Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
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1861Scoperta del cunicolo romanoDurante lavori di manutenzione viene alla luce una parte dell'acquedotto romano, già studiato nel XVIII secolo. L'ingegnere Gelodi, capo del riparto acque del Comune, affiancato dall'ing. Antonio Zannoni, è incaricato di proseguire le ricerche. La Giunta Municipale ritiene opportuno recuperare un tratto dell'antico manufatto per aumentare gli zampilli della fontana del Nettuno e arricchire la piazza del Palazzo comunale di un notevole effetto scenografico. Nel 1862 Gelodi presenterà un progetto per il restauro del cunicolo fino al torrente Ravone.dettagli
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1861Commercio di carne equinaA Bologna è approvato il commercio di carne di cavallo. E' la quinta città italiana a prendere questo provvedimento. Fino ad ora il consumo di carne equina è stato praticamente inesistente, per la necessità di utilizzare gli animali come mezzo di trasporto.dettagli
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1861Il Salone del Risorgimento di palazzo PizzardiIniziano i lavori per la sistemazione di un salone dedicato al Risorgimento nel palazzo del marchese Luigi Pizzardi in via D'Azeglio. L'intento del nobiluomo è raccontare, attraverso quadri che illustrano personaggi gloriosi del passato accanto a protagonisti del presente, la storia dell'Italia finalmente unita. Della parte decorativa è incaricato Gaetano Lodi, mentre i dipinti - "opere grandiose di pittura e sentimento italiano" - sono affidati a diversi artisti della nuova Accademia Reale di Belle Arti. Tra essi Alessandro Guardassoni (Pier Capponi e Carlo VIII), Antonio Puccinelli (Ritratto di Carlo Alberto ad Oporto), Luigi Busi (Cavour che arringa alla Camera e Presentazione a Vittorio Emanuele II dei risultati dei plebisciti di annessione), Giulio Cesare Ferrari (Napoleone III). La quadreria sarà esposta a palazzo Pizzardi almeno fino al 1887, quando la sua rimozione sarà sollecitata dalla nuova proprietà dello stabile, la Società Italiana per le Strade Ferrate Meridionali. Rimarrà in possesso della famiglia Pizzardi, finché sarà donata al Comune di Bologna dal Marchese Carlo Alberto - figlio di Luigi - in due riprese: nel 1920 e nel 1922. Nel 1925 alcuni dipinti non ritirati dal Comune passeranno all’Amministrazione degli Spedali. Nel corso dell'800 il Salone del Risorgimento accoglierà mostre d'arte, conferenze e concerti. Vi terrà le sue prime riunioni la Società del Quartetto di musica da camera.dettagli
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1861Giovanni Capellini scopre alla Croara tracce dell'uomo preistoricoIl prof. Giovanni Capellini (1833-1922), titolare della prima cattedra di geologia all'Università di Bologna, raccoglie alla Croara alcuni ciottoli di selce con tracce di lavorazione, che riconosce come strumenti dell'uomo preistorico. Nel 1870 presenterà una memoria, Armi ed utensili di pietra del Bolognese, che mezzo secolo più tardi orienterà le ricerche di Luigi Fantini (1895-1978). Nel 1871 sarà segretario del V Congresso Internazionale di Archeologia, tenuto a Bologna e presieduto da Giovanni Gozzadini (1810-1887). Capellini si muove nel solco tracciato dall'imolese Giuseppe Scarabelli (1820-1905), che per primo, nel 1850, ha sostenuto l'esistenza di culture preistoriche nell'area bolognese. Suo allievo e seguace sarà Francesco Orsoni (1849-1906), che tra il 1871 e il 1888 scoprirà ed esplorerà la Grotta del Farneto e vi condurrà scavi impostati con rigore scientifico, ma mai pubblicati.dettagli
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1861Alessandro Guardassoni vincitore all'Esposizione nazionale di FirenzeCon l'opera dal titolo Incontro fra l'Innominato e il cardinale Federigo Borromeo il pittore Alessandro Guardassoni (1819-1888) vince la medaglia d'oro alla prima Esposizione nazionale di Firenze. E' l'unico acuto della scuola bolognese in questa importante manifestazione, che raduna oltre mille opere da tutta l'Italia e fornisce un valido spaccato della cosiddetta "scuola moderna" (Morelli, Signorini, Altamura, ecc.). Allievo di Clemente Alberi (1803-1864), insegnante all'Accademia dal 1839 al 1860, Guardassoni è autore di numerose decorazioni nelle chiese di Bologna e provincia (SS. Gregorio e Siro, SS. Trinità, San Giuseppe di Saragozza, Santa Caterina di Saragozza, Serravalle e Zola Predosa). In età matura realizzerà anche opere di argomento laico, utilizzando i risultati dei suoi studi scientifici, che lo avvicineranno alle ricerche delle avanguardie di fine secolo. Alla morte lascerà il suo patrimonio all'Istituto dei Sordomuti, fondato dall'amico don Giuseppe Gualandi (1826-1907).dettagli
