Il gigantesco modello di Salvini esce a fatica dall'Accademia
E' necessario abbattere una parte del muro che mette in comunicazione l'ex oratorio di Sant'Ignazio con la strada pubblica per far uscire il gigantesco modello in gesso del monumento equestre di Vittorio Emanuele II, opera di Salvino Salvini (1824-1899) e destinato alla Piazza dell'Indipendenza di Firenze.
L'imponente statua, alta otto metri, è poi issata a fatica su un carro costruito apposta per essa, mentre una folla di curiosi assiste meravigliata all'operazione.
La commissione risale a un concorso bandito nel 1859 dal Governo provvisorio di Toscana, che lo scultore livornese, Professore dell'Accademia di Belle Arti di Bologna, si è aggiudicato.
Il modello è stato esposto nell'Aula Magna dell'istituto nel 1867, in occasione dei premi annuali, e ha suscitato grande impressione tra il pubblico. Salvini è stato insignito dal Re della croce dei SS. Maurizio e Lazzaro.
Il monumento non sarà, però, mai fuso in bronzo: dopo il trasporto a Firenze, verrà smontato e ricoverato a pezzi, prima nel Palazzo delle Esposizioni di Porta Prato, poi nel magazzino dei Telegrafi. Nel 1890 sarà sostituito da una più modesta opera di Emilio Zocchi.
Enrico Bottrigari, Cronaca di Bologna, a cura di Aldo Berselli, Bologna, Zanichelli, 1960-1962, vol. 4., p. 19