Italia repubblicana, Roma, Newton Compton, 1988, p. 293
- G.C. Tomassi, La presa di Roma nel Settembre 1870, Gorizia, Tipografia Mailing, 1875.