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15 gennaio 1861Le opere di Verdi protagoniste al ComunaleLe opere di Giuseppe Verdi (1813-1901) - nel 1861 eletto deputato al parlamento del Regno - dominano la stagione musicale del Teatro Comunale. Dopo La battaglia di Legnano, tragedia in 4 atti “di attualità e nuova per queste Scene“, che ha inaugurato il carnevale il 26 dicembre precedente, il 15 gennaio viene rappresentato Rigoletto, con il soprano Claudia Lanzi e il baritono Felice Varese, che sarà replicato 16 volte. Il 31 gennaio debutterà il dramma lirico Ernani, musicato da Verdi su libretto di Francesco M. Piave (1810-1876). Sarà diretto dal maestro Carlo Verardi, con la prima donna Carlotta Cattinari (1828-1890) nel ruolo di Elvira. Il 15 ottobre Simon Boccanegra aprirà la stagione di autunno. Angelo Mariani (1821-1873) sarà il “maestro concertatore della musica”. Nella compagnia di canto figureranno la soprano prima donna Caroline Barbot (1830-1893), Remigio Bartolini primo tenore assoluto e il basso Leone Giraldoni.dettagli
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febbraio 1861Ernesto Rossi interpreta "Amleto"Ernesto Rossi (1827-1896), direttore della compagnia Dondini, porta in scena al Teatro del Corso la tragedia Amleto, sostenendo alla perfezione la difficile parte del protagonista. Allievo del grande Gustavo Modena da poco scomparso, l'attore livornese, dotato di bella voce e grande espressività, è considerato il più grande interprete e conoscitore di Shakespeare in Italia. Sul teatro del grande inglese ha scritto saggi e tenuto pubbliche conferenze. A Bologna ha in programma altre due sue opere: Coriolano e Macbeth. Nell'ultima serata d'onore reciterà con maestria il ruolo dell'Otello, ritraendo "al vivo lo strazio della gelosia": la sua declamazione potente farà rabbrividire e piangere molti.dettagli
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5 febbraio 1861L' "Eco delle Romagne" e altri giornali cattolici intransigentiI cattolici intransigenti creano l' “Eco delle Romagne”, giornale politico, che ha come scopo “ribattere le calunnie, difendere i sacri principi di verità, di giustizia, di libertà” e respingere le ingiurie fatte dalla stampa liberale e laicista contro la Chiesa, la religione e il Papa. Diretto dall’avv. Giulio Cesare Fangarezzi (1815-1871), ospita contributi di tutti gli esponenti cattolici più attivi e preparati, come Giovanni Acquaderni, Marcellino Venturoli e Giambattista Casoni. L'uscita del periodico suscita allarme e scandalo. Vi si esprimono idee antiliberali e antiunitarie con tale veemenza da provocare manifestazioni di studenti e pubblici roghi. Bollato come foglio “retrogado, papalino, austriacante”, dalla sua prima uscita fino al luglio 1863 sarà sequestrato 27 volte. Finirà le pubblicazioni il 30 dicembre 1863, per far posto al “Patriota cattolico” e al giornale umoristico “La Marmitta”. Entrambi questi fogli saranno messi a tacere dal fisco tra il 1865 e il 1866 e il gerente Celeste Franceschi finirà in carcere.dettagli
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13 febbraio 1861Visita dei Principi realiI Principi reali visitano la città. Al loro arrivo, alle 4 del pomeriggio del 13 febbraio, sono accolti dal suono della campana del Podestà e da salve di artiglieria. Il soggiorno è avversato dal maltempo. La mattina del 14 febbraio, Umberto (1844-1900) e Amedeo di Savoia (1845-1890), accompagnati da autorità civili e militari, visitano le fortificazioni attorno alla città, poi dalla ringhiera degli Anziani passano in rassegna una legione di fanteria e uno squadrone della Guardia Nazionale bolognese. In seguito ricevono i funzionari giudiziari e civili. Il resto della giornata è dedicato alla visita di alcuni monumenti cittadini: l'Archiginnasio, l'Università, San Petronio, la Pinacoteca, la Certosa. A San Michele in Bosco rimangono impressionati dalla grandiosità dell'ex residenza legatizia, già rinominata Villa Reale. In questo periodo ospita il gen. Enrico Cialdini (1811-1892), comandante dell'esercito piemontese, assieme al suo stato maggiore. Durante il rientro dei principi, lungo via Santo Stefano disposta a festa si svolge un corso di gala con i migliori equipaggi, che riesce "bello ed animatissimo". La sera, nella Piazza Maggiore illuminata e gremita di folla, si tiene un grande spettacolo di "brillanti fuochi artificiali". Durante la permanenza a Bologna i principi ricevono dal generale Cialdini la comunicazione della caduta di Gaeta, ultimo presidio borbonico.dettagli
