Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
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1843Una macchina per la Madonna del BorgoIl macchinista Pacifico Grati e il fabbro Vincenzo Donati costruiscono “maestrevolmente” una macchina per far discendere dall'altare l'immagine della Madonna del Borgo di San Pietro. Agli artefici è dedicato un sonetto d'occasione: Dolce speme di tanto il cor ci prendeOr che dall'alto del festivo TempioDi per sé la tua immagine discende.dettagli
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1843Muore il conte giacobino Giuseppe GioannettiMuore il conte Giuseppe Gioannetti (1768-1843) uno dei più noti giacobini bolognesi, punto di riferimento dell'ala estrema dei democratici. Alla discesa di Napoleone nel 1796, si prodigò per la formazione della Guardia Nazionale. Lo stesso anno fece innalzare l'albero della libertà in Piazza Maggiore. Lottò contro il mantenimento del Senato, contro gli alti prezzi degli affitti, contro le speculazioni bancarie. Preso dagli ideali democratici, si spogliò dei suoi beni, invitando i nobili a fare altrettanto. Nel 1797 si unì all'esercito cispadano e lottò assieme ai Francesi contro i soldati del Papa. Il suo estremismo preoccupò lo stesso Napoleone, che lo costrinse a seguirlo a Milano come ostaggio. Tornato a Bologna, si batté per la rimozione degli stemmi nobiliari e per l'abolizione di portantine e parrucche. Fece chiudere il Circolo dei Nobili. Fu messo più volte in carcere, prima dai repubblicani moderati, poi dagli Austriaci. Liberato da Bonaparte, dopo la proclamazione del Regno d'Italia divenne Messaggero di Stato. Continuò a difendere gli ideali democratici anche durante il periodo della Restaurazione. L‘amico e sodale Giacomo Greppi (1771-1836) ricorda così il suo impegno: “Tutte le operazioni di Giuseppe Gioannetti tendevano sempre ad istruire il popolo, a sovvenire i poveri suoi Fratelli, a perseguitare il vizio, la tirannia, a promuovere lo spirito pubblico e ad assicurare la felicità della sua patria”.dettagli
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1843Aumento della popolazioneTra il 1838 e il 1843 si registra a Bologna un aumento della popolazione: da 63.656 a 71.439 unità. Il numero dei ricchi è in calo - da 5.755 a 3.026 - mentre sale quello dei benestanti: 16.678 contro i 12.694 della precedente rilevazione. Nella categoria degli artigiani e degli operai sono compresi anche i “bisognosi”. Qui la cifra del censimento, effettuato su base familiare, registra un aumento consistente, da 45.207 a 51.735 persone. Nelle campagne aumentano in proporzione i braccianti (91.438), rispetto agli appartenenti a famiglie di affittuari e coloni (127.905). In sostanza circa il 70 per cento della popolazione della provincia di Bologna vive in questo periodo intorno o sotto alla soglia di povertà.dettagli
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1843Volo di Antonio ComaschiAntonio Comaschi, possidente e appassionato aeronauta, emulo di Zambeccari e Orlandi, effettua a Bologna un'ascensione con un “aerostato schiacciato, orlato con paracadute e munito di vele”. Nel 1831 ha partecipato ai moti liberali e in seguito è stato costretto a riparare in Francia. E' tornato a Bologna dopo l'amnistia. Autore di numerose ascensioni spettacolari, nel luglio 1844 si esibirà a Costantinopoli davanti al Sultano, ai ministri e al corpo diplomatico in un volo molto applaudito, che terminerà a trecento miglia dalla capitale ottomana. Dopo essere diventato famoso in Italia e in Europa, scomparirà tragicamente tra i flutti nel Mar Nero.dettagli
