Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi

Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.

1813

La Manifattura Aldrovandi cambia gestione

Dove
Palazzo Aldrovandi, Via Galliera, 8, Bologna

Fornito di grandi sostanze e di una buona formazione culturale, il conte Carlo Filippo Aldrovandi Marescotti (1763-1823) coltiva l'amicizia di scienziati, letterati e artisti.

Dopo l'arrivo di Napoleone ha appoggiato i democratici e ha lavorato per la Repubblica Cisalpina. Nel 1801 è stato tra i notabili dell'assemblea di Lione. Dal 1807 è presidente perpetuo dell'Accademia di Belle Arti.

Nel suo palazzo di via Galliera si tengono di frequente accademie e dotte conversazioni. Il suo salotto è luogo di incontro di persone aperte alle idee illuministiche.

Secondo la moda del tempo, che vuole i nobili impegnati in imprese artistiche, il conte ha avviato nel 1794 una manifattura di "Terraglie dette di Inghilterra".

Considerata un genere inferiore di ceramica, la terraglia è stata rivalutata dopo il 1770 da Josiah Wedgwood (1730-1795), che usando una pasta leggera di colore avorio e i modelli di Robert Adam, ha sfornato "mezze porcellane" di grande qualità.

Aldrovandi ha inviato un suo uomo, Paolo Pizzoli, in Inghilterra, per carpire i segreti di Wedgwood. Al ritorno questi ha raccolto attorno a sé personale qualificato di ditte in crisi, quali Finck e Rolandi, e ha iniziato la produzione di terraglie nel secondo cortile di Palazzo Aldrovandi, utilizzando una pasta composta di terra di Vicenza e marmo di Carrara.

Da un punto di vista stilistico le ceramiche bianche di Aldrovandi si ispirano a modelli greci, romani, egizi e si avvalgono delle creazioni di scultori come Giacomo Rossi (1748-1817) e Giacomo De Maria (1762-1838) e disegnatori come Onofrio Gandolfi.

Nel periodo napoleonico lo stesso conte Carlo Filippo Aldrovandi cura gli affari della ditta sulla piazza di Milano, ma la gestione si rivela molto onerosa e deve accettare l'ingresso di capitali esterni.

Nel 1813 il conte, peraltro poco interessato ai guadagni, viene del tutto estromesso dai soci Barera e Roversi.

La manifattura continuerà senza di lui, fino alla fine del secolo, la produzione di vasellame da tavola, vasi da speziale, ma anche statue e rinomate pipe in ceramica.

Approfondimenti
  • Antiche ceramiche bolognesi. Aldrovandi, Minghetti, Arturo Colombarini, Giovanni Domenichini, Imola e Augusto Buscaroli. Mostra di ceramiche antiche da collezioni private, Castiglione dei Pepoli, Comune, 2010
  • L'aristocratico vasellame da tavola della manifattura Aldrovandi. Mostra di ceramiche d'arte della manifattura bolognese di fine Settecento dalla collezione di Lea e Gastone Cipolli, Rastignano, A&B, 2007
  • Nicoletta Barberini, La manifattura Aldrovandi, Bologna, Sasso Marconi, Bolelli, 1996
  • Nicoletta Berberini Mengoli, La Manifattura Aldrovandi respira l'arte del Collegio Venturoli, in: Gioachino in Bologna. Mezzo secolo di società e cultura cittadina convissuto con Rossini e la sua musica, a cura di Jadranka Bentini e Piero Mioli, Bologna, Pendragon, 2018, pp. 325-329
  • Giorgio Bertocchi, Francesco Liverani, Ceramiche bolognesi del Settecento, Bologna, Cassa di risparmio in Bologna, 1981
  • Bologna e le sue ceramiche: Colle Ameno, Finck, Aldrovandi, Minghetti, 1758-1967, a cura di Nicoletta Barberini, Bologna, Editrice Compositori, 2004
  • Dizionario dei bolognesi, a cura di Giancarlo Bernabei, Bologna, Santarini, 1989-1990, vol. 1., pp. 42-43

  • La Fabbrica del Drago d'Oro. Vicende della manifattura Aldrovandi, a cura di Elvira Bargossi e Arianna Turtura, in: I padroni della villa: la famiglia Aldrovandi Marescotti nel Settecento, catalogo della Mostra, Bologna, Villa Aldrovandi Mazzacorati, 15-31 ottobre 1994, a cura di Marina Calore, Bologna, Tip. Moderna, 1994, p. 75-82
  • Bernardino Farolfi, La metamorfosi del patriziato: Carlo Filippo Aldrovandi da nobile a cittadino, in: Dal Manzanarre... al Reno. La famiglia di Napoleone e i contemporanei a Bologna, a cura di Valeriana Lucia Cedrola e Paola Infantino, Bologna, Il Chiostro dei Celestini, Archivio di Stato, 2018, pp. 79- 95
  • Stefano Grandesso, Pietro Giordani e Giacomo Leopardi, in: Leopardi e Bologna, atti del Convegno di studi per il secondo centenario leopardiano, Bologna, 18-19 maggio 1998, a cura di Marco A. Bazzocchi, Firenze, L. S. Olschki, 1999, p. 21

  • Carlo Manelli, La Massoneria a Bologna dal XII al XX secolo, Bologna, Analisi, 1986, p. 44
  • Loris Rabiti, Il tocco di Polimnia. Maria Brizzi Giorgi, musicista, musa e mentore del giovane Rossini, introduzione di Antonio Castronuovo, Bologna, Pendragon, 2021, p. 79, nota 5
  • Le strade di Bologna. Una guida alfabetica alla storia, ai segreti, all'arte, al folclore (ecc.), a cura di Fabio e Filippo Raffaelli e Athos Vianelli, Roma, Newton periodici, 1988-1989, vol. 2., p. 334
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