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28 febbraio 1861Torna il battaglione mobile della Guardia NazionaleLa sera del 28 febbraio rientra in città da Benevento una parte del battaglione mobilizzato bolognese. Ricevuto alla stazione dal Maggiore generale della Guardia Nazionale, è accompagnato dal popolo con fiaccole accese fino al suo quartiere. La gioia del ritorno è offuscata dalla notizia della scomparsa, ormai da alcuni giorni, di una delle quattro compagnie imbarcate a Napoli, quella comandata dal marchese Pietramellara. Si teme che il bastimento che la riportava a Genova sia affondato durante una tempesta al largo della Corsica. Le famiglie sono in ansia per i loro cari. Finalmente il 3 marzo un telegramma del ministro Minghetti porterà notizie rassicuranti e due giorni dopo i 150 militi mancanti saranno accolti alla stazione dal maggiore Zoboli e da un corteo popolare preceduto dal suono della Benda Nazionale. Si saprà che la nave Clotilde ha dovuto riparare per il maltempo sull'isola di Ponza, ripartendo per Livorno una volta calmatesi le acque. Il 6 marzo l'intero battaglione della Guardia Nazionale è passato in rivista dal Comandante sulla piazza d'armi, quindi in municipio riconsegna al sindaco il suo stendardo e infine depone le armi nella caserma dei Servi.dettagli
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marzo 1861Scuole seraliIl Comune istituisce nei locali delle Scuole Pie una scuola serale gratuita, in cui si insegna "ai figli del popolo ed a qualunque anche adulto il leggere, lo scrivere, l'aritmetica e gli elementi di geometria pratica e di ornato". La scuola tecnica municipale è aperta da martedì a venerdì dopo le nove e mezza di sera e fin dall'inizio è molto frequentata. Nel primo anno vi sono 33 iscritti e 30 uditori, provenienti per la maggior parte dal Ginnasio Guinizelli. Nel 1891 gli iscritti saranno 595, poco meno di quelli dei ginnasi cittadini.dettagli
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15 marzo 1861Contesa tra Mengoni e Monti per la piazza di porta SaragozzaDopo la ricostruzione, nel 1858, della porta Saragozza da parte di Enrico Brunetti Rodati (1813-1859), il giovane architetto Giuseppe Mengoni (1829-1877) progetta per conto dell'Ufficio d'Ornato una piazza porticata di forma ovale e un taglio stradale per concludere in modo scenografico e spettacolare la via Saragozza. Il Mengoni è presto estromesso da Coriolano Monti (1815-1880), Capo dell'Ufficio Tecnico municipale costituito dopo l'annessione al Regno di Sardegna, che avanza una controproposta in verità molto inferiore e riceve per questo critiche spietate dai maggiori studiosi italiani, sollecitati dallo stesso Mengoni. Pietro Selvatico ad esempio, in una lettera del 15 marzo 1861, definisce “cosa odiosissima” e “sgorbio” il progetto Monti. Alla fine la piazza non si farà mai: al Mengoni spetterà il compito di disegnare la barriera della porta, mentre Monti rifarà l'ultimo tratto della strada Saragozza.dettagli
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17 marzo 1861Si festeggia la proclamazione del Regno d'ItaliaCon la promulgazione della legge 17 marzo 1861 n. 4671 ha luogo a Torino la proclamazione ufficiale del Regno d'Italia: "Il Senato e la Camera dei Deputati hanno approvato; Noi abbiamo sanzionato e promulghiamo quanto segue: Articolo unico: Il Re Vittorio Emanuele II assume per sé e suoi Successori il titolo di Re d'Italia". L’evento è sancito a Bologna con 101 colpi di cannone. Si fa festa in tutta la città. I cittadini si riversano per le strade, assistono a parate militari e alla sera si godono i fuochi d’artificio sparati dal colle dell’Ossevanza.dettagli
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aprile 1861Emilio Anriot apre uno studio fotografico nel Mercato di MezzoIl fotografo parigino Emilio Anriot apre uno studio nel Mercato di Mezzo al n. 56. Nello stesso palazzo sono già attivi da alcuni anni i fotografi “concorrenti” Gasperini e Tadolini. Il lavoro di Anriot è incentrato sulla riproduzione di opere d'arte e la ripresa dei principali monumenti cittadini. Tra il 1864 e il 1865 egli eseguirà due serie di fotografie di Bologna, che saranno messe in vendita presso la libreria Marsigli e Rocchi. Nel 1868 queste immagini andranno a far parte dell'album di Edifici vedute quadri insigni di Modena, Bologna, Ravenna rappresentati colla fotografia, stampato in quattro copie per conto dell'editore Zanichelli e offerto ai principi Umberto e Margherita di Savoia in occasione delle loro nozze. Nel 1869 il fotografo sarà premiato con una medaglia d'argento all'Esposizione agraria e industriale e l'anno successivo si trasferirà a Roma.dettagli
