La Società Protettrice delle Belle Arti
Alcuni amatori delle Belle Arti, tra i quali il marchese Carlo Bevilacqua (1803-1875), fondatore della Cassa di Risparmio, consigliere comunale e direttore del Liceo Filarmonico, e i pittori Francesco Cocchi e Ottavio Campedelli, costituiscono una società che ha come fine la resurrezione delle arti - considerate molto decadute - attraverso l'acquisto di dipinti e sculture.
Esse vengono ordinate in una esposizione annuale e quindi distribuite a sorte tra i soci, che contribuiscono alla società pagando ciascuno una piccola somma triennale.
Per gli scettici l'iniziativa non è sufficiente a promuovere le “grandi imprese dell'arte”, perché i giovani possono trovare qui “un facile mercato senza gravi studi e gravi fatiche”.
I difensori dell'Accademia, in primis il segretario Cesare Masini, temono che una Società promotrice finisca per allontanare gli artisti dai suoi principi, in particolare dall'esercizio della pittura di storia, considerata genere predominante.
La Società Protettrice delle Belle Arti decollerà senza indecisioni dal 1853, dopo l'elezione alla presidenza dell'Accademia di Bevilacqua.
L'anno seguente, guidata dal conte Camillo Salina (1782-1855), accademico dell'Istituto delle Scienze e socio della Società Agraria, conterà già quattrocento soci, compreso il cardinale Legato Amat e affiancherà la propria esposizione a quella accademica, mostrando fin da subito "una propria autonomia di critica e di gusto" (Maugeri Iozzi).
Concluderà nel 1874 "la propria funzione di svecchiamento delle posizioni artistiche locali" (Pasquali) e sospenderà le attività per mancanza di fondi e di interesse da parte dei sostenitori. Alcuni eventi sono comunque documentati anche tra il 1886 e il 1888.
- Alessandra Borgogelli, Paolo Stivani, La pittura nell'Ottocento, in: Storia illustrata di Bologna, a cura di Walter Tega, Milano, Nuova ed. AIEP, 1989, vol. 3., p. 287
- Enrico Bottrigari, Cronaca di Bologna, a cura di Aldo Berselli, Bologna, Zanichelli, 1960-1962, v. 1., p. 269
- I concorsi curlandesi. Bologna, Accademia di Belle Arti, 1785-1870, Bologna, Galleria d'arte moderna, marzo-maggio, Museo civico, giugno-luglio 1980, catalogo a cura di Renzo Grandi, Bologna, Grafis, 1980, pp. 28-29, 52-53
- Dall'Accademia al vero. La pittura a Bologna prima e dopo l'Unità, Bologna, Galleria d'arte moderna, 29 gennaio-4 aprile 1983, a cura di Renzo Grandi, Casalecchio di Reno, Grafis, 1983, pp. 47-48
- Nel nome di Bologna. Consulta tra antiche istituzioni bolognesi, a cura di Guglielmo Franchi Scarselli, Bologna, L'inchiostroblu, 2007, p. 106
- F.I.L.D.I.S., Cenacoli a Bologna, Bologna, L. Parma, 1988, p. 124
- Giovanni Massei, La scienza medica della povertà ossia La beneficenza illuminata, Firenze, coi tipi di M. Cellini e c., 1858, vol. 3., pp. 353-354
- Marilena Pasquali, Il Circolo artistico di Bologna. Il significato di una presenza, 1879/1983, Casalecchio di Reno, Grafis, 1983, p. 15
- Programma e statuti della Società Protettrice delle Belle Arti in Bologna, Bologna, Sassi nelle Spaderie, 1848
- Francesca Sinigaglia, Dalla Protettrice di Belle Arti alla Società Francesco Francia. Echi di artisti e amatori tra Otto e Novecento, in: Da Bertelli a Guidi. Vent'anni di mostre dell'Associazione Bologna per le Arti, mostra e catalogo a cura di Stella Ingino e Giuseppe Mancini, Bentivoglio, Grafiche dell'Artiere, 2019, pp. 39-44