I Francesi respinti da Garibaldi a Porta San Pancrazio
La mattina del 30 aprile le truppe francesi del generale Oudinot - un contingente di circa 7.000 uomini sbarcato il 26 a Civitavecchia - assaltano a Roma le porte Cavalleggieri e Angelica, prossime al Vaticano, e occupano alcune abitazioni nel parco di villa Pamphili.
Nei prati della villa avviene lo scontro più cruento. Un battaglione francese del 20. di linea si spinge verso Porta San Pancrazio e subisce il contrattacco guidato all'arma bianca da Garibaldi.
Viene circondato dal battaglione Universitario e dalla Guardia Nazionale, comandata dal colonnello Galletti, ed è costretto alla resa. I prigionieri sono condotti dentro Roma.
Ritirandosi, i Francesi abbandonano due cannoni sulla strada di Porta Angelica e lasciano sul terreno circa cento uomini tra morti e feriti.
Il “glorioso avvenimento” è paragonato a Bologna a quello dell'8 agosto 1848. Secondo il Preside Oreste Biancoli, Roma e Bologna, “gloriose sorelle”, provano all'Europa ciò che il popolo italiano sa fare per la propria libertà.

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