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aprile 1861Minghetti propone il decentramento regionaleEletto Ministro dell'Interno nel governo di Cavour, Marco Minghetti (1818-1886) lavora al progetto di una nuova legislazione liberale. Tra le proposte vi è quella di un decentramento amministrativo dello stato sabaudo, attraverso l'istituzione delle Regioni, come enti morali superiori alle Provincie. Esse godrebbero di autonomia legislativa e finanziaria per materie quali la sanità pubblica, l’assistenza e beneficenza, la pubblica istruzione, l’agricoltura. Allo Stato spetterebbero la difesa, la politica estera e i servizi di interesse nazionale. E’ previsto inoltre l’allargamento della base elettorale, fino a comprendere i cittadini analfabeti. L'opposizione di Urbano Rattazzi (1808-1873) lo costringerà alle dimissioni il 1° settembre 1861. Tornerà in campo l'8 dicembre 1862 come Ministro delle Finanze nel governo Farini, al quale succederà come Presidente del Consiglio il 31 marzo 1864.dettagli
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5 aprile 1861Caccia ai renitenti alla leva e ai garibaldiniCento uomini della Guardia Nazionale, carabinieri e soldati della Brigata Volante richiamata dal Modenese, partecipano a una grande caccia ai disertori della leva obbligatoria sull'Appennino bolognese. La battuta ha esiti nulli, poiché le popolazioni locali, in particolare i parroci della montagna, offrono protezione e rifugio ai renitenti. Il governo sabaudo si preoccupa che le autorità periferiche usino tutta la loro influenza e le loro conoscenze "per persuadere gli inesperti e gli illusi" della necessità di ottemperare all'obbligo di servire la patria. Un altro grave motivo di turbamento sono i giovani che vogliono arruolarsi nella "banda di Garibaldi": l'Eroe dei Due Mondi non fa mistero di voler liberare Roma, mentre Vittorio Emanuele teme la reazione degli stati europei fedeli al papa. La caccia ai garibaldini si concentra sui treni per la Toscana. Numerosi volontari al seguito del Generale si rifugeranno alcuni anni dopo sui monti dell'Appennino Tosco-Emiliano, reduci dalla disfatta di Monterotondo (25 ottobre 1867).dettagli
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21 aprile 1861Garibaldi presidente onorario della Società OperaiaNella basilica di San Petronio la Società degli Operai di Bologna fa benedire la propria bandiera. Il vessillo è sormontato dall'aquila romana con una corona di quercia, simbolo di forza. Giuseppe Garibaldi è nominato presidente onorario. Dopo la cerimonia i soci si recano in processione, con due bande in testa, in piazza d'Armi, dove rendono onore ai caduti nella difesa della città del 1849.dettagli
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28 aprile 1861La Società FelsineaIn un palazzo degli eredi Loup, in piazza Calderini, è fondata la Società della Guardia Nazionale, detta Il Palladio. E' presieduta dal dott. Francesco Buratti. Per entrare si pagano due lire mensili. Possono aderire sia gli ufficiali, che i semplici militi. Sono permessi i giochi di passatempo e vietati quelli d'azzardo. Dal 1° gennaio 1862 il Palladio assume il nome di Società Felsinea. Il circolo è frequentato dalla borghesia conservatrice. Vi si danno feste da ballo e rappresentazioni teatrali. Può essere considerato il quartier generale del partito moderato. Secondo Alfredo Testoni qui si decidono le candidature dei deputati e dei consiglieri comunali bolognesi. La piattaforma sociale è comunque più larga di quella dell'aristocratico ed esclusivo Circolo del Domino di via Castiglione, dove la quota di iscrizione mensile è pari al salario di un operaio specializzato.dettagli
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maggio 1861Compagnie equestri al Gioco del PalloneDa maggio la grande compagnia equestre diretta da Davide Guillaume si esibisce all'Arena del Giuoco del Pallone. Il successo di pubblico è tale che si rende necessario rinforzare le tribune in legno. Nei mesi di luglio e agosto, con biglietti tra i 5 e i 20 baiocchi, i bolognesi possono assistere alle evoluzioni di un'altra compagnia di oltre venti cavalieri e amazzoni, condotta da Emilio e Natale Guillaume, appartenenti alla stessa famiglia circense. Oltre che le tradizionali e seguitissime partite di pallone al bracciale, lo sferisterio ospita in questo periodo anche passeggiate di maschere al suono della musica e ascensioni di palloni areostatici.dettagli
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5 maggio 1861Società di mutuo soccorso a MolinellaIl 5 maggio viene approvato lo statuto della “Società di mutuo soccorso degli artisti e degli operai” di Molinella, proposta l’anno precedente in Comune da Luigi Saltarelli, ex volontario in Veneto nel 1848. Vi sono ammessi “tutti gli Operai, Artieri, Coloni, Industrianti e Trafficanti” residenti nel comune di Molinella “purché nulla risulti contro la loro buona vita e fama”. Vengono erogati sussidi di 50 centesimi “sia per malattia acuta e cronica, sia per impotenza al lavoro” a decorrere dal terzo giorno. I soci arriveranno al numero massimo di 191 nel 1866. Nel 1863 sarà fondata la “Società operaia” nella vicina frazione di San Pietro Capofiume e l’anno dopo sorgerà a Molinella la “Società mutua femminile”.dettagli
