Il disordine aumenta
In mancanza di aiuti finanziari da Roma, il Municipio e la Provincia emettono buoni per 100.000 scudi per provvedere alle spese giornaliere. Essi hanno valore di moneta effettiva dal 16 agosto al 31 dicembre 1848.
In parte questi buoni servono per pagare gli operai delle squadre popolari addette alla rimozione delle barricate divenute inutili o al completamento di quelle poste nei punti strategici della città.
E' inoltre garantita fino al 26 agosto - poi prorogata di altri dieci giorni - la sovvenzione di 20 baiocchi accordata “a tutti coloro che si prestarono in soccorso della patria”.
Alla moltitudine di operai, facchini e giornalieri, "popolo scioperante, ma pure onesto", si aggregano, però, "scellerati, gente da galera, ladri, assassini dalle mani lorde di sangue", decisi a mettere Bologna "a ruba ed a sacco" (Bertolazzi).
A poco valgono i richiami del Comitato di Pubblica Salute, che invita la plebe “a tornare all'onorato lavoro” ed esorta i difensori in armi ad arruolarsi nella Guardia Civica.
Inizia un periodo di disordini e delitti, di “ignobile anarchia” (Rossi), reso possibile anche dal fatto che in città manca “truppa assoldata” in grado di disarmare la plebe e ricondurla al rispetto della legalità.
Per le strade si vedono continuamente girare popolani che impugnano tromboni, schioppi, sciabole, coltelli e “avanzi di galera” armati fino ai denti.
Con la scusa di difendere la città, individui poco raccomandabili, “il fiore della canaglia”, cominciano ad entrare nei palazzi e nelle case private e a taglieggiare gli abitanti, chiedendo denaro, cibo o vino. Una viva testimonianza della situazione è offerta dal Bottrigari:
“Questa nostra povera Bologna trovasi in una condizione di vera anarchia. La plebe armata s'impone agli onesti Cittadini e il Comitato di salute pubblica non trova modo di disarmarla e ricondurla al rispetto della legge e dell'ordine. L'antico, abituale lavoro è abbandonato, ogni officina manca di operai. E' un disordine grave che bisognerebbe domare con la forza”.
Presto i “birichinon” passeranno alle vendette. La prima vittima è un membro della Guardia Civica, poi diversi altri sono uccisi: il custode delle carceri, un infermiere dell'ospedale, il piantone di Palazzo Baciocchi e molti ancora.
Il poliziotto Bianchi è assalito in casa da sei o sette individui armati mentre è a letto gravemente ammalato ed è ucciso barbaramente davanti agli occhi della moglie e del figlio.
Si dà caccia agli uomini come fossero animali feroci, ma “le fiere sittibonde di sangue e non mai sazie” (Bertolazzi) sono in questo caso gli assassini e non le vittime.
L'incertezza del periodo indurrà molti bolognesi a ritirare i loro depositi dal Monte di Pietà, portandolo a una vera e propria crisi, che per fortuna sarà di breve durata.
- Alla scoperta del Risorgimento a Bologna e provincia, a cura di Giuseppe Maria Mioni e Marco Poli, nuova ed., Bologna, Congregazione felsinaria, 2011, p. 15
- Aldo Berselli, Da Napoleone alla Grande Guerra, in: Storia di Bologna, direttore Renato Zangheri, vol. 4., tomo 1., Bologna, Bononia University Press, 2010, p. 49
- Pompeo Bertolazzi, Cronache risorgimentali. 1831-1849, a cura di Giovanni Guidi, Bologna, Costa, 1999, pp. 45-46
- Gabriele Bonazzi, Informare, istruire, intrattenere, in: Gioachino in Bologna. Mezzo secolo di società e cultura cittadina convissuto con Rossini e la sua musica, a cura di Jadranka Bentini e Piero Mioli, Bologna, Pendragon, 2018, p. 353
- Enrico Bottrigari, Cronaca di Bologna, a cura di Aldo Berselli, Bologna, Zanichelli, 1960-1962, v. 1., pp. 429-431
- Bonaiuto del Vecchio, Intorno al glorioso fatto bolognese dell'8 agosto 1848, in:
Gli stati romani nel 1848-49. Episodii di Ancona, Bologna e Roma, cronache di G.B. Del Vecchio, Capolago, Tipografia Elvetica, 1851, pp. 108-109 - Aldino Monti, Pauperismo e demografia, conflitto e sicurezza: le condizioni sociali a Bologna nell'Ottocento (1815-1880), in: Storia di Bologna, direttore Renato Zangheri, vol. 4., Bologna in età contemporanea, tomo 1., 1796-1914, a cura di Aldo Berselli e Angelo Varni, Bologna, Bononia University Press, 2010, p. 454
- Giovanni Natali, Bologna e le Legazioni nella rivoluzione del 1848, in: Il 1859-60 a Bologna, Bologna, Edizioni Calderini, 1961, pp. 46-47
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Pasticcio alla bolognese. Storie, storielle, fatti, fattacci, episodi, racconti, filastrocche, poesie, zirudelle, narcisate, cronache, discorsi e bazzecole, raccolti e disordinatamente raccontati da Gino Calari, Bologna, Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, 2004, p. 277
- Il Risorgimento a Bologna, a cura di Giuseppe Maria Mioni e Marco Poli, Bologna, Studio Costa, 2010, p. 19
- Gida Rossi, Bologna nella storia nell'arte e nel costume, Sala Bolognese, Forni, 1980, p. 613
- Fiorenza Tarozzi, Struttura urbana e struttura sociale nella Bologna quarantottesca. Bolognesi e Austriaci: un confronto – scontro, in: Il 1848, la rivoluzione in città, a cura di Angelo Varni, Bologna, Costa, 2000, pp. 83-84
- Athos Vianelli, Bologna dimensione Montagnola, Bologna, Tamari, 1975, p. 80