Una "torma di fanatici" abbatte gli stemmi
Il 5 giugno alcuni agitatori giacobini, tra i quali i fratelli Ceschi e Giuseppe Gioannetti, dopo un comizio davanti al Caffè degli Stelloni, percorrono le strade cittadine e sottraggono dalle case nobili diverse armi e stemmi non ancora cancellati, nonostante i recenti divieti.
Il giorno seguente sono levate dalle chiese le armi delle cappelle nobiliari e quelle sulle inferriate e sulle panche, “deturpando ogni bel monumento”.
Vengono rimossi gli stemmi in bronzo della fontana del Nettuno - saranno rimontati più avanti in ordine errato - e cancellati quelli del portico di San Luca, degli Scalzi e dei Mendicanti.
Alcune sottrazioni non vengono autorizzate dal Comitato centrale di Governo, che ha appena rilevato i poteri del Senato cittadino.
- Tommaso de' Buoi, Diario delle cose principali accadute nella città di Bologna dall'anno 1796 fino all'anno 1821, a cura di Silvia Benati, Mirtide Gavelli e Fiorenza Tarozzi, Bologna, Bononia University Press, 2005, p. 49
- I caffè storici in Emilia-Romagna e Montefeltro, a cura di Giancarlo Roversi, Casalecchio di Reno, Grafis, 1994, pp. 45-46
- Giuseppe Guidicini, Diario bolognese. Dall'anno 1796 al 1818, Bologna, Forni, 1976, vol. 1., p. 69
- Fabio e Filippo Raffaelli, Il Nettuno si racconta. Quattro secoli di vicende romanzesche, dai papi a Napoleone, da Garibaldi ai nostri giorni, visti con gli occhi del Gigante, Bologna, Grafica editoriale, 1989, p. 78
- Nino Samaja, Bologna giacobina, in: "L'Archiginnasio", 52 (1957), p. 114