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14 maggio 1861Piazza CavourIl Municipio decreta l'edificazione di una piazza su un tratto dell'antico Borgo Salamo. L'area, interessata da tempo dai progetti di speculazione edilizia del conte Grabinski, comprende, sul lato meridionale, l'antica via Sblisgapianelle (o delle Scuole Pie), a levante la via Belvedere di Borgo Salamo e a ponente la piazzetta di S. Andrea degli Ansaldi. Il Regio Decreto di espropriazione, redatto sulla base del piano dell'Ingegnere capo Coriolano Monti, è del 20 aprile 1862 e subito cominciano "gli atterramenti delle antiche case". La piazza è ottenuta col sacrificio di palazzo Labella e dell'antica casa Benati, che conteneva un importante ciclo di affreschi con le storie di Apollo, opera di Lodovico Carracci e della sua scuola. Una piccola parte di essi saranno strappati e messi in salvo da un restauratore fiorentino pochi giorni prima dell'abbattimento dell'edificio. Intitolata al conte Camillo Benso di Cavour (1810-1861) pochi giorni dopo la sua scomparsa, la piazza diventerà il complesso urbanistico più omogeneo dell'Ottocento bolognese, con l'edificazione di nuovi prestigiosi edifici. Tra essi il palazzo Guidotti, ricostruito tra il 1864 e il 1866 da Coriolano Monti, quello della Banca d'Italia, su progetto di Antonio Cipolla e Gaetano Lodi, le palazzine Bottrigari-Ratta, compiute nel 1870 da Antonio Zannoni, il palazzo Silvani dello stesso Cipolla. La piazza sarà aperta nel 1867 e completata nel 1870 con l'allestimento del giardino nella parte centrale.dettagli
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31 maggio 1861Si ferma la zecca bologneseDopo sette secoli la zecca bolognese cessa la sua attività. Dal 1849 le battiture sono state molto poche: solo alcune monete di rame, quasi nessuna d'argento o d'oro. Le ultime emissioni, dal 1859 al 1861 - in quest'anno si coniano solo pezzi da cinque centesimi - sono a nome di Vittorio Emanuele II. Con il riassetto generale della monetazione, la zecca di Bologna viene chiusa definitivamente. Ancora pochi giorni prima, essa subisce il furto di alcune verghe d'oro, per una valore di 25 mila lire.dettagli
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1 giugno 1861Le Logge massoniche "Severa" e "Concordia"Il Grande Oriente d'Italia - sorto a Torino il 20 dicembre 1859 - concede la fondazione a Bologna della Loggia “Severa” di Rito Simbolico. La nuova “officina”, promossa da Salomone Sanguinetti e dal Capitolo “Rosa+Croce” di Livorno, viene inaugurata in una sala dell'hotel Brun e sceglie come Venerabile il prof. Camillo Versari. Avrà sede prima in casa Iarak in via Mazzini, poi in un'abitazione privata di via Gombruti. Nella “Severa” militeranno, tra gli altri, Augusto Aglebert (1810-1882), che coprirà la carica di Segretario, e lo scultore Paolo Pacchioni (1819-1887). Qui sarà iniziato nel 1862 Giosue Carducci, che vi rimarrà per breve tempo, prima della fondazione della Loggia “Felsinea”. Nel gennaio del 1860 il GOI autorizza il conte Livio Zambeccari (1802-1862), Principe Rosa Croce, rifugiato a Torino dopo l'esilio in Grecia, ad aprire a Bologna una loggia di propria obbedienza. Nasce la “Concordia”, presto ribattezzata “Concordia Umanitaria”, per evitare la confusione con altre dello stesso nome. Di Rito Scozzese, questa loggia è posta sotto la maestranza di Francesco Guerzi, ottantenne ex segretario del principe Hercolani. Ad essa sono affiliati numerosi esponenti della classe dirigente bolognese, dal sindaco Carlo Pepoli a Quirico Filopanti, da Pietro Ellero ai fratelli Lollini, esperti fabbricatori di ferri chirurgici.dettagli
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26 giugno 1861Commemorazione di CavourCon una solenne cerimonia in San Petronio, a spese del Municipio, è commemorato Camillo Benso conte di Cavour (1810-1861), scomparso a Torino il 7 giugno. L'opinione pubblica disapprova l'apparato concepito dall'architetto Mengoni e dai pittori Cocchi e Muzzi. Sono particolarmente criticate le iscrizioni del prof. Mercantini. Oltre alle autorità cittadine, assistono alla cerimonia tutte le giunte municipali della provincia. L'orazione funebre è letta dall'intendente Mayr, mentre durante la cerimonia funebre i negozi restano chiusi. Il lutto per la morte dello statista piemontese è particolarmente sentito a Bologna, dove per venti giorni i cittadini di ogni ordine e grado pongono il velo nero al cappello.dettagli
