La Legione bolognese in Veneto
La Legione bolognese, agli ordini dei colonnelli Bignami e Berti Pichat, partecipa nel 1848 alla guerra di Indipendenza e nel 1849 alla difesa della Repubblica Romana. E' composta di due battaglioni, per complessivi 780 uomini.
Il comandante Carlo Bignami (1808-1885), milanese d'origine, da borghese esercitava, assieme ai fratelli, il commercio bancario. Ha partecipato come ufficiale della Guardia Nazionale alla rivoluzione del 1831.
Tra il maggio e il giugno del 1848 la Legione opera nei dintorni di Padova e svolge servizio di presidio alla città.
Da Padova si trasferisce a Venezia, dove al contingente emiliano sono aggiunte tre compagnie marchigiane. Qui partecipa, tra luglio e ottobre, ad alcune azioni nel territorio veneziano.
Il 27 ottobre, durante la sortita dal forte di Mestre, i volontari bolognesi, impiegati con i milanesi nella colonna di centro, portano l'azione a fondo e infliggono gravi perdite ai nemici.
Il generale Guglielmo Pepe testimonia che i Bolognesi disprezzano ogni ostacolo, “come si fa da chi è deciso a vincere o morire” e mostrano “la calma, l'ordine, l'ardire da onorare i più esperti veterani”.
Il Battaglione Bignami sarà richiamato in patria il 2 dicembre, dopo la proclamazione della Repubblica Romana, e lascerà Venezia il 17 dicembre.
Gli uomini della Legione saranno inviati a Roma, dove costituiranno il 1º battaglione dell'XI reggimento di linea. Carlo Bignami, invece, rimarrà a Bologna come comandante generale della Guardia Civica.
Alla sortita di Mestre partecipano anche duecento Cacciatori dell'Alto Reno, giunti a Venezia il 14 settembre assieme al Battaglione Universitario e preceduti da cattiva fama presso i corpi bolognesi di stanza in laguna.
Per Carlo Berti Pichat, il battaglione Zambeccari include "non pochi tristi soggetti", "uomini di pessima condotta morale e civile", sfuggiti alla debole giustizia pontificia.
In un primo tempo le autorità veneziane cercheranno di impedire il rientro a Bologna dei Cacciatori dell'Alto Reno e del Battaglione Universitario, ma in seguito, su insistenza dello Zambeccari, il generale Pepe darà anche a loro il permesso di partire, per partecipare alla difesa del capoluogo felsineo e della Repubblica romana.
- Enrico Bottrigari, Cronaca di Bologna, a cura di Aldo Berselli, Bologna, Zanichelli, 1960-1962, v. 1., p. 473
- Un giorno nella storia di Bologna, l'8 agosto 1848: mito e rappresentazione di un evento inaspettato, a cura di Mirtide Gavelli, Otello Sangiorgi, Fiorenza Tarozzi, Firenze, Vallecchi, 1998, p. 33
- Giovanni Maioli, Carlo Bignami e l'itinerario del I battaglione civico di Bologna accorso nel Veneto (1848), in “Rassegna storica del Risorgimento”, 44 (1957), pp. 758-764
- Giovanni Natali, Il battaglione universitario bolognese e la sua Compagnia mobile nel 1848-49, in “L'Archiginnasio”, 27 (1932), pp. 38, 206-210
- Giovanni Natali, Corpi franchi del Quarantotto. I battaglioni dell'Alto Reno, del Basso Reno, dell'Idice, del Senio, in: “Rassegna storica del Risorgimento”, 1935, pp. 223-232
- Giovanni Natali, La Legione Civica Bolognese (1848-1849), in “La Rivista del comune di Bologna”, 36 (1949), pp. 10-13
- Gli oggetti del Museo civico del Risorgimento, a cura di Otello Sangiorgi e Mirtide Gavelli, Bologna, Tipografia Metropolitana, 2015, p. 30
- Ugo Pesci, I bolognesi nelle guerre nazionali, a cura della Federazione fra le Società militari della città e Provincia di Bologna, Bologna, Zanichelli, 1906, pp. 72-73