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1843Demolita la chiesetta dei SabbatiniIn vista dell'ampliamento di Porta Saragozza è decretata la demolizione della chiesetta di S. Maria dell'Ispirazione, sede della Congregazione degli Anni di Maria Vergine. Fondata nel 1721 in S. Maria del Tempio (la Magione), l'opera laica è detta dei Sabbatini (o Sabatini) per l'uso dei confratelli di recarsi a San Luca ogni sabato all'alba. La chiesetta fu eretta nel 1705 per venerare un'immagine della Madonna dipinta sulle mura nei pressi della porta e fu ampliata nel 1757-1766. Soppressa nel periodo napoleonico, fu riaperta al culto nel 1815. Dopo la demolizione, i Sabbatini passeranno a S. Maria della Rondine e, nel 1913, nella cappella dell'Annunciazione al Meloncello, accanto al 1° Mistero del portico di San Luca. Continueranno l'uso di salire al santuario ogni sabato e saranno soliti assistervi a una Messa celebrata alle 6 del mattino appositamente per loro. Il motivo di un pellegrinaggio così mattiniero è che la maggior parte dei confratelli sono lavoratori del Mercato delle Erbe e così possono aprire in tempo i loro banchetti.dettagli
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1843La Barriera GregorianaTra il 1840 e il 1843 viene abbattuta l'antica e angusta porta di Santo Stefano e sostituita con una barriera doganale progettata dall'architetto Filippo Antolini (1786-1859) e costituita da due corpi di fabbrica uguali uniti da una cancellata.La porta è chiamata Barriera Gregoriana, "come attestato di fedele sudditanza" al Pontefice regnante, Gregorio XVI.Dopo l'abbattimento nel 1902 delle mura trecentesche, la grande cancellata della nuova porta sarà riutilizzata all'ingresso dei Giardini Margherita e i due fabbricati gemelli conosceranno vari usi (bagni pubblici, sede di partito, stazione dei vigili urbani, ecc.)dettagli
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1843"La cucina economica moderna" fortunato ricettario bolognesePresso la tipografia Giuseppe Tiocchi e Co è pubblicato un piccolo ricettario, che presenta un “modo semplice e facile di cucinare ogni sorta di vivande e delle salse tirate all’uso francese”. Per la prima volta viene stampato un manuale pratico per massaie e non un prontuario per cuochi di nobili famiglie. Si tratta di una "versione semplificata di un codice maschile" della cucina: non si stende "una sola volta una sola sfoglia". Sono omessi i piatti più famosi della gastronomia bolognese, come le tagliatelle, il ragù, le lasagne. Mancano perfino i tortellini, altrove spesso citati. Ciò è dovuto probabilmente al fatto che queste ricette sono molto conosciute e praticate dalle massaie bolognesi. Accanto a un certo numero di ricette descritte con termini francesi italianizzati sono comunque descritte anche preparazioni più tradizionali, come le sfrappole, le crescentine o la torta di riso, tipica della Festa degli Addobbi. Un paragrafo innovativo - ma che si spiega con il tipo di pubblico a cui l'opera è destinata - è quello sui suggerimenti per utilizzare gli avanzi di cucina. La cucina economica moderna sarà tra i manuali gastronomici più fortunati e diffusi fino all'arrivo della Scienza in cucina di Pellegrino Artusi alla fine dell'800. Verrà più volte ristampato con le stesse ricette, cambiando solo il titolo. La seconda edizione è del 1857 e ha per titolo Il cuoco bolognese dedicato al bel sesso. E’ stampata sempre a Bologna per i tipi Chierici da San Domenico e si presenta come un “trattato di cucina fornito sopra un metodo economico semplice e facile di apprestare ogni sorta di vivande, con la descrizione dei prodotti d'ogni genere delle quattro stagioni dell'anno ... indi un articolo sopra i bambini per conservarli sani e farli crescere robusti”. Anche La cuciniera bolognese, del 1874, e La vera cuciniera bolognese del 1885 - ultima edizione conosciuta - non sono altro che repliche conformi della prima opera.dettagli