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28 luglio 1861Volo dell'aeronauta GodardL'aeronauta francese Eugène Godard (1827-1890) effettua alla Montagnola un volo aereostatico con un grande globo, chiamato Leviatan. Esso presenta la novità di una frappatura, che serve per diminuire la velocità durante la discesa. In questo esperimento il pallone, guidato da un domestico, cade nei pressi di Russi. Godard è autore di oltre duemila ascensioni, anche con finalità militari. Nel 1859, durante la campagna dell'esercito francese in Italia, ha effettuato alcuni voli per controllare i movimenti delle truppe nemiche. Durante l'assedio di Parigi del 1870 organizzerà, con palloni aerostatici, il primo servizio di posta aerea.dettagli
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11 agosto 1861Festa Popolare Campestre alla MontagnolaL'11 agosto “nelle ore pomeridiane e notturne” si svolge alla Montagnola una grande Festa Popolare Campestre, in commemorazione della rivolta del 1848. Per l'occasione il macchinista Pasquale Merighi, i decoratori Monti e Fochi e l'illuminatore Gaetano Reatti, professionisti al servizio del Teatro comunale, si costituiscono in impresa teatrale per conto del Municipio. Vengono organizzate corse di bighe, di cavalli, di biroccini e altri intrattenimenti. Alle 9 sul palco fatto costruire appositamente al centro della rotonda dei giardini - non ancora occupata dalla fontana che sarà installata alcuni decenni più tardi - danzano dodici coppie di ballerini in costume.dettagli
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13 agosto 1861Il Ricovero di MendicitàA seguito del Bando pubblico del Municipio del 12 dicembre 1859 "per togliere dalle vie gli accattoni" e sollevare la classe indigente si forma a Bologna una società di benefattori, presieduta dal marchese Pizzardi, con l'intenzione di istituire un ricovero per i poveri invalidi e una Casa di Lavoro per i validi. La società ottiene dal Dittatore Farini l'ex convento di San Bernardino in via Morelli, ma non riesce a raccogliere fondi sufficienti per avviare l'opera. "Essendo urgente provvedere alla mendicità incalzante", il Municipio decide allora di riaprire il vecchio Ricovero di Mendicità in San Gregorio. Con Decreto del 13 agosto 1861 sarà approvata l'unione dell'Asilo di Mendicità con l'antico Spedale Abbandonati e Ricovero uniti e lo stabilimento prenderà il nome di Regio Istituto Ricovero di Mendicità Vittorio Emanuele II. La struttura, nata con lo scopo di “curare la piaga sociale dell’oziosità questuante”, assumerà negli anni il carattere di un'opera pia assistenziale per anziani malati cronici e non autosufficienti. Arriverà ad accogliere fino a 600 degenti, divisi in due sezioni: sani e malati. Avrà come primo presidente il marchese Luigi Pizzardi e si avvarrà del sostegno di numerose istitizioni cittadine, quali il Comune e la Cassa di Risparmio. Con il Decreto del 28 agosto 1864, che abolirà la Congregazione di Carità, al Ricovero verrà data la gestione dell'antica Opera dei Mendicanti (1560) e dell'Ospizio dei vecchi settuagenari di San Giuseppe (1642), amministrato dal 1815 al 1859 dall'Arcivescovo. Nel 1972 in via Albertoni, sul luogo dell'antico ricovero di San Gregorio dei Mendicanti, sarà inaugurato un moderno ospedale, il Malpighi, con due padiglioni dotati di oltre mille posti letto.dettagli
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25 agosto 1861Il Monte Battaglia è un covo di brigantiUn gruppo di banditi trova rifugio, per le proprie scorribande nelle valli del Senio e del Santerno, all'interno della Rocca di Monte Battaglia. Sono in parte ex contrabbandieri, che prima dell'Unità portavano avanti un fiorente commercio illegale di grano, sale, olio e tabacco tra lo Stato della Chiesa e il Granducato di Toscana. Dopo che il giorno precedente è stato catturato il brigante Baraccucchino, con un sacco pieno di parrucche e barbe finte, il 25 agosto un contingente della Guardia Nazionale attacca questo covo, appiccando il fuoco all'antico edificio.dettagli
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15 settembre 1861La terra cattù aromaticaVincenzo Mondini (1783-1861), farmacista presso la farmacia Mondini e Marchi in via Barberia - poi Farmacia della Pigna in via Collegio di Spagna - partecipa alla Esposizione Nazionale che si tiene a Firenze dal 15 settembre all'8 dicembre con un succo concentrato e secco di Acacia Catechu. E' una pianta comune in India e in Birmania, che contiene la catechina, sostanza dalle proprietà astringenti e antisettiche. Il prodotto sarà ripresentato nel 1873 all'Esposizione di Vienna come terra cattù e sarà in genere conosciuto sotto forma di piccoli grani di liquirizia argentata. Per i redattori della Nuova Enciclopedia Italiana le tavolette o pastiglie di cattù prodotte a Bologna godranno di speciale reputazione "sia pel grato sapore, sia perché correggono l'odore del fiato". Verranno prodotte in sette farmacie della città, per complessivi 14 quintali all’anno. Saranno messe in commercio in piccole scatole di metallo (circa 200mila all’anno).dettagli
