I "barbieri" della democrazia
Il comitato centrale pubblica un editto contro i “cittadini turbolenti”, che provocano disordini a teatro, si radunano di notte per le strade e si permettono “insolenze”, quali obbligare le persone a tagliarsi le code dei capelli.
Alcuni agitatori giacobini vengono arrestati, tra essi i fratelli Giuseppe e Ridolfo Gioannetti, i fratelli Ceschi, l'ex conte Riario. Viene fermato per errore anche il pittore Luigi Cini, rilasciato poco dopo.
Per l'avvocato di Gioannetti gli arresti sono ingiusti: il bargello è considerato “un satellite del tribunale dell'inquisizione pontificia”, che anche nel nuovo ordine agisce secondo “quelle massime che si convenivano all'uffizio suo” nei tempi passati.
Condannati e rinchiusi in un primo tempo nel castello di Ferrara, sette “faziosi” sono riportati a Bologna, dopo una richiesta di grazia al Generale Bonaparte da parte dei loro familiari, affidati a soldati polacchi e distribuiti in celle separate nel convento di San Giovanni in Monte.
Processati per cospirazione contro la sicurezza interna della Repubblica, i giacobini arrestati saranno tutti assolti il 22 luglio 1802.
- Tommaso de' Buoi, Diario delle cose principali accadute nella città di Bologna dall'anno 1796 fino all'anno 1821, a cura di Silvia Benati, Mirtide Gavelli e Fiorenza Tarozzi, Bologna, Bononia University Press, 2005, pp. 49-50, 375-376, note 76-82
- Bologna massonica. Le radici, il consolidamento, la trasformazione, a cura di Giovanni Greco, Bologna, CLUEB, 2007, p. 220
- I giacobini a Bologna, a cura di Franco Cristofori e Andrea Emiliani, Bologna, Alfa, 1966, p. 63
- Giuseppe Guidicini, Diario bolognese. Dall'anno 1796 al 1818, Bologna, Forni, 197, vol. 1., pp. 72-74
- Loris Rabiti, Il tocco di Polimnia. Maria Brizzi Giorgi, musicista, musa e mentore del giovane Rossini, introduzione di Antonio Castronuovo, Bologna, Pendragon, 2021, pp. 93-94