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24 gennaio 1843Un busto per RossiniIl 24 gennaio il Consiglio comunale approva, “con acclamazione pienissima”, la proposta di un monumento a Gioachino Rossini, destinato alla sala del Liceo musicale. Viene commissionato allo scultore bolognese Cincinnato Baruzzi (1796-1878). In seguito, le diverse opinioni sulla grandezza e la collocazione dell'opera faranno abortire il progetto. Lo scultore ospiterà comunque un busto del maestro pesarese nella sua villa sui colli. Nel 1869, per iniziativa di Quirico Filopanti, un'erma di Rossini sarà collocata nel pantheon della Certosa e una lapide commemorativa sarà murata all'Archiginnasio, nella sala in cui ebbe luogo, il 18 marzo 1842, la prima italiana del suo Stabat Mater. La mancata realizzazione del monumento sarà, secondo Zanolini, una delle principali ragioni del rancore di Rossini verso la città di Bologna.dettagli
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26 gennaio 1843Muore Sebastiano BolognaIl 26 gennaio scompare Sebastiano Bologna. Fu un imprenditore e uomo politico molto in vista nel periodo napoleonico. Originario di Schio, discendeva da una famiglia da tempo impegnata nell'industria laniera. Dopo l'educazione a Verona nel collegio dei Gesuiti si affiancò al padre nell'attività di fabbricazione e commercio dei panni. Fino al 1786 lavorò in Baviera, per approdare poi a Bologna, dove fu a capo di una prospera fabbrica e casa di vendita di pannilana privilegiati. Non volendo essere suddito del Papa, chiese la cittadinanza bolognese solo il 1° luglio 1796, dopo l'arrivo dei Francesi. Nel periodo giacobino fu uno dei politici più attivi, rappresentante dei ceti mercantili emergenti. Fu uno dei capi più autorevoli della locale massoneria. Nella Repubblica Cisalpina fu per due volte presidente del Corpo legislativo e nel 1806 venne insignito della Corona di Ferro. Durante il Regno italico divenne Senatore e utilizzò tutta la sua influenza per favorire il distretto laniero di Schio. Promosse la ripresa della costruzione della strada tra il Veneto e il Tirolo. Attraverso la società fondata con il nipote Francesco Rossi si adoperò per l'ammodernamento tecnico e organizzativo del lanificio e per il sostegno dell'immagine dei prodotti lanieri. Nel 1810 ebbe il titolo di Conte e nel 1811 la società Rossi-Bologna fu premiata per la qualità della produzione. Ormai ricco e stimato uomo d'affari, nel 1815 aderì al tentativo di Gioacchino Murat come membro della Commissione delle armi e dei volontari.dettagli
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19 marzo 1843Rossini dirige BeethovenGioachino Rossini dirige gli studenti del Liceo filarmonico nella Settima sinfonia di Beethoven, in prima assoluta a Bologna. In questo periodo il maestro pesarese si occupa attivamente della didattica musicale del Liceo, introducendo nuovi strumenti e nuove partiture, in particolare quelle degli amati maestri tedeschi, come Mozart e Haydn.dettagli
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17 aprile 1843La "Giovanna di Napoli" di Malipiero al ComunaleIl 17 aprile va in scena al Teatro comunale il dramma serio in tre parti Giovanna prima regina di Napoli. L'opera ha debuttato a Padova nel 1842, mettendo in luce le doti di Francesco Malipiero (1824-1887), giovanissimo compositore e pianista veneto, molto stimato da Gioachino Rossini. A Bologna i cantanti principali sono Desiderata Derancourt (Giovanna), Domenico Cosselli, cantante di camera della duchessa di Parma (Ugo), Gioacchino Ramoni (Enrico) e Gaetano Fiori (conte Capanno). La Derancourt e Casselli saranno protagonisti anche in spettacoli successivi. Nel 1843 al Comunale domineranno le opere di Gaetano Donizetti (1797-1848), ben quattro: Marino Faliero (29 aprile), Le convenienze teatrali (18 maggio), Roberto Deveraux (19 ottobre) - con Badiali, Fraschini e la Strepponi - e Lucia di Lammermoor (4 novembre). In ottobre vi sarà anche il debutto a Bologna di Verdi col Nabucco.dettagli