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22 settembre 1861Agitazioni popolari contro il caroviveriBologna e la Romagna sono scosse da manifestazioni e disordini per “il caro prezzo” dei viveri. Il 22 settembre a Bologna sono assaltati forni, pastifici, abitazioni private, ma anche le “treccole” (bancarelle ambulanti di frutta e verdura) di piazza Maggiore. I manifestanti impongono prezzi accessibili per le derrate alimentari. Alcuni soldati che intervengono per sedare il tumulto vengono disarmati. Le proteste continuano con più vigore nei giorni successivi: il 23 settembre il popolo "mette sottosopra ogni cosa". Tra i dimostranti si vedono bandiere nazionali e della Società Operaia, che però si dice estranea al movimento. La Guardia Nazionale interviene duramente e effettua alcuni arresti, tra grida e fischi. Il 24 settembre il tumulto prende l'aspetto di una sommossa. La "feccia del popolo" percorre le strade del centro ed entra minacciosa degli spacci del pane e delle farine. Molti non pagano per nulla i generi richiesti. I manifestanti vengono però affrontati con successo dai Reali Carabinieri e dalle Guardie di Pubblica Sicurezza. Un gruppo di donne, con i "vessilli nazionali", si spinge fin dentro il palazzo comunale, chiedendo il ribasso dei pressi dei generi "commestibili". Vengono respinte dalla cavalleria della Guardia Nazionale e allora si radunano nel suburbio degli Alemanni. Per l'ultima volta ritornano in città e vengono disperse definitivamente. Nella notte "i capi popolo ed agitatori" sono arrestati e condotti in fortezza.dettagli
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4 ottobre 1861Visita del Re e dei Reali PrincipiIl 4 ottobre i Principi Reali tornano a Bologna, dopo il loro viaggio nelle Marche e nelle Romagne. Un gran numero di cittadini li accompagna alla Villa Reale di San Michele in Bosco. Il giorno successivo assistono alle corse dei cavalli ai Prati di Caprara e alla sera presenziano nel Teatro comunale alla prima del Simon Boccanegra di Verdi, che non accontenta i bolognesi, indispettiti per l'aumento dei biglietti. La sera del 6 ottobre i Principi sono ospiti presso il marchese Gioacchino Napoleone Pepoli, mentre il giorno successivo visitano gli Asili infantili. Il Re arriva a Bologna l'8 ottobre e passa in rassegna il 4° Dipartimento e la Guardia Nazionale ai Prati di Caprara. Dopo aver assistito alla sfilata di ben 16.000 uomini, torna in città accompagnato dallo Stato maggiore, con a fianco i Principi. La via S. Felice è pavesata a festa: i balconi sono ornati di tappeti e vessilli nazionali. Durante il ricevimento nella Villa di San Michele, il Re si lamenta "acerbamente" con il conte Giovanni Luigi Malvezzi de' Medici, generale della Guardia Nazionale, per il mancato concorso dei militi alla parata: solo un migliaio di essi hanno accolto il suo invito a sfilare in divisa. Inoltre commenta negativamente l'incapacità della Guardia a sedare i tumulti popolari dei giorni precedenti. Si parla di sostituire l'incapace Malvezzi - che a sua volta accusa gli uomini del suo Stato maggiore - con un generale d'armata il pensione.dettagli
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21 ottobre 1861Sciolta la Guardia Nazionale di BolognaIl 21 ottobre è pubblicato il decreto con il quale viene sciolta la Guardia Nazionale di Bologna. Per i bolognesi si tratta di una “amara pillola”, anche per il modo con cui avviene la sostituzione della Gran Guardia nel palazzo comunale da parte delle truppe di linea, cioè senza l'onore delle armi. Il quartiere della Guardia Nazionale è assegnato ai pompieri. Il decreto promette la ricostruzione in breve tempo del corpo militare secondo le nuove norme del Regno. Intanto un gruppo di cittadini volonterosi, con l'autorizzazione del Prefetto, si offre di aiutare la polizia, perlustrando la città di notte. Sotto la presidenza del principe Rinaldo Simonetti, le ronde armate riprendono il nome di Pattuglie Cittadine.dettagli
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29 ottobre 1861Ulisse Cassarini assume la funzione di sindacoDopo la rinuncia di Luigi Pizzardi, per motivi di salute, la responsabilità municipale è assunta da Ulisse Cassarini (1817-1899), esponente liberale originario di Castiglione dei Pepoli. Rimarrà in carica come facente funzione di sindaco fino al 15 dicembre, sostituito da Lodovico Berti (1818-1897), ex membro dell'Assemblea delle Romagne e futuro deputato e senatore del Regno. In questo periodo la città è funestata da incursioni e attentati alle autorità di pubblica sicurezza da parte di malviventi armati. Si respira un clima di precarietà e insicurezza.dettagli
