Complotto della polizia austriaca e dei “sanfedisti”
Un moto popolare, subito abortito, è suscitato ad arte a Modena e a Bologna dalla polizia austriaca con l’aiuto di alcuni noti “sanfedisti”, quali Virginio Alpi (1808-1869) e Antonio Allai.
Di Alpi, “arrabbiato settario tra i sanfedisti” e poi funzionario pontificio, parlerà Riccardo Bacchelli nel romanzo Il mulino del Po.
“Bandito rotto a ogni iniquità”, “sbirro della peggior specie”, spia degli Austriaci, al tempo di papa Gregorio XVI è stato “gran promotore di quelle bande di sicarii che sotto il nome di centurioni o di volontari pontifici erano destinate a contrappesare a un tempo gli austriacanti e i liberali”.
Diventerà in seguito soprintendente delle finanze pontificie e sarà condannato per “contrabbando qualificato”, accusato di avere esportato illegalmente tra il 1854 e il 1855 una grande quantità di granaglie, nonostante il divieto statale. Morirà in Austria nel 1869.
Antonio Allai, nato a Modena nel 1798, ha avuto un ruolo di primo piano, tra il 1843 e il 1846, nei processi contro i liberali marchigiani.
Dopo l’amnistia di Pio IX è riparato a Roma e ha partecipato nel 1847, assieme a Freddi, Lambruschini, Nardoni e altri, alla cosiddetta “congiura gregoriana”, di matrice sanfedista.
- Enrico Bottrigari, Cronaca di Bologna, a cura di Aldo Berselli, Bologna, Zanichelli, 1960-1962, vol. 2., pp. 444-445
- Giacomo Martina, La Repubblica Romana e le carte dell'Archivio Segreto Vaticano, in: "Rassegna storica del Risorgimento", 1999, p. 366
- Salvatore Paolini, Enrico Fuselli, L'oste e il Cardinale, il finanziere e il contrabbandiere. La vita a Ruscio tra Settecento e Ottocento, Ruscio, Edizioni La Barrozza, 2012, p. 28
- Luigi Zini, Storia d'Italia dal 1850 al 1866, continuata da quella di Giuseppe La Farina, Milano, M. Guigoni, 1866-1869, vol. 1.1., Dalla battaglia di Novara alla conferenza di Plombieres, p. 284