Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi

Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.

settembre 1802

Angelo Venturoli e Giacomo De Maria a Palazzo Hercolani

Str. Maggiore, 45, 40125 Bologna BO

Tra la primavera del 1800 e l'autunno del 1802, lo scultore Giacomo De Maria (1762-1838), allievo di Canova, realizza la sua impresa scultorea più impegnativa: il ciclo di Palazzo Hercolani.

Si tratta di una ventina di statue in stucco a grandezza naturale di divinità e allegorie, collocate sullo scalone d'ingresso e nei due atri del palazzo, mentre quattro grandi gruppi rappresentanti le fatiche di Ercole sono destinati al piano nobile.

La collaborazione tra De Maria e l'architetto Angelo Venturoli (1749-1821), che nel 1793 ha avviato il cantiere del palazzo, diverrà da questo momento sempre più assidua.

Dopo la scomparsa di quest'ultimo, lo scultore sarà direttore degli studi del collegio artistico da lui fondato e ad esso lascerà la sua gipsoteca.

Palazzo Hercolani è l'ultimo palazzo senatorio bolognese e tra i più belli e ricchi di opere d'arte: oltre al ciclo scultoreo di De Maria è notevole l'affresco sul soffitto dello scalone con la Gloria di Ercole, eroe eponimo della famiglia, opera del 1799 di Filippo Pedrini, coadiuvato da David Zanotti.

Sempre di Pedrini, con F. Minozzi, è la decorazione del salone d'onore con l'allegoria Apollo e le Ore, inserita in una finta architettura animata da arpie, geni e busti di poeti.

Tra le tante opere d'arte dei migliori pittori dell'epoca, da Frulli a Basoli, spicca la stanza "boschereccia" a pareti curve al pianterreno, dipinta nel 1810 da Rodolfo Fantuzzi.

Stendhal, che visiterà il palazzo undici anni dopo la sua inaugurazione, non rimarrà impressionato dalla sua architettura di stampo tradizionale e criticherà la soluzione, adottata da Venturoli, delle colonne con l'arco anzichè con l'architrave.

Lo scrittore loderà la grandiosità dello scalone, apprezzerà i tavoli istoriati con pietre dure e i vasi cinesi, ma non mancherà di notare tele di ragno, polvere e sporcizia dappertutto.

Approfondimenti
  • Umberto Beseghi, Palazzi di Bologna, 2. ed., Bologna, Tamari, 1957, p. 310
  • Bologna ai tempi di Stendhal, mostra iconografica, Bologna, 13-20 maggio 1972, introduzione e catalogo di Giancarlo Roversi, in: "L'Archiginnasio", 66-68 (1971-1973), vol. 2., p. 792

  • Cantieri di storia. I restauri di Palazzo Hercolani e la nuova torre libraria della biblioteca di Palazzo Poggi. Gli interventi del Consorzio Cooperative Costruzioni e dell'Edilcoop di Crevalcore nelle sedi universitarie bolognesi, a cura di Nazario Sauro Onofri, Vera Ottani e Paola Zanotti, Bologna, Consorzio Cooperative Costruzioni – Crevalcore, Edilcoop di Crevalcore, 1993, pp. 20-60
  • La casa dell'Università. Lo sviluppo edilizio dell'Ateneo di Bologna dal 1986 al 2000, foto di Raffaello Scatasta, Bologna, CLUEB, 2000, pp. 96-103
  • La Certosa di Bologna. Un libro aperto sulla storia, Bologna, Museo civico del Risorgimento, 23 maggio - 5 luglio 2009, a cura di Roberto Martorelli, Bologna, Tipografia moderna, 2009, pp. 204-205
  • I concorsi curlandesi. Bologna, Accademia di Belle Arti, 1785-1870, Bologna, Galleria d'arte moderna, marzo-maggio, Museo civico, giugno-luglio 1980, catalogo a cura di Renzo Grandi, Bologna, Grafis, 1980, p. 130, 134
  • Tiziano Costa, Le grandi famiglie di Bologna. Palazzi, personaggi e storie, Bologna, Costa, 2007, p. 146
  • Giampiero Cuppini, Storia urbanistica di Bologna dal Cinquecento al Settecento. Il nuovo volto della città, in: Storia illustrata di Bologna, a cura di Walter Tega, Milano, Nuova ed. AIEP, 1989, vol. 2., pp. 317-318
  • Giorgio Galeazzi, Le opere di Giacomo De Maria (1760-1838) alla luce della corrispondenza inedita trovata. Periodo napoleonico, in: "Atti e Memorie dell'Accademia Clementina. Nuova serie", 65 (2015), pp. 192-198
  • Elena Gottarelli, Un trattato di alterigia: lo scalone di Palazzo Hercolani, in: "Bologna incontri", 1 (1975), p. 34
  • Italia Nostra a palazzo Hercolani, testi di Daniele Benati e Giampiero Cuppini, a cura di Federico Scagliarini, Bologna, Italia nostra, 2000
  • Anna Maria Matteucci, Architettura e decorazioni in Bologna all'epoca di Stendhal, in: "L'Archiginnasio", 66-68 (1971-1973), vol. 2., pp. 727-728
  • Anna Maria Matteucci, I decoratori di formazione bolognese tra Settecento e Ottocento. Da Mauro Tesi ad Antonio Basoli, Milano, Electa, 2002, pp. 356-363, 494 (G. De Maria)
  • Angelo Raule, Architetture bolognesi, 3. ed. riveduta e integrata, Bologna, Guidicini e Rosa, 1976, pp. 103-104
  • Eugenio Riccòmini, Aprilocchio. Le cinquanta cose più belle di Bologna, nuova ed., Bologna, Tipoarte, 2000, pp. 74-76 (La "boschereccia" di R. Fantuzzi)
  • Eugenio Riccomini, L'arte a Bologna. Dalle origini ai giorni nostri, Bologna, Editoriale Bologna, 2003, pp. 306-307, 313
  • Eugenio Riccomini, Giacomo De Maria. Dodici pensieri fatti con le mani, Bologna, Bononia University Press, 2010, pp. 37-40
  • Eugenio Riccòmini, Il perditempo. Passeggiate per Bologna, nuova ed., Bologna, Tipoarte, 2000, pp. 109-111
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