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10 novembre 1861Primo censimento250 cittadini “pieni di buona volontà” portano a termine, tra il 10 e il 20 novembre, il Censimento della città di Bologna. L'intero comune conta una popolazione residente di 112.614 persone, delle quali 77.188 entro le mura. Qui, in circa 5.000 abitazioni, vivono 17.503 famiglie. Si tratta del primo calcolo ufficiale dal 1811.dettagli
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10 novembre 1861Il Re inaugura la ferrovia per AnconaIl 10 novembre alle 8 il re Vittorio Emanuele II e il generale Cialdini, con numeroso seguito, salgono sul treno che attraverso Forlì raggiunge le spiagge dell'Adriatico. E' l'avvio della nuova tratta ferroviaria Bologna-Ancona, progettata dall'ing. francese Jean-Louis Protche (1818-1886). Il treno reale è salutato con entusiasmo in tutte le stazioni. Il convoglio arriva nel pomeriggio al porto marchigiano, dopo una sosta a Rimini per la colazione offerta dalla Società Ferroviaria. Alla sera il Re interviene al Teatro delle Muse a una rappresentazione straordinaria del Trovatore. Il 14 novembre la fine dei lavori sul tratto da Piacenza a Milano completerà la linea Bologna-Milano. Intanto inizieranno i lavori di costruzione della ferrovia Porrettana, sempre su progetto di Protche. Con l'edificazione l'anno successivo delle tratte Bologna-Ferrara (26 gennaio 1862) e Bologna-Vergato (18 agosto 1862) si profilerà concretamente il nodo di Bologna come fulcro strategico delle comunicazioni ferroviarie in Italia. E' un disegno che verrà perfezionato dopo l'annessione del Lombardo-Veneto nel 1866 e il completamento della rete di nord-est. La città sarà definita dallo storico Lucio Gambi come il "disco girevole" dei collegamenti via terra del nuovo regno.dettagli
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17 novembre 1861Gli "Ugonotti" di Mayerbeer al ComunaleLungamente atteso dagli appassionati bolognesi, va finalmente in scena il dramma di Mayerbeer Ugonotti. L'orchestra del Teatro comunale è magistralmente diretta da Angelo Mariani. Il soprano Caroline Douvry, detta Barbot (1834-1907), e il tenore Ottavio Bartolini (1821-1894) eseguono con intelligenza le loro parti. L'opera non incontra, però, pienamente il gusto degli spettatori: lunghi e noiosi i primi atti, più gradevole il finale, con un bel coro e un duetto "di puro stile italiano".dettagli
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30 dicembre 1861Il progetto di Coriolano Monti per via IndipendenzaL'architetto Coriolano Monti (1815-1880), responsabile dell'Ufficio Tecnico comunale, presenta alla Giunta un rapporto sullo stato delle varie strade che conducono alla stazione e un piano per una nuova via diretta all'interno della città, redatto assieme all'ing. Zannoni e ai prof. Masini e Arienti. Esso ricalca il disegno proposto alcuni anni prima dal Franceschini. Monti si propone di realizzare “la linea diritta tra Cantone dei Fiori e le mura, rasentando la scarpata occidentale della Montagnola”. Accenna anche a “un nuovo adito”, simile a quello del Pincio di Roma. La costruzione della “via Massima” (poi via Indipendenza) sarà approvata dal Consiglio comunale il 1° aprile 1862 e iniziata subito dopo con l'allargamento del Canton dè Fiori, che porterà alla scomparsa dello slargo davanti alla cattedrale di San Pietro. La versione definitiva del progetto urbanistico sarà però approvata solo nel 1883. Nell'aprile 1885 sarà demolito l'Ospizio di San Giuseppe e l'isolato circostante. La zona antistante l'ingresso alla cavea dell'Arena del Sole formerà una parte della strada nuova e in corrispondenza sarà creato uno slargo. I lavori di via Indipendenza proseguiranno fino al 1888. Il risultato di tanti interventi successivi e non coordinati sarà quello di un "presuntuoso kitsch architettonico" .dettagli
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31 dicembre 1861Incendio alla manifattura dei tabacchiUn grande incendio minaccia di distruggere la Manifattura tabacchi: le fiamme si dirigono rapidamente verso le case vicine e verso un piazzale dove sostano 280 carri carichi di tabacco e legname, che vanno completamente perduti. Gli ufficiali del corpo dei pompieri decidono di deviare le acque del vicino canale di Reno, indirizzandole negli scantinati e nei cortili della manifattura. L'azione sarà elogiata da Ricasoli a nome del Governo.dettagli