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25 aprile 1843Misure per impedire il contrabbandoIl Legato ordina di costruire 22 guardiole a ridosso delle mura cittadine per limitare il contrabbando. La misura riesce ad impedire i passaggi notturni di merci e a diminuire i guadagni illeciti. Determina però un ulteriore impoverimento delle classi marginali, che contano sui piccoli traffici per integrare i loro guadagni. In quest'anno aumentano in modo preoccupante i crimini, toccando la punta record di 639 delitti contro i beni e oltre 70 rapine a mano armata. Del clima di ostilità e scontento determinato dalle misure contro il contrabbando tenteranno di approfittare gli organizzatori del moto di Savigno, nobili e professionisti con idee mazziniane, che per la prima volta coinvolgeranno nell'azione insurrezionale elementi popolari.dettagli
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11 maggio 1843L' "Otello" di Rossini al Teatro ContavalliL'11 maggio al Teatro Contavalli va in scena l'Otello di Rossini. E' una recita di beneficenza a favore dei poveri artisti di musica, organizzata dalla Società del Casino con l'appoggio dei principi Poniatowski.Fin dalle prove l'opera è un grande successo e i cantanti vengono applauditi e richiamati più volte sul palco.I fratelli Poniatowski - Giuseppe, tenore, e Carlo, baritono - sono eccellenti cantanti e vengono spesso ingaggiati, assieme alla moglie di Carlo, il soprano Elisa Montecatini, anche perchè pagano di tasca propria l'allestimento delle opere. Il principe Carlo è una delle migliori voci in circolazione ed è anche apprezzato come compositore.Rossini ricorderà l'edizione bolognese del 1843 al Contavalli come una delle migliori del suo Otello. Una replica da lui diretta nel 1844 nello stesso teatro, alla vigilia della partenza per Parigi, farà ugualmente furore.I cantanti e il maestro saranno “a più e più riprese” chiamati sulla scena con getti di fiori dai palchi “gremiti di eleganti signore e di distinti soggetti”.dettagli
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26 maggio 1843Centenario della traslazione del capo di San PetronioDal 26 al 28 maggio si svolgono le solenni commemorazioni per il centenario del trasferimento del capo di San Petronio, protettore della città, nella basilica a lui dedicata. Il Sacro Capo è custodito in un tabernacolo donato dalla Società delle Arti, una "vaga Macchina tutta di argento di lapis lazuli elegantemente fornita", opera di Francesco Giardoni Romano. La cappella in cui la reliquia è conservata - la seconda a sinistra della basilica dedicata al santo vescovo - venne ornata ornata sontuosamente in stile barocco sotto la guida dell'architetto Alfonso Torreggiani (1682-1764). Fu fatta costruire da Pompeo Aldrovandi (1668-1752), potente cardinale di famiglia patrizia bolognese, già arcivescovo di Cesarea e patriarca di Gerusalemme. Durante le celebrazioni il suo nome non viene citato, con grande dispiacere degli eredi. E' ricordato solo il ruolo di papa Benedetto XIV (1675-1758). La festa è celebrata dai panegirici di tre canonici. La domenica al vespro si svolge una processione alla quale partecipano i Cappuccini, i Minori Osservanti e tutto il clero. Alla messa solenne del lunedì intervengono il legato Spinola, l'arcivescovo Oppizzoni e il senatore Guidotti. Nel complesso la festa è giudicata "ben poca cosa ... a riguardo di un così munifico Santo in così illustre città" (Monari). All'esterno della cappella, su via dell'Archiginnasio, viene collocata una lapide che ricorda l'evento con la legenda: Pone lapidem / Felsinae Thesaurus. Nel 2000 accanto al Sacro Capo saranno trasferiti anche i resti del corpo del santo, custoditi per secoli nella basilica di Santo Stefano.dettagli
