Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi

Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.

11 novembre 1859

Garibaldi vuole entrare nelle Marche ma Fanti lo ferma

Il 27 ottobre Garibaldi ha un colloquio di quattro ore con il Re a Torino. Il giorno seguente assume il comando delle due divisioni Rosselli e Mezzacapo, schierate con 12.000 uomini al confine pontificio.

Il Partito d'Azione vorrebbe un suo ingresso manu militari nelle Marche e nell'Umbria, per dare un carattere più popolare all'espansione dinastica dei Savoia.

Anche il Comandante della Lega militare Fanti e il Governatore Farini sono inclini a un'iniziativa verso sud, ma solo in risposta a eventuali attacchi dei pontifici.

Di fronte alla minaccia di intervento di Francia e Austria, dalle Filigare, al confine tra Emilia e Toscana, Cipriani, Ricasoli e Minghetti sconfessano le istruzioni di Fanti a Garibaldi. Anche il Re scrive a Fanti di dimettersi.

Il 12 novembre a Bologna, in un colloquio con Farini, l'inviato del Re Solaroli e La Farina, Garibaldi promette di rinunciare per il momento ad entrare in territorio pontificio.

Ma il giorno seguente giunge da Imola la notizia - poi risultata falsa - che le Marche sono sollevate e allora telegrafa a Fanti informandolo che sta per "muovere a soccorso dei fratelli". Quindi fa “battere la generale” e ordina alle truppe di partire “senza zaini” per Forlì e Rimini.

Il contrordine del generale in capo non si fa attendere. A Rosselli e Mezzacapo è ingiunto di non muoversi e di far retrocedere chi è già in marcia.

Appoggiato dai mazziniani e dai ceti popolari, Garibaldi chiede a Farini il comando supremo dell'esercito entro 24 ore, ricevendo un netto rifiuto. Il Governatore è pronto a gettarsi da un balcone piuttosto che cedere ai faziosi. A Bologna l'agitazione è grande e La Farina si adopera a calmare gli animi.

Con il consenso di Farini, Cavour fa richiamare Garibaldi. Il 17 novembre scrive che la sua deposizione è "l'unico mezzo a soffocare la nascente discordia". Anche il Re suggerisce all’eroe dei due mondi di farsi da parte, poiché lo status quo non può essere modificato.

Il 23 novembre il generale si dimette, accusando chi ha voluto impedirgli di muovere nelle Marche e denunciando "la miserabile volpina politica che turba il maestoso andamento delle cose italiane".

Approfondimenti
  • Alfredo Comandini, L'Italia nei cento anni del secolo XIX, 1801-1900, giorno per giorno illustrata, continuata da Antonio Monti, Milano, Vallardi, 1900-1942, vol. 3: 1850-1860, p. 1299
  • Garibaldi: arte e storia, Roma, Museo del Palazzo di Venezia, 23 giugno-31 dicembre 1982, Roma, Museo centrale del Risorgimento 23 giugno- 31 dicembre 1982, Firenze, Centro Di, 1982, vol. 2: Storia, p. 53
  • Giuseppe Mazzini, Scritti editi e inediti, Roma, per cura degli Editori, 1880, vol. 10: Politica. 8, pp. LXXIX-LXXX
  • Carlo Tivaroni, L'Italia degli italiani, Torino, Roux Frassati e C. editori, 1896, vol. 2: 1859-1866, pp. 140-143
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