La scuola di paesaggio e le "stanze paese"
Presso l'Accademia di Belle Arti è istituita una Scuola di paesaggio, tenuta da Luigi Busatti. Nonostante la grande fortuna del genere, a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo, essa rimarrà ai margini.
I “dipinti grotteschi”, così come le “stampe incorniciate”, sono considerati una pratica inferiore rispetto alla pittura di figura e di storia, di cui peraltro si lamenta da qualche tempo la mancanza.
Infatti, dopo la partenza per Roma di Pelagio Palagi (1775-1860), non vi è a Bologna nessun pittore “degno di stare a fronte dei trapassati per le serie Pitture a fresco, ed all'oglio”.
Qui le scuole di pittura e scultura sono deserte, mentre vanno di moda i decoratori, come Antonio Basoli (1774-1843) e Felice Giani (1758-1823):
"in nissun'altra città si ritrova un numero maggiore di buoni Pittori di Ornati, di Paesi e di quanto altro può contribuire ad una capricciosa decorazione" (Rossi).
All'Accademia sono frequentate soprattutto le classi di ornato e di architettura. La pittura di paesaggio si esprime con successo nelle "stanze paese", che continuano la tradizione decorativa barocca delle ville e dei palazzi senatori.
E' un tipo di veduta lontana da riferimenti topografici e storici, intrisa di componenti letterarie, espressione di un'arcadia in cui si integrano mirabilmente architettura, pittura e scultura.
Tra i migliori esempi: la "boschereccia" di Palazzo Hercolani, dipinta intorno al 1810 da Rodolfo Fantuzzi (1781-1832) e le stanze paese del suo maestro Vincenzo Martinelli (1737-1807) negli appartamenti del Legato del Palazzo comunale e a Palazzo Aldini.
Le decorazioni di Giacomo Savini (1768-1842) in Palazzo Davia Garagnani (1834) e quelle di Ottavio Campedelli (1792-1862) a Villa S. Martino (1859) sono gli ultimi esempi di questo fortunato genere.
- I concorsi curlandesi. Bologna, Accademia di Belle Arti, 1785-1870, Bologna, Galleria d'arte moderna, marzo-maggio, Museo civico, giugno-luglio 1980, catalogo a cura di Renzo Grandi, Bologna, Grafis, 1980, p. 36
- Dal Santerno al Panaro. Bologna e i comuni della provincia nella storia nell'arte e nella tradizione, a cura e coordinamento di Cesare Bianchi, Bologna, Proposta edizioni, stampa 1987, vol. 1: Da Bologna a Modena, pp. 146-148
- Dall'Accademia al vero. La pittura a Bologna prima e dopo l'Unità, Bologna, Galleria d'arte moderna, 29 gennaio-4 aprile 1983, a cura di Renzo Grandi, Casalecchio di Reno, Grafis, 1983, pp. 13-14 (data cit.: 1816)
- Giardini nel tempo. Dal mito alla storia, a cura di Carlo Tovoli, Bologna, Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia Romagna, 2015, pp. 49-52
- Renzo Grandi, Pittura e scultura nell'Ottocento, in: Storia della Emilia Romagna, a cura di Aldo Berselli, Imola, University Press Bologna, 1980, vol. 3., pp. 1211-1212
- Anna Maria Matteucci, I decoratori di formazione bolognese tra Settecento e Ottocento. Da Mauro Tesi ad Antonio Basoli, Milano, Electa, 2002, p. 495 (R. Fantuzzi)
- Eugenio Riccomini, L'arte a Bologna. Dalle origini ai giorni nostri, Bologna, Editoriale Bologna, 2003, pp. 306-307
- Paolo Zauli, A proposito di Rodolfo Fantuzzi, 1781-1832, romantico paesista di lontananze assolute, in: "Strenna storica bolognese", 29 (1979), pp. 379-395