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15 agosto 1843Il moto di SavignoLa Direzione di polizia scopre alla fine di luglio una cospirazione politica della Giovine Italia, che si propone di rovesciare “il Governo dei preti”. Alcuni “scellerati” pensano di suscitare una rivolta, “adescando con denaro e d’insieme promesse di preda poca mano di gente tratta dalla classe più miserabile”. Il moto è promosso da Nicola Fabrizi, fondatore della Legione Italica, braccio armato della Giovine Italia, nonostante il parere contrario di Giuseppe Mazzini. “Contando sopra un sollevamento nel reame di Napoli” gli insorti sperano di “emancipare l'Italia”. Essi provengono da varie estrazioni sociali: vi sono nobili come Livio Zambeccari (1802-1862), Pietro Pietramellara (1804-1849), avvocati come Gaetano Bottrigari (1809-1889), popolani di Bologna e della Romagna, ma soprattutto dei paesi dell'Appennino bolognese: Savigno, Praduro e Sasso, Monte S. Pietro, Vergato. Gli insorti hanno il sostegno di personaggi come i coniugi Gozzadini, il conte Giovanni e la contessa Nina Serego Alighieri. Il cardinale Spinola nomina una commissione militare, con funzione di tribunale speciale, per processi sommari e inappellabili. Fa appostare in vari punti di Bologna, e soprattutto a San Michele in Bosco per la sua sicurezza personale, un contingente di Centurioni, detti Becchi di Legno. Sparge denaro a piene mani per pagare spie e avere notizie dei ribelli. Infine invia tutte le truppe e le forze di polizia disponibili per debellarli. Il 15 agosto 1843 una banda di “rivoltosi briganti”, radunata dai fratelli Pasquale (1804-1861) e Saverio (1806-1873) Muratori, possidenti di Calderino, assale un picchetto di militari, comandati dal capitano Castelvetri, che alloggia presso l'osteria di Savigno, nella valle del Samoggia. Lo scontro armato è molto duro e si conclude con la sconfitta dei gendarmi e dei volontari pontifici, alcuni dei quali vengono uccisi, mentre altri sono fatti prigionieri. Il capitano Castelvetri è ucciso a tradimento dal “ferocissimo” Giovanni Marzari di Faenza, contro il parere dei capi e della maggioranza dei rivoltosi. Avuto sentore dell'arrivo di un contingente di truppe regolari, i “cappelletti” - i rivoltosi sono così chiamati dalla polizia per il cappello basso e floscio che indossano - fuggono da Savigno e nei giorni successivi vagano sull'Appennino: il 16 sono a Lagune, il 18 agosto giungono a Monte Pastore, il 30 si trovano a Calderino di Monte S. Pietro. Ottengono anche rinforzi: alcuni volontari romagnoli e quaranta popolani bolognesi, arruolati dal marchese Livio Zambeccari. Arrivati a Gaibola e informati dell'arrivo imminente dei gendarmi, i rivoltosi si sbandano e sono costretti alla fuga: molti vengono catturati nella Parrocchia di S. Maria di Zena e sul Monte delle Formiche. I fratelli Muratori, con pochi altri, resistono alcuni giorni nel territorio di Loiano. Il 24 agosto la loro banda, unitasi a quelle di Giovanni Marzari e Ignazio Ribotti di Molières, è raggiunta a Castel del Rio da una colonna di cinquecento soldati pontifici. Dopo lo scontro, che provoca diverse vittime, il gruppo si scioglie: alcuni insorti riusciranno a fuggire in Francia da Livorno, dove saranno internati nel "deposito" di Chateauroux. Pasquale Muratori in seguito studierà e prenderà la laurea in medicina a Parigi. Dopo l'Unità diventerà maggiore medico dell'esercito italiano. Altri cospiratori verranno processati a Bologna dalla Commissione militare e condannati a morte o al carcere. Dei 25 accusati della cospirazione, nove sono affiliati alla massoneria: oltre ai fratelli Muratori, i conti Zambeccari, Biancoli, Pietramellara e i dottori Bottrigari e Saragoni. Il moto di Savigno sarà commemorato cinquant'anni dopo da Enrico Panzacchi. Egli ricorderà "la vigilanza esosa, il vile spionaggio, le vessazioni, il carcere, l'esiglio", quali strumenti di un assolutismo papale, che pareva assicurato in eterno. Sulla piazza centrale di Savigno sarà eretto nel 1893 un Monumento ai Moti su disegno di Tullo Golfarelli.dettagli
