Classificazione dei mendicanti
Il 13 marzo è stato emesso in città il divieto di “questuare sotto qualunque pretesto” dopo l'Ave Maria, pena l'arresto e il carcere.
I gendarmi sono stati incaricati di espellere da Bologna tutti gli accattoni “appartenenti a Esteri Dominj”.
Il 1° dicembre il cardinale legato Lante ordina alla polizia di radunare tutti i mendicanti e di registrarli secondo quattro categorie: 1) gli stranieri e quelli provenienti da altre province dello Stato pontificio; 2) i poveri veri senza aiuto; 3) i disoccupati involontari; 4) i fannulloni e gli oziosi.
I primi devono essere accompagnati al confine ed espulsi, i secondi rinchiusi in ricoveri a spese dello stato, i terzi impiegati in una casa d'industria, i quarti inviati senz'altro in prigione.
Gran parte dei mendicanti sono in realtà operai disoccupati. L'ordine di Lante avrà l'effetto di levarli temporaneamente dalle strade, ospitandone alcuni nelle cosiddette Pie Case di Industria, senza ottenere, però, risultati di lungo periodo, per mancanza di risorse finanziarie e competenze tecniche.
- Giuseppe Brini, Artigiani a Bologna. Cenni di storia e attualità, Bologna, Tamari, 1978, p. 69
- Aldino Monti, Pauperismo e demografia, conflitto e sicurezza: le condizioni sociali a Bologna nell'Ottocento (1815-1880), in: Storia di Bologna, direttore Renato Zangheri, vol. 4., Bologna in età contemporanea, tomo 1., 1796-1914, a cura di Aldo Berselli e Angelo Varni, Bologna, Bononia University Press, 2010, pp. 443-444
- Torri e castelli. Bologna e la sua provincia. Storia, dizionario biografico, opere d'arte, notizie d'oggi, 2. ed. ampliata a cura di Luigi Arbizzani e Pietro Mondini, Bologna, Editrice Galileo, 1966, pp. 28-29