Demolizione della chiesa di San Tommaso della Braina
Acquisita dal Comune nel 1849, la chiesetta di San Tommaso della Braina (sec. XII) viene abbattuta tra il 1852 e il 1855 per allargare via Cartoleria Nuova (poi via Guerrazzi) e completare il quadriportico di fronte alla facciata di Santa Maria dei Servi, da poco aggiunto a quello laterale trecentesco.
Durante il periodo napoleonico l'edificio religioso era stato trasformato in deposito di legname, ma nel 1828 era stato riaperto al culto grazie all'intervento e all'aiuto economico della famiglia Davia Bargellini, proprietaria del vicino palazzo senatorio in strada Maggiore.
Il progetto del quadriportico è di Giuseppe Modonesi (1820-1891), studioso di architettura medievale, e di Luigi Marchesini (1796-1882). Le colonne sono ricavate da alcune stele romane trovate sul greto del Reno, simili a quelle utilizzate per la gradinata di San Petronio.
Con la piazzetta porticata davanti alla basilica si realizza l'idea di Antonio di Vincenzo (1350-1401), importante architetto del periodo tardo-gotico, autore del complesso originale.
L'ampliamento del portico, senza più il sostegno del corpo murario della chiesetta di San Tommaso si dimostrerà però poco valido dal punto di vista statico.
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