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8 settembre 1843Tentativo di rapimento di tre cardinali a ImolaIl patriota Ignazio Ribotti di Molieres (1809-1865), incaricato da Nicola Fabrizi di guidare un moto mazziniano in Italia, rientra dalla Spagna e, dopo vari tentativi, penetra in Romagna, dove si accorda con i fratelli Muratori, qui rifugiati dopo la fallita sommossa di Savigno. L'8 settembre, assieme ad un gruppo di circa 150 insorti di Bologna “armati alla meglio alla peggio”, marcia verso Imola con il proposito di catturare tre alti prelati riuniti in una villa nei pressi di Castel Bolognese. Si tratta dei cardinali Amat e Falconieri - rispettivamente legato e arcivescovo di Ravenna - e del cardinale Mastai Ferretti, vescovo di Imola e futuro papa Pio IX, . L'obiettivo di Ribotti è tenere in ostaggio i cardinali, “sollevare quindi le Romagne, le Marche, l’Umbria e marciar dritti su Roma”. Ma gli aiuti promessi non ci sono e, all'arrivo alla villa di Torrano (o Turano), i ribelli trovano “la gabbia aperta e i tre cardellini volati via”. (Masi). I prelati hanno avuto il tempo di rifugiarsi a Imola e di “ordinare le difese”, facendo chiudere le porte e schierando la milizia sulle mura. I “Ribottiani” a questo punto si sbandano: alcuni sono catturati il giorno stesso, altri il giorno successivo. I soldati volontari, detti “becchi di legno”, e i dragoni papalini, aiutati dai contadini, non risparmiano nessuno: i ribelli vengono trascinati nel carcere della Rocca di Imola e subiranno severi processi e dure condanne. Il resto della banda si ritira verso la Toscana, passando l'Appennino. Fra coloro che saranno costretti all'esilio per questo sfortunato tentativo mazziniano, c'è anche Luigi Carlo Farini (1812-1866), giovane medico di Russi, che sarà collaboratore di Cavour e Presidente del Consiglio dopo l'Unità.dettagli
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3 ottobre 1843Agguati a militari pontificiLa sera del 3 ottobre una banda di diciassette persone, nascosta sotto i portici di via Lame, assale il pattuglione di carabinieri e svizzeri, che tutti i giorni alle nove compie un giro di perlustrazione nella zona. Due carabinieri e uno svizzero rimangono feriti, mentre uno degli aggressori è catturato. L'8 ottobre alcuni individui sparano contro un gruppo di Svizzeri in via San Donato e contro alcuni carabinieri vicino al Monte di Pietà. I disordini cesseranno dopo che le indagini avviate dai carabinieri avranno portato all'arresto di sedici persone, coivolte anche nei fatti di Savigno e in una marcia sediziosa su Imola l'8 settembre. La sentenza del processo per gli attentati d'autunno sarà pronunciata l'11 marzo 1844, con condanne molto pesanti.dettagli
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7 ottobre 1843Il "Nabucco" di Verdi al ComunaleIn autunno è in programma al Teatro Comunale Nabuccodonosor (da subito chiamato il Nabucco), terza opera di Giuseppe Verdi (1813-1901), che ha avuto grande successo l'anno precedente alla Scala. Il giovane compositore di Busseto fa una “rapida corsa” a Bologna all'inizio di ottobre in occasione della prima e ne approfitta per un saluto all'anziano Rossini. Verdi non ha unanimi consensi al debutto nel capoluogo felsineo. La sua musica “ferrea” fatica ad imporsi ad una platea abituata alle melodie della triade Rossini, Bellini, Donizetti. La rappresentazione a ritmo serrato di tutti i suoi lavori negli anni seguenti, fino alla messinscena dell'Aida nel 1877, indica tuttavia una sempre maggiore presa sul pubblico bolognese. Dopo il prodigioso biennio 1852-53, con Rigoletto, Trovatore e Traviata, quella del 1856 sarà per Verdi una stagione trionfale, con ben sei opere rappresentate al Comunale.dettagli
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25 ottobre 1843Trema l'Appennino tosco-emilianoIl 25 ottobre un terremoto del 7° grado della scala Mercalli colpisce Vernio e l’alta Valle del Bisenzio. Nei giorni successivi parecchie scosse vengono avvertite a Firenze, Lucca e Bologna.A Barberino e a Vernio si registrano notevoli danni anche a fabbricati di recente costruzione. E’ rovinata l‘antica abbazia di Montepiano, nei pressi di Castiglione dei Pepoli.I fenomeni sismici sono a volte associati a rombi e a “una specie di chiarore”, di luce fosforica. dettagli